Cadore e turismo: di cosa stiamo parlando?
Anche se si parlasse di Universo, qualche paletto nel discorso andrebbe posto, se non altro per capire a “quale Universo” ci si sta riferendo. Per il turismo cadorino vale lo stesso principio: di cosa stiamo parlando? Vediamo.
Con le stesse finalità abbiamo recentemente definito il comprensorio Montagna Veneta scomponendolo nei suoi elementi: provincia di Belluno, STL Dolomiti, Cadore nel suo insieme storico-geografico (comprendente cioè Cortina d’Ampezzo e Selva di Cadore) e la sola Cortina. Nel grafico sottostante si può prendere atto del valore, in termini di presenze, dei differenti “segmenti” considerati e del peso relativo che ognuno ha in rapporto tanto al totale delle presenze in Veneto quanto al totale di quelle registrate nel comprensorio Montagna.
Il Cadore (ripeto: in questo caso con Cortina e Selva) vale il 3,3% delle presenze in rapporto al totale del Veneto (che è la regione italiana con il più alto valore di presenze turistiche, 62.351.657 nel 2012) e il 42,3% rapportato al totale delle medesime nel comprensorio Montagna.
Prendiamo ora in considerazione la segmentazione territoriale “C-CC-VB” – Comelico, Centro Cadore e Val Boite – (nella quale, nei casi che seguono, Cortina d’Ampezzo è considerata autonomamente e della quale Selva di Cadore non fa parte, essendo conteggiata in “resto della provincia di Belluno”) e confrontiamola con il territorio della “provincia di Belluno” e le presenze turistiche ad essa collegate.
Proposta: non riuscendo io a definire l’insieme di tutti i comuni appartenenti a Comelico, Centro Cadore e Val Boite, con l’esclusione da quest’ultima di Cortina d’Ampezzo, con l’appellativo “Cadore” (senza far torto alla storia, ma il discorso sarebbe lungo…), propongo di associare a tale aggregazione funzionale l’appellativo “Cadore Turistico“. Così è deciso all’unanimità!
Stabilito ciò, dunque, quello che si nota è che le presenze nel Cadore Turistico (899.081) valgono il 21,53% del totale provinciale (4.175.874), che è come dire – scusate se mi ripeto pur con altre parole – che su 10 presenze consumate in provincia solo 2 trovano collocazione in esso.
Del Cadore Turistico, del resto, Auronzo è da considerarsi la perla per eccellenza, portando a casa 290.197 presenze – il 32,28% – sul totale di 899.081 (il 6,95% sul totale provinciale). Ecco come appare la situazione considerando Cortina e Auronzo “a parte”: tolta la “Principessa delle Dolomiti”, al Cadore Turistico resterebbero 608.884 presenze, meno del 15% del totale provinciale.
Se si guarda al Cadore Turistico in funzione delle sue componenti – Comelico, Centro Cadore e Val Boite (esclusa Cortina) – la ripartizione delle presenze è invece la seguente, dove il Centro Cadore assume il ruolo principale con il 10,34% delle medesime (tenuto sempre conto che Auronzo di queste se ne pappa il 6,95% cioè quasi il 70%), seguito dalla Val Boite (senza Cortina) con il 5,8% e dal Comelico con il 5,39%:
Tornando al ruolo e al peso di Auronzo nell’economia turistica del Centro Cadore, ecco quali sono i rapporti di forza in campo: ad Auronzo si concentra il 67,18% delle presenze, mentre a Pieve, Vigo e Calalzo se ne registrano, rispettivamente, l’8,98% l’8,26% e il 7,99% (negli altri paesi le briciole):
Ecco come sono invece distribuiti i “rapporti di forza” relativamente alle presenze, comune per comune, nell’intero Cadore Turistico: Auronzo, la prima destinazione, vale da sola il 32,28% (un terzo), seguono San Vito con il 14,6%, Sappada con il 13,76%, Borca con il 10,15% e Comelico Superiore con il 5,61%. Queste prime 5 destinazioni coprono da sole più dei tre quarti di tutte le presenze del Cadore Turistico, significando che il restante 25% viene suddiviso fra le altre 15 destinazioni (Pieve, Santo Stefano, Vigo, Calalzo, Domegge, Lorenzago, Valle, San Pietro, Cibiana, Vodo, Lozzo, Danta, San Nicolò, Perarolo e Ospitale).
Rispetto quindi al “resto della provincia di Belluno” nel suo insieme, il Cadore Turistico così si presenta in campo con i propri singoli attori:
E per finire, volendo inquadrare analiticamente i singoli comuni del Cadore Turistico nelle rispettive posizioni della “classifica provinciale” (sempre in relazione alle presenze), ecco l’ultimo grafico:
21 Giugno 2013 @ 09:23
@danilo
una domanda: secondo te gli “abitanti” delle seconde case sono conteggiati nelle statistiche? Se no che stima quantitativa si può dare?
21 Giugno 2013 @ 11:05
@frank,
la statistica non è certo una scienza esatta, nel senso che come molte altre cose va interpretata. La rilevazione dei dati su arrivi e presenze negli alberghi è diventata col tempo “molto affidabile”; meno affidabile, ma comunque ben strutturata, è anche quella riguardante gli esercizi extra-alberghieri “dedicati” all’accoglienza. Esiste, naturalmente, una componente di “turismo sommerso”, composta sia da presenze non registrate (di solito riconducibili all’affitto da parte di privati) sia da presenze dovute a seconde case. Nelle statistiche ufficiali il turismo legato alle seconde case non trova riscontro, ma è fuor di dubbio che le può alterare in maniera significativa. Vi sono diversi “studi” e metodologie elaborate per tenerne conto: si usano di solito dei “moltiplicatori” che permettono – con tutte le cautele del caso – di passare dai dati “standard” ai dati “corretti” tenendo conto delle “seconde case o abitazioni per vacanza”.
Qui si entra in un dominio tutto particolare per cui, tanto per dire, secondo certe stime il Mezzogiorno avrebbe un moltiplicatore di “5” mentre il Nord Est si fermerebbe a “1,8”: Tutto ciò sconvolgerebbe la mappa delle presenze turistiche “ufficiali” non solo nel confronto fra macroaree ma anche nel computo delle presenze su base nazionale (che si dilatano enormemente). Per dirti (dati 2011 per le presenza): il Molise ha ufficialmente 680.000 presenze ed avrebbe un moltiplicatore “9,29” (quello più alto fra le regioni italiane). Allo stesso modo la Sicilia ha 14 mln di presenze ed un moltiplicatore “8,67” che porterebbe le presenze “vere” a 121 mln mentre il Veneto, che ha 63 mln di presenze ed un moltiplicatore di “1,75” arriverebbe a 110 mln di presenze “vere”, tranquillamente superato dalla Sicilia (che nel 2011 era in nona posizione).
Per “quelli del Sud” è un buon argomento perché possono sostenere che non è vero, come dimostrano le statistiche ufficiali, che il Sud non sa fare neanche turismo (senza aver fatto niente per avere tutto quel ben di dio), in realtà il turismo è ben sviluppato solo che “è sommerso”. Ovviamente lo dicono ridendoci e scherzandoci sopra perché nel frattempo alzano alte le grida lamentose e piangono a fiotti per avere l’assistenza dal Nord, che poi hanno e che accolgono a piene mani.
Nel nostro caso (cadorino e bellunese) “piove sempre sul bagnato” perché le località che sono destinazione prediletta dal turismo “ufficiale” lo sono anche, sostanzialmente, per quello legato alle seconde case. Del resto,a meno che una località non sposi in modo viscerale il turismo delle seconde case (ragioniamo per assurdo), rinunciando a tutte le altre forme di accoglienza (cosa che comunque verrebbe rilevata da altri indicatori e che non può avvenire da oggi a domani), le statistiche ufficiali sono una buona spia di come funziona il turismo nel suo complesso, nel senso che – mediamente – vistosi cali delle presenze negli alberghi, camping, B&B, affittacamere non si accompagnano certo (se non nell’ipotesi assurda da noi fatta) ad aumenti delle presenze nelle seconde case.
Io metterei a tutti un chip sottopelle (come quello cui faceva riferimento il parlamentare del M5S) monitorabile via GPS e farei scattare il contatore di “una presenza turistica” tutte le volte che Tizio dorme fuori casa a più di 30 km dal luogo di residenza. Se va avanti così non passerà tanto tempo che tutto ciò diventerà realtà (Befera ha già tutto in testa: le finalità sono ben altre, ma noi almeno risolveremmo il problema del conteggio delle presenze “reali”).
21 Giugno 2013 @ 12:32
Bravi ottimo lavoro, dire turismo non significa nulla descriverlo bene invece ci permette di comprendere e non fare stupida propaganda.
21 Giugno 2013 @ 14:40
Come mai non compare il comune di Belluno dalle statistiche? Da quanto sostenuto dall’assessore Tabacchi e pubblicato sulla stampa il comune capoluogo ha avuto incrementi turistici da record nel 2012.Grazie per la risposta
21 Giugno 2013 @ 15:04
@Jaco,
purtroppo ho dovuto compattare il grafico e quindi la lettura non è limpida ma Belluno è presente in 12a posizione con 119.290 presenze (il grafico è ordinato per numero di presenze). Nel 2011 Belluno ne ha totalizzato 113.436 e quindi, nel 2012, ha registrato 5.854 presenze in più con un incremento del 5,16% (definirlo record mi sembra eccessivo tuttavia, di questi tempi, lo si può indicare come “ragguardevole”). Poi bisognerebbe vedere come si sono spalmate le nuove presenze (proporzionalmente su ogni mese, tutte nel mese di xy .. ecc. ecc.): se finanzi una bella mostra di spessore, fare 5000 presenze in più come traino non è traguardo titanico (poi bisogna vedere quanto ti è venuta a costare la mostra …). Come sempre bisogna aspettare e vedere se le scelte si consolidano o se la cosa era un fuoco di paglia.
21 Giugno 2013 @ 15:33
@Jaco,
ho visto solo ora via email la tua richiesta di cancellazione del messaggio precedente (in quanto accortoti della presenza di Belluno). Tuttavia, vista anche la risposta che ho dato nel frattempo, e che aggiunge qualche elemento al tuo dubbio iniziale, mi sono permesso di mantenerlo (in fondo non “compromette” nessuno).
23 Giugno 2013 @ 05:56
A Belluno sono passatati da 10 a 13 turisti, quindi hanno avuto un incremento del 30%. Il tutto grazie all’assessore di San Vito, ovviamente.
Tra 1000 anni servirà un albergo in più se continuiamo a questo ritmo frenetico.
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