BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

comprensorio Lago: andamento arrivi e presenze (tot, stra, ita) rispetto al 2000 preso come anno base

16 Giugno 2014 Turismo e dintorni comprensori-tur, turismo-veneto

Post precedenti relativi ai comprensori Mare e Città d’Arte. A seguire Montagna e Terme. Periodo di riferimento 2000-2013 con il 2000 preso come anno base di confronto. Dati del 2013: arrivi: IT +8,7%; ST +55,9%; TOT +59,7%; presenze: IT -6,7%; ST +39,9%; TOT +30,3%.

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Il segreto del successo della Svizzera: la concorrenza fiscale

16 Giugno 2014 Criticarium Itaglia, Indipendenza del Veneto federalismo-fiscale, indipendenza, perche-secedere, svizzera

L’Italia gna fa (neanche a premerla). Bisogna provare – urge – con il Veneto Indipendente ed un occhio alla Svizzera. Tratto da un articolo di G. Piombini su Movimento Libertario:

Il segreto del successo: la concorrenza fiscale

Mentre nell’inferno fiscale e burocratico italiano dal 2007 a oggi gli investimenti esteri sono crollati del 58 per cento, la Svizzera continua ad attirarli come un magnete. Il 59 per cento delle società straniere che hanno insediato il loro quartier generale in Europa, come Hewlett-Packard, Gillette, Procter & Gamble, Ralph Laure, Colgate Palmolive, Cisco o General Motors, hanno scelto la Svizzera. Anche Microsoft e Google hanno stabilito a Zurigo il loro centro di ricerca europeo. Questo fatto fa infuriare i politici europei, che si vedono sfuggire di mano miliardi di imposte a causa della “sleale” concorrenza fiscale svizzera. Nel 2007 un politico socialista francese, Arnaud Montebourg, ebbe un breve periodo di notorietà quando si lanciò in una durissima accusa contro la “mancanza di civismo e la fuga” dei contribuenti francesi più ricchi “nei paradisi fiscali alle porte dell’Europa”. «Fin dove può giungere la nostra tolleranza nei confronti della Svizzera? – tuonò Montebourg – Non sarebbe forse meglio assumere il confronto inevitabile con questi territori, come fece il generale De Gaulle nel 1963 quando decretò il blocco contro il Principato di Monaco, che dovette così piegare la schiena di fronte alle esigenze fiscali francesi?». Il giorno seguente il quotidiano Liberation uscì con questo titolo a grandi caratteri in prima pagina: “Evasione fiscale. Bisogna invadere la Svizzera?”

La risposta degli svizzeri a questo novello Robespierre è stata secca e definitiva: «Non c’è nulla da trattare. Montebourg non conosce il sistema fiscale elvetico». Il governo svizzero non poteva trattare su questioni fiscali con il governo francese neanche se l’avesse voluto, perché la Svizzera è una Confederazione nella quale ciascuno dei 26 cantoni è padrone della propria fiscalità. Non solo: all’interno di ogni singolo cantone la competizione fiscale tra i comuni è ancor più accanita. Al deputato francese sfuggiva inoltre un altro dato fondamentale: la partecipazione decisiva dei contribuenti alla determinazione dei tassi d’imposta. In Svizzera, infatti, sono i cittadini che votano la maggior parte delle aliquote fiscali attraverso la democrazia diretta e i referendum. Per realizzare il suo obiettivo Montebourg avrebbe quindi dovuto fare il giro di tutti i comuni e di tutti i cantoni elvetici, e perorare la sua richiesta di “armonizzazione fiscale” con la Francia davanti ai cittadini riuniti per le votazioni a Obvaldo, Nidvaldo, Glarona o Appenzello. Molto difficilmente però sarebbe riuscito a ottenere il loro consenso, dato che, come spiega l’economista svizzero Beat Kappeler, le istituzioni locali elvetiche «producono un tipo particolare di politico dell’esecutivo, investito della delicata missione di mantenere uno Stato minimale: egli è il delegato del popolo, incaricato di sorvegliare il mostro e non certo di renderlo potente, splendido, seducente».

Gli elvetici, infatti, non hanno nessuna intenzione di rinunciare al loro sistema perché, come spiega l’ex ministro delle finanze della Confederazione Hans-Rudolf Merz, la concorrenza fiscale interna è garanzia di efficienza e di innovazione. Ogni cantone è libero di sperimentare soluzioni inedite e poi, a seconda dei risultati, le soluzioni migliori vengono adottate, mantenute e eventualmente imitate. Nel 2007 il Canton Obvaldo, vero e proprio laboratorio fiscale della Svizzera, fu il primo ad adottare una tassa piatta con aliquota bassissima all’1,8 per cento per tutti i redditi, con esenzione totale sotto i 10.000 franchi. Visti i buoni risultati, questa innovazione fiscale venne copiata l’anno successivo dal Canton Turgovia. Generalmente sono i comuni e i cantoni più depressi o svantaggiati che giocano la carta delle riduzioni fiscali per recuperare un po’ di terreno nei confronti dei comuni o dei cantoni più sviluppati e meglio serviti, che possono permettersi di chiedere aliquote più alte ai propri cittadini. […]

Mentre gli italiani, i greci, gli spagnoli o i francesi hanno concesso ogni libertà ai loro eletti trasformatisi in predatori, gli svizzeri sono stati vigilanti. Lo sono stati a maggior ragione poiché le istituzioni di cui si sono dotati permettono loro di sorvegliare i propri eletti e di tenerli al guinzaglio. Gli svizzeri in effetti si sono muniti di istituzioni che consentono ai cittadini di far valere in maniera pacifica e civile la loro voce, senza passare dalle violenze di piazza, dai cortei che bloccano le strade, dagli scioperi continui o dalle risse televisive. Da oltre un secolo e mezzo gli svizzeri hanno forgiato degli strumenti politici la cui utilità specifica è quella di ricordare agli eletti che, a differenza di quanto avviene nella pratica di molti paesi a “democrazia rappresentativa” come l’Italia, il mandato di cui dispongono non è assimilabile a un permesso di saccheggio concesso per un periodo di quattro o cinque anni.

La Svizzera ci mostra quindi le virtù di un sistema basato sullo stato leggero, la decentralizzazione nelle decisioni di spesa per evitare gli sperperi, il federalismo concorrenziale, la sorveglianza degli eletti, i referendum su questioni fiscali, e il diritto d’iniziativa, che permette alla popolazione di intromettersi in ogni momento in ciò che la riguarda, canalizzando i malcontenti e dando responsabilità ai cittadini. I popoli europei dovrebbero trarre importanti lezioni da questo superiore modello di organizzazione politica.

comprensorio Città d’arte: andamento arrivi e presenze (tot, stra, ita) rispetto al 2000 preso come anno base

15 Giugno 2014 Turismo e dintorni comprensori-tur, turismo-veneto

Post precedente relativo al comprensorio Mare. A seguire Lago, Montagna, Terme. Periodo di riferimento 2000-2013 con il 2000 preso come anno base di confronto. Dati del 2013: arrivi: IT +29,9%; ST +75,9%; TOT +59,1%; presenze: IT +21,6%; ST +80,3%; TOT +57,3%.

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mazzette democratiche (il sistema ‘PD’ in Veneto)

14 Giugno 2014 Criticarium Itaglia mestra-menistra, partitica, perche-secedere, quelli-del-PD

Dal sito Dagospia che riprende un articolo di Fabio Tonacci per La Repubblica:

Lino Brentan, chi è costui? […]. «È il mazziere dei soldi», mette a verbale Piergiorgio Baita, l’ex amministratore delegato della Mantovani. È qualcosa di più, in realtà. «È il perno di un sistema — spiega un investigatore — il “sistema Pd” per il finanziamento alla politica». […]

Ma torniamo al 2012. Già allora gli inquirenti cominciarono a mettere insieme un mosaico, di cui si intravedevano i contorni, ma la figura centrale non appariva. Ora le tessere sono state messe tutte insieme dai pm veneziani Paola Tonini, Stefano Ancilotto e Stefano Buccini. «C’è un “sistema Pd” in Veneto, ideato negli anni per sostenere campagne politiche e singoli candidati ».

E la chiave è un complesso sistema di gare taroccate, appalti e subappalti sulle opere infrastrutturali della regione. La rappresentazione plastica di ciò che sarebbe successo col Mose si era avuta già otto anni fa. […]

 

mezzettedemocratiche

comprensorio Mare: andamento arrivi e presenze (tot, stra, ita) rispetto al 2000 preso come anno base

14 Giugno 2014 Turismo e dintorni comprensori-tur, turismo-veneto

Primo di una serie di 6 post con tabelle e relativi grafici con i quali verrà descritto l’andamento degli arrivi e delle presenze (suddivise in italiane, straniere e totali) nei comprensori turistici del Veneto partendo da quello Mare (seguiranno Città d’arte, Lago, Montagna, Terme). Periodo di riferimento 2000-2013 con il 2000 preso come anno base di confronto. Dati del 2013: arrivi: IT +14,9%; ST +6%; TOT +9,0%; presenze: IT -12,5%; ST +8,7%; TOT +0,5%.

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provincia di Belluno: bilancio demografico 2013 (tutte le tabelle)

14 Giugno 2014 Cadore - Dolomiti dati-provincia-belluno, demografia

A seguito dell’articolo di presentazione che riporta solamente la tabella del bilancio demografico 2013 con i comuni in ordine alfabetico, ecco di seguito la serie completa delle tabelle con i comuni ordinati per ordine alfabetico, saldo totale %, saldo naturale %, saldo migratorio %, popolazione in ordine crescente e decrescente e i grafici a barre della popolazione nei 69 comuni della provincia (con tutti i 69 comuni e con l’esclusione dei due comuni più popolosi di Belluno e Feltre).

(visto che siamo lozzesi si sottolinea per il borgo nativo l’ottavo peggior risultato a livello provinciale in termini di saldo totale con un -1,95%)

A scopo puramente indicativo, facendo riferimento ai 69 comuni costituenti la provincia di Belluno (nel frattempo Longarone-Castellavazzo e Quero-Vas si sono fusi), la media della popolazione per comune è pari a 3.035 abitanti; escludendo dal computo il comune di Belluno (35.993 abitanti) e Feltre (20.663 abitanti) la media scenderebbe a 2.280 abitanti per comune.

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