BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Presenze a giugno 2020: Auronzo -33%, Cortina -29%, STL Dolomiti -25%, Provincia Belluno -28%, Veneto -73%

7 Ottobre 2020 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni andamento-tur-cadore, covid-19, turismo-cadorino-analisi, turismo-veneto

Arrivi e presenze mese per mese e cumulate da inizio anno fino al mese di giugno 2020 (ultimi dati disponibili). Sull’onda di una stagione invernale particolarmente felice, che ha comportato un euforico inizio d’anno con gennaio e febbraio in crescita stellare, e della segregazione covidiana che ha interessato aprile, il mese che dopo novembre ha da sempre in montagna meno arrivi/presenze, e maggio, mese d’apertura piuttosto snello in termini di movimento turistico, in provincia di Belluno l’ecatombe turistica si è fermata intorno al 30% (dati relativi alle presenze): Auronzo di Cadore -33,3%, Cortina d’Ampezzo -29,5%, STL Dolomiti -25,2%, Provincia di Belluno -27,6%. Diverso il caso del Veneto al quale è mancata tutta la componente delle città d’arte che ha comportato il tonfo a -72,6%. Attendiamo fiduciosi i dati di luglio (la banca dati dell’Alto Adige… muta, per ora). 

Arrivi Auronzo, Cortina, STL Dolomiti, Provincia Belluno e Veneto 2020 su 2019 mese per mese e cumulati da inizio anno (fino a giugno 2020)

Presenze Auronzo, Cortina, STL Dolomiti, Provincia Belluno e Veneto 2020 su 2019 mese per mese e cumulati da inizio anno (fino a giugno 2020)

la funivia delle Tre Cime di Lavaredo, venghino siore e siori

3 Ottobre 2020 Cadore - Dolomiti, Curiosando, Giornalando, Turismo e dintorni curiosando, giornalando, scripta-manent, supercazzole

In questo scorcio di stagione il primo premio del concorso “Ricamificio turistico 2020” va a tale SiViaggia che si definisce “il portale verticale di Italiaonline dedicato agli amanti dei viaggi”. Il ricamo è relativo alle Tre Cime di Lavaredo, in particolare al perché siano così magnetiche per i turisti.

L’articoletto è nell’insieme un vaporoso cazzeggio, a vanvera, che raggiunge l’apice del “come viene viene” lì dove si tratta della modalità più consona per raggiungere la magnetica mèta. No, niente futuristico teletrasporto ma una più terrestre funivia. Ebbene sì, la funivia delle Tre Cime di Lavaredo, venghino siore e siori.

Dopo aver descritto con dovizia di particolari “i tre massicci” (massicci?? se le Tre Cime, che misurano alla base 1,5 km, sono 3 massicci, il vicino Gruppo del Sorapiss che cos’è: una cordigliera?):

I tre massicci, la Grande, quella centrale alta 2.999 metri, la Cima Ovest di 2.973 metri e la Piccola, di 2.857 metri,

ecco il coup de théâtre (enfasi nostra):

oggi sono facilmente raggiungibili da chiunque grazie alla funivia che porta ogni giorno alla base delle cime i turisti…

Ma il cazzeggio non è finito con l’arrivo della funivia, altre mirabilie ci aspettano. Se la rutilante funivia ha il pregio di giungere… “alla base delle cime”, i rifugi, caro turista, sono lassù…

Tre sono i rifugi in cima alle Tre Cime:

dove volano i polli le aquile. Tutti e tre, in cima alle Tre Cime (che sfiga galattica!).

(a parte queste due perle, che da sole valgono il primo premio del citato concorso, ma bastava anche la sola funivia, vi sono altre parti del cazzeggio che cazzeggiano… prossimamente su questi pixel)

Covid, in Comelico si brinda

30 Settembre 2020 Cadore - Dolomiti, Curiosando, Giornalando covid-19, curiosando, giornalando, la-corriera

Il titolo di questo post è “parodiato” da quello apparso sulla corriera delle alpi “Covid, il Comelico si blinda“. Il povero titolista, pressato da esigenze di grancassa, ha tirato fuori nientemeno che la blindatura. Passi pure che per un oggetto destinato primariamente ad avvolgere il pesce la blindatura possa anche assumere connotati diversi dal “corazzare, rivestire con corazza protettiva“, per esempio “Nel linguaggio giornalistico, proteggere con opportune, o anche eccezionali, misure di sorveglianza“, ma in questa circostanza, nella quale si prevede l’obbligo delle mascherine anche all’aperto, la blindatura sembra un po’ troppo marziale.

Ebbene sì: sono scesi in campo prefettura e usl che, solleticando i sindaci, i quali hanno risposto come tanti De Luca qualsiasi, hanno prodotto la misura dell’obbligatorietà della mascherina anche all’aperto, oltre alla chiusura anticipata delle osterie-bar-bettole. Noi qui, pensando a questa vicenduola, abbiamo cercato di rimanere seri – il momento è solenne -, ma la mente è andata di soppiatto ad una situèscion che, noi crediamo, coglie il senso essenziale di quanto accaduto.

(la situèscion cui facciamo riferimento ha inizio al minuto 8:51 circa e finisce al minuto 10:08; questo il link per chi legge da mobile)

1915-1918 Piccole storie della Grande Guerra in Cadore, Ampezzano e Comelico

24 Settembre 2020 Cadore - Dolomiti, Cultura attività-culturali

Giovanni De Donà – Giuseppe Teza
1915-1918 Piccole storie della Grande Guerra in Cadore, Ampezzano e Comelico
Edizioni DBS, Rasai di Seren del Grappa, 2020
244 pagine, 189 foto in bianco e nero
73 “Piccole storie”

Per info e acquisto (15€) Giuseppe Teza: cell. 339-62.02.841 – email: milicia3@virgilio.it
(il libro può essere acquistato anche a Lozzo da Barbara presso il negozio “Di tutto un po’) 

Copertina del libro "1915-1918 Piccole storie della Grande Guerra in Cadore, Ampezzano e Comelico

Dalla presentazione del libro:

Il ricordo del centenario della Grande Guerra, appena terminato, oltre alle celebrazioni ufficiali ci ha offerto l’opportunità di operare numerose ricerche con interessanti approfondimenti storici su tanti uomini e vicende che hanno caratterizzato questo immane conflitto sulle crode di casa nostra.

Per questo, dal 2014 al 2018, abbiamo dato alle stampe diversi libri che, oltre all’aspetto prettamente militate, hanno avuto il pregio di far conoscere, oserei dire quasi per la prima volta, quello che fu l’apporto e il conseguente coinvolgimento della popolazione civile nel conflitto.

I giornali locali hanno pubblicato, con scadenza settimanale, i nostri articoli, frutto del costante lavoro di ricerca e di una smisurata passione per la storia delle nostre contrade. A questo si è aggiunto anche l’acquisizione di un cospicuo patrimonio di immagini d’epoca, foto singole o interi album, ritrovati in tutta Italia, messici gentilmente a disposizione da amici collezionisti o acquistati dagli antiquari.

Di fronte a tanto sforzo, abbiamo ritenuto importante che tutta questa documentazione meritasse d’essere raccolta in una pubblicazione da consegnare alle future generazioni. Il titolo, “ 1915-1918 , Piccole Storie della Grande Guerra in Cadore Ampezzano e Comelico” vuole essere un omaggio alla nostra gente e alla storia di tanti uomini e tante donne che sulle Dolomiti fecero “Grande” quella guerra.

prometto sanità e lavoro… ma soprattutto più pilu!

24 Settembre 2020 Criticarium Itaglia regional-politik, zazzaballa

Il titolista, dimenticandosi i marciapiedi laminati in oro, le dentiere in fibra di carbonio, i portacateteri in kevlar e financo la madre di tutte le battaglie, l’autonomia, ieri titolava “Zaia: prometto sanità e lavoro”. Ma la mancanza più grave è stata l’aver dimenticato il pilu: prometto più pilu per tutti.

E badate bene che la rivoluzione che sta bussando alle porte di casa sarà, udite-udite, “totale in stile laburista”. Non si sa ancora se il nostro abbia in mente di abbracciare anche le Trade Unions de noantri e marciare così verso il sol dell’avvenir o se il labour venetico potrà fare a meno del sudore della classe operaia ma soprattutto di quello profuso dal sindacato lagunare.

Dobbiamo comunque ringraziare gli elettori di Zazzaballa che hanno permesso di raggiungere il duplice risultato di confinare il PD nelle fogne e di toglierci dalle palle i 5-Stalle (conosciuti anche come “quelli del noi ci mettiamo la faccia feccia”). Senza queste due zavorre marcescenti il serenissimo slancio verso un Veneto futuribile, un Veneto autenticamente 4.0 o, se vi pare, 5G, cioè ben oltre le fradicie castronerie e chiacchiere da bar sentite finora, sarà finalmente possibile. 

 

Zazzaballa e lo spritz

19 Settembre 2020 Criticarium Itaglia, Satireggiando regional-politik, satireggiando, zazzaballa

Noi ce lo ricordiamo così, Zazzaballa (*), sdraiato alle porte degli ospedali in attesa dell’arrivo degli untori dello spritz (poco più di un mese dopo il nostro si trastullerà in quel di Puglia, smascherato, con un altro tananài… tale Emiliano). Della deriva legaiola del nostro, passando attraverso la fase trans-harmony  (non ancora risolta del tutto: quella, per capirci, delle tartarughine che corrono felici verso il mare, miracolo del creato e così spero sia di voi…) abbiamo già detto, ma diremo ancor più appena possibile.

Orgoglione del fatto che, in Veneto, gli alberi perdano le foglie in autunno; orgoglione che, in Veneto, i torrenti corrano verso il mare; orgoglione che, in Veneto, la neve cada bianca bianca che più bianca non si può, il nostro si appresta a caricarsi il fardello (il terzo: ma non dovevano fermarsi a due, i lagaioli? Vedi Zazzaballa qui: “I grillini? Sono miei discepoli) di riportare il PIL del Veneto ai valori del 2008 (chè, penso lo sappiate, da allora “siamo sotto”: ma si sa, a quel tempo al governo c’era lo Spirito Cufoleto).

Come che sia, aspettiamo che il nostro sguaini la spada e al grido “volete burro o cannoni” ci indichi la strada da seguire per raggiungere la terra promessa (in tutta… autonomia, naturalmente). Tra tanti dubbi e perplessità una granitica certezza: di Zazzaballa ce n’è uno, diffidate delle imitazioni. 

Corriere della Sera onlina, 19 maggio 2020

(*) liberamente ispirato al personaggio Cazzaballa (vedi anche @Apololega) )

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