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Fondo Brancher, Durnwalder e la Strafexpedition

15 Gennaio 2011 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana analisi-politica, local-politik, trentino-alto-adige

Che Cagliostro sappia “leggere fra le righe” del BLOZ non è una novità. Che vi apporti costantemente interessanti, intelligenti, argomentati e chiari contributi anche.

Vi è però un articolato commento da lui recentemente vergato che, se non spiegato, rischia di non essere ben interpretato dalla gente che è, lo riscontro dalle statistiche, tornata numerosa.

Il commento in parola lo si trova in coda all’articolo “Federalismo municipale: chi ci guadagna e chi ci perde in provincia di Belluno”. Cagliostro fa riferimento ad una mia “battuta” lasciata sul mio profilo di FriendFeed, che qui di seguito riporto:

Fondo Brancher, il Cadore si ribella a Durnwalder. «Se il popolo si incavola, non so cosa ne sarà di Durnwalder», dice il sindaco di Lozzo, Mario Manfreda. | Straf Expedition? – http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca…

Inizialmente avevo scelto un “profilo basso” perché non mi sembrava opportuno dare pubblicità di una affermazione che, data tra l’altro attraverso la stampa, non fa certo onore ad un sindaco che, se non altro per dovere istituzionale, dovrebbe rapportarsi con le istituzioni in modo più elegante. Al bar possiamo dirne anche di peggio, nei confronti di Durni, ma un sindaco è un sindaco.

La mia battuta finale è stata “Straf Expedition?”, volendo ricordare con essa la “spedizione punitiva” messa in atto durante la Grande Guerra sull’Altopiano di Asiago da parte delle forze austriache nei confronti di quelle italiane (qui prevedevo invece, ironicamente, una rocambolesca inversione delle parti).

Luis Durnwalder, i nostri sindaci, se li mangia a colazione, uno per uno. Lui è, sostanzialmente, un “capo di Stato” mentre i nostri sindaci sono a capo del proprio villaggio e dipendono, più o meno servilmente, dalla Regione Veneto prima e dallo Stato italiano poi (con ciò non intendo biasimare i nostri sindaci, intendo semplicemente delineare ciò che a me appare il quadro più realistico della loro presenza e valore in termini politici).

Credo che ora sia più chiaro per tutti ciò che Cagliostro intendeva dire affermando (nel commento) che:

[…] Quello però che ha suscitato la mia attenzione, in tutta questa misera vicenda, è la levata di scudi del nostro sindaco il quale si è espresso con un linguaggio ed un frasario davvero criptici e non in uso alle nostre latitudini. Il sig. Manfreda è giunto ad affermare che “se il popolo si incavola, non so cosa ne sarà di Durnwalder”. A parte il richiamo al ‘popolo’ tipico di un perfetto militante leghista (ed a me non risulta che Manfreda lo sia, salvo mancate informazioni aggiornate), la predica mi giunge da un pulpito del tutto sbagliato. […]

Non conosco i termini specifici dell’accordo cosiddetto Brancher sulla distribuzione dei fondi ai comuni di confine, ma non posso non sottolineare la solita arroganza di Luis. Del resto, la recente astensione della SVP al voto di sfiducia al governo, controbilanciata dall’immediato sblocco di fondi (peraltro dovuti) all’Alto Adige, non rappresenta certo una immacolata espressione di “civiltà politica”, essendo soprattutto una realistica conquista della cosiddetta “realpolitik” (in chiave territoriale, chi è che non sarebbe d’accordo con un tale modo di fare?).

Devo rimarcare, nel contempo, che non è con espressioni come quelle pronunciate dal sindaco di Lozzo che si deve affrontare (degnamente) il problema. Espressioni populiste, che fanno a pugni con quanto detto dallo stesso sindaco in seguito (… «Il Cadore non ha bisogno di conflittualità»), quantomeno “strane” se rapportate alla “politica dell’anguilla” fin qui da lui perseguita. Vista l’uscita su un argomento così “sentito”, non mi resta che pensare che abbia inteso provare a sgomitare (nell’agone politico) per mettere in luce la sua baldanza dialettica, investendo in una futura e sempre possibile ricompensa (ovviamente in termini politici). Libero di farlo, ma per essere credibile avrebbe dovuto vestire ben prima i panni di un improbabile Robin Hood istituzionale.

Non ho sentito gli altri sindaci cadorini esprimersi direttamente nei riguardi dell’uscita così poco elegante del sindaco di Lozzo. Può darsi che siano compiaciuti dal fatto di avere un “agnello sacrificale” da proporre sulla scena politica cadorina, così come può darsi che abbiano finalmente trovato, “i codardi cadorini”, un coraggioso cavaliere senza macchia e senza paura in grado di portarli oltre la palude di questa politica così vessatoria nei confronti della montagna. Se invece la “boutade” è coniata da sé stesso, ha tutto il tempo per ricredersi e tornare fra le fila della protesta “civile” (per lo meno che si addica al ruolo che deve avere un sindaco).

Segnalo, sempre per mettere qualche argomento in più sul tavolo dell’eventuale discussione, che poco tempo fa il sindaco di Calalzo ha fatto un cenno al clima di violenza … che sta prendendo piede a tutti i livelli. Sembrava che ad alimentarlo fossero “certi blogger”. Noto che ai blogger si può affiancare, con una certa facilità, anche qualche sindaco.

Referendum per Belluno Autonoma: iniziano i concerti (giornalistici) per solo trombone Notiziona: l’amministrazione troglodita di Lozzo di Cadore diventa digitale

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