You are hereDescrizione del pieghevole

Descrizione del pieghevole


Presentazione

Il sentiero botanico Tita Póa è un itinerario di circa 1550 m che percorre le pendici boscose che lambiscono a nord il paese mantenendosi fra gli 800 e i 930 m slm. E’ stato realizzato nel 1991 dalla sezione di Lozzo del Club Alpino Italiano con il contributo, anche economico, di varie ditte ed il sostegno determinante della famiglia di Tita Póa, un anziano del paese che fino a 105 anni ha amato passeggiare fra gli ombrosi boschi di questi territori. 

L’itinerario è facilmente raggiungibile dalla piazza principale seguendo le indicazioni “Sentiero Botanico” o “Pian dei Buoi” fino al primo tornante della “Strada del Genio”, l’ex strada militare che sale all’altopiano di Pian dei Buoi, in corrispondenza dell’area-giochi per bambini di Pianizòle, dove è posto l’inizio, oltre che del sentiero Tita Póa, anche dell’anello n°14 denominato  Troi dele Ciaure (segnavia verde-bianco-verde) e del percorso CardioFitness dei Cianpanì. Il  percorso del sentiero Tita Póa coincide con il tracciato di uno dei tanti sentieri che compongono il  Parco Sentieristico TERRE ALTE assumendo in questo  caso il numero 17, mentre il colore del segnavia è azzurro-giallo-azzurro (sul  nostro territorio comunale i segnavia rosso-bianco-rosso identificano i sentieri CAI, quelli verde-bianco-verde gli Anelli e Vie di Lozzo di Cadore, quelli azzurro-giallo-azzurro i sentieri “minori” salvati dall’abbandono).

Attraverso questo percorso tematico si vuole fornire lo stimolo per ammirare, apprezzare, conoscere e quindi tutelare l’ambiente naturale che ci circonda con una particolare attenzione rivolta al paesaggio vegetazionale. La manutenzione del sentiero non prevede interventi attivi per l’insediamento di piante non autoctone, la vegetazione presente è quindi quella spontanea, mentre l’intevento dell’uomo si limita ad assicurare un agevole transito del visitatore lungo il sentiero. Le specie vegetali individuate sono indicate con un cartellino ove vengono riportate le caratteristiche botaniche della pianta, l’habitat, la diffusione, il periodo di fioritura ed alcune caratteristiche che ne agevolano il riconoscimento.

Alcuni cartellini forniscono anche l’indicazione dell’uso tradizionale delle piante con testo in ladino-cadorino affiancato a quallo in italiano, altri riportano le caratteristiche e la toponomastica del luogo. Lungo il percorso vi sono alcuni siti dedicati al “birdwatching” con indicazioni sulle specie di uccelli presenti sul territorio e sulle modalità per individuarle.

ATTENZIONE: a meno che qualche briccone non abbia spostato per scherzo i cartellini (non fatelo), chiunque abbia la pazienza di cercate nei dintorni del paletto di legno, in un raggio di 20-30 cm, può scoprire senza dubbi la pianta descritta nel cartellino stesso; aiutatevi con le descrizioni e vedrete che, al pari dei tanti bambini delle scuole che qui spesso vengono a “fare lezione in ambiente”, troverete soddisfazione e gioia nel conoscere ciò che spesso vi sta ... sotto ai piedi.

Il sentiero porta il nome di Tita Póa, un anziano del paese scomparso a 105 anni che usava percorrerlo ogni giorno fin negli ultimi anni della sua lunga vita. Di lui vogliamo ricordare la grande energia, la vitalità, la grinta e la voglia di vivere

 

Zone umide
Caratterizzate dalla presenza di ristagno d’acqua, hanno una vegetazione tipica: troviamo l’equiseto o coda cavallina,  codamozìna  (Equisetum arvestum), pianta antichissima che si riproduce attraverso la liberazione di spore da parte dei fusti a forma di clava che compaiono all’inizio della primavera. Successivamente si sviluppano i fusti sterili a forma di coda cavallina. Quando la stagione è più avvanzata vaste aree vengono colonizzate dalla canapa acquatica  (Eupatornium cannabinum) e dalla menta, ménta (Mentha spp.).

Vegetazione di ripa
E’ quella vicina ai corsi d’acqua dove troviamo la farfara,  èrba de la tóse (Tussilago farfara) con i fiori gialli all’inizio della primavera e poi le grandi foglie e il farfaraccio,  slavazera (Petasites hybridus). Sono presenti anche l’equiseto e la canapa acquatica.

Vegetazione ad arbusti
Numerose le specie presenti che stanno espandendosi sempre di più colonizzando vari tratti di pascolo non più coltivato. Sono destinati ad aumentare e preparano il terreno al ritorno del bosco. Troviamo il nocciolo,  nosolèi  (Corylus avellana) ben conosciuto per il suo frutto (le nocciole) e per le capacità allergizzanti del suo polline, il prugnolo,  bronboluzèra  (Prunus spinosa) dai fiori bianchi primaverili e dalle spine, il cui frutto viene utilizzato per la produzione di una deliziosa grappa, il biancospino, pére de órse  (Crataegus monogyna) i cui fiori son usati da secoli dalla medicina popolare per le propietà calmanti sul sistema cardiaco, il viburno, pagognèra (Viburnum lantana) dalle foglie biancastre nella pagina inferiore, il sanguinello (Cornus sanguinea) dai rami rossi, il ligustro, ùa de čàura (Ligustrum vulgare) dalle belle foglie lucide.

Faggeta e boschi di latifoglia mista
Caratterizzata dalla prevalenza di piante di faggio,  fagèra  (Fagus sylvatica) che con le belle foglie lucide in primavera e giallo-rosse in autunno danno il bellissimo colore ai nostri boschi. E’ la latifoglia più diffusa nel nostro territorio colonizzando intere pendici. E’ accompagnata dal frassino, fràsin (Fraxinus excelsior), dal ciliegio, zariesèra (Prunus avium), dal carpino nero, čàrpin (Ostrya carpinifolia). I boschi di latifoglie miste sono quelli più ricchi come specie arboree ed erbacee presenti. Sotto le latifoglie presenti in grande quantità l’anemone epatica, viòla (Haepatica nobilis) che annuncia l’arrivo della primavera, l’anemone trifolata  (Anemone trifolia) dal fiore bianco caratteristico, il ciclamino, ciclamìn (Cyclamen purpurescens).

Vegetazione dei prati
Nella splendida conca della  Vàra Granda, dove le specie di fiori si susseguono in un continuum dall’inizio della primavera all’autunno. Dai non-ti-scordar-di-me (Myosotis sylvatica), al botton d’oro (Trollius europaeus), al giglio di S. Giovanni, àzola  (Lilium bulbiferum), al geranio dei prati  (Geranium sylvaticum), all’aquilegia  (Aquilegia vulgaris), alle classiche  graminacee il cui polline è responsabile di una buona parte di disturbi allergici.

Pecceta
La presenza esclusiva dell’abete rosso,  pezuó  (Picea excelsa) determina l’assenza quasi totale di vegetazione sottostante per l’azione acidificante svolta dai suoi aghi che cadono sul terreno. Se queste piante non sono presenti in modo esclusivo il terreno sottostante rests ancora fertile e permetterà la crescita di specie che prediligono un ambiente acido, quale l’acetosella, pan e vin (Oxalis acetosella) dalle belle foglie a forma di cuore con il loro sapore acidulo, tradizionalmente masticate come rinfrescante durante le salite lungo i sentieri. Frequente anche il lampone. mùia  (Rubus idaeus) e le fragole,  fràsona  (Fragaria vesca) nelle zone di transizione con il bosco di latifoglie.

Qualche considerazione "tecnica" sul percorso
Anche se il sentiero botanico può essere percorso partendo da qualsiasi punto, le considerazioni che seguono presuppongono il punto A come punto di partenza (così come di solito avviene). Il percorso tra i punti A e D riportati nella cartina, svolto sul sentiero botanico, è pari a 1550 m; il ritorno può svolgersi sia a ritroso, sullo stesso percorso, sia lungo la Strada del Genio, tratto DEFA, quest’ultimo pari a 1400 m. Tanto nel punto D che nel punto E è possibile raggiungere velocemente la borgata di Pròu per un’eventuale visita alla Roggia dei Mulini. La quota del punto A è di 800 m slm mentre il
dislivello superato dal sentiero non supera i 130 m, quindi veramente alla portata di tutti. Per comodità del lettore diamo alcuni dati riguardanti le distanze percorse lungo alcuni possibili itinerari: 1) percorso ABCD andata e ritorno pari a 3100 m; 2)  anello lungo ABCD e ritorno DEFA sulla strada del Genio pari a 2950 m; 3) anello medio ABCEFA pari a 2280 m; 4) primo anello breve ABEFA pari a 2065 m; 5) secondo anello breve ABFA pari a 1800 m.

 

 La cartina è leggibile scaricando il file PDF del pieghevole segnalato in seguito.

 

(pieghevole [2.0 MB]: Sentiero botanico Tita Poa).

 

La serie completa dei pieghevoli è consultabile all'indirizzo "Pieghevoli su Lozzo di Cadore" mentre quella dei pannelli informativi è raggiungibile all'indirizzo "Pannelli informativi su Lozzo di Cadore".