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‘tentato sequestro’ a Lozzo di Cadore: la ‘maratona’ continua …

23 Novembre 2011 Botanico Palazzo cecità-della-giunta, i-conti-della-serva, il-disinformatico, local-politik, polizia-locale, tra-le-righe

Ringrazio il Gazzetino per aver prontamente dato seguito alla mia email. Sulla vicenda del “tentato sequestro” il quotidiano è infatti tornato con un secondo articolo, con un taglio meno istituzionale del precedente, dando più spazio alle preoccupazioni dei genitori. Leggendolo ho provato un profondo senso di imbarazzo. Anzi, ne ho provati due di imbarazzi. Il primo vestendo i miei panni e pensando a che “tipo” di sindaco abbiamo, il secondo vestendo proprio i panni del sindaco in questa circostanza. Ho preso allora carta e penna ed ho scritto una email che il Gazzettino ha pubblicato fra le lettere nell’edizione di ieri (22 novembre).

Circola un divertente aneddoto che si può applicare a varie figure (politici, consulenti ecc), che così recita: «Come fai a sapere se un sindaco mente?». La risposta è: «Quando muove le labbra». Ma ci sono anche le varianti scritte … “giornalistiche” o meno.

Certo il sindaco di Lozzo non mente nella forma: un colpo d’occhio può sempre essere fatto passare per un controllo. E due colpi d’occhio possono sempre essere ritenuti un “aumentato controllo”. Non dice la verità però nella sostanza, che è quello che conta, per chi ha cervello. Perché il sindaco non può pensare – e sia chiaro che mi sto sempre riferendo al caso di “tentato sequestro” di un bambino, non ad un divieto di sosta – di fare prevenzione dicendo le cose che ha detto, omettendo di avvertire la popolazione che al vigile non è sostanzialmente permesso di utilizzare alcun mezzo a motore.

Sottolineo ancora una volta l’importanza dell’avvenimento così come è stata descritta dal Gazzettino (il testo non è virgolettato, quindi non è attribuibile al sindaco, ma dà una idea della preoccupazione specifica riferibile al fatto di cronaca in esame):

[…] Manfreda non nasconde lo sconcerto per l’allarme che sta scuotendo Lozzo e il Centro Cadore. Dei racconti di episodi che corrono di piazza in piazza una parte possono essere frutto di paura o di esagerazione, ma tutti no. […] Quanto è accaduto al ragazzino in bici è un episodio difficile da classificare come bravata. La precisione del suo racconto e la prontezza con la quale, qualunque fosse il pericolo, è riuscito a fuggire, danno peso alle sue parole e al suo spavento: quello spavento che ancora oggi, a distanza di oltre un mese, non lo lascia dormire tranquillo. Così come non lascia tranquilli i suoi genitori. […]

Se io fossi uno qualunque fra i genitori cui si fa riferimento nel secondo articolo, mi informerei se ciò che ha sostenuto fin qui il BLOZ è vero e se lo fosse (lo è), inizierei a “tirar su firme” da portare al caro sindaco per attivare un “vero servizio di prevenzione”, che dovrebbe prevedere per le funzioni della nostra polizia qualcosa di ben più dell’andare a piedi in giro per il paese.

 

BIMBO BLOCCATO.   PER I CONTROLLI  IL VIGILE È A PIEDI
Come cittadino di questo paese trovo alquanto imbarazzante la lettura di due articoli che si sono succeduti dalle colonne del Gazzettino nei giorni scorsi (20 e 21 novembre) riguardanti il “tentato sequestro” di un bimbo.

La ragione primaria di questo imbarazzo è la palese distanza tra ciò che appare dichiarato e ciò che succede nella realtà. Se si parla di controllo del territorio, se la polizia locale deve fungere da presidio del medesimo, non è possibile lo faccia “a piedi”, senza l’ausilio di un mezzo motorizzato (che peraltro abbiamo a disposizione), com’è invece prassi consolidata per Lozzo (e non da qualche giorno). Risulta pertanto benevolmente fuorviante descrivere la situazione come sostanzialmente sotto controllo, quando non vi sono le condizioni basilari perché lo possa essere.

La cosa appare ancor più evidente nell’articolo di ieri nel quale si afferma, riferendosi ai “campetti”, che essi sono ritenuti dai genitori «un posto da controllare sempre, ora che c’è preoccupazione, e domani, quando invece non ce ne sarà più». Ripeto: è prassi consolidata che il vigile svolga il proprio servizio a piedi sempre (e ciò non è un problema in condizioni normali).

Se però si ritiene che i campetti vadano ciclicamente presidiati (ma la cosa vale anche ovviamente per altri ambiti dello spazio urbano), tenuto conto che sono periferici rispetto al paese, va capito che nelle condizioni attuali, non potrà essere data al cittadino alcuna garanzia reale, lato sicurezza.

Invito a valutare quanto da me ulteriormente argomentato a questo indirizzo: “tentato sequestro a Lozzo di Cadore. Sindaco, spiegaci: che efficacia può avere il controllo di un vigile a cui viene impedito l’uso dell’auto?”.
Danilo De Martin

il Bim Consorzio e la pasta kukident favorisca un qualunque documento, prego

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