Dacci oggi la nostra “ansa” quotidiana, ma anche no! Oltre alle “anse” un tanto al quintale, che tendono a rendere “tossico” l’ambiente dell’informazione, le redazioni dei giornalai si esercitano in quella che si può definire pornografia della notizia. Se si può concedere al titolo una qualche forma di contenuto “strillato”, nel testo si dovrebbe trovare un minimo di racconto riequilibratore: ma così non è.
Partiamo con il primo elemento del bestiario, ancora un’Ansa, di poco successiva alla prima, quella in cui si determinava il luogo dell’incendio “sul Col Rosà, 600 metri sopra Ospitale di Cadore”: l’altitudine, sul pianeta Terra, e senza essere un fisico bestiale, si misura convenzionalmente dal livello del mare. Poi c’è l’altezza, che va definita rispetto a qualcosa che viene assunto come riferimento. Come fa a svilupparsi un incendio “a circa 600 metri d’altitudine sopra Cortina” se Cortina ha un’altitudine media di 1200 m? Mistero. Per il “sopra Cortina” vedi avanti in altra bestialità.
Veniamo al sedicente “Viagginews” che trascina con sé i falsi sia del Col Rosà che di Ospitale di Cadore. Ma va notato che nella notizia ci mette un pochino del suo: infatti, definisce Ospitale di Cadore “piccolo paese in provincia di Belluno”. Segnalo anche una sorta di doppia negazione: “le cause dell’incendio non sono ancora ignote” (ma lo diventeranno presto!). Segnalo inoltre lo spirito didattico che anima il coinvolgente redattore che scrive, riguardo alle cause dell’incendio, “Scopriamo cosa è successo“.
E veniamo al Gazzettino che, come altri, definisce incendio di vaste proporzioni un’area di bosco di 4-5.000 metri quadrati (equivalenti all’area di un quadrato di 70 m di lato: su ‘ste cose, per dire, di solito si va a ettari): e allora, cos’è stato l’incendio nella Val di San Lucano, una catastrofe biblica di proporzioni orrende? Stupenda, ancorché virgolettata, quella “terra di nessuno” (cosa avranno voluto dire?). Per quel “sui monti sopra Cortina” si veda oltre. La Croda de r’Ancona si è trasformata in “Ru’ Ancona” (un omaggio idrografico, suppongo). Assolutamente insuperabile, ne dovete convenire, la collocazione dell’incendio tra la “Croda de Ru’ Ancona e la frazione di Zuoghi, poco lontano da passo Cimabanche”. Una delizia.
Anche TgCom24: vasto, sopra Cortina, a 600 metri:
Anche gli svizzeri di tvsvizzera.it e swissinfo.ch (devono essere parenti) si bevono la storia della “frazione Zuoghi” (diversamente dal Gazzettino ci mettono però una altitudine di 600 m):
Stesso discorso per Lettera43, che si beve la “frazione di Zuoghi”, titola “Incendio a Cortina…” e fa riferimento a due ordigni bellici (chiamarli residuati bellici era meno coinvolgente), facendo colpire dalle fiamme “l’area del Rifugio Ospitale”.
Anche per l’Adnkronos “due esplosioni a Cortina”
Poteva mancare una “fantanotizia”? Da ilsussidiario.net (che si definisce “il quotidiano approfondito”) un “Caos Olimpiadi“… “potrebbero esploderne altri”. Non ci facciamo mancare niente: niente!
Finiamo la carrellata con la storia dei “monti sopra Cortina”, dove il sopra è riportato pressoché nella totalità delle notizie. Quando si parla di “sopra” lo si intende, solitamente, in rapporto alla verticalità. Per esempio, dire che il rifugio Faloria è situato sopra Cortina ha un senso (si può essere più precisi, ma la frase ha senso). Nel caso dell’incendio in esame, il luogo in cui è divampato si trova, in linea d’aria, a circa otto chilometri (otto chilometri!) da Cortina. E’ evidente quindi che il sopra, in questa circostanza, non può che essere riferito alla latitudine geografica: il luogo dell’incendio si trova otto chilometri a nord di Cortina (del resto, anche ai Vigili del fuoco è sfuggito un “incendio boschivo sopra Cortina”).
In altre parole, dire che l’incendio sui Śuoghe è divampato sopra Cortina equivale a dire che un incendio a Conegliano divampa sopra Venezia. Basta saperlo (ma un incendio a otto chilometri da Cortina su “terra di nessuno” non desta l’interesse… di nessuno). E così spero sia di voi.