Ciambetti e l’ineluttabilità delle unioni dei comuni
Questo qui è uno sveglio, di solito. Davvero. Mi piace soprattutto quando parla di indipendenza del Veneto (qui e quo, per esempio). Ma ogni tanto scarrucola:
«Se su 281 comuni veneti obbligati a gestire in forma associata le funzioni fondamentali, ben 173 hanno già avanzato una proposta e altri 57, pur non essendo obbligati, hanno comunque individuato un percorso di aggregazione, significa che quella che possiamo definire con un ossimoro una rivoluzione governata è un’esigenza percepita fortemente e diffusamente nel territorio e non un’imposizione calata dall’alto»
Se io, Ciambetti, le lego le mani dietro la schiena, scommettiamo che prima di sera, se qualcuno non l’aiuta a togliersi i pantaloni, se la fa addosso? Ineluttabile.
Se lei avesse ragione, ma non ce l’ha, le unioni dei comuni – che in Veneto si possono fare fin dal 1990 – dovrebbero essere molte di più delle 29 costituite da allora ai giorni nostri. E’ oggi, dopo aver legato mani e piedi ai comuni, dopo aver acceso un candelotto di dinamite ed averlo messo lì dove sappiamo che si vedono sorgere le unioni “come funghi”. Ma la cosa è stata imposta. Non è cosa “percepita fortemente e diffusamente nel territorio”. Capito? Bene!