Auditorium, concerti, fare turismo e juke box

foto concerto per archi
Veniamo subito a ciò che intendo affermare:

Fare turismo è cosa ben diversa da proporre concerti di musica.

Non sono contrario ai concerti. Oggi mi annoiano (i concerti non la musica) ma nella mia giovinezza, durante la frequentazione della città di Trieste, essi avevano la stessa importanza di una escursione sul carso triestino (ed il carso triestino, a parte la morosa, veniva prima anche del pur stupendo mare).

Alcune riflessioni:

  1. bisogna evitare l’errore di pensare che la proposta di concerti serali equivalga alla capacità di “fare turismo”;
  2. se ciò fosse vero dovremo ammettere che un turista è disposto a soggiornare in Cadore al principale scopo di ascoltare concerti, cosa non vera;
  3. “fare turismo” significa, prima di qualsiasi altra cosa, sviluppare la capacità di accoglienza di un’area contemporaneamente allo sviluppo dei prodotti turistici che in quell’area vengono tipicamente richiesti;
  4. sviluppare la capacità di accoglienza significa, essenzialmente, avere la capacità di convertire una parte dell’utilizzo della nostra struttura urbana, allo scopo di accogliere e far pernottare il turista con un adeguato livello di comfort;
  5. nell’area cadorina, come evidenziato dal noto studio Doxa-Ciset commissionato dalla Comunità Montana Centro Cadore, i macro-prodotti richiesti sono Natura e Relax (e fra questi quindi i percorsi, siano strade o sentieri, che permettono il contatto con la Natura);
  6. l’organizzazione di concerti si presenta fin troppo facile per poter essere, ragionevolmente, la soluzione del “fare turismo”. Basta dare un’occhiata a tutti i concerti proposti (Auronzo 8, Domegge 4, Lorenzago 2, Vigo 4).  Una volta c’era il juke box. Mettevi dentro qualche lira e ti gustavi i tuoi quattro minuti di musica insieme alla ragazza che speravi di conquistare (chi non si ricorda del juke box del  Bar Cervera?). Finita la musica, e questo valeva anche per le ragazze più ingenue, dovevi inventarti qualcosa di meglio se la volevi davvero conquistare;
  7. lì dove il turismo è fonte principale di reddito i concerti rappresentano (forse) il caffè, non la pastasciutta o l’arrosto;
  8. sempre lì dove il turismo è fonte principale di reddito si preoccupano prima di come “far passare la giornata” ai propri ospiti e poi, se ne hanno la capacità, anche la “serata”;
  9. i concerti sono sì facili da organizzare (basta pagare …) ma, per l’appunto, costano. Come tutto a questo mondo, si dirà. Certo, se non fosse che poi, altre cose, più importanti dei concerti, come l’ informazione turistica di base (pieghevoli), risultano magari compromesse dalla “mancanza di soldi” (quelli magari spesi in concerti); senza parlare dello stato di abbandono in cui spesso appaiono molti dei percorsi che dovremo ritenere “passeggiate relax” e che quindi rappresentano i prodotti turistici richiesti (la cui qualità sarebbe sempre compromessa dalla  mancanza di soldi);

Conclusioni. Godiamoci pure questi concerti, a Lozzo ne sono programmati 11. Per chi spera in un serio sviluppo turistico del nostro paese, il godimento potrebbe essere più intenso ed appagante se vi fosse anche la certezza che:

  1. l’amministrazione comunale si metterà in prima fila nel definire la strategia che questo paese deve adottare per sviluppare strutturalmente l’accoglienza;
  2. non mancheranno risorse per garantire al turista l’informazione di base (pieghevoli, cartine ecc.), da proporre in tutte le sedi opportune, compresi i concerti;
  3. si porrà finalmente attenzione, se non allo sviluppo, perlomeno al raggiungimento e successivo mantenimento del livello di qualità minimo richiesto per i percorsi candidati ad essere, se già non lo sono, degne passeggiate relax (primariamente con lo sfalcio delle bordure laterali).

Foto: Almeida