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Bim bum paratapita pita perugia… /2

26 Gennaio 2015 Politica nostrana belluniadi, bim, cadoriadi, sindakos

Traggo ancora dall’articolo del Corriere delle Alpi già citato nel precedente Bim bum paratapita. Ci mancherebbe anche che al Cadore fosse dispiaciuto avere le due presidenze, quella della Provinciazza e quella della Consorteria Bim.

Diciamo, piuttosto, che pretendere di avere le due presidenze – nel contesto dato – non ha elementi logici terreni; ma vi sembra parimenti logico che una masnada di 67 sindaci, per dieci anni dieci, abbia votato i bilanci di quella inenarrabile schifezza che risponde la nome di Bim-Gsp? Eppure…! (ma ecco la citazione; enfasi nostra):

BELLUNO. Il Cadore sotterra l’ascia di guerra e rimane in attesa della prossima mossa che, a questo punto, tocca alla Valbelluna. […] Una riunione che segna un cambio di prospettiva rispetto al passato, una sorta di dichiarazione di “non belligeranza” da parte di un territorio che aveva lasciato capire chiaramente che non gli sarebbe dispiaciuto avere sia la presidenza della Provincia che quella del Consorzio Bim.

(detta in altri termini)

Grazie al cazzo!

(comunque, per fare l’en plein, c’è anche la bocciofila castionese che va cercando un presidente; e poi l’Associazione donatori di neuroni, e anche il gruppo di volontariato sociale “Sì allo sbiancamento dell’ano”. Noi continuiamo a sperare nel “miracolo delle cariche”: sapete, mettere assieme Nitro e Glicerina potrebbe portare a risultati dirompenti! Basterebbe scuoterli un pochino.)

 

Bim bum paratapita pita perugia… /1

25 Gennaio 2015 Politica nostrana belluniadi, bim, cadoriadi, sindakos

E’ dall’autunno scorso che il circo barnum dei sindaci bellunesi sta affannandosi a spingere affinché esca un presidente del Bim consorteria. Sull’unitarietà di questa masnada di eletti già si è detto: dichiarata a parole, si è rivelata una solene, gigantesca, colossale cazzata. Diciamolo: è un’unitarietà veramente del cazzo. Nell’incresciosa vicenda si è fatto, pare, un passo avanti, ma la tourné del circo … è destinata a continuare per un po’.

Noi, nel nostro piccolo, l’endorsement al candidato del Cadore alla poltrona del Bim consorteria l’abbiamo dato, convinti come siamo che le due cariche provinciali che contano, Provincia e Bim Consorzio, in mano a due cadorini, sarebbero essenziali a trarci d’impiccio e darci il vigore necessario per lanciare un vero e proprio riscatto di questa landa sempre più desolata (una valle di lacrime, l’ha connotata un giornalista del Corriere del Veneto recentemente di passaggio).

Accogliamo quindi con animo mesto la notizia secondo la quale il secondo ariete sul quale contavamo per approntare lo sfondamento, al momento deve fare un passo indietro in attesa che gli altri clowns, quelli della bassa, presentino il loro nuovo numero. Tuttavia, mai dire mai.

BELLUNO. Il Cadore sotterra l’ascia di guerra e rimane in attesa della prossima mossa che, a questo punto, tocca alla Valbelluna. […]

Il nome che il Cadore aveva in mente, infatti, era quello di Mario Manfreda, sindaco di Lozzo di Cadore e attuale vicepresidente del Consorzio con funzioni di reggente. Per settimane le indiscrezioni lo davano come uno dei nomi in lista nonostante gli accordi presi prima delle elezioni provinciali e che prevedevano l’alternanza, sia per geografia che per sensibilità politica, tra le due principali cariche del Bellunese, la Provincia e il Consorzio Bim.

Secondo le indiscrezioni la riunione avrebbe sancito il tramonto dell’ipotesi Manfreda a favore del rispetto dei patti presi in precedenza. Ad una condizione, anzi due. Il presidente del Consorzio dovrà essere il sindaco di un piccolo Comune ed essere gradito sia alla vallata cadorina che a quella agordina. […]

caro Amico del Popolo, il buco demografico si sta allargando dal 1960…

24 Gennaio 2015 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana confronto-TN-BZ-BL, demografia, sviluppo-montagna, trentino-alto-adige

Io alla mia capretta di casa, quando tira fuori ipotetici confronti demografici con le autonomie vicine (che ci vedono sempre soccombenti), glie lo dico sempre: ricordati che per la provincia di Belluno il buco demografico parte da molto, molto lontano e vale anche per il boom economico per eccellenza (vedi il grafico sottostante tratto da questo articolo), quello degli anni ’60, perdurando per 50 anni di fila, dal 1961 al 2011 (cioè ai giorni nostri).

In realtà l’ultimo decennio ha visto un aumento della popolazione residente in provincia di Belluno dello 0,35% – cioè zero – ma è riferito, come già detto, alla popolazione residente: se si guarda ai nati e ai morti, cioè al saldo naturale, i dati sono ancor più neri, mancando la componente migratoria.

La stessa cosa andrebbe detta (glie la sto dicendo) al direttore dell’Amico del Popolo che commenta il flusso demografico dal 2003 al 2013 (faccio riferimento al video, non ho letto l’articolo dove, forse, questo concetto è stato magari evidenziato):

[…] [in Alto Adige] i nati sono sempre più dei morti. Questo certamente impone delle riflessioni sia anche di carattere culturale come fiducia nella vita, apertura alla vita, ma anche di carattere strutturale relativamente ai servizi, alle possibilità che il territorio offre perché i giovani, perché una coppia, possa pensare con sufficiente tranquillità di mettere al mondo figli.

Insomma: ricordatevi di guardare oltre la punta del nasino. Come mai in pieno boom economico, e poi nei successivi anni “grassi”, in provincia di Belluno si assiste – comunque – ad un regresso demografico della popolazione residente, che è ammorbidito ma non arginato dalla componente migratoria?.

In secondo luogo: noi qui oggi ci stiamo facendo queste domande, riguardanti il tracollo del saldo naturale, e vediamo nelle autonomie il “paradiso” delle cicogne. In Alto Adige si son già fatti i conti (con un complesso algoritmo 🙂 ) e sanno, oggi, che la natalità soccomberà nel 2020 (cioè domani mattina):

[…] Dal 2020 l’aumento della popolazione sarà da ricondurre esclusivamente al saldo migratorio. L’invecchiamento della popolazione sarà sempre più evidente: nell’anno 2030 una persona su tre avrà un’età di 60 anni o più.

Fra 5 anni l’Alto Adige inizierà a morire. Noi abbiamo iniziato a morire nel 1960.

(dai, che ce la potete fare)
grafico andamento popolazione tra il 1881 ed il 2011 nelle province di Belluno, Bolzano e Trento

tabella andamento popolazione dal 1881 al 2011 nelle province di Belluno, Bolzano e Trento

dubbi piddini: o mangi sta minestra …

23 Gennaio 2015 Criticarium Itaglia psico-dramma, quelli-del-PD, strenzi

Dicevo brevemente che se gli elettori del PD non si scompongono, in relazione alle “modalità” che farciscono la vicenda “italicum” e la sua approvazione, vuol dire che gli sta bene così. Cito in toto da Gilioli su Piovono rane una possibile interpretazione degli ultimi accadimenti:

«Gli analisti politici si rivolgono quasi tutti la stessa domanda: “è possibile che gli elettori del Pd debbano scegliere tra la rendita di posizione di vecchi satrapi incanutiti che hanno cominciato a fare politica con Turati e la Kuliscioff e non ne hanno mai indovinata una; e giovani avventurieri furbastri che quando vedono un operaio lo fotografano come ai safari in Botswana e pur di far carriera sarebbero disposti a chiedere il voto anche alla vedova Kappler?”. La risposta, sempre secondo gli analisti politici, è: sì, è possibile».

(Michele Serra, sul nuovo numero dell’Espresso: a volte con la satira si dice molto meglio e più in breve quello che altrimenti si finisce pallosamente per argomentare).

 

 

italicum: asse PD-Forza Italia

23 Gennaio 2015 Criticarium Itaglia mestra-menistra, quelli-del-PD, quelli-del-PDL, renzie

 

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(via @egyzia)

De Menech esilarante: la politica non ha saputo rispondere alle esigenze dei cittadini

22 Gennaio 2015 Criticarium Itaglia elezioni-reg., peones, psico-dramma, quelli-del-PD, strenzi

Servizio di A3 sulla campagna per le prossime regionali con intervista al segretario regionale del PD, nonché peones bellunese, De Menech. Dice la speaker, della Moretti, che “sarà nel bellunese nei prossimi giorni per riportare la speranza che sembra proprio essere svanita“.

E già qui viene da ridere perché non si capisce davvero quale possa essere la speranza, cui allude, “che sembra proprio essere svanita“. Forse quella di non essere ulteriormente presi in giro dal bimbominkia, il metamorfico, mister Shish, la manina salva B, il ciarlatano, lo zimbello europoide, insomma lo strenzi?

Per il peones, invece, la speranza sarebbe svanita… :

Soprattutto perché la politica non ha saputo rispondere alle esigenze dei cittadini e delle imprese. Ecco, noi vogliamo ridare questa speranza dicendo ai cittadini che siamo pronti a cambiare radicalmente il Veneto.

La “politica” di cui parla il peones PD sarà mica quella che prima delle ultima elezioni contrapponeva come “feroci” avversari il PD al PDL-FI? Sarà mica quella che, dopo le elezioni, ha dato luogo al patto del Nazareno? Patto, va ricordato, privato, tra due persone, renzi e berlusconi, che ha cortocircuitato i relativi partiti che, muti, hanno accondisceso?

Sarà mica la politica che ha portato (grazie PD, partito della Piena Disoccupazione) alla massima disoccupazione generale mai vista? Sarà mica la politica che ha fatto schizzare (grazie PD) la disoccupazione giovanile dal 29% al 43%? Sarà quella che ci ha regalato il quasi spazzatura (grazie PD) nel rating del debito sovrano? Sarà quella che ha fatto crollare il PIL italiano (grazie PD), ultimo fra gli ultimi in termini di “crescita”?

Sarà mica la politica che al Senato vede convergere il voto di PD e FI al 90,9% mentre si tenta di far credere che quest’ultima sia all’opposizione (lo è infatti, nel 9% dei casi). O quella che proprio in queste ore ha visto le truppe di FI saltar fuori dalle trincee e correre ad abbracciare l’odiato nemico sostenendo l’italicum ed altre porcate (un inganno alle spalle di tutti i rispettivi elettori)?

E, per restare in provincia, quella politica sarà mica quella che (grazie PD)  ha portato alla disintegrazione delle Province, gli enti che più erano vicini ai cittadini per lo spessore delle politiche loro attribuite oltre ad essere quelli più efficienti in termini di gestione della spesa pubblica?

Disintegrazione che porterà serissimi problemi fra i dipendenti (metà sono in esubero e vanno riposizionati), non darà alcun risultato in termini di risparmi (se ci sarà un risparmio sarà risibile), priverà i cittadini di servizi di cui prima potevano disporre o li erogherà con livelli di qualità terzomondista.

Non riesce, il peones, a rendersi conto che la provincia voluta dal PD, la Provinciazza a guida dei sindaci, ente di secondo grado, per Belluno significa solo una cosa: un futuro di morte?

No, non riesce. Ma se ci mette più impegno, non manca molto, potrà diventare lo strenzi de noantri.

A questo PD – partito del cazzo, veramente – auguro tutto il male possibile.

 

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