l’acqua e la fontana di Tamarì

fontana-di-tamarìDurante il mese di ottobre sono passato svariate volte per Tamarì, lungo la strada del genio, affiancando la fontana. Credo di poter dire che, fino alla generazione che rappresento, tutte le persone traggano da quest’acqua una percezione di sacralità.

Non solo perché l’acqua è di per sé un bene pubblico (anche se la si sta privatizzando). L’acqua di Tamarì è posta a metà strada, non tanto del percorso di salita carrozzabile, quanto del dislivello che si deve superare per giungere a Pian dei Buoi (1800 m), essendo essa a circa 1300 m sul livello del mare.

Da ragazzi (scuole medie) sceglievamo quasi sempre di salire all’altopiano via Tamarì, piuttosto che per Larzede, proprio per gustarci il rito dell’incontro con quest’acqua, che testimoniava (anche) il conseguimento di metà del percorso che sapevamo di dover compiere.


A farla breve, dovrebbe essere un riconosciuto simbolo da valorizzare.

Come si vede dalla fotografia, la fontana versa da anni e anni in uno status che non le si conviene, sempre ammesso che oggi si riesca ancora a dare un valore ai simboli acqua, territorio, ambiente e, specificamente, al simbolo Tamarì (come luogo).

Io ho catalogato e cartografato tutti i segni dell’acqua che hanno a che fare, in qualche modo, con le attività dell’uomo (credo siano tutti, se non altro la quasi totalità). Quindi conosco la posizione di tutte le sorgenti, i pozarache e i poz distribuiti sul nostro territorio comunale (ad oggi sono 98). Posso quindi dire che vi sono varie acque cariche di significati, ma quella di Tamarì è probabilmente quella più vicina ai nostri cuori.

Propongo quindi all’assessore all’ambiente la sistemazione della fontana di Tamarì, cosa che gli potrà, fra l’altro, garantire imperitura memoria. Uno sforzo da niente. Magari ricorrendo alla buona volontà di qualche ex muratore in pensione, dell’ANA o anche “freelance”. Il manufatto potrà essere delle dimensioni dell’attuale, o poco più grande, anche movibile.

Serve il progetto? Se il nostro ufficio tecnico non ha il tempo per farlo, perché le capacità le ha, si chiami a raccolta qualcuno fra i professionisti che si sono lautamente foraggiati alla corte dei lavori pubblici: potrà di certo cimentarsi, gratis, nell’esecuzione di un elaborato di tal difficoltà. Segnalo che progettini di fontanelle ve ne sono anche di pre-confezionati, che abbisognano solo della firma del professionista (peraltro, potendo la fontana essere “mobile”, non è poi detto che serva chissà quale istruttoria tecnica … ma non conosco a fondo la materia).

Segnalo inoltre che i Servizi Forestali sono piuttosto sensibili a certi argomenti e non manca loro la “flessibilità” per poter dar vita ad una fontanella di ottima fattura (anche nel quadro di altri lavori da svolgere). Uno di noi (intendo uno dei componenti il gruppo Antichi Sentieri che coordino), qualche tempo fa, dopo aver recuperato l’aga de Pecól (alla quale si abbeveravano anche i cavalli in esercizio lungo la strada del genio al momento della sua costruzione), visto che i Servizi Forestali erano nelle vicinanze, buttò lì la richiesta: “no podaressà fei su con doe pere n tin de bordo ntorno l’aga?”.

Oggi non ci sono più cavalli che vi si abbeverano, ma la memoria dell’acqua, che è ciò che più mi interessa, c’è ancora, con una dignitosa bordura di pietre faccia a vista che la raccoglie. Grazie anche ai Servizi Forestali ed alla loro disponibilità. Inteso?

Nella sezione “per l’ambiente e l’arredo urbano” del programma elettorale del gruppo “Per la Gente di Lozzo”, fra i lavori previsti si può leggere:

“realizzare una nuova, semplice e graziosa fontana a Tamarì, monitorando nel contempo il flusso idrico e l’integrità della sorgente”;

Su, da bravi, fatelo voi. Un piccolo lavoro destinato à fei n gran susuro. Ci contiamo.