è con viva e vibrante soddisfazione che il sindaco di Lozzo di Cadore…

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Ora che abbiamo indicato al vostro sindaco il significato corretto da attribuire a “turista” e “presenza”, il medesimo potrà opportunamente rivalutare ciò che ebbe a dire qualche giorno fa e, alla prossima occasione, precisare il proprio intendimento. Nel frattempo possiamo offrirgli un altro aiutino che, senza ombra di dubbio, gli giungerà graditissimo.

Nella classifica centrocadorina delle presenze turistiche (mi raccomando, “presenze!” così come definite nel precedente articolo) Lozzo si trova al penultimo posto, a quello dopo c’è Perarolo. Nessuna sorpresa, si sa che Lozzo ha una sopitissima vocazione turistica (in passato era certamente più marcata).

Nel valutare il grafico (i dati del 2014 non sono ancora disponibili), tuttavia, non riusciamo a capacitarci dell’affermazione del vostro sindaco nella quale, riferendosi alle presenze turistiche, egli ha sostenuto che

[la roggia dei mulini] permetterà a Lozzo di incrementare le presenze di turisti di cui, a dire il vero, siamo già abbastanza soddisfatti…

Lasciate pur perdere la storiella della “roggia che permetterà…” e concentriamoci sulla “soddisfazione“. E chiediamoci: è proprio vero, dunque, che chi s’accontenta gode? E sarà ancor più vero, quindi, che chi s’accontenta di poco gode come un porco?

(E mi viene in mente il detto ladino: e come ciucià n ciònco)

preslozzo2000-2013

per cinque ottavi faccia di culo…

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Leggendo queste righe di Malvino, chissà perché, mi sono venuti in mente alcuni personaggetti (alla De Luca-Crozza) che popolano le ubertose valli centrocadorine e che, anch’essi, si lamentano “ci sia chi gli fa mancare il «bene, bravo, bis» che gli spetterebbe di diritto ogni volta che si affacciano al balcone“.

Tuttavia, per loro non valgono certo i due ottavi di scilinguagnolo, ché in realtà non sanno né parlare né tacere, ottenendo come conseguenza che tale porzione vada ad ingrassare la faccia di culo, mantenendo ben rappresentata spocchia, villania e somaraggine.

Nella perifrasi del «despotuccio per due quinti scilinguagnolo, e per il resto spocchia, villania e somaraggine», cui ricorrevo nel post qui sotto, non mi capacito come possa essermi sfuggita una componente che è basilare in Matteo Renzi: la faccia di culo. Mi sono accorto della grave lacuna quando nel corso della relazione con la quale ha aperto la Direzione del Pd di ieri sera ha riservato un duro inciso a chi muove obiezioni via Twitter alle iniziative del suo governo che di regola proprio via Twitter vengono preannunciate, via Twitter magnificate in corso di realizzazione, via Twitter celebrate una volta realizzate, e proprio da lui. In sostanza, lamenta ci sia chi gli fa mancare il «bene, bravo, bis» che gli spetterebbe di diritto ogni volta che si affaccia al balcone. Errata corrige: per tre ottavi faccia di culo, per due ottavi scilinguagnolo, e per il resto spocchia, villania e somaraggine.

sindaco di Lozzo di Cadore ne ‘chi s’accontenta gode’ (come un porco) (bis)

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Sempre per dare un’idea ai frequentatori del BLOZ sulle tematiche “turistiche”. Il vostro sindaco se n’era uscito con la seguente affermazione, segnalata in sindaco di Lozzo di Cadore ne ‘chi s’accontenta gode’ (come un porco):

[la roggia dei mulini] permetterà a Lozzo di incrementare le presenze di turisti di cui, a dire il vero, siamo già abbastanza soddisfatti…

Non so dire se sarà così (se si incrementeranno le presenze di turisti), ma è da ritenere che se si fa un po’ di pubblicità qualcuno in più passerà. Noi però partiamo dal noto teorema di Boskov “rigore è quando arbitro fischia” applicato al turismo: “turista è chi si ferma la notte”. Le statistiche della Regione Veneto questo rilevano, i pernottamenti: se uno non si ferma la notte non è un turista, fatevene una ragione:

non-è-un-turista!

E la “presenza”, per essere tale, deve sottostare alla seguente condizione: si ha “una presenza” se uno si ferma a dormire una notte (ad almeno 50 km dalla propria residenza, se non ricordo male).

Ciò mette in evidenza che il vostro sindaco ha completa ignoranza, nel contesto dato, del significato di “turista” e di “presenza”. E’ infatti evidente che un giretto di mezz’ora, tre quarti d’ora o anche un’ora non è in grado di condizionare il viaggiatore a pernottare (ammesso che riesca a trovare alloggio), acquisendo quindi lo status di “turista” (a parte i casi di viaggi più o meno “organizzati” nei quali i partecipanti si possono anche flagellare).

Il vostro sindaco, forse, voleva dire che la roggia dei mulini “permetterà a Lozzo di incrementare i passaggi degli escursionisti“. Infatti il viaggiatore che non pernotta, ma passa e va, si chiama “escursionista”. Non gli si sputa mica addosso, all’escursionista, ma è uccel di bosco e tanto vale (per dire, a Misurina arriva la corriera, scendono orde di barbari che comprano il ciondolino da un euro e mezzo, fatto a Taiwan con su scritto Misurina, poi rimontano e se ne vanno: va bene anche questo, pur essendo mille miglia distante dal turismo di qualità).

Ecco, dal vostro sindaco mi aspetterei, su queste tematiche, una proprietà di linguaggio più consona alla… carica che ricopre. Poi, riguardo all’affermazione riferita alle presenze di turisti, secondo la quale “a dire il vero, siamo già abbastanza soddisfatti“, be’, c’è da stendere un telone pietoso (prossimamente su questi pixel).

sindaco di Lozzo di Cadore: un valente storico idraulico, anzi idrico (bis)

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Dispiace che @bodonian si sia così corruciato a seguito del post precedente, pari argomento. In fondo si tratta molto semplicemente della richiesta al vostro sindaco di un chiarimento, a seguito di una sua dichiarazione pubblica che, a noi tutti, è parsa subito stonata.

Bisogna poi tener conto di un altro particolare non irrilevante.

Ci sono giovani virgulti (i Vacca, i Ceppo ecc.) che sembrano letteralmente pendere dalle sue labbra. Sull’argomento specifico, i mulini, è da ritenere che tali virgulti siano immersi nell’ignoranza pressoché totale. Da ciò l’importanza che essi possano (e debbano) abbeverarsi ad una fonte limpida e salubre, giammai torbida e malsana. Insomma, è col plasmon e la verità che si scolpiscono gli uomini del domani. La verità, innanzitutto, anche quella storica.

Che ti costa dire che i mulini di Lozzo erano “tra i più importanti del Cadore”?: non vuol dire un cazzo lo stesso, ma almeno galleggi. Se invece dici che “Lozzo vantava i mulini più importanti di tutto il Cadore“, e lo dici pubblicamente, be’, me lo devi anche spiegare, ammmè (e ai giovani virgulti… che sennò mi vengono su storti e poi, chi li drizza più?).

Sempre in deferente attesa.

 

Regione Veneto: ma dove vai se una statistica non ce l’hai

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Mail da me spedita alla Sezione Sistema Statistico Regionale due giorni fa, tenuto conto che la banca dati sui flussi turistici è cadaverica:

Gentile direzione,
semplicemente, quando si potrà disporre dei dati per chiudere il 2014 e, parimenti, di quelli parziali del 2015, essendo la banca inchiodata da tempo “immemore” ad ottobre 2014?
Grazie e cordiali saluti.

Risposta:

Purtroppo non abbiamo alcuna novità.
Mi dispiace ma non dipende da noi.
Cordiali saluti.

Risposta veloce. Lapidaria. Precisa, rispetto alla richiesta. Ma possiamo noi vivere con l’assillante dubbio sul “di chi è la colpa” o, perlomeno, “da chi dipende” questa situazione? Lasciamo 64 milioni (70 per Zaia) di presenze in balìa del caso?

Ho telefonato in Regione per avere delucidazioni.

Mi sono fatto questa idea: a seguito della deforma Delrio relativa alla non-cancellazione delle province, ma al contestuale depotenziamento e decurtazione dei trasferimenti, vari enti provinciali hanno sperimentato problemi nel gestire/mantenere il servizio di raccolta dati lì dove era appoggiato ad aziende terze, e ciò ha comportato il blocco della loro diffusione (a Verona la situazione si è recentemente sbloccata; Belluno non sembra messa male, ma la scelta della Regione Veneto è stata quella di non divulgare dati parziali).

Forse, tra un mesetto, “la luce” della normalità.

(anche perché, senza statistiche regionali, i pupazzi che abbiamo in campo nel settore turistico locale aprirebbero gli orifizi…)

sindaco di Lozzo di Cadore: un valente storico idraulico, anzi idrico

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Sempre dall’articolo già fonte del post sindaco di Lozzo di Cadore ne ‘chi s’accontenta gode’ (come un porco), il vostro sindaco sentenzia (ancora):

[…] Alcuni esempi [di mulini] sono presenti anche in altri comuni limitrofi ma Lozzo vantava i mulini più importanti di tutto il Cadore…

Ecco, mi piacerebbe essere edotto su quali dati di fatto il vostro sindaco sfoggia, con cotanta sicumera, l’affermazione secondo la quale “Lozzo vantava i mulini più importanti di tutto il Cadore”. Badate: più importanti, e addirittura di tutto il Cadore.

Non sapevo che costui fosse – anche – un così valente storico idraulico, macché idraulico: idrico, da poter enunciare, al volo, un così “tranciante” giudizio d’archeologia industriale. Ma risorge il dubbio: di grazia, su quali dati storici poggia ella, valente storico idraulico/idrico, tale affermazione? Quasi quasi te mando una richiesta via pec. Erano “più importanti” per numero, per potenza installata, per avere le più belle ed avvenenti mugnaie, per che altro?

In deferente attesa.

 

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