13.1 Col Vidal e 13.2 Anello dei Colli (solo testo e pdf)

Qui di seguito riportiamo il solo testo (scaricabile qui come pdf) tratto dal pieghevole “Interreg” dei due percorsi selezionati,  proponendo per primo l’Anello dei Colli. Per il pieghevole “Interreg” completo vedi a questo indirizzo.

(il testo relativo ai due itinerari è di Giovanni De Donà e Walter Musizza)

13.2 – ANELLO DEI COLLI

DESCRIZIONE PERCORSO: L’itinerario permette di visitare un’interessante serie di apprestamenti militari complementari al forte di Col Vidal e realizzati nel periodo 1890-1917 per controllare tutti gli accessi all’Altopiano dei Buoi. Ritrovo: a Lozzo di Cadore, in Piazza IV novembre, all’inizio della strada militare che sale a Pian dei Buoi, oppure in località “Bivio Pellegrini”, a quota m 1820 circa.

DISLIVELLO: 1100 metri circa da Lozzo.

DURATA: 4-5 ore per l’escursione a piedi, a seconda dell’interesse nei riguardi dei singoli manufatti visitabili, cui vanno aggiunte 2 ore circa per salita e discesa con mezzo proprio.

DIFFICOLTÀ: Percorso turistico non adatto a persone con ridotte capacità motorie.

PUNTO DI RIFERIMENTO E RISTORO: Rifugio C.A.I. “Ciareido” (m 1969)

ANELLO DEI COLLI
L’Anello dei Colli è uno dei 15 percorsi creati dalla sezione di Lozzo del Club Alpino Italiano, che compongono gli “Anelli e Vie di Lozzo di Cadore”. Dopo essere partiti da Piazza IV novembre a Lozzo e aver percorso la carrabile militare (Strada del Genio), tutta asfaltata tranne l’ultimo dei 14 km, fino alla località di Soracrepa, si può lasciare la vettura presso i posteggi di Ciareido (250 posti), Pellegrini (6 posti) o Casera delle Armente (30 posti). Va ricordato peraltro che il traffico nei mesi di luglio ed agosto è regolato da ordinanza comunale, che prevede orari specifici per salita e discesa: è opportuno quindi informarsi per tempo e fare attenzione agli avvisi apposti sul percorso. L’escursione lungo L’Anello dei Colli (segnavia n. 33, colori bianco-verde) inizia presso il Bivio Pellegrini (m 1820) e si sviluppa inizialmente in direzione sud sulla vecchia strada militare di Val da Porte, cui segue, dopo un centinaio di metri, una netta deviazione verso est (variante anello 33). Qui è già possibile imbattersi in una postazione per cannoni di piccolo calibro (75 Krupp), con osservatorio e riservette in caverna riportati alla luce durante i recenti lavori Interreg. Da questa posizione i militari tenevano sotto controllo tutta la zona di Col dei Buoi e i relativi accessi all’altipiano da nord. Tornati sull’anello 33, si prosegue incontrando una baita, quindi ancora avanti giungendo fin sopra la “Strada del Genio”, nel tratto caratterizzato dalla grande galleria di “Quoilo”. Da questo punto l’itinerario prosegue in direzione nord-est e attraversa a mezzacosta le pendici sud del colle di “Mizzoi”, fino a sfiorare la militare nell’ansa della “Forzeluta”. Bellissimo da qui il panorama verso l’Oltrepiave.

Il sentiero poi si inerpica e percorre il lato nord di Col Cervera, portando in circa 10 minuti sul piano dove sorgeva il ricovero militare realizzato dagli alpini nel 1891 e andato distrutto da un incendio nel 1907: di esso rimane solamente un frammento della lapide che era posta sopra l’entrata. Lo sguardo spazia libero sui pascoli dell’altipiano dei Buoi e sul forte di Col Vidal, nonché sulle più belle vette dolomitiche: Ciareido, Tre Cime di Lavaredo, Croda dei Toni, Popera, la Cresta di Confine, la catena Tudaio-Brentoni, il gruppo del Cridola… Nelle immediate vicinanze si possono osservare alcuni manufatti della Grande Guerra come riservette in caverna, osservatori e trincee. Proseguendo ancora si scende lungo la strada militare oggi ripristinata con i fondi Interreg, e, costeggiando due riservette, si arriva fin presso il grande spianamento che durante il conflitto ospitava le “Scuderie di Cervera”. Aggirato un modesto colle, l’itinerario ci conduce al Pian del Formai, ai ruderi della stazione d’arrivo della teleferica del Forte e alla postazione antiaerea guardata dal cippo che ricorda il giovane “zappatore” Vittore Bof, morto nell’agosto 1891, colpito da un fulmine mentre dormiva sotto la tenda. Dal cippo si prosegue verso Col Vidal (nord-est) e dopo circa 100 metri chi lo desidera può fare una breve deviazione a sinistra (50 metri) per visitare una postazione per mitragliatrice interamente scavata nella roccia, attraverso la quale si potevano colpire d’infilata eventuali assalitori.

Il sentiero continua attraverso il bosco di “Ciadìn” fino ad entrare nel perimetro del forte, passando accanto al “Lago Morto”, che durante la stagione estiva è attrezzato come abbeveratoio per il bestiame. Sul terreno sono visibili i terrapieni con i basamenti delle baracche che ospitarono durante i lavori centinaia di operai e poi nel corso della guerra i militari addetti ai lavori di rafforzamento dell’intero comprensorio. Il primo manufatto che incontriamo è la grande caserma del “Vidal Basso”, con nei pressi i ruderi dei “Magazzini del genio” e della “Villa del Capitano”. Seguendo poi la carrabile militare si giunge di fronte alla caserma del “Vidal Alto” e, con un ulteriore tornante, alle piastre deflagrate della batteria corazzata, il cuore del forte. Una strada laterale permette inoltre di raggiungere in circa 15 minuti le grandi cannoniere in caverna della Batteria di Col Ciavalon, volute quale alternativa al forte in caso di una sua distruzione. Per il ritorno l’itinerario proposto segue il sentiero che corre sul tracciato dell’acquedotto del forte, quindi bisogna attraversare tutto il piazzale di fronte alla caserma del “Vidal Basso” per poi immettersi sul percorso che, piegando in direzione ovest porta, dopo un chilometro, ad incrociare la strada di “Somòl”, fino a giungere, dopo 10 minuti di sostanziale falsopiano, alle “Casere delle Armente”. L’itinerario quindi risale verso il “Lago delle Sepolture”, una caratteristica torbiera di piccole dimensioni. In fine l’ultimo tratto in piano, che in 15 minuti circa, ci riporta al punto di partenza di “Bivio Pellegrini”.

13.1 – COL VIDAL (m. 1800)

DESCRIZIONE PERCORSO: Il forte di Col Vidal, in sinergia coi forti di Col Piccolo e M. Tudaio, doveva bloccare eventuali penetrazioni austriache dalla Val Ansiei o dal Comelico. Le sue imponenti rovine si possono raggiungere percorrendo i 18 km della rotabile militare che da Lozzo di Cadore porta all’altipiano dei Buoi. Ritrovo: Lozzo di Cadore per Pian dei Buoi – località Sora Crepa, con vettura o idonea navetta.

DISLIVELLO: 1127 metri.

DURATA: 5-6 ore con possibilità di visita al forte oppure le varie installazioni militari dell’altopiano.

DIFFICOLTÀ: Escursionismo adatto anche a persone con ridotte capacità motorie, per lunghi tratti idoneo anche a carrozzine.

IL FORTE DI COL VIDAL:
L’impianto fortificatorio fu costruito all’inizio del ‘900 dal Genio italiano sul Pian dei Buoi, sopra Lozzo di Cadore, per dar protezione all’opera bassa di Col Piccolo (Vigo di Cadore) e battere la zona di Danta e gli sbocchi della Val Piova e della Mauria. Uno studio comparativo trasmesso dal V Corpo d’Armata nel gennaio 1909 concludeva che dalla posizione di Col Vidal era consentito raggiungere maggiori e più estesi obiettivi, cosicché fu deciso di dar corso immediatamente al progetto della strada Lozzo – Col Cervera – Col Vidal, ultimata solo nell’ottobre del 1914. L’arteria, detta comunemente dalla popolazione “Strada del Genio”, porta da Lozzo di Cadore (m 753) fino a Col Vidal (m 1880), con una lunghezza di circa 18 chilometri, un dislivello di 1127 metri e con una pendenza massima del 12-13%. Essa risale prima verso ovest con molti tornanti la zona di Roncole, Larcede, Pecol e Campo di Croce e, una volta aggirata l’orrida frana di “Mizzoi”, da “Sora Crepa” punta con andamento quasi rettilineo verso il forte, attraversando le falde di Col Cervera e “Pian del Formai”. Il progetto di massima del forte fu steso nell’estate del 1909, mentre quello tecnico esecutivo venne trasmesso nel 1910 al Ministero, che stanziò per i lavori la somma di L. 400.000. Nel 1911 però il Direttore dei lavori Pecco, implicato in pesanti accuse relative ai sistemi di lavoro e di amministrazione dei lavori della strada e del forte, venne sottoposto ad inchiesta e perfino rinchiuso in carcere a Belluno.

Dopo un lungo processo, alla fine del quale venne assolto, il Pecco poté continuare la sua carriera militare, ma intanto i lavori del Vidal erano stati affidati ad un altro Direttore, il Magg. Bianchi. Nel 1914 l’intero forte era completato e nell’estate di quello stesso anno si poteva provvedere al suo armamento, ultimato nel mese di ottobre. L’elemento principale era costituito dalla batteria corazzata in calcestruzzo con i quattro pozzi nei quali erano ospitati altrettanti cannoni da 149 A con copertura pesante (cupole Armstrong), del peso di 180 quintali. Lasciata la vettura presso la caserma di “Sora Crepa” si percorre la strada militare verso la località di “Quoilo” quindi superata una galleria si giunge a “Sora Mizzoi” quindi dopo circa 3 km a “Pian del Formai” dove ci si imbatte nei ruderi della stazione d’arrivo della teleferica del forte che saliva dalla località “Le Spesse”, costruita nel 1911 sotto il controllo dell’ing. F. Benedetto della casa Brown – Boveri di Zurigo per agevolare l’attività sull’altopiano. La prima costruzione in cui ci si imbatte però una volta arrivati di fronte al forte, è la vasta caserma detta del “Vidal Basso” e tutto attorno sparsi i resti dei vari magazzini e della “Villa del Capitano”, l’edificio che ospitava gli ufficiali.

La carrabile continua per altri 400 metri ed arriva fino ad una seconda caserma, scavata tutta nella viva roccia che all’epoca era dotata di vasche sotterranee, servizi igienici e locali adibiti a ricovero truppe, deposito e laboratori. Attraverso una rampa in salita, lunga più di 100 metri, era collegata direttamente colla soprastante batteria. Anche sul Vidal furono predisposte delle postazioni in caverna per medi calibri a quota leggermente più bassa rispetto alla batteria e distanti da essa circa 250 metri in direzione est. Per difendere il forte da ogni possibile attacco nemico, venne organizzata su tutto l’altopiano dei Buoi una complessa rete di difese complementari, con molti osservatori, trincee, postazioni e sentieri. Al 24 maggio 1915 il forte di Col Vidal e le varie posizioni sparse su Pian dei Buoi erano presidiati da circa 5000 uomini. Tagliato fuori dal vivo delle operazioni, nelle tragiche circostanze del dopo-Caporetto rimase pressoché inattivo, e il giorno 7 novembre 1917 le truppe di presidio lo abbandonarono. La batteria fu fatta saltare dagli austriaci alle ore 11.45 del 21 ottobre 1918, con notevole anticipo sull’effettiva ritirata dal Cadore, condividendo l’identica sorte di tutti gli altri impianti della Fortezza Cadore-Maè.