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Mauro, un consumatore abusivo di ‘vuove de dugo’ /9 (chi si è permesso di fare tutto questo?)

28 Ottobre 2015 Cultura, Turismo e dintorni cai, cronache-lozzesi, sentieri

Siccome qui a Lozzo, perlomeno in passato, qualche stolto s’era convinto che gli “Anelli e Vie” ed il resto della nostra attività sulla rete sentieristica fosse “anarchica“, e siccome non vorrei che tale convinzione possa attecchire (se il dramma non si è già consumato) nella tua candida coscienza, permettimi, Mauro xy (‘ndo stai?), di informare anche te.

Sì, fui io ad avere l’idea degli “Anelli e Vie di Lozzo di Cadore” e del conseguente ridisegno della rete sentieristica del nostro comune anche in “funzione turistica”.  Ma, come avrai avuto modo di vedere (spero), la sezione locale del Cai è stato soggetto attivo e quello regionale è stato chiamato in causa per dirimere la “faccenda colori”.

Ma, sorpresona!, anche l’Amministrazione comunale dell’epoca fu coinvolta (pensa un po’).

Leggiti dunque la proposta – datata 4 marzo 2002 – che feci avere al sindaco di allora, Alessandro Da Pra, che titolai pomposamente: Una proposta per la valorizzazione, in chiave turistica, della rete sentieristica del nostro comune. Fu in questa circostanza che proposi di caratterizzare turisticamente il paese con uno slogan turistico che, passato al vaglio della giunta, divenne poi “Lozzo di Cadore, il paese dei Mulini e degli Antichi sentieri“.

Il nostro progetto venne accolto di buon grado dalla giunta e il sindaco Alessandro si prese anche l’impegno di portarlo in Consiglio in modo che questo ne prendesse atto, proposito che per ragioni di salute non riuscì poi a portare a compimento. Noi partimmo con la realizzazione dei 15 “Anelli e Vie” e, sul suo stato d’avanzamento, tenni costantemente informato il sindaco con puntuali relazioni.

Il 21 settembre del 2003, anche se mancava ancora qualche breve tratto al compimento totale, inaugurammo il “nuovo prodotto turistico” con una escursione da Lozzo al rif. Ciareido – la “don a Monte co la luoida su le spale, par no desmenteà – alla quale, giunti al rifugio, ci fecero compagnia in rappresentanza dell’Amministrazione il vicesindaco Geo Baldovin e l’assessore Pinuccio Turco.

Niente è eterno al mondo, tutto è in divenire. Oggi, se volete, ve li potete anche ficcare lì, gli Anelli e Vie di Lozzo di Cadore e più in generale il Parco sentieristico Terre Alte di Lozzo di Cadore di cui essi fanno parte. Se ci prendete gusto potete anche continuare con il Parco della Memoria di Pian dei Buoi, altro prodotto turistico “decennale” che era prerogativa del Cai lozzese e che è andato a puttane (dettagli in un prossimo futuro). Ma a quel tempo, al tempo degli “Anelli”, no, non ci fu “anarchia” (insomma, chi doveva sapere sapeva e condivideva).

Ecco, Mauro (xy): quando tu dici “mi piacerebbe conoscere chi si è permesso di fare tutto questo“, considera che oltre al sottoscritto, che ha certamente ed orgogliosamente coordinato tutto l’ambaradan, ci sarebbe – semmai – più di qualcuno da scomodare.

(ma fatti vivo, che sto in pensiero…)

 

l’Italia (e la Grecia) è il solo paese a non avere ancora ‘raggiunto’ il PIL reale che aveva nel 2000 prima neve a Soracrepa (qualche scatto…)

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