BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

di 528 ce n’è uno…

6 Ottobre 2021 Botanico Palazzo cronache-lozzesi

Dunque, con 528 voti Alessio Zanella è stato eletto sindaco di Lozzo di Cadore. Gli elettori potenziali erano 1.290 mentre gli iscritti all’AIRE 247: con le nuove regole il quorum è stato perciò fissato al 40% di 1.290-247, ossia a 417 voti.

I votanti sono stati 567 ed hanno prodotto, oltre ai 528 voti alla lista, 13 schede nulle e 26 schede bianche. Nelle votazioni del 2014 il sindaco fu eletto con 595 voti, in rappresentanza del 47% degli aventi diritto al voto, per cui il buon Alessio, con 528 voti in rappresentanza del 41% degli aventi diritto, può ritenersi ampiamente legittimato anche sul fronte delle “preferenze”. Alle ultime elezioni del 2019, abortite per non raggiungimento del quorum, i voti al candidato sindaco furono 519.

E no, intimare o anche semplicemente suggerire di disertare il voto… in attesa della venuta del salvatore non è stata una grande mossa. C’è un detto secondo il quale ci sono tre modi di fare le cose: quello giusto, quello sbagliato e quello militare. Confidiamo che nell’amministrare il paese la nuova squadra sappia interpretare al meglio “quello giusto”.

lettera aperta ad Alessio Zanella sul Parco della Memoria di Pian dei Buoi

27 Settembre 2021 Cadore - Dolomiti, Pian dei Buoi, Turismo e dintorni parco-della-memoria, sviluppo-pian-dei-buoi

Come si usa fare in queste circostanze mi rivolgerò al candidato sindaco, Alessio Zanella, ma la “lettera aperta” è ovviamente indirizzata a tutti i componenti del gruppo che si presenterà alle prossime elezioni.

Riguardo a Pian dei Buoi non ho colto nel programma elettorale che un riferimento, quello relativo alla installazione di una webcam “per la promozione turistica dell’altopiano” (che immagino sia una webcam aggiuntiva a quella che c’è già al Rifugio Ciareido). Può essere che qualche argomentazione inerente Pian dei Buoi sia stata trattata in qualche articolo di giornale ma al momento non ne ho notizia.

Detto questo ti vorrei segnalare l’esistenza, al momento “dormiente”, del Parco della Memoria (PdM) di, per l’appunto, Pian dei Buoi. Un progetto inizialmente legato a un intervento Interreg nel ciclo di programmazione 2000-2006 (conclusosi nel 2003), continuato dall’attività del Gruppo Antichi Sentieri e della sezione CAI di Lozzo di Cadore, avviata nel 2003 e conclusasi nel 2012 in seguito a decisione presa dall’allora amministrazione comunale che non ha permesso la continuazione delle attività progettate.

Per avere un’idea del lavoro svolto dal volontariato nell’arco di quei dieci anni puoi eventualmente prenderne visione al seguente indirizzo: Parco della Memoria di Pian dei Buoi

(segnalo inoltre questo video paesaggistico sul PdM e la cartografia dettagliata del medesimo su Google Map)

 

Il lavoro da noi svolto, già a quel tempo (2012), poneva il Parco della Memoria di Pian dei Buoi come miglior esempio di Museo all’Aperto della Grande Guerra lungo la cosiddetta Linea Gialla (la seconda linea o linea della resistenza; la prima linea è identificata dal colore rosso).

Dal 2012, stante il diniego alla prosecuzione dei lavori del volontariato da parte dell’amministrazione comunale, in mancanza di un qualsiasi sforzo -anche minimo- della medesima, il PdM giace completamente dimenticato, con parte delle emergenze storiche portate alla luce e la relativa viabilità di collegamento diventate turisticamente non fruibili per la presenza di schianti o ramaglia.

Per capire quanto un Museo all’Aperto / PdM possano funzionare da traino per il turismo basta guardare, per esempio, a Monte Piana o al comprensorio del Grappa. Certo, oltre agli elementi del Parco in forma fisica (oggi dimenticati) ci vogliono anche divulgazione e adeguati strumenti di conoscenza…

Va considerato quindi che, con una spesa minima, ricorrendo comunque a qualche forma di volontariato, questo è ovvio, il ripristino delle aree del PdM al punto in cui erano state sviluppate è cosa che si può fare agevolmente. Invece di buttare 10 anni di volontariato nel cesso, come è stato fatto, si potrebbero recuperare a beneficio del territorio (poco o tanto non sta a me giudicare).

Andando oltre, potrebbe essere anche valutata l’ipotesi di riavviarne lo sviluppo: basterebbe riesumare il progetto redatto a suo tempo, il cui committente era del resto il Comune stesso, adattarlo “burocraticamente” all’oggi e renderlo operativo.

Ti segnalo inoltre che avevamo progettato e realizzato, sempre in relazione allo sviluppo del PdM, la posa di 84 paletti (piantana in cemento con palo fuori terra da un metro circa) nei pressi di altrettante postazioni del PdM; ogni paletto doveva essere dotato di un elemento identificativo che andava poi richiamato nella cartografia e depliantistica di riferimento (con la quale il turista avrebbe potuto visitare il PdM senza guida); per di più il paletto avrebbe riportato un QR-code con la descrizione della postazione e l’eventuale rimando ad indirizzi in rete per ulteriori approfondimenti (rendendo possibile un certo grado di comprensione dell’elemento anche in assenza di supporto cartaceo); in aggiunta i paletti avrebbero potuto far parte di una narrazione audiografica attivabile via GPS con app commerciale, in modo tale che trovandosi entro un raggio predefinito dai paletti indicanti le varie postazioni del PdM l’app avrebbe mandato in esecuzione il relativo file audio.

Anche questo aspetto qualificante del PdM, che stavamo sviluppando, è abortito in seguito allo stop deciso dalla amministrazione comunale di allora.

Immagino che le cose da fare in questa corsa elettorale, ancorché solitaria, siano tante, tuttavia un tuo cenno sull’argomento, a mio e altrui beneficio, sarebbe più che gradito. Grazie fin d’ora.

ANCHE A LOZZO ESISTE “L’UOMO NERO”?

19 Settembre 2021 Attualità giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

Che nelle campagne elettorali si usino sistemi ‘poco puliti’, da parte di gente priva di etica pubblica e di dignità politica, al fine di far prevalere i propri punti di vista ed i propri inconfessabili interessi è cosa che verifichiamo ogni giorno e ad ogni livello. Le “fake news” sono ormai il pane quotidiano di certi ‘parvenu’ che vivono e prosperano nell’ambiente politico nazionale e perfino locale. Basti citare le polemiche fastidiose sui vaccini ed ora anche sui “green pass”. Tutto è ammesso pur di racimolare qualche consenso in più da acquisire alla propria fazione. Manipolare le frange vocianti, protestatarie e, per fortuna, comunque fortemente minoritarie della nostra società è diventato il vero sport nazionale di leader alquanto impresentabili.

Si abusa spesso della parola “libertà” e non ci si accorge nemmeno di quanto si equivochi sul suo significato e quanto ci si contraddica con disquisizioni improbabili sul suo esatto valore, il tutto con argomentazioni prive di ragionevolezza e di un ‘substrato’ giuridicamente valido ed appropriato. Siamo, insomma, in campagna elettorale fatta senza esclusione di colpi da una classe politica di bassa qualità che antepone sempre l’interesse di parte a quello autentico e generale della comunità. Spesso, nella foga della polemica, l’uso di argomentazioni astruse appare alle volte perfino controproducente solo che si pensi ad una mente minimamente lucida e raziocinante. Dicevo che questo si verifica a tutti i livelli; tralasciamo le citazioni di chi si è improvvisato, da politico di non eccelso valore, in virologo od immunologo che confuta la Scienza ed i suoi esponenti più qualificati e di fama indiscutibile.

Qui dobbiamo parlare di etica e di dignità politica locale in relazione alla prossima tornata elettorale che riguarda anche il nostro comune. E’ un argomento che ho trattato in data 7 Agosto scorso (vedi articolo “Quale futuro si prospetta per Lozzo e per la Montagna?”) ed anche in data 26 Agosto u.s. (vedi articolo “Si tratta di improntitudine o di dabbenaggine?”), entrambi consultabili su queste stesse pagine. E mi domandavo e chiedevo quali fossero le ragioni alla base dello strano comportamento della vecchia lobby, quali i motivi dei discorsi alquanto contraddittori che avevano, alla fine, portato alla rinuncia alla competizione elettorale. Prima tali esponenti si erano dichiarati disponibili a scendere nuovamente nell’agone, poi c’era stata una parentesi di tentennamento, poi vennero lanciati appelli agli elettori per “una spinta finale”, dopo di ché si espresse rammarico per la mancanza di interesse della cittadinanza per la conduzione della Cosa Pubblica trincerandosi in un “NI” poco possibilista; alla fin fine tutto si concluse in…“un nulla di fatto”. Forse la ragione vera della rinuncia stava e sta molto semplicemente nel non essere riusciti a racimolare una decina di nominativi per partecipare alla competizione…

Ebbene, mentre ci si avvicina alla fatidica scadenza del 3-4 Ottobre, mi giunge notizia che qualche cosa di losco starebbe avvenendo in paese. Vistisi nella così detta “mala parata” (mi si perdoni l’uso non originale della espressione), ora una “Anima Nera” starebbe sobillando giovani e meno giovani a disertare le urne per non far scattare il quorum (40% meno il corposo numero degli iscritti all’AIRE), con la conseguente permanenza per un altro anno del Commissario e con la promessa che “l’Uomo Nero” si candiderebbe con i suoi accoliti nel 2022. Il tutto con lo scopo precipuo di cogliere fra un anno il favore dell’elettorato, a quel punto stressato da ben tre tentativi andati a vuoto. Sembra proprio che tale personaggio stia facendo opera di persuasione in grande stile… Ma, allora, perché non presentarsi ora? C’è forse qualche cosa di “misterioso” che sconsiglia di presentarsi in questa tornata, tanto da suggerire di lanciare la palla più in là nel tempo al fine di seguire il detto manzoniano del “lenire, sopire, e far dimenticare”qualche cosa di recondito e forse ora indecifrabile ai più?

Speriamo e ci auguriamo che queste siano solo supposizioni dettate da una certa logica consequenziale e che le cose non trovino mai riscontro alcuno in fatti negativi concreti e reali… Sono comunque tante le domande che frullano nella testa di non pochi cittadini ma ogni quesito viene postergato a dopo il 4 Ottobre p.v.. Per intanto, noto amaramente che a Lozzo, a mio modesto parere, vige sempre, da parte di qualche demiurgo in possesso del delirio di onnipotenza, il sistema poco trasparente di operare dietro le quinte per riaffermare la propria nomea di deus-ex-machina della miserabile politica locale durata ormai per troppo tempo. Qualcuno, molto tempo fa, parlò di ‘politica turpe’ evocando i metodi e la memoria di un tristemente famoso gerarca, campione di non trasparenza, il cui nome faceva: Reinhard Tristan Eugen Heydrich.

SI TRATTA DI IMPRONTITUDINE O DI DABBENAGGINE?

26 Agosto 2021 Attualità giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

Leggo, invero senza alcuna sorpresa, sul Corriere delle Alpi l’articolo del 25 u.s. a firma dell’ottimo Valentino Suani, dal titolo “Martagon pronto a sfidare Zanella-Aspetto un segnale dalla gente”. Dico a ragion veduta che la cosa non mi ha suscitato alcuna sorpresa, giacché molti lozzesi mi sono testimoni di aver sempre preconizzato che i tre magnifici effigiati a corredo dell’articolo non avrebbero lasciato nulla di intentato pur di tentare l’ennesima scalata alla conquista di Palazzo Venzo. E’ risaputo come l’ambizione (contenuta nei giusti limiti) sia da sempre la molla per chi ambisca a far politica, anche al solo livello locale (avendo magari di mira obiettivi più ambiziosi su base territoriale, vuoi che si tratti del BIM, della Provincia…).

Se però l’ambizione rasenta o tocca vette spropositate, la cosa, a mio modesto avviso, assume caratteristiche profondamente sbagliate che obnubilano la stessa capacità di obiettiva valutazione della realtà e dei propri limiti. Premesso che non conosco i due più giovani esponenti del trio della vecchia politica locale, promotori della ennesima, prossima e prevedibile iniziativa politica, il mio pensiero vuole soltanto essere un intervento che trascende gli aspetti personali, limitandosi a disquisire sulla qualità di quanto esposto nell’articolo che mi accingo a commentare attraverso qualche doveroso appunto di natura squisitamente politico-amministrativa e di confutazione di qualche asserzione che, sempre a mio parere, stride con la logica e la coerenza.

Per dovere di precisione, debbo rilevare che non è vero che Martagon Gianni e Zanella Miriam abbiano esplicato il mandato di consiglieri e di assessori per tre legislature ossia per 15 anni (dal 2004 al 2019) in quanto dal 2004 al 2009 chi scrive sedette in Consiglio Comunale ed il duo sopracitato non mi risulta proprio di essere stato collega di consigliatura del sottoscritto, né risulta che i due avessero ricoperto in quegli anni l’incarico di assessore esterno. Semmai si è trattato di 10 anni (due legislature, dal 2009 al 2019).

Nel merito alcune considerazioni si impongono. Dal 2019 si sono succedute due elezioni amministrative, entrambe andate a vuoto: quella del 2019 per mancanza del quorum e quella del 2020 per mancata presentazione di candidature. Due fallimenti consecutivi della amministrazione uscente!! Alla fine della consultazione del 2019, l’allora candidato sindaco, Gianni Martagon, fece una tassativa dichiarazione parlando di una sua esperienza chiusa amaramente e negando di nutrire altre velleità di ripresentazione… Ora siamo di fronte ad un ripensamento, giustificato dagli appelli rivoltigli “sia dal paese che da fuori”. Umano cambiare idea, ma qui si tratta di una smentita ad un ferreo proposito diffuso, soltanto qualche mese addietro, su tutti i media!

Anacronistico e sottilmente incensatorio per la propria fazione e per le capacità della vecchia/nuova compagine è la sottolineatura operata dal nostro laddove afferma che il paese “abbisogna di persone (amministratori?) con elevate competenze, professionalità ed esperienza per ripartire. Una amministrazione con gente nuova perderebbe troppo tempo nella conoscenza dell’Ente, degli Uffici, degli Enti locali con cui collaborare…”. Ahi, Ahi, Ahi, Sig. Martagon! Lei parla delle strade e dei marciapiedi quali esempi di opere urgenti da mettere in cantiere e fa capire che solo lei ed i suoi compagni di cordata, dall’alto delle vostre competenze, sareste in grado di fare il bene del paese. E’ forse quello che avete fatto nei dieci anni trascorsi nel Palazzo? Mi saprebbe indicare quali sono state le Vostre Opere qualificanti ed espressione di una politica “Alta”? Poi noto anche una palese contraddizione. Voi vi siete accorti che in paese c’è troppo disinteresse e vi aspettavate una risposta più forte dalla cittadinanza, invece avvertite che “c’è poca voglia di ripartire”. A questo punto, sempre a mio modesto parere, dovreste avvertire la necessità di una autocritica per le vostre responsabilità documentate dai due fallimenti elettorali del 2019 e del 2020.

Niente di tutto ciò appare sull’articolo sopra menzionato. Non penserete forse anche voi, come un vostro sostenitore, che la disaffezione per la Cosa Pubblica sia da imputare alla recente sentenza della Corte dei Conti e che la colpa ricadrebbe su chi ha avuto l’ardire di segnalare i fatti alla competente Autorità Tutoria? L’appello che lanciate ai lozzesi a “sostenervi e darvi l’ultima spinta” non vi pare strida alquanto con i “motivi di sconforto” che voi stessi mettete in risalto nel predisporre le vostre truppe e le vostre ‘salmerie’? Voi volete e pensate che i lozzesi vi votino turandosi il naso, come fece il buon Indro Montanelli. Senonché la vostra improntitudine vi fa dimenticare gli errori, le omissioni, le manchevolezze del passato. Magari potrete anche farcela a sedervi nuovamente sui più alti scranni del Palazzo ma non sarete sicuramente in grado di rifarvi una immagine politica degna di questo nome. 

lo stronzpass, un’eccellenza tutta italiana

14 Agosto 2021 Criticarium Itaglia covid-19, supercazzole

Quello venuto in testa ai burocrati di Bruxelles era un certificato “tra stati”: io stato X certifico che questo signore/a ha avuto il covid o è stato vaccinato o è stato tamponato. Quando il signore/a dello stato X va in uno stato Y,  lo stato Y ha la possibilità di verificare tale certificazione.

Era probabilmente una stronzata lo stesso, ma aveva un suo senso.

Su suolo italico sono riusciti a prendere questa stronzata ed elevarla all’ennesima potenza. Risultato? Lo stronzpass NON REVOCABILE.

(nel video Matteo Flora, per Ciao internet, spiega il percorso intestinale dello stronzpass fino alla sua completa evacuazione)

QUALE FUTURO SI PROSPETTA PER LOZZO E PER LA MONTAGNA ?

7 Agosto 2021 Attualità giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

Dunque il 3 ed il 4 Ottobre prossimi si andrà a votare per le Amministrative. Dopo un lungo periodo di commissariamento (due votazioni andate buche, una per il quorum non raggiunto e l’altra per mancata presentazione di candidature), a Lozzo si spera ora che qualche cittadino trovi il coraggio, la voglia e la determinazione di candidarsi per occupare quel minimo di “Potere Decisionale” più che mai necessario ed urgente. Siamo nel bel mezzo di una crisi epocale che ha investito ed investe gli aspetti sanitari, economici e sociali e che appare di una inaudita gravità. Trascuriamo per ora di parlare della Pandemia, di cui sono tuttora piene le cronache, con le problematiche annesse e connesse alla somministrazione vaccinale di cui tanto si discute sui ‘media’, dove molti saccenti giornalisti pseudo virology arrivano a contestare la stessa validità della “Scienza” e dei suoi recenti strumenti vaccinali così celermente scoperti e testati.

La montagna in generale, ed il nostro borgo in particolare, hanno dovuto sostenere oneri e disagi difficilmente equiparabili ad altre epoche e contingenze del passato. Parliamo degli aspetti economici e sociali (comunque fortemente correlati alla situazione sanitaria). Si va dalla crisi del distretto dell’occhiale e del suo molteplice indotto, alla delocalizzazione industriale in senso lato (leggi: globalizzazione e, ancor prima, spostamento degli opifici nelle zone “Conib” di Longarone e dell’Alpago), all’intero depauperamento del sistema dei Servizi (scolastici, sanitari, delle strutture burocratiche statali e non statali quali banche, Uff. Postali, strutture giudiziarie, Catasto ecc.).

Per non parlare del depauperamento demografico, causa ed effetto del detrimento sopra descritto. La popolazione invecchia e langue la natalità, per cui la presenza dell’uomo alle nostre latitudini, stando così le cose, è destinata ad un inesorabile declino e, Dio non voglia, alla scomparsa. Per ultimo, il colpo di maglio è intervenuto con la pandemia da Covid 19, con il disastro “Vaia” e con diversi importanti fenomeni di dissesto idrogeologico. In un tale quadro di desolazione, che cosa possiamo chiedere ed aspettarci da quegli ipotetici volonterosi che vogliano dedicarsi alla gestione della Cosa Pubblica? Parliamoci chiaro! Al punto in cui siamo non basta più il coraggio, la disponibilità e la buona volontà per l’esercizio di una gestione ordinaria di piccolo cabotaggio. Ci vuole ben altro! Occorrerebbe, occorre!, la presenza per quelle pubbliche mansioni di gente preparata, fornita di capacità e visioni alte, oserei dire ‘rivoluzionarie’ (e la carenza di soggetti con tali caratteristiche non può che lasciare dubbiosi e perplessi…).

Il termine ‘rivoluzionarie’ richiede, nella fattispecie, una chiosa, una spiegazione dettagliata. La Montagna sta morendo! Come tentare di bloccare -sempre che la cosa sia ancora possibile- una tendenza così deleteria? “Vaia” ha distrutto il nostro patrimonio boschivo, già vanto e risorsa di intere generazioni del passato remoto e prossimo. Nella storia antica e recente, ci sono stati, nel nostro territorio, tre importanti cicli storico-economici e giuridico-ordinamentali riferiti in particolare alla gestione del censuario comunale, il tutto in corrispondenza delle mutevoli esigenze espresse dalla popolazione e dalle Istituzioni preposte alla conduzione della Cosa Pubblica. Di questo ho ampiamente parlato nel mio ultimo libro “Frammenti di storia locale”(edizioni Tip. Tiziano-Giugno 2021) e ne farò un breve cenno qui di seguito.

Ancora negli anni 80/90 proponevo, in un programma elettorale, una visione innovativa per il ripristino e la riqualificazione del territorio (in particolare delle aree boschive), già a quel tempo in precarie condizioni. Se l’Istituzione regoliera era stata per secoli altamente qualificante sul piano economico e sociale, le mutate condizioni intervenute, per varie concause, agli albori del penultimo secolo avevano suggerito alla Civica Amministrazione di procedure alla parcellizzazione del patrimonio regoliero con la suddivisione in capo a ciascun nucleo famigliare appartenente alla ‘Regola’ e la conseguente intestazione in esclusiva dei cespiti derivanti dal predetto ‘scorporo’. Quel ciclo storico e quelle esigenze, dopo circa due secoli, sono ora nuovamente mutate e la frammentazione ora non corrisponde più e non consente di assolvere alla salvaguardia, alla gestione e conservazione di quel già cospicuo patrimonio.

“Vaia” ha ora dato il colpo di grazia, intere aree sono attualmente inaccessibili, con piante abbattute, sradicate e con il terreno interamente divelto… Si rende pertanto necessario procedere ad un nuovo accorpamento del censuario comunale mediante, ad esempio, la costituzione di società miste pubblico/private con la acquisizione, attraverso varie possibili modalità (vendita, comodato d’uso, affitto ecc.), della disponibilità di vaste aree omogenee al fine di una radicale sistemazione e riattamento dagli immensi danni subiti, la costruzione od il riattamento di strade di penetrazione, il disboscamento delle enormi quantità di piante divelte, la piantumazione e la rigenerazione del bosco e del sottobosco. Questo proponevo in epoca, per così dire, “non sospetta”, ma tutto rimase inevaso, dato l’esito sortito dale diverse ‘legislature’ succedutesi.

Credo però di essere stato, mi si perdoni “l’ardire”, antesignano di scelte operate non lontano da noi, esattamente a Gussing nel comprensorio austriaco Burgerland. Gussing era un centro dalle caratteristiche e dalle dimensioni simili alle nostre, con analoghe problematiche di crisi industriale, occupazionale, sociale e demografica. Ebbene, il borgomastro di tale paese ha lanciato alla sua gente una sfida simile a quanto da me proposto già molto tempo prima. La popolazione aderì subito alla iniziativa ventilata ed il territorio, con il suo immenso patrimonio boschivo, come per incanto, rinacque. Il distretto del legno si rigenerò nel breve volgere di qualche mese, sorsero segherie, falegnamerie; l’utilizzo del cippato consentì la produzione di energia elettrica a basso costo e con minimo impatto ambientale. Demograficamente, il miglioramento fu subito significativo, con l’aumento della natalità e la crescita vorticosa dell’occupazione, con maestranze giunte dall’intero comprensorio ed iscritte all’anagrafe locale. Quel paese, insomma, ha registrato un cambio di “verso” epocale e la gente del posto guarda ora con ottimismo al futuro, a dispetto di ogni possibile crisi economica e/o negativa contingenza.

CONCLUSIONI:

Da quanto fin qui esposto, deriva la logica conseguenza che una Amm.one di routine per la gestione pubblica ordinaria non sarebbe di alcuna utilità per l’avvenire della Comunità locale. Un sindaco ed una Giunta di nuovo conio dovrebbe possedere, lo ribadisco, una visione alta delle problematiche che si troverà a dover fronteggiare. Si tenga ben presente che la disaffezione per la Cosa Pubblica non è imputabile, come disse qualcuno in una intervista del passato, alle denunce alla Magistratura Ordinaria ed a quella Contabile per le ‘opacità’ messe a suo tempo in evidenza (e qui mi fermo per carità di patria). Quell’intervistato parlava di “buona volontà” di chi si era messo al servizio dei cittadini accettando di candidarsi… Oggi io dico che non basta la “buona volontà”, non basta andare allo sbaraglio sapendo e conoscendo i propri limiti, oggi occorre più che mai preparazione, conoscenza giuridica, introduzione in certi ambienti…

Il momento sarebbe favorevole per attingere a finanziamenti finalizzati proprio alla cura del territorio, alla sua riqualificazione, in definitiva alla crescita economica ed alla conseguente esorcizzazione di una infausta fine della nostra Comunità. Andare allo sbaraglio, magari conoscendo le proprie carenze, non è certo né cosa auspicabile, né opportuna per chi si propone e/o per gli stessi amministrati. Per finire, auspico che ci sia presto una Amm.one che si faccia promotrice di accordi sinergici con le Amm.oni contermini e che i ventilati accorpamenti procedano di comune accordo e di pari passo, attuando l’assunto che “l’unione fa la forza”. Nei miei sogni c’è poi sempre il disegno di unione dei Comuni con la realizzazione del nuovo commune di LOVIGOLO (anagramma da indovinare?). Ma le mie -lo auspico vivamente- non vorrei che fossero interpretate come mere utopie (lungi da me una tale eventualità!); qualche perplessità comunque persiste, considerata la carenza di materiale umano disponibile a mettersi in gioco, dalla mente aperta e portata alle iniziative innovative e …’rivoluzionarie’…

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