la Provincia diversamente autonoma di Trento e … oggi le comiche

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...ma vi siete mai chiesti come sarebbe il trentino se l’autonomia non ci fosse mai stata?

No, ma adesso riusciamo ad immaginarlo.

‘Sti qua, se li fai tornare indietro e togli loro l’autonomia di cui hanno finora goduto, muoiono di stenti e di fame. Gli altoatesini no, non ancora, ma i trentini sono feccia italiana con l’autonomia incorporata (non parlo del popolo, parlo della “politica-partitica” trentina). Se nel film autoadattativo ci mettevano Stanlio ed Ollio non avrebbero sfigurato: “Ohoooo, guada cosa può succedére se manca l’autonomia mmmm“. Insomma, una specie di pio Istituto Luce in salsa trentina: ci manca solo la lacrimuccia – con la pompetta – e poi il quadro è completo.

Ma volete veramente vedere – veramente!! – come si vive senza autonomia?

Ma fate un salto in provincia di Belluno, resterete esterrefatti: non per quello che non c’è, mancandoci l’autonomia, ma per quello che c’è nonostante essa ci manchi.

serie storica dei dati export delle province del veneto dal 2000 al 2013

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Serie storica dei dati sull’export delle province del Veneto dal 2000 al 2013 (e relativi grafici): in valore assoluto anno per anno, con variazioni anno su anno (con grafico andamento provincia di Belluno e Veneto), con variazioni dal 2000 preso come anno base, con quote export di ogni provincia rispetto al totale del Veneto anno per anno, con quote riferentesi al 2013 e grafico a colonna in rapporto ai valori export assoluti e pro capite.

Per Belluno si registra nel 2013 un export di 3.021.539.636 euro, che rappresenta il 96,2% di quanto esportato nel 2000 (a prezzi correnti), una crescita della quota export raffrontata al totale del Veneto dal 4,1% del 2000 al 5,7% del 2013, una quota pro capite in euro di 14.388 euro che pone la provincia di Belluno al secondo posto dopo quella di Vicenza, con un rapporto rispetto alla quota pro capite media del Veneto del 132,8%. A breve un confronto tra l’export di Belluno e quello delle province autonome di Trento e Bolzano.

export-valass

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expprocapite

tra gufo e allocco, seduti sulla sponda del fiume …

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Con un raccontaballe di tal fatta (ne son passati tanti ma con una faccia da culo così questo è il primo), essere gufi è scelta di vita obbligata.

Analisi superba! Non c’è una parola fuori posto. Non ne servono altre. Perfetta.  E ora sediamoci sulla sponda del fiume, senza tirar le orecchie che tanto, quando il Titalic cozzerà, il boato si farà strada ovunque.

Tra gufo e allocco

Probabilmente Matteo Renzi sarà fatto a pezzi con la solita crudeltà che i disillusi riservano a chi li ha illusi, non già per vendicarsi dell’impostura di cui diranno d’esser stati fatti oggetto – quello sarà l’alibi per mettere a tacere la coscienza – ma per saldare i conti con la propria ingenuità o, peggio, con la malata coazione a cercare disperatamente un impostore, implorandolo di illuderli. Povero cazzaro, non è riuscito a reggere il bluff neanche per un anno, e fra quanti l’hanno salutato come Uomo della Provvidenza già comincia a serpeggiare il sospetto che sia buono solo a vender chiacchiere, come non fosse chiaro da subito. A chi non è mai piaciuto – e qui non se n’è mai fatto mistero – non resta che attendere, e pare non si debba neanche attender troppo per cogliere la differenza tra gufo e allocco. (Malvino)

la ripresa per il culo

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L’importante è pesare le stronzate e giudicarle per quello che sono. Comunque è bello, ogni tanto, rivedere il film. L’Italia è fottutamente fottuta, anche quella del 2014 che sta passando; l’Istat lo ha semplicemente confermato qualche giorno fa e ben lo si può valutare da questo grafico.

Del “rivedere il film”, dicevamo. Eccolo, il film della ripresa (già visto qui): quindi capite, no, il senso della “ripresa per il culo”! Se poi si pensa alle promesse sputate ogni dì dalla faccia da culo di renzie (si, minuscolo, come la sorte che toccò a monti, per quel che vale), capite anche che il futuro talian avrà un sapore amarissimo.

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siamo convinti che sia un cialtrone (ma non ci basta…)

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Siamo convinti di aver fatto molto?????!!!! Ma non ci basta????!!!!

Ci mancherebbe anche che il nulla fin qui prodotto (prodotto, si fa per dire) fosse appagante e “bastasse” a questi cialtroni patentati che hanno in Renzie il loro Capo Cialtrone & Frottolone. Ma non c’è nessuno (a parte Barbapapà che anche ieri nell’omelia domenicale lo ha strigliato di brutto) che gli possa far capire che deve finirla di sparare stronzate megagalattiche ai quattro venti prima di diventare uno zimbello totalmente non credibile anche per i suoi?

Renzi: in sei mesi fatto molto, ma non ci basta

Direzione tracciata, non torneremo indietro: cambieremo Italia’ (ASCA) – Roma, 1 set 2014 – “In questi sei mesi siamo convinti di aver fatto molto, altro che poco. Ma non ci basta: perche’ se non hai fame, se non senti l’urgenza di immaginare un Paese piu’ semplice, coraggioso, competitivo, efficiente ed efficace, non sei adatto a fare questo lavoro”. Lo haassicurato il premeir Matteo Renzi. “Noi con serenita’, al di la’ di gufi, ostacoli, polemiche, noi andiamo li’: la direzione e’ tracciata. Ci potranno accusare di arroganza, ma noi alla fine dei mille giorni l’Italia la portiamo li'”, ha aggiunto, facendo l’esempio degli 80 euro: “Noi non torniamo indietro sul bonus degli 80 euro, e anzi cercheremo di allargarlo, anche se non generando false aspettative”. Rea (leggi Asca)

in Alto Adige tra maggio e luglio -4,3% delle presenze turistiche

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Dice l’ASTAT che in Alto Adige la stagione estiva da maggio a luglio compreso ha visto una diminuzione dell’1% negli arrivi e del 4,3% nelle presenze rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In particolare si è avuta una brusca diminuzione a maggio -21,1%, seguita da un recupero del 12,1% a giugno e dal successivo calo del -5,9% a luglio. A me sembrano dati confortanti, vista la stagione che si è profilata.

Aspettiamo con trepidazione l’uscita dei dati ufficiali della repubblica veneta – o un nuovo canto del gallo dell’assessore Fantozzi-Finozzi – per valutare come si è comportato il comparto nell’insieme nel pari periodo, in particolare la montagna veneta e quella dolomitica. a fronte della medesima “emergenza meteo”.

 

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