BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

il galoppino gedi affacendato…

16 Giugno 2021 Giornalando giornalando, la-corriera

Si chiama ottimizzazione intragruppo: il galoppino gedi, come un rider qualsiasi addetto alla consegna a domicilio di pizza e sushi, si alza la mattina e sa che deve sinergizzare le fandonie confezionate dai giornalai nelle stalle del gruppo. 

Capita quindi, e questo è solo uno dei millanta esempi, che ti consegnino un tweet il cui commento si riferisce alla vicenda che vede coinvolto in Sudan l’imprenditore Zennaro, con la strillata “Ecco il riassunto della sua odissea”, seguito dalla foto di un autogrill e dal relativo link “Autogrill, parte l’aumento da 600 milioni, dai Benetton 300 milioni: ecco a cosa serviranno”.

Che sia un errore dovuto alla mancanza di rilettura è ovvio: ma è ancora lì. Perché è ancora lì? Perché nessuno ha interagito (zero cuoricini, zero risposte, zero retweet, zero condivisioni) e quindi è diventata acqua passata sotto i ponti. Resta il fatto che è come se ti portassero la scatoletta del sushi e dentro ci fosse la semola che si dà alle galline (o viceserva…).

Ma che il problema sia l’ottimizzazione intragruppo lo si vede meglio dal secondo esempio – “Buongiorno, ecco la prima pagina del Corriere delle Alpi di oggi, martedì 15 giugno” – cui fa seguito la prima de il Mattino di Padova. Ma qui arriva in aiuto un benevolo viandante che lancia l’allarme: “Attenzione, è la prima del Mattino di Padova“: così all’affacendato galoppino tuttofare, già avviato sulla via lastricata di sinergia, suonano lamentevoli gli allarmini e si accendono svogliatamente le spiucce che gli consentono di sinergizzare meglio il tripudio di attività che è chiamato a svolgere.

Che i giornalai siano poco più di predicatori ammuffiti lo si sapeva, ma anche i galoppini tuttofare non sono più quelli di una volta. 

L’INCUBO CHE RITORNA

12 Giugno 2021 Attualità giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

A pensarci bene, stiamo veramente diventando una Italia da operetta. Lo scorso 27 Gennaio, da queste colonne, scrivevo l’articolo “Al peggio ormai non c’è limite” paventando i tentativi di taluni personaggi ‘politici’ di riesumare la figura del “Re di denari” brianzolo, proponendolo come futuro Presidente della Repubblica. Parlavo di un sogno deprimente, pieno di incubi che avevo fatto a tale riguardo, con corollario di risveglio di soprassalto e pieno di sconcerto al solo pensiero che una tale evenienza potesse veramente concretizzarsi. E riassumevo il curriculum di tale ipotetico candidato manifestando tutte le mie incredulità di fronte a tanta improntitudine della politica-politicante… Elencavo soltanto alcune delle più eclatanti vicende legate al noto tycoon, vicende che evidentemente sono scomparse dalla memoria dei molti “Bruneri e Cannella” italiani. Ecco, di tali doverose rimembranze, una breve sintesi:

  1. questi i personaggi dei quali il nostro si era e si è attorniato: i Previti, i Dell’Utri, i Verdini, gente che le patrie galere le ha conosciute (seppur, ahimè, per troppo poco tempo, soprattutto per via dell’età);
  2. la compravendita di parlamentari quali i Scilipoti, i Razzi, i De Gregorio (quest’ultimo, per sua stessa ammissione, reo di essere stato ‘comprato’ a suon di milioni);
  3. tutta una serie di leggi ad personam votate dalla claque per sfangare la galera al personaggio che ora si vorrebbe assiso al colle più alto di Roma;
  4. i processi tuttora in corso con accuse infamanti quali la corruzione con l’ipotesi di “acquisto di testimoni”. E di questo si sta tirando per le lunghe con certificati medici del duo Zangrillo-Ghedini, che documentano la precarietà della salute dell’indiziato-convocato, inidoneo a sostenere il dibattito in sede di Giudizio (salvo poi intervenire nel dibattito politico con rinnovata energia…);
  5. L’attenzionamento dell’Autorità Giudiziaria per ipotesi di reati gravissimi con presunti coinvolgimenti in relazione a fatti eversivi (leggi: processi a Dell’Utri quale ipotetico “trait d’union” fra certa ‘politica’ e mafia).

Nella elencazione, a questo punto mi fermo per ragioni di economia di spazio, non certo per mancanza di materiale… ‘probatorio’.

Prima di svegliarmi di soprassalto, avevo sognato con raccapriccio anche la composizione del nuovo governo instaurato dal nuovo president-tycoon, fra i membri del quale spiccavano i nomi di Salvini Matteo (presidente del Consiglio), di Verdini Denis (vice presidente), di Dell’Utri Marcello (min. della Giustizia), di Previti Cesare (min. della Difesa), di Messina Denaro Matteo (min. del Tesoro), di Minetti Nicole (min. delle pari opportunità), di Rubacuori Ruby (min. delle politiche agricole), di Graviano Giuseppe (min. degli interni), di Letizia Noemi (min. dell’Istruzione) e… via di questo passo. Qualche strapuntino era poi riservato anche al “Bomba di Rignano” ed ai suoi pochi seguaci.

Insomma, una autentica fattoria di Orwell, tutt’altra cosa rispetto all’Italia di Mazzini, Cavour, D’Azeglio, De Gasperi, Moro ecc.

Ma ora veniamo al presente al fine anche di verificare quanto sia stato “precursore” lo scritto dello scorso 27 Gennaio. In questi giorni il ‘Capitano’, che si rifà al fantomatico Umberto da Giussano, sta sfornando a getto continuo disegni politici dalla visione inimmaginabile ai comuni mortali. Forse, ossessionato dai sondaggi che danno la on.le Giorgia Meloni ed il suo FdI in pericoloso avvicinamento alle ipotetiche risultanze elettorali della Lega (ormai scevra da vincoli localistici e ‘nordisti’), egli pensa di esorcizzare l’egemonia prossima-ventura degli eredi dell’uomo di Predappio con un mercimonio, uno scambio davvero parto di menti imperscrutabili e machiavelliche. In buona sostanza il multiforme “Felpato” sta lusingando il narcisismo del Cainano proponendogli questo accordo: “tu mi dai il tuo partito ormai mal ridotto (o mi approvi una federazione con gruppi parlamentari unici) ed io, in cambio, ti appoggerò per la tua ascesa al Colle”. Un patto che assicurerebbe al Felpato di conservare la primogenitura nella destra sovranista e quindi l’assunzione alla presidenza del Consiglio e all’Arcoriano la tanto desiata ascesa al Quirinale.

Io sono tra quelli che non considerano un tale disegno come uno scherzo di cattivo gusto anche se, dati i trascorsi dell’ottantacinquenne proposto per il Colle, “titolare” di una caratura negativa non facilmente imitabile, e pertanto non ritenuta credibile dai più…

Io prendo molto sul serio una tale deprecabile eventualità giacché mi baso su alcuni dati di fatto che mi fanno molto meditare e che sono:

  1. la insistenza del “Felpato’ nell’incensare il Presidente Draghi tanto da preconizzare che l’attuale governo debba durare fino alla scadenza della legislatura e così eliminando l’ex president BCE dalla corsa al Quirinale (elezioni presidenziali fra 8 mesi, nel Febbraio 2022, mentre la scadenza naturale della legislatura è fissata al 2023…);
  2. la cordiale intesa fra i due Mattei (i voti del rignanese sarebbero indispensabili per l’elezione del pregiudicato al Colle). Italia Viva non gode di buona salute ma dispone di ben 45 voti da vendere al miglior offerente, e chi meglio del Berlu?;
  3. colpisce il fatto che si susseguano in questi giorni le prese di posizione di molti esponenti ‘destrosi’, i quali inneggiano imperterriti all’acume politico del grande statista brianzolo che, nella sua vecchiaia, dimostrerebbe grande moderazione e visione politica di alto profilo (sic!); e lo voterebbero anche i fuoriusciti da FI da Toti a Biancofiore e tanti altri;
  4. stupisce che la Meloni, solitamente più riflessiva e prudente del ‘Felpato’, a “Nonelarena”, a precisa domanda di Gilletti, abbia risposto che sì, il vecchierello Berlusconi avrebbe tutti i numeri e le qualità per ricoprire il massimo incarico della Repubblica. Che delusione!! Ed il prode Giletti non ha fatto una piega… Perfino un uomo navigato come l’ex ministro Urbani pare approvare le giuste ambizioni berlusconiane;
  5. per finire, lo stesso Berlusca ora parla di Luigi Di Maio come di giovane intelligente e preparato, mentre nel recente passato definiva l’attuale ministro degli Esteri come “uno scappato di casa”, uomo senza arte né parte. Che si tratti di tentativo di avere anche da quella parte l’appoggio per l’ambito incarico? Di voltafaccia l’arcoriano è maestro…

Ecco, in estrema sintesi, i motivi per i quail credo che il pericolo di vedere la più alta carica dello Stato in tali mani (tra le altre prerogative il Capo dello Stato è anche il Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura…) sia reale e non vada sottovalutato.

CONSIDERAZIONI:

Leggo i commenti dei Media, tutti increduli e convinti che si tratti di cose da ascrivere nel libro dei sogni dell’interessato e dei suoi supporter. Evidentemente, il narcisismo obnubila ogni senso della decenza e della realtà fattuale. Penso che non si debba scherzare con le Istituzioni e che Palazzo Chigi in mano a Salvini ed il Quirinale in mano al “ Pregiudicato/Riabilitato” darebbero l’immagine plastica di una Italia Repubblica “bananiera”. L’impreparazione, la dabbenaggine dell’uno farebbero il paio con la carriera piena di ombre e di negatività dell’altro. Riverberare il ventennio berlusconiano con l’orgia di provvedimenti pro-domo-sua ed una condotta presumibilmente non improntata su “disciplina e onore”, come richiesto dalla nostra Carta Costituzionale, sarebbe cosa macroscopicamente volgare ed intollerabile; ed il vedere la cattedra quirinalizia, già occupata da Einaudi, da Pertini e da Ciampi, occupata, dal prossimo Febbraio, dall’ex cavaliere apparirebbe cosa veramente alla portata soltanto di gente di bocca buona e di stomaco forte.

Lago del Sorapis in pericolo: i ghiacciati si stanno riducendo!

28 Maggio 2021 Cadore - Dolomiti, Giornalando giornalando, scripta-manent

Già con il titolo non si parte benissimo: “nuovo allarme per le acque color turchino“. 

Come se l’allarme si palesasse per il colore turchino assunto dalla acque, che prima si può supporre siano state cristalline e ora siano diventate, appunto, “color turchino”.

Ma c’è un altro goffo errore nel titolo: turchino. Turchino è l’azzurro scuro o blu (“Treccani lo definisce azzurro cupo”…). Turchese, testa di birillo, turchese è il colore di quelle acque (come ben si vede in qualsiasi foto di quel lago, come nella panoramica riportata alla fine di questo post). Che poi, di quella foto, scrivono che sia d’archivio: archivio un cazzo, è la prima che ti esce su Google immagini.

Andiamo avanti.

Nel sottotitolo: “I ghiacciati si stanno riducendo…“: ma in compenso, e per fortuna, signora mia, i bruciati stanno aumentando.

Si parte in stile “amaro Montenegro”: “Il lago Sorapis è in pericolo: i ghiacciai sono in continuo ritiro e la biodiversità è a rischio estinzione.“. La notiziona è che i ghiacciai si stiano ritirando: anni e anni di ricerche non sono state vane. La cosa che più preoccupa, però, è l’estinzione della biodiversità: non già, dunque, l’estinzione delle specie, dal cui numero prende vita il concetto di biodiversità, ma l’estinzione di quest’ultima, come se spargessimo plutonio attorno e in mezzo al laghetto e stessimo a vedere l’effetto che fa.

La signora Maria, dall’ultimo dei banchi, alzando il dito (non vi rileviamo quale), sostiene che se togliessimo il tappo al laghetto ottenendo con ciò il suo prosciugamento, daremmo il via ad un cambio di biodiversità che sarebbe biodiversa dalla precedente (negando con ciò che si possa giungere, senza plutonio, ad una sua estinzione). Certo, non potremmo più specchiarci nelle acque color turchino, oooops, turchese, ma che problema c’è.

Veniamo all’autorevolezza (sia mai che queste rivelazioni giungano da fonti screditate).

“Stavolta (al corriere piacciono le espressioni familiari)  l’allarme arriva da tre fonti autorevoli: il Muse di Trento (il Museo delle scienze di Trento), l’Università di Milano e il Parco Naturale delle Dolomiti d’Ampezzo.“. Anche prima di stavolta, a onor del vero, certuni e talaltri avevano messo il dito nella piaga, ma mancava loro la necessaria autorevolezza. Tipo quella dell’Imperial College di Londra che calcolava uno sterminio di stampo nazista dovuto al coronavirus: si sono poi affrettati a strillare che trattavasi di worst scenario, sulla scia dei grandi pensatori del passato: nel lungo periodo saremo tutti morti.

Di vari atenei sparsi sul globo non si contano le puttanate previsioni azzardate, in vari ambiti, che hanno accompagnato il loro fulgido percorso di disvelata conoscenza: ma da noantri le università sono sempre autorevoli e, immancabilmente, prestigiose (va detto che, per questa occasione, il prestigio è rimasto nel cilindro del giornalaio). L’autorevolezza del Parco non è però qui messa in discussione, essendo il padrone del  vapore e dell’oggetto di culto di cui gli altri soggetti autorevoli sono chiamati a valutarne lo stato di salute.

Ogni scarrafone è bello a mamma sua.

Fatto si è che il lago turchino, oops, turchese del Sorapis e i ghiacciai (be’, insomma, i pezzi di ghiaccio) che lo alimentano “rappresentano un ambiente sempre più vulnerabili“. (anche qui: un ambiente… vulnerabili è un po’ come siamo una squadra fortissimi: ogni tanto cambiatelo no!, quel cazzo di cane che usate per scrivere ‘ste robe).

Tale Michele Da Pozzo, direttore Parco delle Dolomiti d’Ampezzo, spiega. «Da qualche tempo il turismo è andato aumentando. I cambiamenti climatici e la sempre maggior frequentazione di certi ambienti dolomitici hanno investito in maniera accelerata questo territorio, ponendoci di fronte a problemi seri di conservazione e dubbi sulla sostenibilità della frequentazione turistica».

 Be’ dai, oltre al crollo demografico abbiamo un altro problema con cui esercitare l’opponibilità del pollice e stuzzicare le impigrite sinapsi. 

Siamo presi tra due fuochi: “se da un lato i cambiamento (i cambiamento: è sempre quel cazzo di cane che non funziona. Ribadisco: ogni tanto cambiatelo!) climatico sta riducendo i tre ghiacciai (il che potrebbe portare perfino alla sparizione del lago)“… . Capite di quale disastro potremmo essere spettatori? Non solo corriamo il rischio che la biodiversità si estingua, ma anche l’esistenza stessa del lago in quanto lago è in forse (se solo il cambiamento climatico si desse un po’ più da fare, costringendo i ghiacciai, tre, a ridursi ancora).

Potrebbero, gli autorevoli studiosi, in assenza dei ghiacciai, confermarci almeno la possibilità di vedere il lago per un breve periodo a seguito dello scioglimento della neve, chessò, fino alla prima settimana di luglio, o dobbiamo temere che la neve sublimi privandoci anche di codesta misera speranza?

Dicevamo di essere tra due fuochi: oltre all’ablazione dei ghiacciai, “a complicare il quadro ci sono proprio i vacanzieri. Soprattutto quelli «cafoni». «Si tuffano nel Sorapis e fanno fare il bagno ai loro cani – prosegue Da Pozzo – col rischio di alterare l’equilibrio delle acque. “.

E’ come la pubblicità del panettone: tuffati nel Sorapis, è morbido!

Gli esperti del settore sanno benissimo che il turista è un viaggiatore andato a male: sì, è lo stato decomposto o in via di decomposizione del viaggiatore (che è per natura progressista). Questo è il turista. Se poi il turista è anche “cafone”, capite con quale genìa abbiamo a che fare a quelle altitudini?

Che poi, davvero, li ho visti io, quei cafoni, tuffarsi nelle acque turchine, oops, turchesi, addirittura senza muta (l’acqua di fusione dei ghiacciai è, risaputamente, tiepida, financo calda), per poi sdraiarsi sull’afosa riva e sorbire il mojito d’ordinanza. 

Sì, è vero, qualcuno giracchia con l’acqua fino al ginocchio sollevando il limo bentonico rompendo, effettivamente, i coglioni alla biodiversità. E risponde al vero che anche i cani, anche loro senza muta, lasciati liberi dai rispettivi proprietari (intenti a bersi il mojito) si facciano il bagno rincorrendo bonariamente i lucci, le carpe e, talvolta, anche Nessie. Tutto vero.

Che fare, dunque?

“di certo occorre frenare l’afflusso turistico. Lo stiamo facendo sia attraverso i divieti di balneazione e i controlli da parte della Forestale, sia rendendo meno comodo raggiungere l’area. Proprio per questo abbiamo accantonato il progetto di allargare il parcheggio sul passo Tre Croci».

Colpo di genio 1: divieto di balneazione. Da quando è stato introdotto il divieto di rubare… furti e rapine a zero. Per i renitenti, controlli della Forestale. E’ bello sapere che la Forestale vigila (e poi lo fa con mezzi sostenibili: le e-bike). E poi sei mesi di galera, immersi fino ai coglioni -compresi-, nell’acqua di fusione del ghiacciaio (per l’altro genere, quello sprovvisto di coglioni, è allo studio una misura di pari severità).

Ma il colpo di genio 2 è super: rendere meno comodo il raggiungimento dell’area. Come? Accantonando il progetto di allargare il parcheggio sul passo.

E qui, il genio, sovrastato dalla sua stessa genialità, non comprende che ha la soluzione definitiva (e geniale) a portata di mano: non solo fare a meno di allargare il parcheggio (che di per sé è un’idea del cazzo), ma togliere quelli esistenti (o limitarli al minimissimo), oltre a mettere a lato strada, lì dove ci sono le piazzole, massi di corporatura ciclopica quel tanto che basta per impedire il parcheggio delle auto evitando che si possano spostare all’uopo.

Attenti però ai turisti, soprattutto a quelli cafoni, che potrebbero spingere FlixBus ad organizzare spedizioni ad hoc, con servizio di monitoraggio e allertamento antiforestale e, naturalmente, offerta di tavole da surf per una più appagante cafocanza.

se il vaccino non va da Maometto…

25 Maggio 2021 Criticarium Itaglia, Giornalando covid-19, giornalando, supercazzole

Tra le puttanate odierne diffuse dai giornalai vi è la storia, inquadrata nella dichiarata pugna indefessa al virus,  riassumibile nello slogan “Vaccino, caccia ai 60enni «fantasma»”. Sul groppone di tali 60enni peserebbe l’onta di non essere riusciti a immunizzarsi prima (partecipando a orge con contagiati certificati?) e di non essersi prenotati ora.

Può anche essere che la categoria 60enni sia più riluttante delle altre a farsi marchiare come un vitello: non si sentono ancora vecchi ma hanno la palese certezza di non essere più giovani. Se quelli con meno di 50 anni se ne possono sbattere allegramente del virus, dai 50 in su e, segnatamente, oltre i 60, un po’ di prurito al culo ti viene.

Resta il fatto che io, quasi 61enne, per almeno 12 giorni (ma forse sono 15) mi sono collegato quasi tutti i giorni dalle 4 alle 5 volte per prenotarmi ma, salvo due circostanze, nelle quali vi era disponibilità a Feltre e in Alpago, la risposta del “sistema” per il Cadore è sempre stata DISPONIBILITA’ ESAURITA.

Ora, il sistema di prenotazione è stato progettato e realizzato, senza alcun dubbio, alla cazzo di cane: perché se c’è la presenza di una coda, come in questo caso, tu mi devi dare una qualche indicazione stimata di quanto sia lunga, altrimenti io – suddito – o ti mando in tanta di mona o devo reiterare enne volte la mia richiesta/tentativo sulla scia di “riprova sarai più fortunato”. E’ come se davanti a un semaforo rosso tu non sapessi entro quanto tempo tornerà il verde: potrebbe passare un minuto, un’ora, un giorno, un mese, un anno. 

E proprio oggi devono aver aperto i cancelli alle vacche perché, finalmente, il sistema -progettato e realizzato alla cazzo di cane (tengo a sottolineare questo variopinto aspetto organizzativo)- mi ha permesso di conquistare l’agognata prenotazione, e così spero sia di voi!

(geniale, poi, oltre ogni aspettativa – anche in ambito circense -, l’idea di sollecitare i medici a telefonare ai propri assistiti per invitarli alle sedute spiritiche vaccinali: un’altra gigantesca puttanata della quale non si sentiva proprio alcun bisogno)  

mi si è allungato del 1.567%

15 Maggio 2021 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni turismo-cadorino

Divagazioni attorno all’incremento delle ricerche del termine “San Vito di Cadore” su Google Trend a seguito della messa in onda della “telenovela” “Un passo dal cielo”. Chiedo scusa per alcune incertezze nel discorso ma, come si vede, è una registrazione “a braccio” e senza montaggio.

Verso la fine, riferendomi a Cadore e Pusteria, parlo di “termine cliccato”: va inteso come “termine ricercato”. Il dato delle presenze turistiche della Pusteria non è di 8 milioni (era, ma i nostri “cugini” corrono…) ma, nel 2019, di 10.400.000; gli altri dati, sempre riferiti al 2019, sono invece sostanzialmente corretti.

campioni (di morte) del G20

12 Maggio 2021 Criticarium Itaglia covid-19

Si lo so, da campioni del mondo a coglioni del mondo è stato un attimo. Ma se si guarda al G20,  fa ancora più senso. Anche perché quest’anno il vertice si terrà in italì a ottobre (se c’arriviamo interi). Dunque il “G20 è il foro internazionale che riunisce le principali economie del mondo. I Paesi che ne fanno parte rappresentano più del 80% del PIL mondiale, il 75% del commercio globale e il 60% della popolazione del pianeta.”

Allora ho preso i paesi del G20, più qualche altra frattaglia europea, e li ho messi vicini-vicini per vedere l’effetto che fa: agevolo l’animazione per i più curiosi. 

Non ci siamo fatti mancare niente: dai lockdown diversamente duri a quelli variopinti e quasi camaleontici: la vertigine raggiunta con il rosso “rafforzato” ha oscurato anche Ionesco. Abbiamo fottuto interi comparti produttivi con serrate da peste bubbonica. Mentre l’accoppiata di coglioni  5 stalle/piddoni si trastullava sul numero di ruote che avrebbero dovuto avere i banchi scolastici, la scuola rincorreva il record di giornate di chiusura dell’intera galassia.

Abbiamo intercettato i pericolosissimi runner dei parchi e siamo andati a stanare con i droni gli escursionisti in solitaria verso le cime dei monti; con gli elicotteri abbiamo braccato i bagnanti (IL BAGNANTE, perché quella volta ce n’era uno solo: idioti del cazzo). Poi è arrivato il coprifuoco, e non se n’è ancora andato, ché se lo si toglie il virus ne potrebbe approfittare!

Tutto questo, telegraficamente descritto, per essere lassù, primi tra i G20 nel confezionare e dispensare morti. Come si usa dire ultimamente, “io boh, ma anche voi, mah”.

 

Morti confermate covid-19 paesi del G20 per milione di abitanti tra il 22 gennaio 2020 e l'11 maggio 2021

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