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cala la popolazione e Lozzo cambia: quale futuro all’orizzonte? (analisi sociodemopatica)

15 Giugno 2016 Botanico Palazzo, Cadore - Dolomiti bolcom, bolcomiadi2016, demografia

L'ecco di Lozzo di CadoreIl demografo bolcomiano rilevava nello spopolino (il bolcom di fresca distribuzione) la perdita di “Oltre 400 abitanti in meno di 50 anni”. Noi abbiamo fatto notare che il 70% di quei 400 abitanti (persi) l’abbiamo perso negli ultimi 11 anni (che il 30% l’abbiamo perso negli ultimi 4 anni, che il 12% l’abbiamo perso l’anno scorso).

Dicevamo anche che, vestendo i panni del sociodemografo (o del demosociologo), egli si è lanciato in una rievocazione di rara intensità nostalgica, ricordando quanto belli fossero i frutaruó e i becher che allora (quando eravamo in 1.800) c’erano e oggi (che siamo in 1.383) non ci sono più.

Nel dare quella nostalgica descrizione il nostro sembrerebbe mettere in relazione diretta il numero dei “negozi” con lo spopolamento (grassetto nostro):

Lo spopolamento è il male moderno della montagna. Un male che colpisce e trasforma i nostri paesi. Prendiamo Lozzo. In questi 50 anni tutto è stato ridimensionato. C’erano due distributori di benzina, oggi ne è rimasto uno. Dei sei fruttivendoli ne restano due, dei due panifici ne rimane uno. Una anche la macelleria al posto di tre che negli anni ’60 lavoravano bene insieme ad una polleria, una rosticceria e una pescheria. Sono scomparse anche le sartorie per uomo e donna e i negozi di scarpe e giocattoli. Dei quindici bar ne sono rimasti tre più due inseriti nei ristotranti operanti in paese.

Nessun cenno, da parte del sociodemografo, ad altri tipi di dinamiche che, più potentemente del semplice calo o aumento della popolazione, condizionano numero e distribuzione degli esercizi commerciali.

Lo spopolamento è il male… che colpisce e trasforma i nostri paesi… in questi 50 anni tutto è stato ridimensionato.

Ecco quindi i frutaruó passare da 6 a 2. Ma se ci fosse una relazione diretta tra numero di esercizi e popolazione, è questa la profonda convinzione che il nostro sembra avere, ci dovremmo aspettare un numero di frutaruó attuali pari a 4 (se erano 6 con 1.800 abitanti, cioè un frutaruó ogni 300 abitanti, oggi ce ne dovrebbero essere 1.383/300= 4,6).

Stesso ragionamento con i bar: ce n’erano 15, dice, oggi sono 5 (3 bar/bar + 2 bar/ristoranti). Quindi c’era un bar ogni 120 abitanti: allora oggi ce ne aspetteremmo 1.383/120=11,5 (e invece sono meno della metà).

Terribile anche il destino delle macellerie (becarie): ne è rimasta una, ma ce ne aspetteremmo due (delle tre che c’erano, sempre in virtù di una mera proporzione tra abitanti), tanto più che rinunciamo a una polleria, una rosticceria e una pescheria. V’è poi da dire che il panificio che ha chiuso i battenti l’ha fatto prima del tracollo demografico (quello iniziato 11 anni fa e che vale il 70% degli abitanti persi).

Meraviglioso – un saggio d’amarcord di vibrante tensione emotiva – il passaggio sulle sartorie per uomo e donna: scomparse! Peccato non aver avuto allora neanche una bottiglieria: chissà quante ce ne sarebbero ora.

Però si dimentica, il sociodemografo & demosociologo, di accennare al fatto che alla caduta dei frutaruó & C. v’è stata la compensativa apparizione di un negozio grosso-grosso che gli amerikani chiamano supermarket. Inoltre il nostro accenna alla presenza di due distributori di benzina affermando che “oggi ne è rimasto uno”. Io mi ricordo, per averla vista in fotografia, della pompa vicino al bar la Rosa, nella “mezzaluna” davanti l’oreficeria De Meio. Mi sembra che già alla fine degli anni ’60 (cioè all’inizio “di questi 50 anni“) non ci fosse più (lo dico con beneficio d’inventario), sicché parlare di “due distributori” (tra l’altro non so l’attuale quando sia stato aperto) mi sembra davvero una forzatura.

L’interepida analisi sfiora anche l’offerta turistica: pensate, scomparsi i tre alberghi e le due pensioni operanti negli anni ’60. Quale tremenda potenza lo spopolamento! Tanto più se si pensa che l’offerta a cui ci si riferisce scomparve non al raggiungimento della perdita di 400, ma bensì di sole 150 persone.

Ciò detto per argomentare l’affermazione riportata nel precedente articolo secondo la quale il nostro sociodemografo “in quanto a demografia si dev’essere formato nelle peggiori scuole di Caracas“.

(se la vena demosociopatica del nostro si fosse potuta sviluppare adeguatamente, avremmo ora il privilegio di poter valutare nella sua interezza il quadro del ridimensionamento cui il paese, suo malgrado, s’è dovuto assogettare a causa dello spopolamento: barbieri, parrucchieri, tabaccherie, fiorerie, officine meccaniche, oreficerie, ottiche, mercerie, ferramenta, imprese funebri; tutto sarebbe passato al setaccio di questa ferrea analisi. Peccato non aver affrontato lo spopolamento dando un fugace sguardo alle dinamiche della popolazione scolastica: in effetti, quest’ultimo parametro è grandemente influenzato dai grossi centri acquisti della bassa, per cui l’analisi sarebbe stata funestata da errori sistematici! Sarà per la prossima volta.)

 

è riapparso il ‘L’ecco di Lozzo’, un numero vagamente demografico

14 Giugno 2016 Botanico Palazzo, Cadore - Dolomiti bolcom, bolcomiadi2016, demografia

L'ecco di Lozzo di CadoreIntanto propongo di titolare amichevolmente questo numero del bolcom (sorte toccata a tutti gli altri) con il nome di lo spopolino. Dunque, titola lo spopolino: Cala la popolazione e Lozzo cambia.

 

Cala?

 

Semplicemente cala? Ma se è un’ecatombe!!

Falcidiata, potrebbe essere una parola più equilibrata: popolazione falcidiata!

 

Il demografo scrive inoltre: “Oltre 400 abitanti in meno di 50 anni”. Si dimentica di sottolineare, ma noi siamo qui per questo, che di quei 400 in 50 anni…

268 (il 70%) sono evaporati negli ultimi 11 anni

(1651 ab. il 1° gennaio 2005, 1383 ab. il 31 dicembre 2015)

120 (il 30%) sono evaporati negli ultimi 4 anni

49 (il 12%) sono evaporati l’anno scorso

E il demografo bolcomiano ci informa inoltre che il 31 maggio scorso eravamo in 1350, cioè già 33 in meno della popolazione al 31 dicembre 2015. Il demografo fa poi un fermo balzo in avanti assumendo il ruolo di socio-demografo. Vestendo questi panni esso (ok, egli) si lancia in una rievocazione di rara intensità nostalgica, ricordando quanto belli fossero i frutaruó e i becher che allora c’erano e oggi non ci sono più. Ma di questo, e del fatto che in quanto a demografia si dev’essere formato nelle peggiori scuole di Caracas, vi racconterò nella prossima puntata.

 

bilancio demografico, saldi totali 2007-2015: il malato più grave è il Centro Cadore

13 Giugno 2016 Cadore - Dolomiti bdemo2007-2015, cadoriadi, demografia

Mettendo a confronto i saldi totali dei bilanci demografici dal 2007 al 2015 (anno per anno) di Val Boite, Comelico-Sappada e Centro Cadore, si nota come quest’ultimo sia il malato più grave. Lo è stato per tutto il periodo considerato e, in particolare, lo è tuttora, dopo il drammatico salto nel buio registrato negli ultimi due anni.

Il secondo grafico riporta le stesse curve confrontando i dati con Cadore (cioè l’insieme dei tre comprensori analizzati), Provincia di Belluno e Veneto (il grafico risulta “schiacciato” rispetto al primo per la presenza della parte “positiva”…).

saldotot-cccovb-gr02

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Cadore: bilancio demografico 2015 a – 9,9 per mille (-14,2 Centro Cadore, -7,8 Comelico, -5,5 Val Boite)

12 Giugno 2016 Cadore - Dolomiti cadoriadi, demografia

In Centro Cadore il bilancio demografico del 2015 è di -14,2 persone per mille abitanti, quasi il doppio di quanto sofferto dal Comelico-Sappada che è -7,8 per mille, un po’ più di due volte e mezza di quello della Val Boite che è -5,5 per mille.

Se per i tre comprensori i saldi naturali sono più o meno allineati attorno alla media di -6,0 per mille (va un po’ meglio per la Val Boite con -4,4 per mille), quelli migratori sono “alle stelle” per il Centro Cadore (-7,7 per mille) mentre sono quasi a zero per il Comelico (-0,5 per mille) e un po’ sopra l’unità per la Val Boite (-1,3 per mille). Come detto lo scorso anno, riferendosi al Centro Cadore, “Qui la gente se ne sta andando, cara la mia signora…“.

Per il Centro Cadore il confronto con altre ripartizioni è… mortificante: -5,0 per mille per la Provincia di Belluno, -2,5 per mille per il Veneto, -4,8 per il FVG, -2,1 per l’Italia. Poi c’è il TAA, ma lì stiamo su un altro pianeta, in particolare la provincia di Bolzano che presenta ancora un saldo naturale positivo di 1,9 per mille.

Cadore: (suddivisione Centro Cadore, Comelico-Sappada, Val Boite) bilancio demografico 2015 dei comuni

Centro Cadore: bilancio demografico 2015 tragico (-14,2 per mille); a Lozzo (-32,4 per mille) è caduto un asteroide

11 Giugno 2016 Cadore - Dolomiti cadoriadi, demografia

Del funereo Lozzo, maglia nerissima anche nel 2015, abbiamo già detto. Va solo precisato che il nero della maglia nerissima si riferisce non solo al bilancio naturale (-1,33%; va detto che essendo un saldo la “colpa” non è solo dei morti, ma anche dei non nati), che comunque fa due volte peggio dell’insieme centrocadorino (-0,66%), ma anche a quello migratorio, dove il paesuccolo (-2,09%) si distingue per fare quasi tre volte peggio (-0,77%).

Il bilancio demografico del Centro Cadore ha un saldo naturale di -105 persone (-6,6 per mille) e un saldo migratorio di -122 (-7,7 per mille) che comportano un saldo totale di -227  persone (-14,2 per mille; nel 2014 fu -13,5 per mille). Come elemento di confronto si tenga conto che nel 2015 Comelico-Sappada ha un salto totale di -7,8 per mille, la Val Boite -5,5 per mille, il Cadore (con Cortina) -9,9 per mille.

Centro Cadore: bilancio demografico 2015 dei comuni

Lozzo di Cadore: sigilliamo la catastrofe demografica 2015 a -34,2 per mille

11 Giugno 2016 Botanico Palazzo, Cadore - Dolomiti cronache-lozzesi, demografia

E’ stato un annus horribilis per Lozzo. Nel seguire l’accasciarsi dell’ormai paesuccolo (da paese è diventato prima paesello e ora paesuccolo), non c’eravamo ripresi dall’impressionante -23,6 per mille riferito ad agosto che c’è arrivata addosso la tegola del -32,8 per mille di novembre, etichettata come cataclisma, calamità, sciagura demografica.

Sigilliamo il trascorso 2015 con un definitivo, tristissimo -34,2 per mille.

Lozzo, maglia nerissima nel 2013 in Centro Cadore (il peggior dato, –19,5 per mille), maglia nera nel 2014 (secondo peggior dato, -16,5 per mille), torna alla maglia nerissima che-più-nera-non-si-può nel 2015. Saldo naturale -19 persone (-13,3 per mille), saldo migratorio -30 (-20,9 per mille) per un totale di -49 persone (-34,2 per mille).

Quasi 2 volte peggio di Domegge (1,8), due volte e mezza peggio di Calalzo (2,5), Vigo (2,6) e Centro Cadore (2,5), tre volte peggio di Auronzo (3,0), tre e mezza di Pieve (3,5), quasi 4 volte peggio di Lorenzago (3,8).

Ancora: 7 volte peggio della Prov. di Belluno (6,8), 13.5 volte peggio della Regione Veneto, 16 volte peggio dell’Italia. Segue a breve epigrafe riassuntiva centrocadorina.

Comune di Lozzo di Cadore: bilancio demografico anno 2015

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