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Centro di informazione turistica e territoriale di Caralte (Perarolo)

8 Settembre 2009 Cadore - Dolomiti, Palazzo Pellegrini, Turismo e dintorni fare-turismo, promozione-turistica, turismo-cadorino


Avvertenza,
la foto pubblicata fino al momento di questa rettifica, che doveva ritrarre il Centro informativo, in realtà non ha niente a che vedere con il medesimo. Chiedo scusa ai lettori.

Devo partire da qui. Titolo: “Bando di gara per l’affidamento con contratto di affitto per un periodo di nove anni del Centro informativo di Perarolo ubicato in località Caralte”.

L’argomento entra poi in relazione anche con Lozzo, ci vuole un po’ di pazienza.

La notizia del bando è uscita oggi (qui il link diretto al pdf e qui alla pagina informativa). Si tratta di una trattativa privata con bando per l’assegnazione, se qualche società manifesterà interesse, della struttura di proprietà della Comunità Montana Centro Cadore (170 m2) situata nei pressi di Ansogne a Caralte. Il bando stabilisce in nove anni la durata contrattuale dell’attività, e chi se ne assumerà l’onere dovrà garantire:

  • la gestione del centro informazioni territoriale (informazioni generali sulla montagna e sui percorsi  turistici nei comprensori Centro Cadore, Val Boite, Comelico e Sappada;
  • informazioni sulle attività artigianali e sui prodotti tipici del territorio interessato;
  • ufficio guide alpine per informazioni escursionistiche;
  • biblioteca della montagna liberamente fruibile in loco;
  • l’accesso a internet consultabile gratuitamente;
  • la realizzazione di un piccolo punto di ristoro con degustazione di prodotti tipici;

Il gestore però potrà, eventualmente, avviare attività commerciali all’interno della struttura attinenti alla fruizione della montagna (abbigliamento e attrezzature tecniche), le quali non dovranno essere prevalenti rispetto ai punti precedentementi elencati, che definiscono il cuore dell’attività. Il costo dell’affitto è stabilito tra 2,8 e 3,2 € al m2 e vi deve essere la garanzia dell’apertura del centro per almeno 270 giornate all’anno, oltre all’impegno a promuovere il medesimo secondo un programma predefinito.

Provo a fare una sintesi. L’ente pubblico ha in testa la promozione in chiave turistica del nostro territorio. Per raggiungere questo risultato pensa di affidarsi ad una società privata alla quale impone, necessariamente,  lo svolgimento dell’attività di informazione, promozione e valorizzazione (l’elenco puntato visto precedentemente). L’ente si rende conto che la società privata (che è qui chiamata a svolgere una funzione pubblica) deve anche vivere: ecco allora la nascita del bar, del minimarket (degustazioni tipiche) e del negozio di abbigliamento tecnico funzionale esteso a tutta l’oggettistica che può tornare utile in montagna.

Mi chiedo: una società privata che per stare in piedi ed essere profittevole dovrà necessariamente “mettere fuori banco”, quanta voglia o tempo avrà per curare la promozione del nostro territorio? Sarà più facile sorprendere l’eventuale commessa intenta a convincere un avventore della bontà dell’acquisto di un paio di pedule, o a decantare le bellezze paesaggistiche delle nostre valli dolomitiche?

Non è finita. Nel concorrere a questo bando, questa società privata dovrà tener conto di un altro particolare a dir poco fantozziano. Dovrà fare da sé:

  • realizzazione punti luce con completamento impianto elettrico;
  • realizzare pavimentazione completa e soppalco con scala in legno massiccio;
  • finitura e completamento impianti sanitari;
  • finitura e completamento impianto termico;
  • porte interne e tinteggiatura varie;

Il tutto per un importo complessivo stimato di 30.000 € (saranno di più) che la società assegnataria dell’affidamento dovrà pagare per proprio conto (la Comunità Montana defalcherà poi gli affitti dall’importo sostenuto; al valore medio di 6120 €/anno di affitto, ci vorranno 5 anni ).

L’idea che il turista possa trovare, appena entrato in Cadore, un centro che informi in relazione alle offerte turistiche presenti sul nostro territorio è senz’altro valida (lo fanno da sempre anche in Austria, solo che si affidano a strutture molto più agili, baite in legno da 4×4 o 5×5 m, gestite da studenti appositamente formati e motivati).  Nutro tuttavia forti perplessità sulle modalità gestionali proposte nel bando ed ancor più sulle strategia che questa società (se mai ve ne sarà una) dovrà adottare per indurre la gente, che si sta velocemente approssimando al ponte Cadore, a deviare per informarsi – bere un caffè – degustare un formaggio – comprarsi le pedule di cui sopra e ripartire.

Perché questa cosa ha destato il mio interesse? Perché anche a Lozzo, tra poco, si dovrebbe inaugurare uno scatolotto, Palazzo Pellegrini, con finalità simili. Il finanziamento della Regione Veneto è infatti … “finalizzato alla creazione di un centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistico ambientale e culturale”. E la cosa mi preoccupa non poco.

Ma di questo ve ne parlerò nel prossimo articolo.

Il museo ladino di Lozzo di Cadore – “Al Museo Ladin de Loze” Lozzo di Cadore – Centro di accoglienza, promozione e valorizzazione turistico ambientale e culturale

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