BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

A PROPOSITO DI ELEZIONI AMMINISTRATIVE

26 Agosto 2020 Botanico Palazzo cagliostro-2, la-parola-ai-lozzesi

(ci fu un tempo, è passato più di un lustro, nel quale “Cagliostro” interveniva su queste “colonne” commentando i fasti e i nefasti legati al Botanico Palazzo e, più propriamente, ai polpettoni sfornati dagli amministratori di lunghissimo corso che abbiamo avuto la ventura di avere tra quelle mura. Un profluvio di precetti e visioni avanguardiste, quelli prodotti nel Palazzo, che Cagliostro si dava pena di setacciare per trarre il poco grano dalla tanta, tanta, tanta pula. Ora un suo emulo, “Cagliostro 2”, vuole far rivivere quelle indimenticabili “fastosità”, rompendo il ghiaccio con un breve intervento avente per tema la prossima tornata elettorale e la mancata apparizione di colui che ci avrebbe dovuto condurre alla salvezza…)

di Cagliostro 2

Da qualche ora circola sul Web questo incredibile, ‘fantasmagorico’ messaggio (qui riproposto pedissequamente, lacunosa punteggiatura compresa):

“Ciao @@ ti chiedo un favore: a Settembre ci saranno le elezioni amministrative, verrà presentata anche una lista che si chiamerà ‘Per Lozzo’ di cui faccio parte anch’io come capolista. E’ importante che ci siano almeno due liste, dopo non importa se non prenderemo voti, ma perché sia valida deve essere accettata dai lucensi attraverso la firma di una lista di accettazione presso il Comune. Cortesemente potresti firmare anche tu e fare passaparola. Grazie mille”.

C O M M E N T O:

Credo che il contenuto di un tale appello si commenti da solo, vuoi per la forma in un italiano claudicante, vuoi per la vacillante conoscenza (meglio, misconoscenza) della normativa in materia di legge elettorale. Tra l’altro, si equivoca fra ‘candidato sindaco’ e ‘capolista’, che non sono proprio la stessa cosa… Quello che balza, comunque, evidente all’attenzione del lettore-destinatario dello strano appello è la chiara presa di coscienza circa la necessità della presenza della così detta ‘lista civetta’ al fine di evitare il pericolo del mancato, ennesimo raggiungimento del quorum. Ma i fiorellini necessitano di un letterale richiamo. “… dopo non importa se non prendiamo voti (?), ma perché sia valida (soggetto: la lista??!!) deve essere accettata dai lucensi (lozzesi?) attraverso una lista di accettazione presso il comune…”. Qui, evidentemente, si confonde la auspicata ed ipotizzata seconda lista atta ad esorcizzare il salvataggio del quorum con le firme di presentazione a sostegno di ogni singola compagine che si propone al confronto elettorale, e ciò da parte, se non vado errando, di almeno 30 cittadini aventi il diritto di voto.

Non c’è che dire!! Se tanto mi dà tanto, siamo davvero ben messi!!!…

INTEGRAZIONE DI QUANTO SOPRA SCRITTO A SEGUITO DELLA MANCATA PRESENTAZIONE DI CANDIDATURE ALLE ELEZIONI COMUNALI…

Oggi, 24 Agosto 2020, leggo sul Gazzettino un articolo-intervista di Loredana Marsiglia, la quale tenta una diagnosi sulle cause della mancata presentazioni di candidature e sulla disaffezione della cittadinanza verso la Istituzione della Rappresentanza Consigliare della Collettività locale. Si tratta di un vistoso rilievo dato all’argomento con un richiamo in prima pagina ed una serie di interviste e commenti a pagina 8 (“Nord-Est”) ed un dettaglio anche in prima pagina della cronaca Bellunese. L’eloquente titolo “Lozzo, dove nessuno vuol fare il sindaco” appare subito fuorviante in quanto, secondo voce corrente sulla piazza, almeno due, se non tre, ‘personaggi’ locali erano disponibili a candidarsi per lo scranno più alto di Palazzo Venzo.

L’unica condivisione possibile sulle varie interviste effettuate, a modesto parere di chi scrive, è quella rilasciata dal parroco laddove manifesta amarezza e parla di “brutto segno per la comunità”. Per il resto, dalla lettura del ‘vistoso’ pezzo della giornalista, si può arguire tutta una serie di opinioni, alcune fuorvianti, altre chiaramente opinabili e/o di parte. In primis, a detta di alcuni degli intervistati, viene artatamente sottolineato che la situazione deprecabile sarebbe “colpa della condanna della Corte dei Conti”. La storia, l’intera, incresciosa ‘querelle’ ha avuto sviluppi ormai di durata pluridecennale e le contorte, complesse vicende hanno visto protagonisti, in negativo, parecchi soggetti via via succedutisi in qualità di pubblici amministratori.

Ora, per farla breve, non si può far intendere che chi è stato condannato a risarcire un danno erariale notevole è stato vittima di chissà quale ingiustizia, mentre -magari- chi ha segnalato la cosa nelle sedi opportune e si è visto riconoscere come reale la ipotesi di reato supposta e ventilata, sia da considerare alla stregua di un malfattore e responsabile della disaffezione attuale per l’amministrazione della Cosa Pubblica. Insomma, a Lozzo vige attualmente l’assunto che chi segnala le ipotesi di reato è un malfattore, mentre chi, in buona o cattiva fede, i provvedimenti illeciti o illegittimi li ha posti in essere è da considerarsi alla stregua di un povero martire. Nessuno, neppure il medico di base, aveva consigliato a chi non era in grado di amministrare con oculatezza il bene pubblico (escludendo e facendo sempre salva la buona fede dei singoli) di assumere cariche per le quali o non era preparato e conscio di quello che andava a votare o, peggio, era portato a valutare le cose con una dabbenaggine al limite della incoscienza.

Per me l’articolo, non certo per colpa della giornalista, è veramente fuorviante. La sig.ra Marsiglia avrebbe dovuto comunque sentire una più ampia platea di cittadini, espressione di una più variegata opinione pubblica. Una sola voce fuori dal coro è ben poca cosa… Colgo soltanto alcuni passaggi. Tale Fiori Del Favero dice, ad esempio, di essere uno dei sette (a me risultano nove!) che pagarono di persona e dice “…che non è certo stato un messaggio incoraggiante per chi ha voglia di amministrare”. Caro Signore, per amministrare non basta la ‘voglia’, occorre anche un minimo di preparazione e di discernimento circa gli atti che si vanno a compiere nell’interesse pubblico; altrimenti torniamo all’assunto circa il…”mancato consiglio del medico”…

Del tutto estemporaneo appare poi il riferimento a quanto asserito dall’ultimo sindaco, Manfreda Mario, il quale parla di “forte presenza della magistratura, in tutte le sue articolazioni, amministrativa, contabile e penale” ed aggiunge “Qui anche se cade una frana si va sempre a caccia di un responsabile. Per carità, è giusto indagare e fare chiarezza, ma questo mette paura. Troppe responsabilità…”. A modesto parere di chi scrive, il Pubblico Amministratore deve sempre agire con trasparenza, alla luce del sole, sentire sempre l’opinione degli amministrati, anche con la indizione di pubbliche assemblee a tema ed agire poi di conseguenza con “scienza e coscienza”. Il ‘Palazzo’ non è Cosa di proprietà degli amministratori pro-tempore; non è, come diceva un assessore di qualche tempo fa, “Ora ci siamo noi e comandiamo come meglio ci aggrada”.

L’adire alla Magistratura, in certi casi, risulta cosa doverosa e necessaria, soprattutto da quando i Controlli degli atti di Giunta e Consiglio, da parte delle minoranze consiliari, sono diventati ben poca cosa, data, ad esempio, l’assenza del controllo di Legittimità (leggi ex CORECO) e, al di là di interpellanze, mozioni e interrogazioni (spesso dalle maggioranze prese alla leggera, se non proprio disattese), all’esponente della Opposizione, con questi chiari di luna, resta (resterebbe) solo la facoltà di agire a proprie spese ed a suo personale rischio. La disaffezione richiamata nell’articolo, molto probabilmente, dipende in gran parte dall’aver esercitato, da parte di taluni (collegialmente considerati), il potere con un certo qual ‘paternalismo’, se non proprio con la concezione del proprio ruolo svolto in modo autoreferenziale…

Il Sentiero del Pastore

16 Agosto 2020 Cadore - Dolomiti cai, dolomiti, sentieri

Quando un pezzo della rete sentieristica di un tempo viene recuperato e reso disponibile ai più, è sempre una festa. Nella descrizione del video i link di approfondimento, con l’articolo di Gianfranco sulla vita di Celio Da Deppo Bianchi, al quale il Sentiero del Pastore è dedicato, pubblicato su Altitudini. 

Cadore: bilancio demografico 2019 a -7,1 per mille (-8,9 Centro Cadore, -7,4 Comelico, -4,5 Val Boite)

14 Luglio 2020 Cadore - Dolomiti cadoriadi, demografia

L’Istat ha reso pubblici i dati del bilancio demografico del 2019 (come sempre, i dati sono definiti provvisori, ossia “definitivi ma suscettibili qua e là di aggiustamenti); qui i dati del bilancio demografico del 2018).

In vetta alla classifica paesana del tracollo demografico troviamo Lozzo con -25,6‰ seguito da Calalzo e Ospitale entrambi a -18,3‰; sul versante della “ripresa” demografica va segnalato lo strepitoso +34,0‰ di Borca seguito dal +14,2‰ di Perarolo e dal +13,1‰ di San Vito. A livello comprensoriale anche quest’anno è il Centro Cadore a registrare il peggior risultato con un saldo totale di -8,9‰ (nel 2018 -11,3‰), seguito dal Comelico-Sappada (*) a -7,4‰ (nel 2018 -2,6‰) e dalla Val Boite con -4,5‰ (nel 2018 -3,7‰). 

Nei tre comprensori i saldi naturali sono stati: Centro Cadore -6,4‰, Comelico-Sappada -7,7‰, Val Boite -5,5‰; quelli migratori sono stati: Centro Cadore -2,1‰, Comelico-Sappada +0,4‰, Val Boite +1,0‰.

Il Cadore chiude il 2019 con un saldo totale di -7,1‰ (nel 2018 -6,8‰), un saldo naturale a -6,4‰ (nel 2018 -6,4‰) e un saldo migratorio a -0,6‰ (nel 2018 -0,4‰). Provincia di Belluno a -4,7‰ (nel 2018 -3,1‰), Provincia autonoma di Bolzano a +3,0‰ (nel 2018 +6,5‰), Provincia autonoma di Trento a +2,7‰ (nel 2018 +2,2‰), Veneto a -1,3‰ (nel 2018 +0,4‰), Italia a -3,1‰ (nel 2018 -2,1‰).

Io calo, tu cali, egli cala…. noi caliamo.

(*) Nota bene: i dati di Sappada, ancorché passata al FVG, sono stati mantenuti per garantire la coerenza con i bilanci demografici degli scorsi anni.

Bilancio demografico 2019 Centro Cadore, Comelico-Sappada, Val Boite

Impatto del COVID-19 sui decessi in Italia: 01 marzo – 31 maggio

13 Luglio 2020 Attualità, Criticarium Itaglia covid-19

Dal canale youtube di LiberiOltre:

Nuovo aggiornamento fornito dall’Istat sui decessi nel 2020. I mesi considerati sono marzo, aprile e maggio.

Abbiamo aggiunto i grafici per età. Così come alcune regioni italiane non sembrano aver subito alcun danno demografico allo stesso modo le fasce di età sotto i 55 anni

FONTE: Istat
COPERTURA: 92% dei comuni italiani

Popolazione minorile 2012-2019: a Lozzo di Cadore -30,5% (BL -9,1%; Veneto -4,0%, Italia -3,2%)

1 Luglio 2020 Cadore - Dolomiti, Dati e numeri utili cronache-lozzesi, dati-numeri-utili, demografia

Openpolis ha pubblicato Il grave calo della popolazione minorile in Italia, articolo nel quale si esamina la situazione attuale e il trend 2012-2019 della popolazione minorile (età compresa tra 0 e 17 anni) nelle regioni d’Italia, cui si rimanda per gli eventuali approfondimenti del caso. 

Curiosità ha voluto che cercassi il dato per il paesello e… ohibò, -30,5%. Per Lorenzago ho poi trovato un +12,66% (l’unico con Sappada ad essere positivo nel periodo considerato). Verificati i dati per i due paeselli direttamente su Demo Istat, tutto vero…, pubblico di seguito una tabella riassuntiva relativa ai comuni delle unioni montane Centro Cadore, Comelico e Valle del Boite.

In relazione al calo della popolazione minorile nel periodo considerato a Lozzo spetta la prima posizione, seguito da Borca (-27,4%) e Calalzo (-27,1%). Nella seconda tabella le prime venti posizioni relative ai comuni veneti (va detto che per alcuni comuni non si dispone del dato 2019 per cui sono esclusi dal confronto) tra le quali Lozzo ricopre la settima. A livello nazionale (i dati sono liberamente scaricabili dall’articolo di Openpolis citato) il paesello è in 285a posizione su 7821 dati certi (8230 i comuni totali): cioè ci sono 284 comuni messi peggio di noi e 7.536 comuni messi meglio (detto diversamente, tanto per far capire da che parte stiamo, fatta 100 la posizione 7821, Lozzo ricoprirebbe la posizione 3,64).

Popolazione minorile: variazione % nel periodo 2012-2019 per i comuni delle unioni montane Centro Cadore, Comelico e Valle del Boite

Popolazione minorile 2012-2019: prime 20 posizioni per calo tra i comuni della Regione del Veneto (tratta da Openpolis)

Il minatore e il gelataio: ovvero la vita in Catubrioland nel 1800 (libro)

4 Giugno 2020 Cultura giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

(tratto dalla prefazione del libro di Giuseppe Zanella: Il minatore ed il gelataio – Ovvero: la vita in Catubrioland nel 1800, Pieve di Cadore, Tipografia Tiziano, Marzo 2020)

Prosegue anche quest’anno il colloquio con i miei 25 lettori di manzoniana memoria e lo faccio con la ‘proposta’ del presente volumetto i cui contenuti, almeno in parte, risultano in linea con quelli trattati nel libro “Il Cadore ed i suoi migrantes”. Anche nel presente lavoro, infatti, viene posta in risalto la tematica della emigrazione, retaggio della condizione di miseria e di arretratezza civile e sociale che contraddistingueva le nostre contrade nel lasso temporale considerato che va dalla seconda metà degli anni 1800 agli inizi del secolo scorso.

Altro elemento di assonanza con il precedente ‘lavoro’ è quello delle sofferenze, dei patimenti e delle vicissitudine vissute dal protagonista e dai suoi congiunti a seguito delle traversie e della tragica fine del capo famiglia, evento drammatico da considerarsi “causa ed effetto” della estrema precarietà del quadro economico-sociale in cui si dibatteva l’intera collettività locale in senso lato ed il nucleo parentale dello stesso protagonista nello specifico. Anche qui, come già nel menzionato precedente volumetto, ho inteso mettere in evidenza – del padre di famiglia prima, e del personaggio principale poi – le fatiche, i drammi, le grandi difficoltà esistenziali, i sentimenti, gli amori ‘sublimi’, le preoccupazioni per una esistenza grama e priva di prospettive, e poi le angosce nel dover andare per il mondo alla ricerca di un minimo sostentamento divenuto problematico e difficoltoso in patria.

Per non parlare di Maria Luigia, figura di donna forte e dolce ad un tempo, vera eroina del focolare domestico, sposa diletta dell’emigrante poi perito tragicamente sul lavoro e madre di Giovanni, personaggio centrale della intera vicenda narrata nel libro. Altra possibile analogia con il testo “Il Cadore ed i suoi migrantes” è quella dalla sottolineatura del comune carattere di “romanzo storico miniaturizzato” per il rilievo dato ai buoni sentimenti che albergano nel cuore di tutti i protagonisti di entrambe le narrazioni. […]

Mentre però nella precedente narrazione le ‘casistiche’ sentimentali erano diverse e variegate, alcune perfino non approdate ad un epilogo felice per cause “esogene” di forza maggiore che ne impedirono il coronamento con gli sponsali, nel presente racconto il sentimento che Giovanni nutriva per Hannelore si sarebbe rivelato genuino, costituito da una freschezza e naturalezza che aborriva ogni affettato sentimentalismo o sdolcinatura; un amore concreto, pudico, tutto teso al bene della persona amata, sentimento che non escludeva, comunque, manifestazioni di spiccata affettuosità e tenerezza amorosa, fatto di attenzioni, premure ed effusioni di una dolcezza infinita… […]

Altri drammi ed altre difficoltà saranno dietro l’angolo per il nostro protagonista che si ritroverà disperatamente solo. Lo salverà l’incontro con il prevosto del paese e da tale incontro si determinerà un ritorno alla vita per questo coriaceo combattente, il quale si darà, da quel momento, ad opere di carità e vivrà intensamente la vita religiosa della parrocchia. In quell’ambiente egli farà un insperato incontro con una donna sensibile e bella, Nana, autentica fotocopia della defunta ed indimenticata Helleonore. Ed il secondo matrimonio si rivelerà pure molto, molto felice.

Altre prove dolorose ci saranno ancora e Giovanni perderà anche Nana in situazioni drammatiche. Infine, egli concluderà la sua laboriosa giornata terrena nel 1944 sperimentando l’ingratitudine e la insensibilità di molti di quelli che egli aveva ampiamente beneficato, confortato però dall’affetto del nipote Severino e nella consapevolezza di aver sempre rettamente vissuto adempiendo ai propri doveri di marito e padre devoto, di cittadino esemplare e di cattolico tutto d’un pezzo, dedito sempre a sovvenire ai bisogni ed alle necessità del suo prossimo.

Copertina del libro di Giuseppe Zanella: Il minatore ed il gelataio – Ovvero: la vita in Catubrioland nel 1800, Pieve di Cadore, Tipografia Tiziano, Marzo 2020

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