E’ facile. La scoperta l’ha fatta un padovano. E’ un metodo infallibile. Si allunga, davvero. Il naso, ovvio. I servizi segreti di tutto il mondo se lo stanno contendendo.
(al Mattino di Padova il premio… sniffer)
La peggio Italia, che anche nella forma distilla e dà di sé un’immagine orrenda. I contenuti e la sostanza veicolati dal bimbominkia erano già fottuti, questo lo sapevamo (senza bisogno della sfera di cristallo). Ma almeno la forma, a certi livelli, l’avremmo dovuta esibire. Invece niente, nada de nada (vaffangà va, bimbominkia del picchio).
Due personalità due stili… “Vieni Martin che ci facciamo un selfie…“. Nella conferenza Schulz ascolta con la dovuta attenzione (se non altro formalmente) ciò che dice lo strenzi; quando la parole passa a Schulz, be’, lo vedrete da voi…
Figuraccia del premier italiano a Strasburgo: Martin Schulz lo aspetta al Parlamento Europeo, lui prima arriva in ritardo, poi lo abbandona per salutare un gruppo di italiani con i quali si scatta qualche “selfie” e fa il suo solito show, infine in conferenza stampa si mette a smanettare incessantemente con lo smartphone senza ascoltare una parola di quello che il presidente stava dicendo. Video da Canal Plus (da Il Giornale)
Anvedi. Quando le politiche sono coordinate e condivise. Er Jacopo taja a Belluno er wifi che nun c’ha li sordi, e l giorno appresso er sellino da Feltre (?) nun ce pensa ‘n attimo e lo piazza ar centro (che, c’aveva da parte n gruzzolo de franchi svizzeri?).
Non si capisce se i tagli sono tagli o ragli. Io un’idea ce l’avrei.
Prima fu rivoluzione, poi giunse il caos (calmo?), infine cominciò l’involuzione. Me lo sentivo. Buffonesco, ancorché scritto a quelle latitudini, quel “addio a errori e truffe“. Anche quel “Totale mancanza di informazione” suona come una pugnalata alla credibilità di tutto l’impero autonomista altoatesino, sempre così ben vestito: con la sanità non si scherza, bimbi.
Tofefate fare come Provinciazza ti Pelluno. Qvi le ricette le fanno ancora gli Chef.
Materiale fotografico a supporto dell’articolo ex caserma di soracrepa: soffia il vento e infuria la bufera (le canadesi hanno preso il volo) dell’altro ieri. Ieri verso sera ho visto passare i lattonieri di ritorno dalla seconda giornata di tacconamento d’area vasta. La neve che verrà tapperà l’opera sigillandola fino al sopraggiungere della primavera. In fondo alla sequenza due scatti fuori tema per deliziarvi.
Il secondo scatto in ordine d’apparizione è d’epoca, nel senso che quel tacconamento stacconato è di antica data: era quello che a suo tempo mi fece dire al sindaco, mentre lo esortavo al neo-tacconamento, “Statte attento sindaco, che lassù il vento soffia e la bufera infuria“. Il senso era: evitare di lasciare a disposizione del vento maniglie a cui aggrapparsi.
Ma di tacconamenti il tetto era ormai pieno e sul davanti, sulla fronte nord (foto 5, 6 e 7), c’erano da tempo due bei sollevamenti che sbandieravano al vento. Lì quello s’è infilato, è penetrato irriguardoso, e con potenti e ritmate spinte ha vinto la resistenza delle canadesi, sorprese peraltro da terga.
Cucù… sciàaaa.
