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venghino siore e siori, che c’è legna da ardere

16 Marzo 2014 Botanico Palazzo cronache-lozzesi

Non è mica la prima volta: quella dell’assegnazione della legna da ardere è una delle poche regalie che è rimasta in capo ai municipi (il resto lo paghi salatissimo). E mi torna in mente …. la Madre di tutte le assegnazioni, quella che ha visto la nobile legna cresciuta al cospetto delle Lozzarole, le Marmarole di Lozzo di Cadore. Raccolta lì a Confin a 1800 metri di quota e più, scolpita da anni e anni di lenta ma inesorabile e fittissima crescita, e infine trasportata dall’altopiano, per impervie vie, fino all’ampio slargo presso il campo sportivo (che non ho mai capito se quei camion della ditta assegnataria del lavoro – 90.000 euri a lotto per due lotti – hanno fatto un piacere alla municipalità o se era previsto specificamente dal contratto …).

Camionate e camionate di legna vomitata sul piazzale e pronta per essere assegnata. E mi sovviene il ricordo di qualche gerarca municipale, non ho ben presente invero se fosse il lungo, il corto o il pacioccone, ma ha poca importanza, mentre, sbracciandosi in preda a parossistica eccitazione nel sacro momento dell’assegnazione, elencava le eccelse virtù di quella legna di montagna: “fiolon me, legne e schei no e mai asei, tien da mente, tien ben da mente“, “ve le avon taiade e portade fin sula porta de ciasa, che voleu de pi de cusì“, “le te fa na bronza rosssssa come na bronzera de ciarbon“, “basta la metà par sciaudase al dopio” e così via cantilenando. Che se non stavi attento, il gerarca più focoso ti prometteva addirittura di venirtela a mettere dentro, nella fornella di casa, quella legna.

Questa volta (mi hanno detto che si sta profilando una nuova assegnazione di legna da ardere) non mi è tornata in mente la Madre di tutte le assegnazioni, ma per una spontanea associazione d’idee mi è venuto in mente Renzie (venghino siori, venghino). In particolare quei suoi 80 euri al mese che parte degli italiani potranno ricevere … ma dopo maggio, perché prima “nun ce la si fa”. Prima si va a votare e il PD apprezzerebbe per le europee un certo qual riconoscimento elettorale per lo scazzamento. E qui mi sono detto, fugacemente, “vuoi vedere che l’assegnazione della legna la fanno in vista delle elezioni comunali?”. Ma poi mi sono convinto che no, che è una consuetudine stagionale, in fondo tra un po’ avremo di nuovo la neve sull’uscio di casa.

Ma nonostante tutto ho intravisto ancora un figuro aggirarsi tra i rami a terra e sbracciarsi con inusitata foga nel decantare le virtù di questa legna che “arde che è una meraviglia”. Ma un fremito finale mi è corso da capo a piedi svegliandomi di soprassalto, strappandomi via da questo incubo ansiogeno e riconsegnandomi alla più cauta e sommessa realtà. E continuo a dirmi che fumare quell’erba cipollina alla mia età non è più tanto indicato.

Legna da ardere.  Uomini  rottura  rami.

(foto:  torange-it.com)

tenero come un bressino (la prima ‘impresa’ del deputato Bressa alla corte della SVP) voto aperto: inizia il referendum per l’Indipendenza del Veneto

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