BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Mauro, un consumatore abusivo di ‘vuove de dugo’ /5 (o del ‘ti basta al 10.000 o la vuoi più grande?’)

16 Ottobre 2015 Cultura, Turismo e dintorni cai, cronache-lozzesi, sentieri

Caro Mauro (xy),

mentre siamo tutti quanti in attesa che, in una qualsiasi delle 6.900 lingue parlate sul pianeta Terra (ma va bene anche in klingom, romulano, cardassiano e finanche vulcaniano), tu ci faccia partecipi della tua “teoria del caos” (cui alludi nel tuo sventurato scritto e che, ho l’ardire di pensare, potrebbe avere anche importanti ripercussioni di carattere filosofico), mi pregio informarti che, proprio per fonteggiare e limitare al minimo il caos in campo sentieristico, qui a Lozzo ci siamo dotati di una cartografia specifica.

Sono infatti autore, pensa un po’, della Carta del Parco Sentieristico terre Alte di Lozzo di Cadore, una carta topografica della rete sentieristica del comune alla scala di 1:10.000, pubblicata nel 2010.

Ti basta?

per limitare il caos che hai nella tua testa, intendo.

E’ una carta in formato 67 x 89 cm che puoi richiedere alla sezione del Cai e che, immagino, con ogni probabilità dovresti trovare anche all’ufficio turistico. Trovi la descrizione di tutti i percorsi dei “sentieri alpini” (hai capito ora cosa sono?), degli Anelli e dei Sentieri Minori. Di questi ultimi ho documentato anche quelli che non sono stati né segnalati né aperti (con un tratteggio diverso, ovviamente, per contenere il caos), costituendo così – perlomeno – una testimonianza della loro presenza storica.

(fatti vivo!)

copertina-carta-psta-2010

Caner, l’andamento climatico e l’ottimismo profumo della vita

16 Ottobre 2015 Politica nostrana, Turismo e dintorni andamento-tur-veneto

Dice Caner, comentando i dati dei primi otto mesi di turismo regionale:

[…] In forte ripresa la montagna, dopo alcune stagioni negative per andamento climatico, con un più 11,9 % di arrivi.

L’ottimismo è il profumo della vita. La realtà è altra cosa: gli arrivi totali del comprensorio Montagna Veneta non sono mai andati proprio male (continua ascesa di quelli stranieri, lenta discesa di quelli italiani), e negli ultimi 5 anni si possono ritenere “stabili”.  Ma se si guarda alle presenze, le “alcune stagioni negative” di Caner sono perlomeno dieci, otto di loro consecutive; ripeto: c-o-n-s-e-c-u-t-i-v-e!

Preciso: la tabella qui proposta giunge fino al 2013, ma nel 2014 di è avuto un calo delle presenze dell’8,3% rispetto all’anno precedente, sicché il calo è costante da otto stagioni.

Se, riguardo alla montagna, il nostro parla d’arrivi e non parla di presenze, be’, forse non c’è da stare tanto allegri (speriamo di sbagliarci). In Veneto l’estate si sarebbe chiusa con un +5,6% di arrivi e un +2,8% di presenze (che non è poi tutto ‘sto tripudio…).

(attendiamo fiduciosi e pieni d’euforia il rilascio pubblico dei dati del 2015…; per ora nebbia bassa e fitta)

glo-montagna

Mauro, un consumatore abusivo di ‘vuove de dugo’ /4 (o dei funghi allucinogeni)

15 Ottobre 2015 Cultura, Turismo e dintorni cai, cronache-lozzesi, sentieri

Il nostro Mauro (xy), nel vergare il suo atto d’ignoranza in materia sentieristica, scrive:

Provate a salire da Lozzo a Pian dei Buoi. Vi troverete a percorrere sentieri segnati col colore viola che incrociano sentieri segnati con il bianco che diventa giallo e sentieri con strani segni verdi, rossi e celesti. Un vero e proprio caos.

Viola? Addirittura? Non sapevo che oltre al grande Pdor, che comunque è in ritiro contemplativo da qualche anno, ci fosse in giro per sentieri anche un “violatore” (ma non lo sto escludendo, eh). Il nostro dice di aver trovato, oltre a sentieri segnati col viola (sic!), altri segnati col bianco che diventa giallo (un segnavia cangiante? ma lo fa da solo o con qualche aiuto… lisergico?). Sul suo cammino incontra poi strani segni verdi (sicuro che non fosse qualche marziano intento a raccogliere faggiole?), ma anche rossi e anche celesti.

Tutti insieme appassionatamente? Chi prima, chi dopo? Alternativamente?

Effettivamente c’è qualche tratto, tra i “sentieri alpini” e gli Anelli (per esempio tra il sentiero alpino 268 e l’Anello dei faggi n.8), nel quale i due percorsi “logici” si sovrappongono nell’unico percorso reale (esigenze turistiche, bellezza!). Ma gli uni hanno il classico segnavia Cai bianco/rosso, mentre gli altri un segnavia bianco/verde. Il primo dice “sei su un sentiero alpino“, il secondo dice “sei, anche, su un Anello“. Difficile da capirsi?

Ti faccio un disegnino?

Può essere, poi, che da un sentiero-Anello (o da un sentiero alpino) si diparta un sentiero-Minore (succede anche nelle migliori famiglie). In questo caso, lungo il sentiero-Anello (segnato in bianco/verde) si incontrerà allora un segnavia giallo/azzurro (uno e uno soltanto), proprio in corrispondenza del suo dipartire (i bivi si segnano sempre, nevvero?). Difficile da capirsi?

Ti faccio un altro disegnino?

Ora, Mauro (xy), dipanaci questo dubbio. Sicuro di non esserti foraggiato per strada con funghi allucinogeni e/o psichedelici? Magari eri inconsapevolmente di ritorno da un mushroom party con effetti psicoattivi? No, lo dico perché possono causare alterazioni sensoriali di una certa ampiezza. Ma poi svaniscono eh.

Riporto nuovamente il link allo scenario di partenza (e anche quello relativo alle tipologie di segnavia utilizzate nel nostro comune). Repetita iuvant (dicevano i Galli).

funghi-3

(fonte)

piddini autonomoidi della Val d’Ossola e la sostituzione degli autoctoni nella filiera produttiva

15 Ottobre 2015 Criticarium Itaglia psico-dramma, quelli-del-PD, strenzi, supercazzole

E’ bellissimo, detto dai Deportati PD; retwittato da un piddino autonomoide della Val d’Ossola, poi, è orgasmico. La montagna sarà salvata dagli immigrati. Dopo che i montanari, autoctoni, se ne saranno andati. Un progetto effervescente.

Però è vero. E la conferma ce l’abbiamo in casa: demografia a Lozzo di Cadore: lo straniero ‘tiene’, l’italiano no. Gli immigrati si stanno sostituendo nella filiera produttiva, anche in ragione del fatto che “loro resistono” mentre gli autoctoni se ne devono andare. Quindi, cari autoctoni, intanto aprite le chiappe, al resto ci pensiamo dopo.

autoctoni

(liberamente ispirato da Il sostitutore degli autoctoni)

Mauro, un consumatore abusivo di ‘vuove de dugo’ /3 (o dei sentieri delle fate)

15 Ottobre 2015 Cultura, Turismo e dintorni cai, cronache-lozzesi, sentieri

Caro Mauro (xy),

e dei sentieri delle fate, che ne sarebbe?

Vediamo…

In un passo del tuo scritto dici:

Quindi sarebbe indispensabile fare una ricognizione per valutare la bontà dei percorsi e indicarli con le tabelle e i colori del Club alpino italiano che è il solo soggetto autorizzato a gestire la sentieristica. […]

Non è così. Niente di più sbagliato.

Dire che il Cai “è il solo soggetto autorizzato a gestire la sentieristica” è una colossale sciocchezza. Quando mai?

La legge regionale conferisce al Cai quel ruolo, sì, vero, per i sentieri alpini: e per i sentieri delle fate, quelli delle anguane e quelli delle ciaure? Chi è che si interessa di questi sentieri? Definizione di sentieri alpini:

a) “sentieri alpini”: i percorsi pedonali, appositamente segnalati, che consentono il movimento di escursionisti e di alpinisti in zone montane, al di fuori dei centri abitati, per l’accesso a rifugi, bivacchi fissi o luoghi di particolare interesse alpinistico, turistico, storico, naturalistico e ambientale; (art. 48bis Turismo dimontagna, LR n. 11 del 14/06/2013)

Ah, non sapevi dunque che i sentieri alpini sono solo una parte di tutta la rete sentieristica? I sentieri alpini sono, in buona sostanza, i sentieri che fanno parte del Catasto regionale sentieri, e per i quali la Regione dà la definizione sopra riportata: ma, ribadisco, se un sentiero non porta ad un rifugio, bivacco… cosa facciamo? Li cancelliamo dal territorio, ce ne dimentichiamo?

O proviamo, in qualche modo, a gestirli e valorizzarli, o perlomeno a salvarli dall’abbandono?

Anche perché quei sentieri, quelli delle fate e delle ciaure, sono parte del patrimonio culturale che ancora ci appartiene. Ci sei? Vediamo ora il ruolo del CAI (sempre art. 48 bis):

3. Le funzioni amministrative relative alla realizzazione e gestione dei sentieri alpini, nonché alla sorveglianza e manutenzione dei bivacchi fissi alpini spettano alle unioni montane, che si avvalgono del CAI il quale può provvedere, a norma dell’articolo 2, lettera b) della legge 26 gennaio 1963, n. 91 “Riordinamento del Club alpino italiano” e successive modificazioni, al tracciamento, alla realizzazione e alla manutenzione dei sentieri alpini. Le funzioni amministrative relative alla realizzazione e gestione delle vie ferrate, nonché delle opere e degli eventuali impianti fissi dei sentieri attrezzati, spettano ai comuni.

Si parla della gestione dei “sentieri alpini” (non di tutti i sentieri), e si dice anche che il CAI “può provvedere … alla realizzazione e alla manutenzione dei sentieri alpini“, evitando di dire che “deve provvedere“, anche se nella pratica ci si aspetta che lo faccia.

Io ho sempre ritenuto che dei sentieri delle fate, delle anguane e delle ciaure se ne dovesse interessare, in prima battuta e a maggior ragione quando dislocati in montagna, la sezione del CAI territorialmente pertinente. Ma sulla montagna trevigiana, vicentina e veronese, dei sentieri “non-alpini” se ne interessa anche la bocciofila, l’associazione “Amici dell’asparago”, il gruppo “Pedalando si suda” e così via.

Che poi, nelle nostre realtà, le sezioni Cai facciano talvolta fatica a gestire anche e solo “i propri sentieri” (i cosiddetti, impropriamente, “sentieri Cai”, cioè i “sentieri alpini”), è cosa risaputa. Dipende dalle risorse a disposizione, dal coinvolgimento dei volontari, dall’avere o meno un senso di appartenenza, un senso di identità. Dall’avere la consapevolezza che i sentieri “non-alpini” sono un patrimonio culturale di grande spessore legato alla nostra storia che dobbiamo (dovremmo) cercare di salvare dall’abbandono (per quanto possibile, certo).

Tu, caro Mauro(xy), andando da Lozzo a Pian dei Buoi, a quali sentieri ti stavi riferendo? Un sentiero alpino? Un sentiero facente parte degli “Anelli e Vie di Lozzo di Cadore”? O un sentiero “minore”, rientrante comunque nel Parco sentieristico Terre Alte di Lozzo di Cadore?

Dacci una traccia… (il caos, comunque, ce l’hai solo tu, nella tua testa).

 

fondi europoidi: contributori netti e beneficiari netti nella UE 2013

15 Ottobre 2015 Criticarium Itaglia classifiche-italia, europatia

Dicevamo della dedizione con cui la Bizzotto ha cercato di sapere chi, nella UE, è contributore netto e chi no. In passato abbiamo detto dei cosiddetti fondi europei spesi su suolo talian che europei non sono, essendo taliane. E che siano italiani lo si deduce dal fatto che l’Italia è contributore netto della UE (in pratica diamo soldi agli altri, Polonia in testa). Il bello è che i soldi euroITALIANI che la UE “gira” all’Italia vengono spesi in buona parte nel meridione (ma questo ve lo racconteremo in una prossima puntata). Quindi tu, italiano nordico, sei becco due volte (l’importante è saperlo).

(per i piddini, i diversamente-piddini e i piddoni: l’Italia è IT (3789 M); quelli sotto sono contributori netti: l’Italia è “sotto”)

bilancio-ue-2013

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