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lettera aperta ad Alessio Zanella sul Parco della Memoria di Pian dei Buoi

27 Settembre 2021 Cadore - Dolomiti, Pian dei Buoi, Turismo e dintorni parco-della-memoria, sviluppo-pian-dei-buoi

Come si usa fare in queste circostanze mi rivolgerò al candidato sindaco, Alessio Zanella, ma la “lettera aperta” è ovviamente indirizzata a tutti i componenti del gruppo che si presenterà alle prossime elezioni.

Riguardo a Pian dei Buoi non ho colto nel programma elettorale che un riferimento, quello relativo alla installazione di una webcam “per la promozione turistica dell’altopiano” (che immagino sia una webcam aggiuntiva a quella che c’è già al Rifugio Ciareido). Può essere che qualche argomentazione inerente Pian dei Buoi sia stata trattata in qualche articolo di giornale ma al momento non ne ho notizia.

Detto questo ti vorrei segnalare l’esistenza, al momento “dormiente”, del Parco della Memoria (PdM) di, per l’appunto, Pian dei Buoi. Un progetto inizialmente legato a un intervento Interreg nel ciclo di programmazione 2000-2006 (conclusosi nel 2003), continuato dall’attività del Gruppo Antichi Sentieri e della sezione CAI di Lozzo di Cadore, avviata nel 2003 e conclusasi nel 2012 in seguito a decisione presa dall’allora amministrazione comunale che non ha permesso la continuazione delle attività progettate.

Per avere un’idea del lavoro svolto dal volontariato nell’arco di quei dieci anni puoi eventualmente prenderne visione al seguente indirizzo: Parco della Memoria di Pian dei Buoi

(segnalo inoltre questo video paesaggistico sul PdM e la cartografia dettagliata del medesimo su Google Map)

 

Il lavoro da noi svolto, già a quel tempo (2012), poneva il Parco della Memoria di Pian dei Buoi come miglior esempio di Museo all’Aperto della Grande Guerra lungo la cosiddetta Linea Gialla (la seconda linea o linea della resistenza; la prima linea è identificata dal colore rosso).

Dal 2012, stante il diniego alla prosecuzione dei lavori del volontariato da parte dell’amministrazione comunale, in mancanza di un qualsiasi sforzo -anche minimo- della medesima, il PdM giace completamente dimenticato, con parte delle emergenze storiche portate alla luce e la relativa viabilità di collegamento diventate turisticamente non fruibili per la presenza di schianti o ramaglia.

Per capire quanto un Museo all’Aperto / PdM possano funzionare da traino per il turismo basta guardare, per esempio, a Monte Piana o al comprensorio del Grappa. Certo, oltre agli elementi del Parco in forma fisica (oggi dimenticati) ci vogliono anche divulgazione e adeguati strumenti di conoscenza…

Va considerato quindi che, con una spesa minima, ricorrendo comunque a qualche forma di volontariato, questo è ovvio, il ripristino delle aree del PdM al punto in cui erano state sviluppate è cosa che si può fare agevolmente. Invece di buttare 10 anni di volontariato nel cesso, come è stato fatto, si potrebbero recuperare a beneficio del territorio (poco o tanto non sta a me giudicare).

Andando oltre, potrebbe essere anche valutata l’ipotesi di riavviarne lo sviluppo: basterebbe riesumare il progetto redatto a suo tempo, il cui committente era del resto il Comune stesso, adattarlo “burocraticamente” all’oggi e renderlo operativo.

Ti segnalo inoltre che avevamo progettato e realizzato, sempre in relazione allo sviluppo del PdM, la posa di 84 paletti (piantana in cemento con palo fuori terra da un metro circa) nei pressi di altrettante postazioni del PdM; ogni paletto doveva essere dotato di un elemento identificativo che andava poi richiamato nella cartografia e depliantistica di riferimento (con la quale il turista avrebbe potuto visitare il PdM senza guida); per di più il paletto avrebbe riportato un QR-code con la descrizione della postazione e l’eventuale rimando ad indirizzi in rete per ulteriori approfondimenti (rendendo possibile un certo grado di comprensione dell’elemento anche in assenza di supporto cartaceo); in aggiunta i paletti avrebbero potuto far parte di una narrazione audiografica attivabile via GPS con app commerciale, in modo tale che trovandosi entro un raggio predefinito dai paletti indicanti le varie postazioni del PdM l’app avrebbe mandato in esecuzione il relativo file audio.

Anche questo aspetto qualificante del PdM, che stavamo sviluppando, è abortito in seguito allo stop deciso dalla amministrazione comunale di allora.

Immagino che le cose da fare in questa corsa elettorale, ancorché solitaria, siano tante, tuttavia un tuo cenno sull’argomento, a mio e altrui beneficio, sarebbe più che gradito. Grazie fin d’ora.

ANCHE A LOZZO ESISTE “L’UOMO NERO”? di 528 ce n’è uno…

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