BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Dolomiti Unesco: visitdolomites.com (e poi muori)

22 Aprile 2017 Cadore - Dolomiti dolomitando, dolomiti, unesco

I sodomitici hanno aperto una nuova vetrina. Innovativa, dicono (te pareva). Spoiler: innovativa un cazvolo (è la solita vetrina, né più né meno). Sulla home ti propongono il gioco dell’oca con street view: chi cavolo vuoi che perda tempo a farsi un giro in giro, lungo i sentieri, con street view? Nessuno: forse qualche giapponese in terapia psichiatrica (non c’è mai modo di capire dove cazzo sei! Per meglio dire, per avere un’idea devi saltare su GMaps: capisci che sei sul pianeta Terra, ma in quanto a oronimi è come cercare un’acciuga nella fossa delle Marianne senza cerini).

E’ talmente innovativo che ti offrono anche la lista dei musei territorialmente appartenenti all’ambaradan. Dei musei dicono che “Curiosando nei loro spazi espositivi si ha la possibilità di scoprire le caratteristiche più rilevanti della regione dolomitica“. Non trovate che sia una figata inimmaginabile?

Tra loro non trovo il Corte Metto di Auronzo: forse che tal museo non offra la “possibilità di scoprire le caratteristiche più rilevanti della regione dolomitica“? Naaaaa! Vi prego, inseritelo: è morbido multitematico! (e non tenete conto del fatto che quelli del Consorzio Auronzina l’hanno chiamato “Museo Palazzo Corte Mezzo“, ché si tratta solo di errore di stumpa). 

Il pincionotto “Meteo” rimanda ai servizi meteo autoctoni ivi localizzati là (giusto no?!).

Allo stesso modo, il pincionotto “Prenota” rimanda ai servizi “prenota” autoctoni ivi localizzati là (giusto no?!).

Altra s-figata innovativa, l’elenco di tutti i parchi. Meglio abbondare che deficere. C’è poi la sezione “Dolomiti nel mondo”, che offre la mappa du mundo delle varie associazioni di dolomitikos che, strappati dalla cruda realtà del vivere alle rocce natìe, di esse serbano ricordi, souvenir e gingilli. In pratica, la nostra punta di diamante per quanto riguarda la promozione delle Dolomiti all’estero. Anima e core.

Decisamente meno innovativa la sezione “Media” che propone alcuni video delle Dolomiti, alcuni tipo caramello, altri tipo “non ti scordar di me”, altri ancora tipo “heidi le caprette ti fanno ciao”. Vette espressive mai viste prima.

Veniamo alla sezione “Alta Quota”. Qui sì, si vede l’innovazione. Elenco dei rifugi ricompresi nell’ambaradan (wow). Elenco dei balconi panoramici (ce ne sono solo tre per ora, ma ti cambiano radicalmente la vita). E poi l’elenco delle Alte Vie (1, 2, 3 … n) e degli anelli (e qui si parte per la tangente; non ce n’è per nessuno!). 

Segnalo ai diversamente sodomitici che tra gli anelli v’è quello del Popera che, con rara sensibilità linguistica, viene scritto “Anello del Vallòn Popèra”; anche qui vale la classica regola del “dove vai se l’accento non lo sai?” oppure, detto diversamente, se non sei costretto (e qui non lo sei) non accentare. Se proprio volete fare gli sboroni, trattandosi di vallon(e), l’accento sulla “o” va chiuso – Vallón – (ottenibile con la prestidigitazione: tasto alt premuto + numero 162 con tastierino numerico, oppure pronunciando la formula magica simsalamelec).  

Chiudo la rassegna con un’anguria sulla torta: cercando “Auronzo” (con l’innovativo tool “Cerca”) potreste capitare su questa pagina oppure su quest’altra (è la stessa pagina con indirizzi diversi). Lasciando stare le descrizioni didascaliche dei vari paesi che uno scimpanzé avrebbe reso con più fantasia, i link dei vari paesi del Centro Cadore (con l’intruso Valle) puntano sempre alla stessa pagina, quella di Auronzo (si tratta del “vecchio sito” che, fatto su alla cazzo allora, continua a presentarsi alla cazzo ora).

Dovreste anche notare le foto orribili-orripilanti che disadornano la pagina (sia quella di base del lago che quelle che si alternano sullo slider); non per i soggetti (che sempre quelli sono), ma per i colori radiantesi, che fareste fatica a percepire nel loro spettro così scioccante anche dopo una scorpacciata di funghi allucinogeni innaffiata da abbondante tequila.

(insomma, un’altra minestra riscaldata: se ne sentiva la mancanza; non oso pensare alla pecunia… investita)

Lozzo sul sito visitdolomites.com (ci manca solo Toro Seduto...)

 

Star Wars a Misurina e il servizio di sicurezza fedelissimo…

21 Aprile 2017 Cadore - Dolomiti, Curiosando, Giornalando auronzando, curiosando, dolomitando, giornalando, la-corriera, scripta-manent

Sempre folcloristici, quelli della Corriera delle Alpi. All’articolista la produzione di Star Wars deve aver promesso qualche biglietto gratis per l’uscita del film. Fosse stato un cane, per dire, gli avrebbero buttato lì due biscottini.

Un bunker a tutti gli effetti… Intanto, l’area è stata preventivamente bonificata. Da chi o che cosa? Dalle “spore” della leptospirosi, da mine antiuomo, da hacker russi, dal betacarotene, dall’alfacarotene, dai giauli? Poi l’area è stata presa in consegna dal servizio di sicurezza – badate – “fedelissimo della produzione”. Ché, di solito, non li prendono fedeli, preferendo di gran lunga i giuda fin nel midollo: li vanno a prendere a Caracas, nei peggiori bar, tra la peggior genìa dei mercenari (questa volta si dovranno accontentare di quelli fedelissimi).

L’area è da considerarsi militarizzata e per questo inaccessibile. Quindi ci sono dei militi? Ti tirano le pietre? E poi – vergogna delle vergogne – ivi è severamente vietato l’utilizzo dei telefonini, “anche per scattare foto”. La qual cosa stupisce (è stupefacente): perché ci aspettiamo, come cosa ovvia, che sia severamente vietato l’utilizzo dei telefonini per scattare foto, ed eventualmente, in sovrappiù, “anche per telefonare” (non-ti-telefono-casa). 

E se uno usa un codrone? Anche lo spazio aereo è stato bonificato? Lo tirano giù con la fionda o sono autorizzati all’uso degli stinger? Se quello degli Champs Elysées avesse saputo di Star Wars a Misurina, la Francia sarebbe andata alle urne un po’ più tranquilla.

[…] Un bunker a tutti gli effetti, considerato che già da qualche giorno l’area è stata dapprima bonificata e successivamente presa in consegna dal servizio di sicurezza fedelissimo della produzione, in cui al momento sono impiegate una ventina di persone sia inglesi che italiane. L’area è da considerare militarizzata e per questo inaccessibile, se non con speciali deroghe concesse col contagocce dalla stessa produzione. Area in cui è severamente vietato l’utilizzo dei telefonini, anche per scattare foto: esperienza testata personalmente ieri mattina a cui, nel breve frangente di permanenza nell’area, è stato sequestrato lo smartphone per poi essere restituito una volta rientrato in macchina.

 

Auronzo di Cadore: latita il venetico, ma anche l’emilico-romagnolo ed il lombardico

15 Aprile 2017 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni andamento-tur-cadore, auronzando, tur-2016, turismo-cadorino

Ah, l’italico che latita (evidenziato per il 2016 qualche giorno fa)!

Vediamolo più nel dettaglio: dalle 283.000 presenze nel 2007 alle 208.000 del 2016: meno 75.572 presenze, cioè -26,7%. E il venetico allora? Da 148.000 presenze nel 2007 alle 90.000 del 2016, meno 57.896 presenze, cioè -39,1%. E del calo del venetico si vede un effimero cambio di segno solo tra il 2014 e il 2015, altrimenti sempre giù.

Le regioni che contano (le prime sei coprono l’88% di tutte le presenze 2016) sono tutte in calo tranne il Lazio (che comunque nel 2014 aveva solo il 9,8% in più di presenze rispetto al 2007, anno in cui la squadra della Lazio non aveva ancora iniziato i propri ritiri: lo farà dal 2008).

Effettivamente, la linea blu del Veneto che sprofonda (in ambedue i grafici) fa un po’ rizzare i peli del… braccio. E anche il conseguente calo italico (rappresentato in tabella ma non nel grafico). I video di presentazione mandati in onda su Antenna 3 non hanno portato alcun beneficio; magari sono serviti a contenere l’esodo (ma non siamo in grado di saperlo e, comunque, sarebbe solo il segno dell’inizio della fine). Forse bisogna martellare di più. Chiedere agli dei una stagione migliore? Per l’inverno certamente si, ma dell’estate non ci si può lamentare (forse un pelino a luglio).

Sicché? Che fare (si chiedeva Lenin)? Non puoi contare sull’alemanno, il polacco ed il ceco per colmare interamente questo baratro!

Istat: NoiItalia 2017

14 Aprile 2017 Curiosando curiosando, istat

NoiItalia 2017.

Auronzo di Cadore, anno turistico 2016: l’italiano latita mentre lo straniero…

13 Aprile 2017 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni andamento-tur-cadore, auronzando, tur-2016, turismo-cadorino

Auronzo di Cadore, lo abbiamo già visto, nelle presenze 2016 non è riuscito ad andare oltre il +1,7% (tra gli altri paragoni il Comprensorio Montagna, con +2,7%, è quello più scarso, mentre l’Alto Adige con +6,4% è il migliore).

L’italiano latita mentre lo straniero s’è preso una bella cotta. Nella prima tabella i dati percentuali cumulati (“cumulato” vuol dire che il dato espresso in un mese tiene conto di tutto quello che è successo dall’inizio dell’anno fino a quel mese compreso): si vede come le presenze italiane zoppicano pesantemente da inizio anno a giugno (-8,4%) e luglio (-4,9%), per rimediare un pochino ad agosto e, comunque, chiudere l’anno a -2,9%.

La cotta dello straniero lo porta, in termini di presenze, ad un +17,8% a fine anno, permettendo alle presenze totali di chiudere a +1,7%. Che quella vista nel 2016 sia una cotta, o un colpo di sole, lo testimonia il fatto che nel 2012 lo straniero chiudeva l’anno con -1,3% rispetto all’anno precedente, nel 2013 -4,5%, nel 2014 +0,5%, 2015 -6,5%. Vista da un’altra prospettiva, negli anni la percentuale delle presenze straniere rispetto alle totali ha assunto questo andamento: 2011 23,4%, 2012 23,3%, 2013 23,3%, 2014 23,8%, 2015 22,1% e 2016 25,6%; dal 2011 al 2014 si mantiene sostanzialmente invariata per cedere nel 2015 e rimbalzare nel 2016.

Va detto che se lo straniero ad Auronzo può vantare un +17,8% di presenze (dovuto anche al tonfo dell’anno precedente, -6,5%), nel comprensorio Montagna Veneta lo straniero raggiunge il +12,4% e in Provincia di Belluno il +12,1% (tradotto, le presenze straniere sono aumentate in modo diffuso). 

Nella seconda tabella i dati percentuali del 2016 (rispetto al 2015) mese per mese: in questo caso il dato mensile è assolutamente a sé stante (non condiziona né è condizionato dagli altri). Ovvio che, sul totale, un -20% a novembre non conta niente, mentre un -2,5% a luglio ha il suo bel peso.

A solo scopo didattico abbiamo verificato ciò che sarebbe accaduto se nel 2016 lo straniero si fosse comportato come nel 2015 (-2,3% di presenze; qui tabella) e ciò che sarebbe accaduto se gli italiani si fossero comportati come nel 2015 (+3,9% di presenza; qui tabella).  

biblioteca comunale di Lozzo: di anni ne ha 40aaaaa!

12 Aprile 2017 Botanico Palazzo biblioteca, bolpar, cronache-lozzesi

E lo avevo già chiarito (Pasqua 2015): la biblioteca di Lozzo di Cadore ha più di 20 anni di vita (già, tra due ne avrà 40). Ma si vede che so’ de coccio. Infatti, anche nel bollettino parrocchiale “Pasqua 2017”, a p. 26: 

[…] Ogni persona volontaria che ci ha preceduto negli anni ha lasciato un’impronta importante e un contributo prezioso. La Biblioteca attuale è la risultante di tutto questo lavoro svolto in circa 25 anni di attività.

E ‘sti cazzi?!

A meno di non considerare la biblioteca di allora – quella nata 40 anni fa, cioè “circa” 15 anni prima dell’attuale 🙂 che, a sua volta, sarebbe la risultante di “circa” 25 anni di attività -, come la biblioteca di un dio minore. Ma questo io non credo (cit.).

Era comunale, co-mu-na-le. Ci avevamo anche il “comitato di vigilanza” eh!:  “Mario Da Pra (presidente), prof. Fioravante Zanella, maestra Bettina Lovarini e Giosuè Baldovin”. C’erano 1.370 volumi (ma c’erano anche quelli “della Risveglio”, uno su tutti: L’origine delle specie di Darwin). E andavamo a Feltre alla libreria Pilotto, anche, poffarbacco, a fare incetta di libri. E c’era l’eleganza e la gentilezza di Nanuto Moma (Giovanni Zanella Moma) che affiancavo nell’aprire al pubblico l’ambaradan.

E quella biblioteca, così lontana nel tempo, produsse anche una qual certa attività culturale: mi ricordo, per esempio, che quando ci spostammo dalla “palestra delle Medie” alla sede di via Trieste (mi ricordo molto bene quello spostamento perché il trasloco dei libri lo feci, al 100%, personalmente: me medesimo), allestii in biblioteca una piccola mostra fotografica della Casera de le Fede con qualche “poster” che brevemente ne descriveva la storia (così la gente veniva a dare un’occhiata alla piccola mostra e… se ne usciva con un libro sotto il braccio).

Dai, che non è poi così difficile!

(qua-ran-ta! il numero naturale dopo il 39 e prima del 41; io tarzan, tu gein!)

Lozzo, biblioteca comunale: ritaglio tratto da "il Cadore", 10 maggio 1979, p. 11

 

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