non sono dei coglioni (appunto!)
Lo zingarello, brutto anatroccolo del pd, è un tacchino che crede d’essere un albatros. Il resto della storia è cosa nota. C’aggiorniamo alla prossima elezione regionale.
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Lo zingarello, brutto anatroccolo del pd, è un tacchino che crede d’essere un albatros. Il resto della storia è cosa nota. C’aggiorniamo alla prossima elezione regionale.
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Il senatore Bagnai, presidente della 6ª Commissione Finanze del Senato, segnala un tweet dei Deputati PD, account ufficiale del Gruppo del Partito Democratico alla Camera, giudicandoli “più scarsi che da noi”. Ovviamente la scadenza è tale che – d’ordinanza – qualcosa bisogna pur scrivere. Potevano i pidioti farne a meno? No!
Il 9 ottobre 1963 il crollo della diga costruita sul torrente Vajont…
Prima legge del pidiottismo: il pidiota è per sempre.
(lesti, come solo i pidioti sanno essere, l’hanno tosto corretto…)
Alla Camera bassa sono più scarsi che da noi. Il tweet è qui: https://t.co/Btjf9SlzTj e la diga crollata (foto a destra) in realtà è ancora lì… pic.twitter.com/uIofFF8jXq
— Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) October 9, 2019
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Dicevamo ieri che il bulletto ha aperto la strada… ma poi a continuarla, quella strada, è giunto lo zingaretto, che è un altro bulletto (per ora) senza steroidi.
(avvertenza: siccome youtube va alla vacca e non fa partire il video dal punto giusto, il compassionevole “io, e lo dico davanti a tutti e lo dirò per sempre…” lo trovate al minuto 12:48)
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Il bulletto ha aperto la strada…
(prove che il PD sia rimasto un partito demmerda letamaio non me ne servivano, tuttavia…)
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Dall’autonomia infradito a quella infraculo… è un attimo. Lo sanno anche gli orsi polari, perlomeno quelli che si son letti la Costituzione italiana, che il 116.3 prevede che l’intesa riguardante la formulazione dell’autonomia differenziata sia tra Governo e Regione interessata. E’ una trattativa a due: la Regione interessata e il Governo. Punto.
Ed è altrettanto chiaro (sempre per l’articolo 116.3), lo sanno anche tutte le specie di krill, che il Parlamento è chiamato, dopo l’intesa Stato-Regione, ad approvare o respingere la medesima. Ma un conto è approvare o meno un’intesa raggiunta (se si raggiunge), un conto è pretendere che il Parlamento si metta a modificarla.
Gonde dice invece che “il Parlamento non può essere coinvolto solo al termine del procedimento, con il rischio di essere posto davanti all’alternativa prendere o lasciare”.
Capite dunque che se, sempre Gonde che parla:
Nel percorso del regionalismo differenziato, al contrario, le Camere dovranno assumere un ruolo primario prima della sottoscrizione finale dell’intesa.
sarà più facile vedere un cammello passare per la cruna di un ago che il sorgere di una qualunque forma di autonomia differenziata. Tanto più ora che i 5stalle, sempre per bocca del Presidente del Consiglio, negando in un soffio anni di acerrime battaglie a sostegno del NO-TAV, si sono convertiti d’impeto al SI-TAV.
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Quello sull’autonomia differenziata sta diventando uno spettacolo balneare “alla Vanzina”. A fare la parte dei pagliacci straccioni e senza argomentazioni gli ormai indefinibili 5stalle, che da possibile prodotto bio nel panorama politico italiano si sono rivelati stallatico purissimo (per dire, l’ultima puttanata appena sfornata: il mandato sottozero (non lincabile per pudore)).
Mi son letto chili e chili di materiale sull’autonomia differenziata da averne a noia. Dolci o amare che fossero, mi sono preso tutte le pillole elargite da Bertolissi, Antonini, Giovanardi, Stevanato: non proprio boutade da comizio pre elettorale. Da ciò mi sono convinto che – vestendo i panni della realpolitik – l’autonomia “di Zaia” è l’unica forma di autonomia praticabile nel letamaio italico così com’è oggi configurato.
Tuttavia, partendo da Salvini e dalle sue dichiarazioni (annunci natalizi?) di fine anno sull’autonomia “pronta per la primavera” (e all’equinozio di primavera è già seguito il solstizio d’estate), per arrivare al balletto degli “scappati di casa” pentastallati (stallati, afferenti la stalla), passando alle dichiarazioni di associazioni del peso della bocciofila di Roccofritto, si profilerebbe all’orizzonte un’autonomia in infradito (espressione già cara al nostro).