PER LA GENTE DI LOZZO

Un programma per Lozzo, non una lista contro.


Il 6 e 7 giugno prossimi siamo chiamati a decidere sul futuro del nostro paese. Dobbiamo scegliere se essere guidati dal caso e dagli eventi, oppure sostenere un progetto ambizioso che interviene e coinvolge tutte le attività a Lozzo. La mancanza di prospettive concrete di lavoro, di un serio ed efficace intervento sociale, stanno lentamente spopolando il Cadore e questa ultima crisi rischia di deteriorare definitivamente le condizioni di vita di chi non possiede ancora una pensione o non gode del privilegio di un posto fisso. Per lo sviluppo economico e sociale non bastano le parole, occorrono competenze specifiche, occorre conoscere il mondo della produzione, del lavoro, dell’aggregazione sociale. È dall’attaccamento al territorio, alle nostre radici storiche, culturali ed ambientali, che nasce l’esigenza di valorizzare il paese e l’ambiente che lo circonda, per chi ci vive e per gli ospiti.


La nostra politica del fare bene, del fare giusto, del fare per tutti prevede:

  • riorganizzazione amministrativa e superamento degli attuali comuni per una più razionale ed efficace concentrazione delle attività amministrative;

  • nuovo ed articolato impulso all’arredo ambientale con finalità sociali ed economiche;

  • una progettazione urbanistica che rispetti le esigenze dei lozzesi ed incentivi la ristrutturazione delle case storiche;

  • la reale promozione delle attività economiche attraverso la costituzione di consorzi;

  • sviluppo e valorizzazione dei vari ed ormai indispensabili elementi per una moderna, efficace e concreta offerta turistica;

  • incentivi alle associazioni sportive, culturali e sociali per il raggiungimento degli scopi associativi nel rispetto della loro autonomia decisionale.


Per il rispetto del cittadino

Noi vogliamo che il nostro programma sia innanzitutto “per fare” non per criticare. Ma se ci mettiamo in gioco è anche perché ci siamo resi conto, purtroppo, perché molti di noi cinque anni fa l’hanno anche sostenuta, che l’amministrazione uscente crede ancora che le “figure istituzionali” possano “menestrà” a proprio piacimento il paese, senza renderci partecipi delle scelte più importanti. Senza entrare nel merito della buona riuscita o meno dei lavori, ritenete giusto che si stiano spendendo 900.000,00 euro (1.740.000.000 delle vecchie lire) per Palazzo Pellegrini (con edificio già eretto) senza che il Sindaco senta il bisogno di informare la gente? Ma è lui stesso, nella relazione sui cinque anni di amministrazione a spiegarci perché non ci tiene informati: perché, scrive sulla seconda pagina, “... i progetti riposti in questa struttura si riveleranno una gran bella sorpresa per la comunità”. Sarebbe una “bella sorpresa” vedere una nuova fioriera in piazza, non tenere “nascosto” ciò che si sta facendo con 900.000,00 euro. Altra bella sorpresa sarebbe sapere che cosa risulterà al termine dei lavori in località Loreto, i lozzesi non sono degli sprovveduti. Essere informati sul destino della cosa pubblica è un diritto della nostra gente: noi, quando amministreremo questa comunità, non calpesteremo questo fondamentale diritto. Prima di passare al programma, ci permettiamo di sottolineare ancora un dato: anche sotto il profilo della semplice pulizia delle strade paesane, compito minimale, questa amministrazione non si è certamente distinta per efficienza. Che dire? È vero, il nostro gruppo non ha ancora esperienza amministrativa (sottolineiamo: amministrativa; nessuno ce l’ha, prima di farla). Ma, ci chiediamo, quanti anni di amministrazione servono per garantire la pulizia del paese? Da quel che si è visto finora, cinque anni non sono bastati (escludendo questo periodo elettorale in cui, ammettiamolo, si nota un certo fervore di lavori “pubblici”). Il punto principale su cui verterà la nostra proposta è la trasparenza, che a nostro avviso non è stata il punto forte di coloro che ci hanno governato nel quinquennio precedente.


Per il paese

Pensare al paese per favorire i lozzesi attraverso una progettazione urbanistica che privilegi le esigenze sociali, con spazi di aggregazione da affidare alle associazioni. A questo scopo agiremo per:


  • rimettere la famiglia al centro dell’attenzione sostenendo i servizi di cui necessita: Asilo e Scuola;

  • ricercare incentivi istituzionali per finanziare la ristrutturazione dei caseggiati, la edificazione di strutture di servizio, per esempio posti macchina coperti e legnaie;

  • promuovere attività ricreative con indirizzi specifici: cultura (le tradizioni e la storia locale) e ambiente (la natura dal paese a Pian dei Buoi), con finalità educative, agevolando le esperienze culturali extra-scolastiche, le visite a carattere didattico, i laboratori teatrali mettendo a disposizione gli spazi esistenti come atto finale dei lavori svolti dai bambini;

  • reintrodurre la pubblicazione su internet degli atti amministrativi pubblici, impostando il rapporto con la gente di Lozzo su criteri di massima trasparenza.


Per il turismo

Le attività legate al turismo rappresentano una occasione di crescita indispensabile alla nostra gente. Tutta la popolazione deve rendersi conto che dobbiamo migliorare la nostra cultura dell’accoglienza e dell’ospitalità. Il turismo non potrà essere la soluzione di tutti i nostri problemi, ma sicuramente ci potrà dare un formidabile aiuto nel rilanciare l’economia del nostro paese. Ci impegneremo quindi a:

  • coinvolgere la nostra gente nello sviluppo dell’ospitalità e dell’accoglienza;

  • proporre la creazione di un Tavolo per il Turismo del Centro Cadore che comprenda le Pro loco, l’Associazione commercianti e albergatori ed il Consorzio Dolomiti (ovviamente nel rispetto delle reciproche autonomie);

  • effettuare, urgentissimamente, un nuovo allestimento del sito internet comunale a valenza turistica (www.lozzodicadore.org), ammodernandone la struttura ed aggiornando i contenuti, utilizzando il personale in forza presso gli uffici comunali, che già aveva dato vita al sito prima che l’amministrazione uscente ne decretasse “la sospensione” (altro esempio di come abbiano creduto tanto al turismo);

  • creare un catalogo dei materiali informativi di cui disponiamo (pieghevoli) e verificarne costantemente la disponibilità per le operazioni di pubblicizzazione e promozione;

  • garantire che ad ogni manifestazione sia presente materiale informativo sul nostro paese;

  • rendere operativo lo slogan “Lozzo il paese dei Mulini e degli Antichi Sentieri” con cui distinguersi sul mercato turistico e farsi ricordare dall’ospite;

  • realizzare un Centro di accoglienza, promozione e valorizzazione dell’offerta esistente sul territorio (servizi ricettivi, malghe ed agriturismi, musei, rifugi, monumenti storici e naturali, traversata del Centro Cadore, ciclopercorsi, sentieri tematici, nordic walking);

  • produrre tutti gli sforzi possibili per aumentare la permanenza in paese degli ospiti;

  • incoraggiare e sostenere la costituzione dell’Albergo Diffuso, importantissima opportunità prevista dalla nuova legge regionale sul turismo (attualmente in discussione), che permetterà ai lozzesi la diretta commercializzazione sul mercato di prodotti e offerte turistiche;

  • salvaguardare gli elementi dell’offerta turistica già presenti come la Roggia dei Mulini, il Museo della Latteria, il Sentiero botanico Tita Poa e gli Anelli e Vie di Lozzo garantendo per ognuno di essi gli interventi manutentivi necessari;

  • predisporre un piano generale di valorizzazione ed utilizzazione di casere e casoni di proprietà comunale includendo le possibili destinazioni d’uso cui assoggettare la caserma di Soracrepa;

  • roggia dei mulini: realizzare una nuova serie di pannelli informativi, arricchendo anche l’offerta culturale, dedicati al follo Da Pra, alla fusina Marin, al mulino dei Moneghe, alla segheria comunale e dei Pellegrini, alla falegnameria e segheria dei Caruli, curare il rifacimento dei pannelli informativi già esistenti in evidente stato di degrado;

  • roggia dei mulini: ridefinire insieme al GAL Altobellunese i termini del progetto transnazionale denominato “NelhüMMulini!”, per adeguarlo alle caratteristiche e realtà del luogo;

  • sostenere tutte le iniziative, pubbliche o private, che abbiano come primario obbiettivo lo sviluppo e diversificazione dell’offerta turistica.


Per la cultura

In un paese che punta anche sul turismo come attività per la propria crescita, la produzione di cultura risulta doppiamente efficace perché, oltre ad essere momento di crescita personale e della nostra identità, rappresenta anche un’offerta turistica di grande pregio. Per sviluppare tutto ciò bisognerà:


  • sostenere l’Associazione Latteria Sociale che, in tempi in cui l’economia non zoppicava come ora, quindi con lungimiranza, ha realizzato il Museo della Latteria, uno dei vanti che il nostro paese può orgogliosamente proporre all’attenzione dei propri ospiti. È maturata oggi la possibilità di usufruire di un contributo per il suo inserimento nella Rete museale del Centro Cadore. Nel rispetto dell’autonomia di cui l’Associazione Latteria Sociale deve godere, ribadiamo il nostro sostegno in tutte le fasi in cui si articolerà questo nuovo progetto;

  • realizzare una pannellatura con tutti i segni di casa delle famiglie di Lozzo da esporre all’esterno;

  • promuovere l’utilizzo dell’Auditorium, ex Chiesa Parrocchiale: è un progetto che giunge da lontano, anche grazie alla coraggiosa ed ostinata opera di Vittoria Da Pra che si oppose decisamente alla vendita della chiesa, facendo intervenire a suo tempo la Soprintendenza ai beni architettonici. Il suo completamento, che ha chiuso la lunga serie di interventi affrontati dalle varie amministrazioni fin qui succedutesi, consentirà ad Associazioni ed Enti, non solo del Centro Cadore, di utilizzare la struttura per le proprie attività di rilievo culturale, mantenendo viva l’attenzione sul nostro paese. Anche questa possibilità dovrà rientrare nel sistema promozionale dell’Albergo Diffuso;

  • Utilizzando il Palazzo Pellegrini di prossima ultimazione intendiamo:

  • predisporre una sala polifunzionale dimensionata per essere utilizzata anche nel periodo invernale (quanto costerebbe scaldare l’attuale auditorium?) per riunioni, conferenze, seminari e corsi di formazione, ovviamente fornita delle ormai consuete e diffuse dotazioni tecnologiche utilizzate come standard in questi allestimenti;

  • dare sede definitiva alla Biblioteca Comunale (8400 volumi) con affiancamento delle nuove tecnologie didattico-informative;

  • allestire uno spazio dedicato alla nostra identità ladina affinché l’importanza di questo tratto distintivo, che ci accomuna al più generale Mondo Ladino, sia nettamente percepita dal turista;

  • realizzare un centro, piccolo ma ben documentato, cui affidare il compito di illustrare i vari aspetti della storia di Lozzo dalla “preistoria ai nostri giorni”;

  • trovare una adeguata collocazione alle cellule museali già realizzate dal Museo della Latteria, come quelle sul “Sorgo” e sulla “Lana, canapa e lino”, che pur di piccole dimensioni testimoniano con forte intensità la nostra identità.


Per l’amministrazione democratica

Le entità amministrative come Comuni e Comunità Montana sono oggi inefficaci per ragioni economiche (mancanza di fondi autonomi) e politiche (ridotti numeri di elettori). Proporremo alle amministrazioni comunali coinvolte dal territorio in questione la progettazione di una entità unica, sul modello secolare della Magnifica Comunità di Cadore. Si auspica inoltre il riconoscimento per la Provincia di Belluno, della propria specificità nel territorio, nella cultura, nelle tradizioni alpine e dolomitiche.


Per Pian dei Buoi

È da sempre una grande ricchezza del Comune e della gente di Lozzo. I tentativi di valorizzare turisticamente l’altopiano sono andati tutti a vuoto e le parole hanno sommerso i fatti. Si tratta di un intervento complesso in quanto l'altopiano è di difficile accesso: il problema vero per Pian dei Buoi è arrivarci, è un problema di mobilità. In questo contesto siamo aperti a valutare tutte le possibili soluzioni, compreso il raggiungimento dell’altopiano “via fune” (seggiovia e altro, tenendo sempre in debito conto il rispetto per l’ambiente), più volte tirato in ballo nel recente passato, sia come collegamento agli impianti di Col Agudo, sia come tratto a sé stante. Quello che ci preme chiarire è che occorre elaborare un progetto complessivo e condiviso dalla nostra gente, perché si tratta di un bene comune dal quale può dipendere una parte significativa dello sviluppo di Lozzo. Nell’immediato occorre sicuramente:


  • predisporre un piano completo di utilizzo dell’altopiano basato sulla presenza concomitante del Parco della Memoria e di un ambiente di assoluto pregio naturalistico (testimonianze della Grande Guerra, superbo paesaggio dolomitico, eccezionale balconata panoramica, estesa e specifica rete sentieristica);

  • sostenere tangibilmente lo sviluppo del Parco della Memoria, in questi anni lasciato alla sola iniziativa di singoli appassionati ed associazioni di volontariato;

  • dare attuazione ad una serie di semplici interventi manutentivi, come la sistemazione del fondo della strada di accesso a Col Vidal, da una decina d’anni un calvario;

  • garantire la manutenzione minimale della strada del Genio, con particolare riguardo al tratto di accesso all’altopiano, vero biglietto da visita turistico, sostanzialmente trascurato o oggetto finora di interventi inefficaci;

  • recuperare in senso produttivo la struttura della Casera de le Vace, oggi senza ricavi significativi per i lozzesi, inserendola in un progetto più generale che comprenda i casoni attualmente in disuso;

  • elaborare con professionisti ed associazioni competenti (CAI, Guide, Cacciatori, Assoc. Sport o Culturali) un progetto di promozione ambientale ecocompatibile;

  • individuare con imprenditori privati ed artigiani possibili sviluppi di un piano di sfruttamento delle risorse naturali (pascolo, legname, energia);

  • valutare la possibilità di subentrare nella proprietà dell’area demaniale di Col Vidal;

  • verificare allo stato attuale la forma di utilizzazione del traliccio dell’Enel per valutare che non vi siano gli estremi per una eventuale corresponsione di canoni di utilizzo, anche a titolo risarcitorio;

  • valutare l’opportunità di realizzare il sentiero naturalistico del Ciareido, percorso già definito, attrezzando il quale con tabellazione e documentazione specifica, si può offrire la possibilità di un approfondimento delle conoscenze sulla flora alpina;

  • mettere allo studio la possibilità di misurare il flusso di auto verso l’altopiano, creando una statistica giornaliera su base mensile, che ci permetta di valutare l’eventuale introduzione di un pedaggio di accesso ai parcheggi dell’altopiano (i residenti sarebbero ovviamente esentati);


Per il “piano energetico locale”

Se ne parla tanto, è diventato di moda. Dei vari tasselli, quello “idroelettrico” è quello più gettonato. L’ utilizzo diffuso di piccoli e “micro” impianti idroelettrici sui corsi d’acqua minori parte in Austria e Svizzera qualche decennio fa, e diventa di attualità in Italia con ... qualche anno di ritardo (in realtà non è così, se ben guardiamo la storia, perché la ditta Baldovin Carùli, un vanto per il nostro paese, aveva già iniziato a produrre corrente elettrica sul Rin, con lungimiranza, già nel 1929). Attualmente GSP (Gestione Servizi Pubblici, società partecipata al 100% dai comuni bellunesi) ha in provincia una decina di impianti innestati direttamente su acquedotto; 28 sono invece le domande attualmente al vaglio della Regione Veneto per la realizzazione di impianti idroelettrici su corsi d’acqua secondari. Ma c’è anche chi (www.acquabenecomunebelluno.info) si sta muovendo, con proprie ragioni, contro l’eccessivo sfruttamento idrico. Sembra di capire che, in relazione ai tagli dei trasferimenti agli enti locali, già attuati e paventati in un prossimo futuro, le centrali idroelettriche rappresentino un motivo di sopravvivenza per i piccoli comuni. Vogliamo vederci chiaro, il problema è articolato. Valuteremo attentamente tutte le possibilità offerte nel campo della gestione energetica, dalle centraline idroelettriche, al teleriscaldamento, alla installazione dei pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici pubblici comunali e, statene certi, ve ne daremo conto.


Per lo sport

Lo sport, competitivo o partecipativo, assume anche a Lozzo un ruolo fondamentale quale momento di aggregazione collettiva e di crescita sociale. Oggi in una società moderna e tecnologica è davvero molto difficile mettere insieme tante persone, che gioiscano intorno ad una manifestazione culturale, religiosa o sportiva. Ecco quindi che si rende necessario:


  • incentivare la pratica sportiva sostenendo manifestazioni e società sportive;

  • porre particolare attenzione al segmento adolescenziale e giovanile, anche al fine di contrastare possibili fenomeni di marginalizzazione e disagio, con nuove occasioni di utilizzo del tempo libero;

  • dare avvio ad un programma generale dal titolo “Il valore dello Sport” con il quale si riconoscano le tante valenze della pratica sportiva, consapevoli che essa ha forte radicamento nel tessuto sociale;

  • prevedere specifici interventi di messa a norma e manutenzione sull’impiantistica esistente;

  • realizzare la copertura di un campo da tennis da sfruttare anche per altri sport;

  • valutare la realizzazione di un campetto da calcio per allenamento squadre adiacente al campo sportivo esistente;

  • promuovere lo sport attraverso mostre, iniziative, organizzazione di manifestazioni e partecipazione ad eventi;

  • realizzare e mettere a disposizione, sul sito internet comunale, un database costantemente aggiornato sulle attività sportive e informazioni legate agli sport.


Per il nuovo lavoro (Operatori, Artigiani, Piccoli Imprenditori, Commercianti)

Fermare l’esodo dei giovani verso la pianura significa dare nuove prospettive di vita. Le regole del mercato che cambia impongono nuove professionalità ed un sistema di garanzie certo ed efficace, obiettivi raggiungibili solo con la incentivazione e la ricerca di fondi istituzionali specifici. Ci ripromettiamo di:


  • favorire e supportare l’aggregazione professionale in consorzi che raggruppino vari lavori con materie comuni;

  • utilizzare la “addizionale comunale sul lavoro” (impiegando la trattenuta in busta paga già esistente) per finanziare occupazione e riqualificazione professionale;

  • innescare un circuito virtuoso, con lo sviluppo del turismo e dei settori collegati, che coinvolga vecchie professioni e ne formi di nuove, creando lavoro produttivo e scambio culturale e sociale;

  • creare un osservatorio del comparto produttivo e concertare con le aziende e le loro associazioni di categoria, per quanto di nostra competenze, gli interventi di sostegno più opportuni;

  • studiare forme agevolative per promuovere l’insediamento di nuove attività produttive e commerciali sul territorio comunale;

  • intraprendere le azioni necessarie per rivalorizzare la zona artigianale ed industriale di S. Anna;

  • sostenere le aziende che intendono investire nell'agricoltura di montagna;

  • organizzare con gli operatori commerciali un corso serale, che preveda anche qualche uscita sul campo, per far conoscere tutte le potenzialità che il nostro paese può offrire in termini turistici, storici, culturali ed ambientali;

  • fornire adeguato supporto affinché, se ritenuto utile, ogni operatore possa avere allestita la propria pagina web di rappresentanza sul sito del comune;

  • avere un occhio di riguardo ai piccoli esercizi commerciali per mantenere viva la nostra “Piazza”;


Per i giovani

Il futuro si deve basare oltre che su buone idee per lo sviluppo del nostro territorio, anche sulla valorizzazione di chi rappresenta fattivamente il futuro, i giovani. Sono forza vitale che se incanalata in modo adeguato può dare molto alla nostra comunità. Meno conflitti, più condivisione: in questa direzione bisognerebbe tutti impegnarsi affinché l’esodo dei giovani da questa terra venga scongiurato.


  • creare un forum dei giovani dove abbiano la possibilità di incontrarsi e farli confrontare con riferimento a qualche tema specifico di comune interesse, per trarne poi le opportune indicazioni per le successive azioni di animazione;

  • far sentire che non li abbandoniamo e che il loro futuro ci sta veramente a cuore;

  • favorire l’incontro tra giovani e le associazioni che si occupano di patrimonio paesaggistico, di escursioni e di tutela dell’ambiente, a livello locale, per meglio diffondere la conoscenza e l’amore per il nostro territorio organizzando escursioni guidate “sul campo”;

  • ascoltare la voce dei giovani che abbiano voglia di essere parte attiva del paese e valorizzare quanti abbiano la volontà di investire sulla propria cultura. Qualsiasi strada possa poi intraprendere un giovane alla fine del proprio piano formativo, deve poter dire che il proprio paese ne ha riconosciuto il valore;

  • prevedere l’organizzazione di eventi musicali, anche ospitati dall’auditorium, più consoni all’indole giovanile come, per esempio, musica jazz;

  • intervenire affinché nell’istruzione scolastica ai vari livelli sia prevista con decisione la trasmissione della “conoscenza del territorio” (introdurre la figura dell’educatore del territorio);

  • sostenere, con i mezzi a disposizione, la carriera formativa dello studente oltre la scuola dell'obbligo predisponendo borse di studio;

  • studiare forme di sostegno per coloro che decidono di pubblicare tesi e studi del nostro territorio;

  • incoraggiare le associazioni sportive che operano sul territorio a favorire la pratica sportiva dei cittadini ed in particolare dei giovani (vedi anche la programmazione dedicata allo sport);

  • mantenere l’esperienza del consiglio dei ragazzi valutando la possibilità, espressa da alcuni giovani, di alzare il livello di età portandolo a 17 anni;

  • mettere a disposizione e predisporre, qualora ne sia sentita l’esigenza, un sito internet a valenza “sociale”, gestito e moderato a turno dai giovani, sul quale ognuno può intervenire con gli strumenti ormai consueti della condivisione di contenuti video, foto, testo, commenti e forum.


Per i “non più giovani” e gli anziani

Gli anziani sono parte fondante di quello che siamo noi oggi, rappresentano la tradizione e vanno attentamente ascoltati. Riteniamo quindi importante:


  • dare sostegno e supporto alla associazione “Alpe” ;

  • dare sostegno alla Casa di riposo;

  • coinvolgere gli anziani nelle attività del paese.


Per la scuola e le associazioni

Il ruolo dell'istruzione e del relativo livello culturale è fondamentale per lo sviluppo del paese. È nostro vivo desiderio:


  • dare una sede definitiva alla Biblioteca (vedi anche la programmazione per la cultura) che, con i suoi 8400 volumi, potrebbe aspirare ad avere un’importanza comprensoriale; in ogni caso far uscire questa istituzione dallo stato di “clandestinità” in cui si trova prevedendo, perlomeno, un minimo di tabellazione esterna e di promozione;

  • collaborare con le istituzioni scolastiche e con il corpo insegnante per promuovere un’offerta formativa che conceda al territorio uno spazio di indagine sempre più approfondito;

  • sostenere ed incoraggiare le attività di tutte quelle associazioni e gruppi sociali la cui produzione culturale alimenta ed aiuta a mantenere vivo l’interesse della nostra gente per la propria identità;

  • collaborare con l’ente morale che gestisce la scuola materna e l’asilo nido cui dobbiamo garantire il massimo affiancamento;

  • mettere a disposizione un consigliere che funga da punto di riferimento ben determinato, con la funzione di coordinare le richieste ed i rapporti con le singole associazioni;

  • fornire adeguato supporto affinché ogni associazione, qualora lo ritenga utile, possa avere allestita la propria pagina web di rappresentanza sul sito del Comune.


Per i servizi

Per la gestione del territorio proponiamo di:


  • introdurre la raccolta differenziata a peso che consente un risparmio per il contribuente e l'eliminazione dei cassonetti;

  • ridefinire e regolarizzare il sistema di fare pulizia nelle contrade che attualmente non è in grado di garantire alla nostra comunità questo seppur minimo requisito, a maggior ragione se il Paese vorrà diventare un esempio da seguire in ambito turistico;

  • individuare, fra i dipendenti degli uffici comunali, la figura o le figure che, debitamente formate, possono organizzare e fornire i servizi di accoglienza turistica in caso di eventi.


Per l’ambiente e l’arredo ambientale

Un paese più bello per le contrade ma anche un paese più bello in quella che è la fascia cuscinetto fra la sede “naturale” del bosco ed il nucleo urbano vero e proprio. Una volta c’erano i campi coltivati a fare da cuscinetto, oggi rischiamo di trovarci le fronde degli abeti in casa. Vi sono poi altri interventi ambientali che riqualificano il paesaggio, altra risorsa di enorme importanza. A questo riguardo intendiamo:


  • intraprendere, sul modello adottato dal comune di Valle di Cadore, attualmente in fase di valutazione in Regione, lo studio e la realizzazione della riconversione a prato di una significativa cintura di territorio prossima al paese;

  • creare le condizioni affinché la manutenzione delle strade silvo-pastorali attualmente in esercizio sia controllata e resa efficiente;

  • coordinare, con precise direttive da concordare assieme, le associazioni del paese che a vario titolo operano per la salvaguardia dell’ambiente;

  • incoraggiare, favorire e sostenere tutte le iniziative indirizzate al recupero di attività agricole e silvo-pastorali, passo decisivo per una nuova gestione dell’ambiente;

  • realizzare una nuova, semplice e graziosa fontana a Tamarì, monitorando nel contempo il flusso idrico e l’integrità della sorgente;

  • far zampillare l’acqua alla fontanella di Col Vidal, altra promessa non mantenuta da questa amministrazione; si tratta di un modesto intervento, cui noi però diamo un grande significato simbolico;


Per l’arredo urbano, l’edilizia pubblica e privata

Desideriamo vivere in un paese più bello. È nostro intendimento dare particolare risalto agli interventi di arredo urbano: l’insieme di vari piccoli interventi di arredo urbano possono avere la stessa importanza di un’opera più impegnativa. È altrettanto evidente che non potremo non porre attenzione a tutti gli elementi che concorrono ad una vera e sostanziale riqualificazione del centro storico, immaginando fin d’ora per gli edifici (il tutto inserito nella logica dell’Albergo Diffuso), un’auspicabile utilizzazione volta a favorire la capacità di ricezione ed ospitalità turistica. Della sistemazione della “terrazza” (a fianco del monumento) se ne parla da tanto: potrebbe essere utilizzata come centro di prima accoglienza (24h su 24h) per il turista, utile anche nei fuori stagione, oppure come struttura da dedicare ai giovani, o una combinazione dell’una e dell’altra. Ci piacerebbe sentire cosa ne pensa la gente. Dando per scontato il completamento dei lavori avviati dalla precedente amministrazione, così come la manutenzione ordinaria del patrimonio del comune (edifici e strade), riteniamo doveroso:


  • valutare, anche e soprattutto in relazione a quanto disposto dalla normativa di imminente emanazione sull’Albergo Diffuso, le modifiche-migliorie al piano regolatore per facilitare le attività di recupero degli immobili;

  • fare un piano dell'arredo urbano che preveda: palo illuminazione con stile unico per tutto il paese, tipologia di insegne, colori edifici, panchine, cestini, uniformità recinzioni nel centro urbano, tipologie di pavimentazione da eseguire in particolari siti (tipo strada dei mulini, viottoli del centro storico, borgata Prou, borgata Giazin e lungo gli opifici del Rin);

  • garantire che prima delle asfaltature delle strade vengano sistemate le reti tecnologiche sottostanti, rifatto il fondo stradale curando specialmente la raccolta e lo smaltimento delle acque di carreggiata, con la sistemazione delle cunette e dei chiusini (tenendo presente lo sgombero neve);

  • incoraggiare ristrutturazioni di vasta portata di edifici del centro storico con un insieme strutturato di agevolazioni;

  • promuovere l’accesso e l’utilizzo di finanziamenti dell’Unione Europea qualora vengano sviluppate misure d’intervento in questo ambito;

  • realizzare alcuni “punti fuoco per grigliata”: al tornichè delle Spesse, nell’area comunale al bivio delle Spesse, presso la “Vara dela Scola” a Faé (la valutazione delle aree va naturalmente approfondita);

  • realizzare una piccola area giochi per bambini sempre sull’area del tornichè delle Spesse;

  • verificare la possibilità di installare due grandi tabelloni alle entrate del paese con i quali attrarre l’attenzione dei turisti sugli elementi della nostra offerta;

  • predisporre ed installare due tabelloni di benvenuto alle entrate del paese in cui siano chiaramente espressi i concetti di ladinità e di appartenenza alle Dolomiti ;

  • realizzare in collaborazione con scuole medie ed elementari sei tabelle indicatrici (3+3) di grande simpatia che indichino le direzioni di Museo della Latteria e Roggia dei Mulini;

  • rinnovare tutte la cartellonistica arrugginita (vedi anche piazza) che indica luoghi comunali e sollecitare l’ammodernamento della segnaletica fatiscente anche agli eventuali privati;

  • valutare la possibilità di organizzare una tre giorni di scultura di maschere in legno (altezza un metro) in modo che le opere risultanti siano utilizzate per decorare il paese con oggetti profondamente evocativi;

  • roggia dei mulini: per la gente di Lozzo e per i nostri ospiti la Roggia deve essere motivo di vanto, quindi la manutenzione del percorso (taglio erba, sistemazione ruota ecc.) non può essere improvvisata, ma deve essere seriamente programmata e garantita;

  • riqualificare e sistemare i parcheggi del campo sportivo.



Per il Museo Ladino della Cultura Materiale

Ribadendo che riteniamo più utili e pressanti gli interventi di abbellimento del paese, non possiamo esimerci dal fare un ragionamento di più ampio respiro, proprio perché coscienti che certe soluzioni hanno bisogno di più anni per svilupparsi. Si tratta di una iniziativa che cova da vario tempo in paese, a valenza culturale, ma che trattiamo qui per le implicazioni di edilizia pubblica che sottintende. Il museo ladino della Cultura Materiale (o museo etnografico) assolverebbe al compito di raccogliere e conservare, a futura memoria, tutti gli oggetti e i materiali che in qualsiasi modo descrivono la cultura del nostro popolo. Per esso non vediamo collocazione migliore del palazzo che ospita le scuole elementari. Siamo coscienti che nel comprensorio cadorino vi sono altri musei dello stesso tipo, ma il nostro obiettivo, oltre a tramandare le memorie legate direttamente al nostro paese, è quello di offrire un’ulteriore occasione di visita e permanenza al nostro ospite. Sappiamo che la visita ad un museo, o ad una mostra all’auditorium, non impegna più di 45-60 minuti (in assenza di visita guidata), ma riteniamo che l’iniziativa possa creare anche l’occasione fondamentale per salvare definitivamente dall’oblio tutto il materiale che, ancor oggi, ma non sappiamo per quanto, può ancora essere reso disponibile dalla nostra gente.