BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Soracrode 2020

7 Maggio 2020 Cadore - Dolomiti, Curiosando curiosando, sentieri

Riportando gli ultimi aggiornamenti sulla carta del Parco sentieristico di Lozzo di Cadore, relativi alla zona di Costa Mula e al collegato punto panoramico di Soracrode, mi son detto che forse la cosa poteva essere di interesse più generale dei 25 lettori che seguono il mio blog “escursionistico”.

Ferma restando ovviamente la possibilità di raggiungere Soracrode per il 268 deviando quindi per i sentiero 43 o 30, segnalo la “bretella”, venutasi a creare per il passaggio ripetuto di selvatici, che permette di aggirare la vasta area di schianti che al momento impedisce la percorribilità di Costa Mula: la “bretella” ha inizio una sessantina di metri dopo l’incrocio tra il sentiero 70 e il 268, nei pressi di un preesistente segno bianco/rosso, e sale verso ovest ricongiungendosi in breve – circa 3 minuti – all’Anello di Soracrode n.11 (la traccia fucsia riportata nell’estratto della carta).

Oltre al breve album qui sotto (qui il link alla risoluzione originale) c’è anche una foto sferica dal punto panoramico di Soracrode (qui il link per vederla eventualmente a pieno schermo: nella serie di sferiche c’è anche quella del Monte Ciarido con la madonna).






 

Estratto carta del Parco sentieristico di Lozzo di Cadore relativa a Costa Mula e Soracrode

trasporto aereo Italia: marzo 2020 -85% (con foto del traffico aereo ora sopra l’Europa)

5 Maggio 2020 Criticarium Itaglia, Curiosando covid-19, curiosando, istat

Istat: “[…] Da poco meno di 460 mila passeggeri in arrivo e partenza negli aeroporti italiani di domenica 23 febbraio 2020, si è passati ai 6,8 mila di domenica 29 marzo. Rispetto allo scorso anno, nel mese di marzo sono stati cancellati due voli su tre (66,3%) e i passeggeri sono diminuiti dell’85% (da circa 14 milioni a poco più di 2 milioni)”.

Ma, dico io, dove cavolo andavano quei 6800 passeggeri di domenica 29 marzo? Ma si può? A casa dovevano stare (questa è ironica, mi raccomando).

Ma tranquilli, #andrà-tutto-bene. Dal sito FlightRadar24 (che sul Bloz conosciamo dal 2013) la foto del traffico aereo ora-now-adesso… ore 14:45 (12:45 UTC) del 5 maggio 2020. Mica da oggi eh! Che cavolo ci fanno tutti quegli aerei sopra la CATTIFA CERMANIA? Vanno forse a spassen? 

Infografica Istat trasporto aereo marzo 2020...

Screenshot Flightradar24 ore 14:45 (12:45 UTC) del 5 maggio 2020

decessi 03/2020 su media 2015/19: Nord +94,9%, Centro +9,1%, Mezzogiorno +2,0%

4 Maggio 2020 Curiosando covid-19, dati-numeri-utili, dati-provincia-belluno

Istat: rapporto sulla mortalità della popolazione residente a cura di Istat e ISS. Variazione percentuale dei decessi di marzo 2020 confrontati con la media 2015-2019 dello stesso periodo. Un’Italia tagliata in due con un Nord a +94,9%, un Centro a +9,1%, un Mezzogiorno a +2,0% e l’Italia a +49,4%.

Sempre in relazione al mese di marzo Lombardia 186,5%, Emilia Romagna 70,1%, Trentino-Alto Adige 65%, Veneto 24,3%, Friuli V.G. 9,8%. Tra le province (seconda immagine): Bergamo 567,6%, Bolzano 65,3%, Trento 65,1%, Treviso 32,4%, Verona 30,6%, Padova 15,8%, Belluno 9,9%.

Da questo letto senza cuore scelgo di scrivervi…

30 Aprile 2020 Attualità covid-19

(mi è stata segnalata questa lettera d’addio di un nonno ricoverato in una rsa (residenza sanitaria assistenziale) – che nei giorni scorsi ha avuto ampio risalto nei vari mezzi d’informazione nel racconto di umane vicende legate al manifestarsi del coronavirus – con “preghiera di pubblicazione”, che ho accolto di buon grado)

Da questo letto senza cuore scelgo di scrivervi cari miei figli e nipoti. (L’ho consegnata di nascosto a Suor Chiara nella speranza che dopo la mia morte possiate leggerla). Comprendo di non avere più tanti giorni, dal mio respiro sento che mi resta solo questa esile mano a stringere una penna ricevuta per grazia da una giovane donna che ha la tua età Elisa mia cara. E’ l’unica persona che in questo ospizio mi ha regalato qualche sorriso ma da quando porta anche lei la mascherina riesco solo a intravedere un po’ di luce dai suoi occhi; uno sguardo diverso da quello delle altre assistenti che neanche ti salutano. Non volevo dirvelo per non recarvi dispiacere su dispiacere sapendo quanto avrete sofferto nel lasciarmi dentro questa bella “prigione”.

Si, così l’ho pensata ricordando un testo scritto da quel prete romagnolo, don Oreste Benzi che parlava di questi posti come di “prigioni dorate”. Allora mi sembrava esagerato e invece mi sono proprio ricreduto. Sembra infatti che non manchi niente ma non è così… manca la cosa più importante, la vostra carezza, il sentirmi chiedere tante volte al giorno “come stai nonno?”, gli abbracci e i tanti baci, le urla della mamma che fate dannare e poi quel mio finto dolore per spostare l’attenzione e far dimenticare tutto. In questi mesi mi è mancato l’odore della mia casa, il vostro profumo, i sorrisi, raccontarvi le mie storie e persino le tante discussioni. Questo è vivere, è stare in famiglia, con le persone che si amano e sentirsi voluti bene e voi me ne avete voluto così tanto non facendomi sentire solo dopo la morte di quella donna con la quale ho vissuto per 60 anni insieme, sempre insieme.

In 85 anni ne ho viste così tante e come dimenticare la miseria dell’infanzia, le lotte di mio padre per farsi valere, mamma sempre attenta ad ogni respiro e poi il fascino di quella scuola che era come un sogno poterci andare, una gioia, un onore. La maestra era una seconda mamma e conquistare un bel voto era festa per tutta la casa. E poi, il giorno della laurea e della mia prima arringa in tribunale. Quanti “grazie” dovrei dire, un’infinità a mia moglie per avermi sopportato, a voi figli per avermi sempre perdonato, ai miei nipoti per il vostro amore incondizionato. Gli amici, pochi quelli veri, si possono veramente contare solo in una mano come dice la Bibbia e che dire, anche il parroco, lo devo ringraziare per avermi dato l’assoluzione dei miei peccati e per le belle parole espresse al funerale di mia moglie.

Ora non ce la faccio più a scrivere e quindi devo almeno dire una cosa ai miei nipoti… e magari a tutti quelli del mondo. Non è stata vostra madre a portarmi qui ma sono stato io a convincere i miei figli, i vostri genitori, per non dare fastidio a nessuno. Nella mia vita non ho mai voluto essere di peso a nessuno, forse sarà stato anche per orgoglio e quando ho visto di non essere più autonomo non potevo lasciarvi questo brutto ricordo di me, di un uomo del tutto inerme, incapace di svolgere qualunque funzione.

Certo, non potevo mai immaginare di finire in un luogo del genere. Apparentemente tutto pulito e in ordine, ci sono anche alcune persone educate ma poi di fatto noi siamo solo dei numeri, per me è stato come entrare già in una cella frigorifera. In questi mesi mi sono anche chiesto più volte: ma quelli perché hanno scelto questo lavoro se poi sono sempre nervosi, scorbutici, cattivi? Una volta quell’uomo delle pulizie mi disse all’orecchio: “sai perché quella quando parla ti urla? Perché racconta sempre di quanto era violento suo padre, una così con quali occhi può guardare un uomo?”.

Che Dio abbia pietà di lei. Ma allora perché fa questo lavoro? Tutta questa grande psicologia, che ho visto tanto esaltare in questi ultimi decenni, è servita solo a fare del male ai più deboli? A manipolare le coscienze e i tribunali? Non voglio aggiungere altro perché non cerco vendetta. Ma vorrei che sappiate tutti che per me non dovrebbero esistere le case di riposo, le rsa, le “prigioni” dorate e quindi, si, ora che sto morendo lo posso dire: mi sono pentito. Se potessi tornare indietro supplicherei mia figlia di farmi restare con voi fino all’ultimo respiro, almeno il dolore delle vostre lacrime unite alle mie avrebbero avuto più senso di quelle di un povero vecchio, qui dentro anonimo, isolato e trattato come un oggetto arrugginito e quindi anche pericoloso.

Questo coronavirus ci porterà al patibolo ma io già mi ci sentivo dalle grida e modi sgarbati che ormai dovrò sopportare ancora per poco… l’altro giorno l’infermiera mi ha già preannunciato che se peggioro forse mi intuberanno o forse no. La mia dignità di uomo, di persona perbene e sempre gentile ed educata è stata già uccisa. Sai Michelina, la barba me la tagliavano solo quando sapevano che stavate arrivando e così il cambio. Ma non fate nulla vi prego… non cerco la giustizia terrena, spesso anche questa è stata così deludente e infelice. Fate sapere però ai miei nipoti (e ai tanti figli e nipoti) che prima del coronavirus c’è un’altra cosa ancora più grave che uccide: l’assenza del più minimo rispetto per l’altro, l’incoscienza più totale.

E noi, i vecchi, chiamati con un numeretto, quando non ci saremo più, continueremo da lassù a bussare dal cielo a quelle coscienze che ci hanno gravemente offeso affinché si risveglino, cambino rotta, prima che venga fatto a loro ciò che è stato fatto a noi.

Vostro nonno.

A PROPOSITO DI FASE 2 E DI MANCATA APERTURA DEI LUOGHI DI CULTO

29 Aprile 2020 Attualità giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

Premetto di essere un modestissimo cattolico che frequenta normalmente la S. Messa domenicale e che la materia (disputa) trattata nel titolo appare cosa da usare con la necessaria oggettività, senza acredine e rinfocolamento di polemiche di natura politico-ideologica, come invece, purtroppo, fatto da molti in queste ore. In ogni caso, ritengo opportuno dire la mia su di un argomento così scottante e controverso, che vede molti ambienti cattolici esprimersi, a mio modo di vedere, senza la necessaria ponderatezza e rigore su decisioni prese o da prendere in un contesto di inaudita gravità quale è quello in cui ci è dato vivere. Ho dato una scorsa alle notizie di stampa sul dpcm illustrato dal presidente Conte nella sua ultima conferenza stampa; ritengo che un tale provvedimento di molto timida apertura presenti un panorama composto da molti chiaroscuri.

La complessità e la delicatezza della materia e le sue implicite conseguenze non possono non farci comprendere che la responsabilità delle decisioni in itinere farebbe tremare le vene ai polsi di chiunque, anche nella considerazione che la fase 1 non è ancora del tutto conclusa in certe regioni e zone del paese, mentre le conseguenze della stasi produttiva si fanno ormai prepotentemente sentire. Di qui le possibili critiche a taluni aspetti del dpcm, ad esempio circa l’anacronismo del concetto insito nel termine “congiunti” e nella sua “decifrazione” (congiunti solo di sangue? di affinità? di vincoli genericamente affettivi o amicali? di unioni di fatto?). Ha poi suscitato clamore la mancata apertura al culto delle chiese (anche delle sinagoghe e delle moschee ecc.).

Di particolare durezza è stata la presa di posizione di taluni ambienti della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Cito soltanto alcune di queste prese di posizione. Il cardinale Bagnasco (ex presidente CEI ed ora presidente dei vescovi europei) afferma che è inaccettabile che si prospetti l’apertura dei musei e non delle chiese… C’è poi la dichiarazione del vescovo Giovanni d’Ercole (ex volto tv) che afferma testualmente: “E’ dittatura impedire il culto perché trattasi di un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione. Su questo non possiamo fare sconti. La chiesa non è luogo di contagi (?). I funerali ce li avete fatti fare come dei cani. La gente ha sofferto”. Più soft quanto scrive Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, che accenna ad “errori che si possono fare e si possono riparare”.

Meritano, a questo punto, solo una semplice annotazione le prese di posizione di politici dello stampo dei Salvini e dei Renzi, che usano linguaggi di un certo scomposto radicalismo, nonostante la vulgata li faccia rispettivamente esperti in misticismo e in ascetismo. Qui, però, entrano in gioco valutazioni ed argomentazioni di bassa lega politica nella spasmodica ricerca di visibilità e di consenso, ora in una fase di un certo declino (almeno secondo i più recenti sondaggi).

CONSIDERAZIONI

L’accostamento fra (ipotizzata) apertura dei musei e quella (denegata) delle chiese, a mio modesto parere, non regge tecnicamente. Nei musei, infatti, “il distanziamento sociale”, pur se difficoltoso, è possibile. In chiesa, la cosa non sarebbe proprio attuabile non potendo immaginare il contingentamento degli ingressi ed il conseguente distanziamento; sarebbe infatti inimmaginabile e assurdo limitare gli afflussi con immissioni od estromissioni discriminanti fra i fedeli (in base alla età? In base al momento dell’arrivo?), a meno che non si voglia proprio stabilire un ‘quantum’ per ogni celebrazione… Esiste poi il problema delle mascherine: si entrerà nel luogo di culto indossandole? E le preghiere ed i canti?! Mons. Giovanni d’Ercole afferma che la sua esperienza gli consente di dire che le chiese non sarebbero luogo dove di propaga l’infezione; il Comitato tecnico scientifico è di diverso avviso… Con tutto il rispetto, il vescovo è un esperto teologo, i membri del Comitato sono invece virologi ed epidemiologi…

Che cosa avverrebbe poi se l’epidemia dovesse riprendere (e non solo per l’apertura dei luoghi di culto, ma anche delle scuole e di altri siti dove gli assembramenti risultassero evidenti e non ovviabili?). La conseguenza sarebbe un chiudere e sigillare di nuovo tutto, con una pandemia di ritorno dagli esiti gravissimi ed inimmaginabili. Notizie di stampa odierne rivelano che il Comitato Scientifico sarebbe giunto alla conclusione che, in caso si fosse operata una apertura generalizzata, il ritorno della infezione in grande stile richiederebbe 151.000 posti in terapia intensiva per altrettanti colpiti, ed a fine anno i colpiti risulterebbero, sempre in terapia intensiva, in numero di ben 430.000. Perché allora questa presa di posizione senza contemplare un voler attendere qualche settimana per…”vedere che effetto che fa” la prudente apertura ora in itinere?

Per inciso, sembra che proprio oggi, in Germania, la già effettuata apertura, abbia provocato un subitaneo innalzamento dei contagi. Concludo queste mie considerazioni mettendo in risalto quanto costituisce compendio a tutto quanto sopra esposto, ossia le brevi dichiarazioni di papa Francesco fatte nel corso della S. Messa celebrata a S. Marta in data di ieri: “In questo tempo, nel quale si incomincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena, preghiamo il Signore perché dia al Suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e della obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni”.

Più che una dichiarazione, si tratta di una preghiera ispirata, fatta con una esortazione formulata al Signore con poche, sagge implorazioni. Una posizione ben diversa dalle dichiarazione di alcuni esponenti della gerarchia. Con questo, non voglio mettere in risalto una contrapposizione fra il Sommo Pontefice e parte dell’alto Clero (del resto, difficile da sostenere), e ciò appare tanto evidente dalla pacatezza della preghiera pontificale, che mette però opportunamente in risalto la posizione ufficiale della Chiesa, impostata e finalizzata al bene collettivo sia dei fedeli che dell’intera cittadinanza.

l’Alto Adige alle prese con giuseppi, segaiolo di terz’ordine

28 Aprile 2020 Criticarium Itaglia covid-19, repubblica-bananiera, trentino-alto-adige, verso-il-default

Avendo avuto riconferma dall’ultimo decreto che giuseppi è un banale segaiolo di terz’ordine, l’Alto Adige, al quale tremano le vene e i polsi alla sola idea di mettere il proprio futuro nelle mani del suddetto segaiolo, sta giocando la carta del “facciamo noi“. La Svp ha deliberato di elaborare una propria legge provinciale per gestire la fase 2 con la Lega, alleata di giunta, pronta a sostenere con fermezza questa linea. 

Due brevi citazioni tratte da p. 2 del Corriere dell’Alto Adige di oggi (28 aprile 2020):

Secondo Kompatscher gli alleggerimenti arrivano “troppo tardi e in forma troppo timida, con un decreto caratterizzato da un approccio centralistico e burocratico, espressione di una totale assenza di fiducia da parte dello Stato sulle sue cittadine e cittadini“.

L’Obmann Achammer: “Useremo tutti gli strumenti a disposizione della Provincia per mitigare gli effetti nefasti del centralismo romano“.

Da parte nostra non abbiamo alcun dubbio nel pensare che lasciare un gioiello di territorio ancora nelle mani del NULLA, all’alba della fase 2, è un lusso che l’Alto Adige non si può più permettere. Sempre che Boccia, che a dirla tutta non sembra un’aquila, non s’infili in un esasperante quanto pericoloso braccio di ferro istituzionale dai risultati non scontati.   

(Conferenza stampa del 28 aprile 2020: il video dovrebbe avviarsi in corrispondenza dell’intervento di Arno Kompatscher, al minuto 40:50; l’inizio della conferenza stampa in italiano è al minuto 30:30)

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