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BIM-Gsp: i sindaci tacciono. Non si è ancora sentito nessun belato!

25 Febbraio 2011 Politica nostrana acqua, analisi-politica, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua, sindakos

Strano NO? Disposti a tutto pur di avere un centimetro quadrato sui quotidiani locali, i nostri sindaci sulla questione BIM-Gsp tacciono. E tacciono anche i consiglieri regionali. Allora, la “Banda del Buco” (dell’acqua), non è proprio in grado di dire qualcosina ai propri sudditi? Anche i sindaci che fino all’altro giorno sembravano pronti all’estenuante cammino verso l’UNITA’ del Cadore, che non riescano a trovare un filino di forze per darci il conforto di una seppur flebile rassicurazione?

In ordine di apparizione: sindaci del BIM Consorzio, del BIM-Gsp, dell’Ato.

Foto: Flickr (eg65)

BIM-Gsp: attendiamo le dimissioni?

24 Febbraio 2011 Politica nostrana acqua, analisi-politica, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua

Come vi ho già detto altre volte, benedetti questi RSS che ti permettono di tenerti informato impiegando solo il tempo per leggere le notizie e non più per cercarle. Infatti ieri è giunta un’ANSA che parlava proprio di un problema nel polesano riconducibile alla gestione dell’acqua. Ma guarda che coincidenza, mi son detto. Ma ecco questa mattina un approfondimento su Bellunopress (il grassetto è mio) che riprendo volentieri …

La gestione dell’acqua fa acqua, Bim Gsp 51 milioni di esposizione con le banche. Il presidente Roccon si auto assolve e scarica la responsabilità sui sindaci. Inquietante analogia con i fatti di Polesine acque spa di Rovigo

Sui quotidiani di oggi, il presidente del Bim Gestione Servizi Pubblici spa, la società pubblica (dei 67 Comuni bellunesi esclusi Arsié e Lamon) che dal 2004 gestisce il servizio idrico integrato (acquedotto – fognatura e depurazione) e la distribuzione del gas metano (allacciamenti) ha raccontato la sua verità. Franco Roccon ha sostenuto, innanzitutto, che i 51 milioni di esposizione con le banche non sono un buco, perché i prestiti sono stati concessi a fronte di investimenti realizzati dall’azienda.

Il debito è stato causato dall’errata sovrastima dei consumi d’acqua, 22 milioni di metri cubi anziché i 15 realmente prelevati dalle utenze dei 67 comuni convenzionati. Di conseguenza, le entrate previste sono state assai inferiori di quelle preventivate. Bim Gsp lo rileva già nel 2004 e chiede la revisione delle tariffe all’Ato  Ambito Territoriale Ottimale “Alto Veneto”, la cui assemblea è costituita dagli stessi 66 sindaci della società partecipata Bim Gsp.

Ma i sindaci, probabilmente attenti a non adottare provvedimenti impopolari che potrebbero far loro perdere il consenso dei cittadini, dicono no. Così le tariffe non si toccano e il deficit aumenta. Bim Gsp deve però rispettare il piano di interventi ed è costretto ad accendere mutui con le banche per finanziare i lavori.

Qui ci fermiamo, perché c’è una inquietante analogia con fatti che stanno accadendo in provincia di Rovigo segnalatici da un nostro attento lettore (notizia Ansa di ieri). Polesine acque spa, la società omologa di Bim Gsp, ha un dissesto economico di 8 milioni per i quali sono indagate 200 persone tra sindaci e amministratori. Ebbene, secondo  il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, i sindaci attraverso delibere che negavano l’aumento delle tariffe, sarebbero andati contro l’interesse della società pubblica, determinando una parte del danno erariale contestato.

Per ritornare alla questione di casa nostra, c’è da dire che Bim Gsp e Ato, ossia controllore e controllato, sono costituite sempre dalle stesse persone (i sindaci dei 67 comuni della Provincia). E il teorema difensivo del presidente Roccon, tutti responsabili nessun responsabile, in una società che come dicevamo vende un bene indispensabile in regime di monopolio, non regge. Attendiamo le dimissioni.

Attendiamo le dimissioni? Tutti fuori dai c….? Naaaaaa! Sono uomini che in testa hanno un solo credo: valorizzare il territorio. Cosa si fa quindi? Come ha ben rilevato Viva la Puglia in questo commento, solo la magistratura (o un fallimento societario conclamato) potrebbe toglierceli di torno …

[…] Non vedi come Roccon fa impudentemente lo scarica-barile? L’unica soluzione per liberarci di questa feccia politica è l’intervento della Magistratura e l’esautoramento di lorsignori per via giudiziaria, altrimenti ce li teniamo fino a ché non avremo più… acqua che sgorga dai nostri rubinetti. Oppure tale acqua ci costerà più di quanto costa la benzina attualmente.[…]

Bim-Gsp & Ato: ecco perché devono andarsene tutti a casa

23 Febbraio 2011 Politica nostrana acqua, analisi-politica, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua

Visto dall’uomo comune, dal cittadino che non ha tempo per verificare tutti i cavilli procedurali per i quali Tizio non ha colpa, ma neanche Caio, se andiamo ben a vedere, e vuoi mettere Sempronio che non ne sapeva niente … tutte persone stimate, dabbene, che hanno sempre lavorato per valorizzare il territorio … evvvai con la fuffa … visto dall’uomo comune, dicevo, questo mondo “della gestione dell’acqua” che ci è apparso in questo squarcio di nebbia (che si richiuderà presto, non dubitate), non può che portare con naturalezza a pensare e volere le cose che ho trovato espresse in questo articolo tratto da Bellunopress e che propongo qui alla nostra attenzione.

Se vuoi avere l’acqua potabile in casa, il contratto lo devi fare con Gsp (Gestione servizi pubblici). E’ Gsp a fornire l’acqua potabile a migliaia di bellunesi. E dell’acqua in casa non si può fare a meno. Siamo in presenza, dunque, di un servizio di fornitura di un bene primario in regime di monopolio. Come se a vendere il pane ci fosse un unico grande panificio, o se a vendere automobili una sola grande società che non si deve preoccupare della concorrenza perché da lei devono venire.

Una concessione esclusiva per un prodotto indispensabile. Una situazione talmente favorevole e in assenza di concorrenza che non ha eguali nel mercato delle merci. Eppure la coppia Bim-Gsp e Ato, che sono sempre gli stessi, perché nei  consigli d’amministrazione e nell’assemblea dei soci vi sono i sindaci dei comuni della provincia di Belluno, sono riusciti ad accumulare passività per una cinquantina di milioni. Ma che razza di manager sono, se non riescono nemmeno a tenere in piedi una società che lavora in regime di monopolio? La colpa è dell’Ato dice Roccon, presidente Bim-Gsp perché ha sovrastimato i consumi d’acqua (23 milioni di metri cubi, anziché i 14 milioni realmente consumati).

E dov’era Roccon e il consiglio d’amministrazione di Gsp mentre passavano quelle stime abnormi? Un errore del 40%. Come se la Fiat producesse il 40% di auto in più e poi rimanessero lì invendute. Risibile anche il fatto che Gsp abbia chiuso l’esercizio 2010 con un milione di attivo. Perché per ripianare il deficit ci vorrebbero comunque 50 anni, e sul lungo termine siamo tutti morti, come disse l’illustre economista britannico John Maynard Keynes.

Devono andarsene tutti, per manifesta incapacità, perché non si può far pagare ai cittadini con l’aumento della bolletta dell’acqua i gravi errori commessi. Negli tanto invocati stati Uniti d’America una situazione simile avrebbe scatenato la class action dei consumatori che avrebbe immediatamente travolto i consigli d’amministrazione degli enti che hanno fallito.

Tutto collegato, naturalmente, all’articolo di due giorni fa: Il buco nell’acqua del Bim Gsp. Non era mai riuscito a nessuno.

La religione organizzata. Non c’è gara! Il papa a Venezia …

22 Febbraio 2011 Criticarium blozzando, chiesa-vaticano

La diocesi di Belluno-Feltre si trova ad affrontare “la crisi di alcuni sacerdoti, che per esaurimento, depressione, innamoramento, si ritirano dall’attività pastorale, o scelgono di “gettare la tonaca alle ortiche”, come si sarebbe detto in tempi in cui la tonaca la portavano tutti gli appartenenti alla gerarchia cattolica” come ben ci spiega Lo spirito di Gioele (Lucio Eicher Clere) nell’articolo “La casta dei preti che vuol bastare a se stessa“.

Forse è anche per affrontare questi problemi che il papa si recherà ad Aquileia e a Venezia. Solo che qui si cambia anche registro.

Traggo alcune pillole da un articolo apparso sul Gazzettino.

“Niente spese folli per il papa“. Questa volta si sono rivisti. Già ammettere che di solito lo sono, folli, è una buona cosa.

Il patriarca Angelo Scola: «In questo momento di crisi i costi vanno contenuti. Ho chiesto che il preventivo per il palco della messa al parco di San Giuliano, a Mestre, sia dimezzato rispetto all’ipotesi iniziale di 800 mila euro. Inoltre non acquisteremo paramenti e mitrie nuove, ma recupereremo quelli già in uso dai vescovi e metteremo a disposizione quelli del tesoro di San Marco»

L’articolo continua: “Nella marcia di avvicinamento all’evento si rincorrono le voci sull’ammontare della spesa complessiva: si parla di una cifra oscillante fra un milione e mezzo e i due milioni di euro.” Non è certo una spesuccia per portare il papa a dare due benedizioni a destra e a manca (ovviamente verrà anche messo in moto un indotto per la stampa di santini e la fornitura di gadget d’ordinanza, forniture queste normalmente monopolizzate dalla casta clericale).

Ancora: “«Non chiederemo alcun contributo alle istituzioni pubbliche – ha spiegato Scola – Ci affidiamo alla generosità dei fedeli e all’eventuale sostegno che arriverà dagli sponsor privati». Chi contribuirà potrà mettere il proprio nome sulla quarta di copertina del libretto liturgico che sarà distribuito ai fedeli, nelle locandine e sui tabelloni installati lungo i percorsi”.

Il “delirio” riguardante il palco ve lo potete leggere direttamente dall’articolo riportato.

Suppongo che lo “Spirito di Gioele” sia quanto meno inquieto. Chissà se la messa-trasmessa in mondovisione riuscirà, in qualche modo, a placare la collera evangelica dello spirito. Certo, il papa ce la metterà tutta a trasmettere l’originalità del messaggio di Cristo. Con una mitria di seconda mano gli sarà anche più facile.

Nel frattempo, in attesa della messa, chi vuole può godersi questo breve pezzo di George Carlin, uno fra i più grandi “comici” del mondo.

Il buco nell’acqua del Bim Gsp. Non era mai riuscito a nessuno.

21 Febbraio 2011 Politica nostrana acqua, analisi-politica, bim, bim-gsp-buco-dell-acqua

L’11 luglio 2010 Bottacin chiede formalmente al presidente del Bim Gsp Roccon ragguagli sulle insistenti voci che vedono l’ente insolvente nei confronti di una folta schiera di artigiani (che hanno prestato la propria opera “da mò”, ma non hanno ancora ricevuto i relativi pagamenti). Roccon ammette le colpe: «Bottacin non scopre nulla di nuovo, è ormai noto che da 6-7 mesi ormai le banche si sono raffreddate nei nostri confronti». (vedi articolo)

Bottacin manda poi una lettera al prefetto per cercare di fare chiarezza su più di una vicenda legata al Bim Gsp. Roccon, che sa di essere nella merda fino al collo, il 21 ottobre 2010 risponde a Bottacin appigliandosi ad un cavillo lessicale che vede contrapposto il Bim Consorzio con il Bim Gsp (ovviamente sappiamo che i due enti sono diversi fra loro). Roccon poi si diverte dicendo che «Bottacin è un bravo ragazzo, si impegna, ma non studia». (vedi articolo)

Il 23 ottobre Bottacin replica a Roccon: «Io ho studiato, e i problemi per reperire le risorse ci sono ancora». (vedi articolo).

E giungiamo infine (si fa per dire) al 18 febbraio 2011: “Bim Gsp, buco da 50 milioni di euro”. E qui interviene Roccon con tutto il suo acume dicendo che:

«Il piano d’ambito soffre perché abbiamo venduto meno acqua di quanto previsto nel 2004. Ogni anno mancano all’appello circa 7 milioni di metri cubi e ciò ha spiacevoli ricadute nell’aspetto della programmazione degli investimenti e delle tariffe. E pensare che, quando avevamo pensato alla quantita d’acqua consumata in un anno dai bellunesi, avevamo rivisto al ribasso l’indice Istat. E’ inspiegabile il motivo che porta i bellunesi a consumare il 20% in meno di acqua rispetto alla pianura. Il tutto è forse dettato da una buona abitudine al risparmio, fatto sta che questa qualità ci ha messo in grossa difficoltà».

Quelli del Bim, Nono Tino li avrebbe appellati “Paiaze!”.

Si viene a sapere (nel resto dell’articolo) che solo nel 2008 si è scoperto che la previsione era sbagliata. Domanda: nel 2004 si sono fatte le previsioni di consumo e solo nel 2008 qualcuno si è chiesto come mai i bellunesi consumano meno acqua della pianura?  Paiaze!

E Bottacin si toglie un sassolino: «Il problema c’è», sottolinea Bottacin, «quindi in estate, quando avevo lanciato l’allarme, non ero un visionario, come affermato da qualcuno».

Poi ritorna Roccon dicendo che Bim Gsp ha per il 2010 un attivo di 1 milione. Gli risponde Bottacin: «Se il Bim Gsp non ha problemi di bilancio, perché andare al rincaro delle bollette? E perché pensare di far pagare pure gli arretrati? Come cittadino e come Istituzione, chiedo massima chiarezza». (vedi articolo)

Dov’erano i sindaci che dovrebbero esercitare il controllo dell’ente? Paiaze!

La soluzione avanguardista: aumentare le tariffe anche retroattivamente. Paiaze!

foto: Flickr (Smithsonian Institution)

il PD meno elle all’affannosa ricerca di un leader

19 Febbraio 2011 Criticarium blozzando, itaglia

Non è che nel pollaio lozzese (e cadorino) manchino argomenti. Il video della lettura fatta da Luca e Paolo dello scritto “Indifferenti” di Gramsci è senza dubbio più intenso (e avrò modo di proporlo), ma anche questo sul PD meno elle (come lo chiama Grillo) in … cerca di leader è molto gustoso. Nessun riferimento alla politica locale.

http://www.youtube.com/watch?v=FSbwrj-25H4

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