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UN ALTRO MISTERO RIGUARDANTE PALAZZO PELLEGRINI (ALIAS “MUBARAK”).

22 Febbraio 2013 Botanico Palazzo cagliostro, fare-turismo, iniziative-turistiche, la-parola-ai-lozzesi

Ovvero Vatileaks anche a Lozzo?

di Cagliostro

La tragica situazione economico-finanziaria della nostra vituperata società globalizzata si fa sentire in modo particolare alle nostre latitudini. Da noi la crisi morde ancor più che altrove perché, alla quasi scomparsa dei settori industriali ed artigianali propri del nostro distretto (occhialeria ed indotti vari), si va unendo uno spaventoso detrimento in campo turistico-ricettivo (senza considerare la già basilare attività agricola e silvo-pastorale); ed il tutto si ripercuote e si riverbera poi in un deficit sotto il profilo sociale e demografico. Il tasso di invecchiamento, la denatalità e la fuga dei giovani e di interi nuclei famigliari verso lidi più ‘ospitali’ sono le conseguenze evidenti delle difficoltà del vivere nei nostri disagiati paesi, dove da tempo vengono ridotti o cancellati servizi essenziali (sanità, poste, istruzione, uffici della Pubblica Amministrazione).

Ma è proprio del tanto declinante turismo e dello stato della ricettività ad esso collegato che voglio parlare. A Lozzo l’autorità comunale, da tempo, si sta riempiendo la bocca di questa magica parola ‘turismo’ ed il turismo è sempre stato ritenuto da lor-signori il toccasana, la valida alternativa al venir meno dell’industria dell’occhiale e del suo variegato, importante indotto. Ho spesso contestato le tanto conclamate (e fin qui inefficaci) politiche che avrebbero dovuto rivitalizzare il languente comparto e trasformare così il nostro paese in una ridente, accogliente oasi a similitudine dei più bei centri alto-atesini. Ma quale è la situazione oggi sotto questo profilo? Che cosa è stato fatto di concreto e di veramente utile per dare seguito alle ampollose promesse?

Qualche bella serata concertistica all’auditorium (nel 2012, comunque, in netta flessione), alcune serate danzanti in piazza, la solita tombola di S. Lorenzo, la ciaspolada e poco altro non possono essere considerate determinante fattore di crescita turistica e di impulso alla attività ricettiva!!

Lozzo non ha un albergo, ha solo due trattorie e, fino a qualche tempo fa, aveva un ristorante (immobile di proprietà comunale). Mi riferisco al ristorante ai Pellegrini. Dopo un paio di decorose gestioni, ora ha lasciato anche l’ultimo conduttore ed il locale appare adesso desolatamente chiuso. L’insegna di prestigio e la storia del palazzo sono sempre state (e potrebbero continuare ad esserlo) elemento di attrattiva e richiamo per una gestione seria e competente. Sarebbe compito della Amministrazione Comunale, in quanto anche proprietaria del Palazzo, darsi da fare per cercare, magari attraverso una innovativa idea di ‘partenariato’ sotto gli aspetti giuridico-amministrativo-gestionali (ad es. Coop. per Az. con quote in parte dell’Ente), tentare di riavviare un così dignitoso centro di ristoro e ricettività. Ecco perché sarebbe stato molto conveniente per la Comunità locale se si fossero destinati i sovrastanti locali ad albergo, oppure a tutta una serie di monolocali ad uso ricettivo.

In paese, corre adesso voce che ci sarebbe stato, da parte di più di qualche soggetto, un certo interesse per una nuova conduzione, ma la cosa non avrebbe avuto seguito a cagione della proibitiva richiesta finalizzata all’acquisto e/o all’utilizzo della giacente attrezzatura.

Se così fosse, tenuto anche conto della manifestata sensibilità allo sviluppo turistico sempre ribadita dall’esecutivo comunale, perché non è stato fin qui predisposto un bando di concorso, previa intimazione alla liberazione dei locali? Perché non ci si è preoccupati di cercare una giusta remunerazione al cespite immobiliare da poco ristrutturato? Non penso che ci siano sotto interessi inconfessabili!! Oppure una conflittualità tale da non consentire, anzi da precludere un idoneo utilizzo del ristorante per le finalità sopra prospettate e quanto mai necessarie ad un paese come il nostro.

L’auspicio è che si faccia una innovativa ricerca di soluzione con un modello gestionale che consenta di rivitalizzare un così decoroso locale di ristoro atto a soddisfare la clientela locale, comprensoriale e turistica in senso lato. Se non si fosse in grado di fare ciò, si incorrerebbe, quanto meno, in un peccato di incoerenza: sarebbe infatti inutile usare tante belle parole per tratteggiare sogni di sviluppo e tanti scritti sui media se non si fosse, in concreto, capaci di attuare quanto qui auspicato.

 

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