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LOZZO – CONSUNTIVO ELETTORALE 2014

10 Giugno 2014 Botanico Palazzo cagliostro, elelozzo2014, la-parola-ai-lozzesi

di Cagliostro

Qualcuno, enfaticamente, afferma che la vittoria del duo di Piadena è stata quasi bulgara e che ciò sarebbe stato giusto suggello e premio alla decennale “buona amministrazione”, nonché il risultato di un coraggioso rinnovamento operato nella composizione della squadra, presentata al vaglio dei cittadini, con l’innesto di ben tre ‘virgulti’ dalle belle speranze, più qualche elemento non propriamente autoctono ma espressione ed erede designato di noti clan locali.

A mio avviso, trattasi di una analisi molto superficiale che prescinde da una obiettiva ed approfondita disamina circa le vere ragioni dell’esito uscito dalle urne. Innanzi tutto il presunto grande successo elettorale non tiene conto del vistoso astensionismo, che dimostra, nelle nostrane dimensioni, un qualche cosa che va ben oltre il fisiologico e che appalesa chiaramente la presa di distanza di una gran fetta di elettorato da entrambe le formazioni in campo.

Il duo vincente ha potuto anche contare sul fatto che la squadra antagonista non era una formazione a ranghi completi ed era composta da ben tre elementi del tutto esterni al paese. In quanto poi a qualità intrinseca di entrambe le compagini, appare inutile ogni sottolineatura sul giudizio, invero abbastanza generalizzato, espresso dalla Pubblica Opinione ed evidenziato proprio dal marcato assenteismo e dalla variazione, rispetto al passato, del pacchetto di mischia preferenziale.

A questo punto, una valutazione di natura prettamente politica si impone, valutazione che gli inquilini (‘vecchi/nuovi’) del Palazzo farebbero bene a tenere nella debita considerazione. Il 77% del bottino elettorale è espressone soltanto apparente di un plebiscito, tenuto giustappunto conto che tale percentuale va calcolata su di una platea abbastanza contenuta di partecipanti al voto (64%). Tale esito è pertanto da considerarsi non certo come una adesione corale, bensì come la volontà espressa da una minoranza di aventi diritto (infatti, il 77% di 64= 49,..%).

Se poi a tale situazione aggiungiamo anche le schede bianche e nulle, la minoranza risulta ancora più marcata. Sia ben chiaro che nessuno vuole svilire la legittimità di una elezione avvenuta secondo le regole democratiche codificate dalla normativa riguardante la formazione degli organi amministrativi degli enti locali più vicini ai cittadini. Qui si vuole solo mettere in risalto che l’enfasi di chi inneggia al plebiscito va doverosamente ridimensionata, pur nella consapevolezza che la non partecipazione ad un primario diritto/dovere civico (il voto) va deprecata per molteplici, intuibili ragioni; ma sarebbe da sciocchi non valutare nella giusta luce l’impatto negativo e l’espressione di malcontento che deriva, pur tuttavia, da una così netta espressione di diniego.

Tanto più se nel conto mettiamo le indubbie caratteristiche del fattore “C”, che ha rivestito un ruolo (intrinseco ed estrinseco alla compagine) non secondario nella rinnovazione del mandato a questi “abbarbicati” amanti dei due scranni più alti del botanico Palazzo. Detto questo, e proprio in conseguenza delle modalità di espressione del voto e del non voto, appare del tutto necessaria una valutazione dell’operato pregresso di lor signori. Io sono tra quelli che valutano negativamente i risultati complessivi del decennio trascorso e non solo per negligenze, omissioni, mancanza di progettualità vera, in un quadro prospettico di visione politico-programmatica del futuro del nostro paese, mi si passi l’aforisma, alquanto aleatorio; ci sarebbero ben altre e più pregnanti, non commendevoli considerazioni aggiuntive da fare…

Che lor signori non abbiano avuto e non abbiano idee e visioni alte è un fatto acclarato, ma è anche incontestabile che non abbiano fin qui saputo o voluto neppure attuare e predisporre una vera scala di priorità in ordine ad una politica che contemplasse minimi provvedimenti sul Sociale, sulle OOPP indispensabili, primarie ed essenziali, su incentivi economici alle categorie più disagiate, sulla ristrutturazione della spesa corrente, in particolare della pianta organica…

Diciamo che un esecutivo che si rispetti, normalmente, attua gran parte del suo programma nel primo mandato e consolida i suoi risultati nel secondo mandato. Nell’ipotesi di un terzo mandato, i programmi dovrebbero essere radicalmente reimpostati e aggiornati basandosi molto sulla esperienza acquisita… E’ forse questo il caso che ci riguarda?? Ho letto attentamente il programma manfrediano!! L’impressione ricavata è stata quella di molto politichese e di molta ‘fuffa’. Si direbbe proprio che la SPINTA PROPULSIVA di berlingueriana memoria (se a Lozzo, per pura ipotesi, ci fosse anche stata!!!) si è completamente esaurita….

Che Palazzo Venzo sia, ora più che mai, soltanto l’utile trampolino di lancio per altri lidi (da confermare e/o del tutto nuovi?)?? Ora dovranno formare la Giunta che avrà due soli componenti, oltre al sindaco; è assodato che uno sarà la solita eminenza grigia (grigia in senso letterale?) e l’altro/a chi sarà mai? Magari qualcuno/a che ha già spergiurato di non volere tale incarico ma che, forse, lo accetterà (l’incarico) a bocce ferme?

 

mission impossible e io che pensavo che l’Italia fosse l’unico paese pallonaro…

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