BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

tasso di crescita totale 2002-2017: confronto BL, BZ, e TN con Veneto, Friuli VG e Italia

5 Giugno 2019 Cadore - Dolomiti, Dati e numeri utili dati-numeri-utili, dati-provincia-belluno, demografia

Tasso di crescita totale (per mille) delle province di Bolzano e Trento, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia oltre alle ripartizioni dell’Italia. Nel grafico sono evidenziate solamente le province di Trento, Bolzano e Belluno confrontate con i quozienti del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e dell’Italia (qui i quozienti di natalità, mortalità e nuzialità,  i saldi migratori interno, con l’estero e totale, il tasso di crescita naturale già pubblicati).

Grafico tasso crescita totale (in per mille): province di Trento, Bolzano, Belluno, regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e Italia

Crescita crescita totale (in per mille): province del Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e ripartizioni Italia

i quattro colori dell’Italia post-elezioni (con Veneto e provincia di Belluno)

3 Giugno 2019 Curiosando curiosando

A futura memoria (tratto da articolo de Il SOle 24 Ore):

Oltre 6000 comuni hanno scelto la Lega come primo partito. Questa tornata di elezioni europee ha visto trionfare Matteo Salvini lungo tutto lo stivale. Un risultato storico e imprevedibile solo un anno fa. Le elezioni generali avevano colorato di verde oltre 3200 comuni italiani, pur basandosi in buona parte sul peso specifico del Nord. In Lombardia la Lega era il primo dei quattro partiti in 1325 comuni, in Piemonte in 773, in Veneto 541. Oggi l’esplosione leghista è molto più pervasiva ed è uscita definitivamente dal suo habitat, trasformando la creatura partorita da Umberto Bossi in un vero partito di massa. […]

i quattro colori dell'Italia post-elezioni 2019: Italia (tratto da il Sole 24 Ore)

i quattro colori dell'Italia post-elezioni 2019: Veneto (tratto da il Sole 24 Ore)

i quattro colori dell'Italia post-elezioni 2019: provincia di Belluno (tratto da il Sole 24 Ore)

contro il chiacchierio della vita moderna…

30 Maggio 2019 Botanico Palazzo cronache-lozzesi

Lozzo di Cadore è da sempre un laboratorio politico. Qui si sperimentano strategie politico-elettorali che poi potranno essere introdotte nel resto del Paese. Nell’ultima tornata elettorale, ad esempio, si è messa a punto una nuova strategia che consente di sovvertire, con sforzo minimale, il corso delle più radicate tendenze elettorali. Condizione di base, per ora, è che a concorrere sia una sola lista (ma per il futuro si prospettano soluzioni inaspettate applicabili a condizioni più generali che però, per ora, sono testate solo in laboratorio).

La fine strategia consiste nel seminare nei bar del paese, con accorta naturalità, un “puro chiacchierio“. Con un semplice, immacolato, puro chiacchierio dosato opportunamente si possono mandare in vacca anche 15 anni di “impegno e sacrificio per il bene del paese”. L’efficacia della strategia del puro chiacchierio può essere affiancata, per avere un effetto ancor più dirompente, dall’attività tattica etichettata come “digitare sulla tastiera“, attività consentita dalle ormai diffuse e affermate soluzioni tecnologiche alla portata di tutti.

L’efficacia della fine strategia del puro chiacchierio, descritta qui per sommi capi, è stata riconosciuta personalmente anche dall’ex candidato sindaco in un breve intervento del quale si riportano le frasi salienti:

Probabilmente la nostra sconfitta non è dovuta alla nostra capacità di amministrare oppure no, è data da un dissenso fatto per altre motivazioni che chi da tanti anni amministra è soggetto a subire. Quello che auspico è che questo dissenso si trasformi da un puro chiacchierio al bar oppure a digitare sulla tastiera si trasformi in qualcosa di concreto e ci sia tempo un anno per formare un gruppo che comunque si metterà a disposizione come abbiamo fatto noi per tanti anni per governare il paese al meglio.

eccoli, i giuda di Lozzo di Cadore

29 Maggio 2019 Botanico Palazzo cronache-lozzesi

Nel chiarimento che segue va tenuto in conto che alcune persone che c’erano nel 2014 non ci sono più oggi e viceversa. Detto questo, dando una occhiata ai numeri, vale oggi quello che scrivevo in riferimento alle “erezioni lozzesi del 2014“: già allora, infatti, la lista eletta raccoglieva meno del 50% dei voti degli aventi diritto, il 47,4%.

In questa tornata elettorale la lista unica è riuscita a polarizzare il 40,7% dei voti: ci sono, quindi, guardando ai numeri, 76 giuda (595-519) che hanno votato per la “medesima” lista nel 2014 ma non l’hanno fatto quest’ultima volta (una specie di fuoco amico…). 

elezioni comunali a Lozzo di Cadore: voti lista eletta e percentuali su elettorato

Lozzo di Cadore alle antipaticissime 2019

28 Maggio 2019 Botanico Palazzo cronache-lozzesi

Elettori 1.275; votanti 594 (46,6%); schede nulle 23; schede bianche 52; totale voti alla lista 519 (40,7% dell’elettorato).

I votanti per le europee sono stati 621 (50,3%): essendo stati 594 per le comunali, 27 elettori hanno rifiutato la scheda per queste ultime. Gli elettori che non si sono recati a votare sono 681 (53,4%)

(contravvenendo al quinto postulato del fratello d’Italia che intima di “premiare chi ha scelto di metterci la faccia” (fosse anche, par di capire, una faccia da culo), l’elettorato di Lozzo di Cadore ha scelto di trascorrere un anno sabbatico: si dovranno liberare tutti gli schiavi, condonare tutti i crediti e si potrà prendere il sole/la pioggia per un anno intero senza il giogo dei lavori nei campi; 

su facebook sottili politologi si alternano, di fioretto, a vivisezionare l’oltraggio;

nel post precedente scrivevo che “salvo improbabilissime defezioni di massa dalle europee, i quorum saranno raggiunti senza patemi”: questa volta l’affluenza alle europee è stata del 50,3% mentre in quelle precedenti fu del 65,5%. Un differenziale di 15 punti percentuali (circa 190 elettori) che ha fatto la differenza)

risultati elezioni comunali 2019 per Lozzo di Cadore

il fratello d’Italia e l’antipatia

25 Maggio 2019 Cadore - Dolomiti, Curiosando, Giornalando giornalando, sindakos, supercazzole

Il fratello d’Italia Luca De Carlo, sindaco calaltino in procinto di rimontare su quella sella, ci ammalia con un appello di una raffinatezza logica che quasi ci costringe a riesumare dalla biblioteca i libri su Gödel. Afferma dunque: “Meglio un sindaco che un freddo burocrate: andate tutti a votare”. 

(e qui ci scappa subito Catalano: “È meglio innamorarsi di una donna bella, intelligente e ricca anziché di un mostro, cretino e senza una lira”)

Noi ce lo ricordiamo il cupo medioevo a cui è andato incontro Pieve di Cadore nel periodo del commissariamento; e anche di Cortina, seppur commissariata per altre motivazioni, ci portiamo dentro le dolorose immagini degli ampezzani con le vesti stracciate che ciondolavano senza meta per le strade alla ricerca dell’identità perduta. Degli altri comuni colpiti da quella piaga, per carità di patria, neanche facciamo cenno.

Ma la logica raffinata del nostro fa un ulteriore balzo:

dobbiamo tutti superare le antipatie personali e garantire un sindaco ai nostri comuni.

E ancora:

Se un candidato non ci piace, lasciamo scheda bianca, ma andiamo a votare: non può vincere il partito del “non ti voto perché non mi piaci”, perché in questo caso l’unica risposta giusta sarebbe la candidatura, non l’astensione.

Il fratello d’Italia, pertanto, riconduce il voto comunale alla mera espressione di una antipatia personale e, quindi, specularmente, di una simpatia personale. Quindi lui, finora, ha fatto il sindaco perché è risultato simpatico ai più. La seconda lista “gufa” calaltina alle imminenti votazioni è quindi un semplice vezzo per assicurarsi la simpatia… purchessia.

Capite ora quanto consolante possa essere per le minoranze sapere che possono aspirare alla conquista del potere lavorando non tanto sulle idee e i programmi quanto sui fondamentali della simpatia? E’ sulle spalle di questi giganti del pensiero che dobbiamo salire per vedere più in là.

(personalmente ho sempre rifiutato le risultanze della teoria della relatività, sia quella speciale che quella generale, perché Einstein, con quella sua aria da saputello, mi è sempre stato antipatico; allo stesso modo non so che cippa farmene della funzione d’onda di Dirac, altro fisicaccio antipatico; provo invece una naturale simpatia per i pastafariani e, soprattutto, per i terrapiattisti)

Se il candidato è uno solo riponete dunque le asce dell’antipatia e andate a votare bianco. Che importanza volete che abbia, per esempio, lo scenario nel quale una lista col 20% dei consensi possa amministrare 5 anni per effetto del 30% +1 dei “bianchini”. Certo, sarebbe deludente anche avere il 45% dei consensi ma non poter amministrare perché la spinta dei bianchini si è fermata sotto al 50% di un niente. Così è la vita! 

Se invece i candidati sono due (tizio e caio), tiratele fuori, le asce dell’antipatia, e quindi anche quelle della simpatia, e datevele di santa ragione. Perché se chi prova antipatia per tizio dovesse votare bianco anche in quest’ultima circostanza, dovremmo aspettarci la stessa cosa da chi prova antipatia per caio. Ma, posto che l’antipatia per tizio equivale alla simpatia per caio, e viceversa, capite bene a quale destino andremmo incontro.

(non so se avete afferrato, ma il fratello d’Italia ha appena introdotto una nuova categoria dello spirito: l’elettore ad assetto variabile)

Per quanto mi riguarda, se andrò a votare (sto ancora ruminando se partecipare alle europoidi o meno) rifiuterò la scheda per le comunali. Dettaglio tecnico per i pochi che, volendo votare per le europee ma non per le comunali, esprimeranno questo coraggio civico (visto che il loro voto non potrà essere mantenuto segreto; ed è per questo motivo che, salvo improbabilissime defezioni di massa dalle europee, i quorum saranno raggiunti senza patemi): la scheda va semplicemente rifiutata, evitando di ritirarla (se la si prende in mano, pur con l’idea di non votare, la scheda diventa nulla e quindi contribuisce al quorum).

Tutto ciò per una mera questione di antipatia? Non parlerei di antipatia: direi, piuttosto, che sto cercando una lista leggera ma decisamente invitante, che possa coniugare la mia voglia di leggerezza e golosità, una lista che sappia fare sistema, rete e squadra. Ma, visto che ci siamo, diciamola tutta: mi stanno proprio sul cazzo, tutti, indistintamente. E poi non c’è in lista nessun gay o lesbica dichiarati (a quanto ne so). E sapete quanto ci tenga alla loro particolare sensibilità.

Fatti non foste per votar alla cazzo di cane ad mentula canis, ma per seguir virtute e canoscenza.

(saltiamo a piè pari, invece, la formulazione logica secondo la quale l’unica risposta giusta al “non ti voto perché non mi piaci” sarebbe la candidatura e non l’astensione, perché sostanzialmente imperscrutabile e quindi fuori dalla nostra capacità inferente;

altro postulato granitico che avrà bisogno di un novello Gödel per tentarne la confutazione è “dobbiamo premiare chi ha scelto di metterci la faccia”;

temiamo invece che il teorema secondo il quale “Fratelli d’Italia porta avanti da sempre la battaglia per l’autonomia comunale e per maggiori risorse ai municipi, ma questo non si può fare se al posto di sindaci e consiglieri c’è solo un commissario, un freddo burocrate nominato dallo Stato” resisterebbe ad ogni attacco, anche se a Gödel si affiancasse Turing) 

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