BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Vigo combatte lo spopolamento con le buone notizie

15 Marzo 2019 Cadore - Dolomiti, Curiosando cadoriadi, curiosando, demografia

A parte i plurali stropicciati (“bacheca comunali”) e la sintassi claudicante (“le buone notizie le eccellenza.”) l’iniziativa forgiata a Vigo di Cadore che “combatte lo spopolamento con le buone notizie” ha trovato posto in un blog del Sole.

Quattro frazioni, ciascuna dotata di almeno una bacheca comunali per le comunicazioni, e le epigrafi; per iniziativa del vicesindaco Silvia Calligaro, assessore anche al Sociale e ai Lavori pubblici, qui troveranno spazio anche le buone notizie le eccellenza. Le nascite.

Tutto, naturalmente…

Tutto naturalmente nel rispetto della legge sulla privacy, per dare un lieto annuncio senza creare alcuna difficoltà: il bello delle comunità come la nostra è che siamo una grande famiglia, è giusto condividere le cose belle oltre a quelle tristi”.

Ora non resta che chiamare Greta e dirle che può interessarsi a tempo pieno del salvataggio climatico del pianeta, ché a Vigo il problema delle nascite è stato risolto con l’annunciazione. 

(ah, quasi dimenticavo: verso la fine dell’articolo c’è anche un “avito bisogno”)

siamo sull’orlo di una crisi di nervi: non ci resta che piangere

14 Marzo 2019 Criticarium Itaglia belluniadi, provinceide

Detto da un Mattarella qualsiasi:

“Siamo sull’orlo di una crisi climatica globale, per scongiurare la quale occorrono misure concordate a livello globale”.

Sì sì, no, …

mo me lo segno proprio

Zaia, il vento e il metodo LIFO

13 Marzo 2019 Cadore - Dolomiti, Criticarium regional-politik, regione-veneto, supercazzole, tempesta-vento

Intanto, sapevatelo, in Cadore (in ogni angolo del granducato?) si lavora senza sosta (anche senza filtro?) per bla bla bla. Non essendo alcuno, da mesi, in pericolo di vita, l’affermazione è da ritenersi del tipo PMDD, per modo di dire: ho infatti visto con i miei occhi lunghe file di boscaioli incamminarsi curvi e torvi verso le allestite cucine da campo, dove solide massaie al soldo della Regione del Veneto mescevano loro minestroni  a pezzettoni neanche scongelati del tutto.

Anche in Cadore, dunque, si sosta.

Dice il nostro che il vento dei giorni scorsi (un po’ di Favonio) ha abbattuto altri alberi (ma va? non s’era mai visto prima!). Aggiunge, orgogliosamente, che si stanno rimuovendo da terra anche quelli!

Be’, sì, a partire da quelli che hanno avuto l’ardire di cadere sulle strade di collegamento e lavoro (che faccia tosta!): si chiama metodo LIFO (last in – first out) e se non lo metti in atto nella situazione data, puoi giocare a briscola per il resto della tua vita (a meno di non elitrasportare i tronchi). Del resto erano ormai settimane che gli oracoli stavano ripetendo che il primo vento un po’ teso avrebbe abbattuto, darwinianamente, le piante pericolanti. 

Quindi, dovremmo ringraziare questo Föhn (il fratello tedesco del Favonio) per aver abbattuto queste inutili e anzi pericolose piante. Meglio un colpo netto in fronte di una lenta agonia.

E se il nostro sapesse che, ben prima dell’ultimo vento, la neve caduta copiosamente ai primi di febbraio aveva già fatto schiattare (e/o schiantare) un sacco di altre piante, se ne farebbe un cruccio? Meglio non dirglielo, lasciamo che si trastulli beatamente! Noi non ci fermiamo: seghe a tutte le ore (mentali, primariamente).

Lago del Centro Cadore: foto da Sentinel-2 (dal 20-03-2016 al 06-03-2019)

12 Marzo 2019 Cadore - Dolomiti lago-centro-cadore

Sequenza di foto satellitari da Sentinel-2 riferite al periodo dal 20 marzo 2016 al 06 marzo 2019 (la data del 16 marzo riportata nel video è quindi un refuso). Le riprese con troppe nuvole o offuscamenti di altra natura sono state eliminate. 

Schianti da vento della tempesta Vaia: aree di Molenies e Veleza (da Sentinel-2)

11 Marzo 2019 Botanico Palazzo, Cadore - Dolomiti cronache-lozzesi, tempesta-vento

Dopo l’analisi delle aree di Riva-Sorasale-Costa Mula con l’intendo di individuare le superfici schiantate, ecco quella delle aree di Molenies e Veleza tratte dalle foto messe a disposizione da Sentinel-2 . L’immagine di base (before) è del 21 ottobre 2018, quella di confronto (after) del 5 marzo 2019.

Sovrapponendo le foto con colori falsati si ottengono più o meno gli stessi risultati, ma qui ho preferito riportare le foto con colori reali. A Veleza non sono ancora stato di persona e quindi non posso “convalidare” il dato tratto dalle foto che mostra un’estesa area schiantata riguardante “Veleza auta” e la Val del Tribol.

 

Lozzo di Cadore ha il primato della boscosità

9 Marzo 2019 Botanico Palazzo, Cadore - Dolomiti, Curiosando cronache-lozzesi, curiosando, tempesta-vento

Il territorio di Lozzo di Cadore è la seconda macchia blu scuro scendendo dai confini con l’Austria (la prima è Danta). Con un coefficente di boscosità tra 86 e 92% (dati tratti da “Forest damage inventory after the “Vaia” storm in Italy” pubblicata su Forest@) il paesello detiene il primato di questa particolare classifica, che condivide – tra i comuni “più vicini” – con Danta e Valle. Primato che, a quanto ci è dato vedere, va esteso a tutta la Regione del Veneto. A dirla tutta, siccome lo scalino successivo è 93-99% (cioè in pratica ti trovi le fronde degli alberi in camera da letto), con ogni probabilità il primato può essere inteso in senso interregionale se non nazionale (uau!).

La cosa non dovrebbe sorprendere più di tanto perché il paesello, esteso su 30,4 km2, non dispone di formazioni rocciose se non la facciata sud-orientale del M.Ciareido e un piccolo spicchio di croda che affianca il Campanile del Ciastelin (con il relativo corredo di prati d’alta quota e improduttivi di varia natura: vedi a questo indirizzo la prima foto della serie). Auronzo di Cadore, che è sette volte più esteso, ha un coefficente di boscosità di 49-53%, segno evidente che ospita molte più formazioni rocciose, come Cortina d’Ampezzo che ha un indice ancor più contratto, 43-48%.

I pallini arancioni rappresentano gli ettari stimati di danni: ogni pallino (dot) vale 6 ha. Da ciò si dedurrebbe che gli ettari danneggiati a Lozzo sono 3*6= 18 ha (cioè lo 0,7% della superficie boscata) . Strano che non si veda, a Lozzo, alcun puntino indicante gli schianti di Riva/Costa Mula e quelli di Molenies/Veleza. Del resto queste non possono che essere “prime stime” soggette a verifica e rimodulazione.  Se ci fidiamo dei puntini arancioni, anche Auronzo se l’è cavata benissimo, mentre Santo Stefano, San Pietro e Sappada (che qui è ancora in provincia di BL) sono davvero martoriate (mai quanto l’agordino e il feltrino).

Il vantaggio dell’avere così tanto bosco è che se ti cade qualche schianto in più neanche te ne accorgi, almeno fino al momento in cui devi allestire ed esboscare lo schiantato che, sennò, ti ritrovi con il babau (bostrico) attaccato alle chiappe. Ma noi, a Lozzo, ci abbiamo il soggetto attuatore (ragazzi, non sarà una passeggiata, ma ne verremo fuori!).

(per i sistematici, in %, in ordine “a la vaca”: Lozzo 86-92; Vigo 75-80; S. Stefano 49-53; S. Pietro 65-69; S. Nicolò 75-80; Comelico S. 65-69; Auronzo 49-53; Cortina 43-48; Lorenzago 65-69; Domegge 70-74; Pieve 54-58; Calalzo 43-48; S. Vito 43-48; Vodo 81-85; Valle 86-92; Perarolo 65-69; Cibiana 70-74; Borca 65-69; Danta 86-92)

Estratto carta del coefficente di boscosità da "Forest damage inventory after the "Vaia" storm in Italy" pubblicata su Forest@

Estratto carta del coefficente di boscosità tratto da “Forest damage inventory after the “Vaia” storm in Italy” pubblicata su Forest@.

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