l’innaffiamento manuale del campo sportivo di Lozzo di Cadore

Questo articolo è nato dalla mia curiosità di sapere se l’innaffiamento (o irrigazione) del campo sportivo di Lozzo fosse davvero manuale, come mi sembrava di poter arguire dando un’occhiata al lungo serpentone del tubo-manichetta (tipo “dei pompieri”) che vedevo appunto serpeggiare bianco sul fondo verde del campo (prima foto).

Mi sono allora recato al campo per valutare più da vicino la situazione. E lì ho visto subito la pompa che, ai miei occhi non più espertissimi nel valutare meccanismi vari, ma neanche da mettere in pensione, è apparsa subito “rotta”. Tale pompa, se funzionasse, permetterebbe l’innaffiamento automatico del campo in tre passate; il posizionamento per ogni passata deve tuttavia essere fatto a mano.

Si svolge il tubo fino a fondo campo, si apre la saracinesca alimentando l’innaffiamento; il flusso dell’acqua agisce su un semplice meccanismo che permette il lento e progressivo riavvolgimento del tubo. Quando l’innaffiatore giunge nei pressi della pompa esso va ad esercitare una pressione su una levetta che chiude l’alimentazine idrica e… il gioco è fatto: una delle tre fette del campo è innaffiata senza bisogno dell’intervento umano. Che invece serve per spostare la pompa sul secondo settore e riavviare l’alimentazione in automatico.

Ma la pompa è rotta da almeno un mese e mezzo. Così mi ha raccontato Mario che lì ho trovato e con il quale ho scambiato due parole. Mario ha il compito di provvedere alla manutenzione dell’impianto sportivo ed all’innaffiamento del prato. Egli è però ora costretto ad innaffiare manualmente il campo, nel senso che deve dapprima svolgere la manichetta (da 45 mm) e poi farsi aprire da qualcuno l’acqua (normalmente un figlio) visto che la lancia con cui provvede all’innaffiamento, una volta messa in pressione la manichetta, diventerebbe un oggetto impazzito se lasciata a se stessa (come nei cartoni animati).

Poi, come un bravo pompiere, passa un’oretta ad innaffiare metà campo facendo body-building (tenere una lancia alimentata con 10 atmosfere non è come fare uncinetto). Alla fine dell’ora il figlio chiude l’acqua e Mario riprende fiato, sgancia i manicotti e svuota i vari pezzi di manichetta per poterla spostare sull’altra metà del campo (pieni d’acqua non sono facilmente spostabili per il peso della colonna liquida). Poi rifà la stessa cosa per l’altra metà del campo. Il tutto dopo le 20 della sera e, fra una cosa e l’altra, giungono le 23.

La “fortuna” ha voluto che Mario abiti a quattro passi dal campo e che, come abbiamo visto, per aprire e chiudere l’acqua e spostare la manichetta possa contare sul proprio figlio. Ma se la manutenzione fosse affidata ad un’altra persona?

Da quel che ho capito il problema dell’innaffiamento è soltanto uno dei problemi che Mario affronta costantemente nel fare manutenzione all’impianto sportivo. Non voglio qui entrare nel dettaglio di una situazione che non conosco (ma che mi piacerebbe approfondire). Credo però che l’amministrazione comunale dovrebbe prendere atto in modo più deciso (e preciso) dei problemi che l’impianto pone, al di là del fatto che sia dato in concessione ad una società che dovrebbe provvedere alla sua gestione.