uscire dall’euro: si può, si deve, a quale prezzo?
(approfondimento in compagnia di Claudio Borghi)
(approfondimento in compagnia di Claudio Borghi)
Non è completamente da buttare, la Puppato, qualcosina si salva. Sarà anche per la marcata accentazione veneta, ma quando parla sembra la copia femminile sputata dell’orso Yoghi (avete presente a-ah-a-ah-aaa!). Ascoltandola nel corso di un consiglio regionale mi era apparsa più patetica di una foca che gioca al pallone al circo, superata in questo solo dal suo compagno di partito, PD, tale Sergio Reolon, che in consiglio si atteggia ancor oggi ad una versione montano-lagunare di Oliver Hardy, smilzo, un Ollio de noantri, insomma.
In una appassionata reprimenda apparsa su L’Indipendenza la Puppato sostiene che il PD (il partito di Poveri Diavoli che con Ciampi e Prodi ci ha portato nell’Europa che ora ci sta scuoiando) è “sempre” stato federalista.
[…] Il Suo articolo si dimostra anche poco informato sull’attualità, il PD veneto è da anni schierato a favore del federalismo…
Lo dice mentre il Bomba, con quell’ignorantone di Delrio che gli fa da spalla, ha appena cancellato i presidi di democrazia più vicini ai cittadini, cioè le Province, facendole diventare “consorzi di comuni” (in attesa di essere cancellate).
(che – detto per inciso – per noi bellunesi che abbiamo vissuto la merdata decennale del Bim-Gsp, che mica è finita, ci andrebbe da dio se potessimo scambiare tale spudorata Vergogna con un terremoto di quelli veri: almeno potremmo lamentarci del fato cinico e non della profondissima ignoranza ed incompetenza palesata da schiere infinite di sindaci che solo la giornata pasquale mi impone di non definire “del cazzo”).
Lo dice mentre gli alchimisti del PD stanno mettendo mano al titolo V della Costituzione e non sembra che l’ordinamento che si prefigura si possa definire “federalista”: quello che si vede è un accentramento pervasivo del potere dello Stato con la cancellazione non solo dell’idea di “federalismo” (perché poco più di idea era, visto che il seppur lentissimo cammino federalista è stato interrotto dal ragionier monti e da allora nessuno più ne parla) ma anche con il soffocamento delle “autonomie regionali”. Quello della Puppato e del PD, insomma, è un fede-raglismo, dove i ragli si alzano davvero alti nel cielo.
Ma la Puppato supera se stessa quando spiega “cosa sia” il PD (enfasi colorata mia):
Innanzitutto devo constatare che anche Lei non ha compreso appieno (per non dire per nulla) cosa sia il Partito Democratico. Il nostro progetto discende da due linee della tradizione politica, quella socialdemocratica di Berlinguer e quella popolare di Moro, ovvero due grandi statisti che hanno cercato di portare l’Italia fuori da uno dei periodi più cupi della nostra storia.[…]
Ora, che Enrico Berlinguer abbia tentato di infilarsi cone “osservatore esterno interessato ai fatti” nei governicchi di allora (osteggiato in ciò dalla sinistra del suo partito e dalla destra della balenottera bianca) è cosa scritta nella polverosa storia, ma definire quella di Berlinguer una tradizione politica socialdemocratica è esercizio intellettuale quanto meno ardito.
Che poi la Storia si sia incaricata di trasformare la Sinistra – in un lungo e travagliatissimo divenire – nella brodaglia cattocomunista, statalista, consociativista di Poveri Diavoli che abbiamo sotto agli occhi oggi, basti pensare alla convivenza gomito a gomito, forzata, di un “molotoviano” D’Alema e di una “candidissima” Rosy Bindi, è intima pena che quotidianamente espiamo.
Enrico Berlinguer sta alla socialdemocrazia come Moana Pozzi (dio l’abbia sempre in gloria) sta alla verginità. E con ciò, ho detto.
Renzi ne paga 80 … ma non vanno in tasca agli incapienti!
Eppur glielo si aveva fatto notare fin da subito (18 marzo) che la cosa era iniqua (no, dico, su lavoce.info, mica sull’Eco di Brunetta):
A chi vanno i mille euro del presidente Renzi
La riduzione dell’Irpef riguarderà davvero tutti i lavoratori dipendenti sotto i 25mila euro? No, perché non è prevista alcuna imposta negativa che permetta anche agli incapienti di beneficiare della detrazione. Introdurla costerebbe 14 miliardi. […]
Chissà per chi voteranno, gli incapienti (per nessuno, ovvio, no?).
(immagine del tweet via Malvino)
M’hanno detto che ieri alla portesion del vendre santo c’era la nostra Polizia locale in divisa d’ordinanza – suppongo “comandata” dal sindico – a vèrde strada (qualcuno può confermare se è vero?).
Mi dicono che negli ultimi tre quattro anni la Polizia municipale, alla predetta processione, non s’era mai vista (qualcuno può confermare se è vero?).
Qualche altro motivo (anche non elettoralistico)?
(Belzebù, pensaci tu)
(poi ho finalmente chiuso gli occhi e mi sono apparsi gli Squallor: uno di loro aveva la barba; l’altro no, ma mi diceva “sei malato, sei malato, sei …”)
«Salvateci. Curateli.» dice alfine Andrea Scanzi riguardo allo spot elettorale del ministro Maria Elena Boschi con il candidato sindaco di Bari deputato PD. Sostiene anche che « Il programma del Pd renziano è tutto in questo dialogo oltremodo pregno di significati». E io rivoglio indietro Andreotti, anche a pezzi, fa niente. Mi sembra di vedere il blob che esce dalle fessure delle placche dell’impianto di condizionamento dell’aria … solo che questo olezza d’Eau de Fogne.
(“Credo che adesso però sia arrivato il momento di andare a mangiare…un pezzo di focaccia. Come la chiami tu, fohaccja?”. )
Il più “indovinato” titolo letto stamattina che riassume, concentrato come fosse una stella di neutroni, la sovrana Def-icienza che alberga dalle parti del governo, si deve a Seminerio che su Phastidio scrive:
Marxisti tendenza Groucho
Fa riferimento ad una slide … governativa, sì, del Governo, itagliano, che a parte l’eroico slogan d’apertura “Per un’Italia coraggiosa semplice”, degno del miglior capotribù che abbia mai varcato la soglia di palazzo Chigi, a parte l’hashtag da settimana enigmistica #oraics che fino a ieri ci ha frantumato i coglioni, dimostra l’ilare dilettantismo allo sbaraglio che avvolge il premier, il relativo comodino sottosegretario (Delrio) ed il governo tutto.
Fra le coperture ufficiali alla spending review la mitica Lotta all’evasione (da 0,3 nel 2014 si passa ai 3 del 2015) e, soprattutto, la sopraggiunta Sobrietà – novella voce di bilancio – dalla quale si potrà pescare a piene mani (da 0,9 nel 2014 si passa a 2 nel 2015 e chissà cos’altro si prospetta per l’avvenir).