Museo della Latteria: scendono in campo i professionisti
Era già qualche anno che si paventava la temporanea chiusura estiva del Museo della Latteria, per permettere di realizzare un nuovo allestimento museale (scegliere di fare i lavori in autunno o in primavera era troppo complicato?). Per problemi legati ai finanziamenti dell’opera la cosa si è protratta fino a questa primavera quando, ottenuta la certezza della copertura finanziaria, si è dato il via al progetto. Ed il museo quindi risulta chiuso per lavori.
La cifra stanziata è di 160.000 € e dovrebbe consentire di adeguare la struttura alle necessità delle persone diversamente abili, fare alcune migliorie di carattere generale e realizzare il nuovo allestimento museale. Per continuare il mio ragionamento, devo spartanamente dividere a metà questi 160.000 €, ritenendo che metà saranno prosciugati dai lavori edili e dalle migliorie e metà dovranno permettere l’allestimento. E’ un azzardo ma non credo di essere molto distante dalla verità.
Bene. Dovete sapere che l’allestimento, che per anni ha permesso di illustrare le attività legate alla latteria ed alle lavorazioni del latte, è stato realizzato da volontari dell’Associazione Latteria Sociale che è proprietaria dello stabile. Tale allestimento, che ora risulta smantellato, era più che dignitoso e, pur nelle ristrettezze economiche che ne hanno condizionato la realizzazione, ha sempre incontrato, anno dopo anno, il favore del pubblico.
Certo si poteva fare meglio, anche molto meglio, ma quei volontari hanno speso la somma di 2.500 € (i materiali necessari per l’allestimento) che vuol dire che hanno fatto un “miracolo” (il vero problema è stato il coordinamento per cercare e recuperare il materiale, non tanto esporlo successivamente, cioè produrre la parte scenografica dell’allestimento stesso).
Ora, scendono in campo i professionisti. Che vanno pagati, sia chiaro, ci mancherebbe. Per fare l’allestimento si hanno quindi a disposizione, secondo la mia ipotesi, 80.000 € (per inciso, 80.000 / 2.500 = 32; noi avevamo 32 volte meno soldi a disposizione).
Il lavoro non potrà che presentarsi bene, alla fine, ci mancherebbe anche questa. Ma l’enormità del divario di mezzi e soldi a disposizione è tale che io, ad allestimento finito, quando attraverserò la soglia del nuovo museo, immagino che sarò rapito da un turbine di emozioni indicibili (avete presente Jumanji), che mi scuoterà e percuoterà in ogni fibra, che mi costringerà ad abbandonarmi ammaliato a questo gorgo vorticoso di sottili tentazioni ed alla fine la mia anima ne uscirà completamente appagata, conquistata, forse stregata. Sarà, dovrà essere, un’esperienza orgasmica.
E per farmi provare l’intensità di queste emozioni non basterà il suono di qualche scampanio od il lontano muggire delle armente al pascolo, né qualche gigantografia di sicuro effetto scenografico.
Diversamente avremo speso 80.000 € per dare al visitatore poco di più di quello che c’era già.
Deve esserci qualcuno che ha deciso di cambiare l’allestimento, perché evidentemente il precedente non era adeguato. Bene. Adesso mi piacerebbe capire dove andranno a finire gli 80.000 € dedicati all’allestimento stesso, con il giusto grado di dettaglio (o fatemi provare la cascata di emozioni evocata precedentemente).
Per gli altri 80.000 € (sempre secondo la mia ipotesi), quelli dei lavori di adeguamento e migliorie ecc. ecc., il ragionamento non cambia. Se ci sono dei lavori da fare, ci dovrà poi essere un quadro economico che li riassume e ne valorizza le varie voci costitutive. Conoscerle non sarebbe male, così, per farsi un’idea. E’ chiaro, per fare un banale esempio, che con 80.000 € si fa ben più di un gabinetto per disabili.
31 Agosto 2009 @ 09:31
Hai mai visto la differenza tra un museo allestito da dei professionisti ed uno di volontari? tanto di cappelo ai volontari, ma non c’è paragone!
Li hai messi di tasca tua gli 80mila euro?
31 Agosto 2009 @ 11:08
Hai ragione, non c’è paragone. E’ per questo che “pretendo”, ad allestimento finito, di essere rapito da quel “turbine di emozioni” cui faccio cenno nell’articolo. La seconda domanda è invece talmente sbalorditiva che mi ha lasciato senza parole.
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