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il Trota molisano

19 Settembre 2011 Criticarium Itaglia basta-casta, il-disinformatico, nazional-politik

Non sono propriamente “cavoli miei”. Mi dispiace per più di qualche persona che conosco che crede nell’IDV come partito e luogo di nuove idee da sviluppare. Il “trota molisano” susciterà sdegno per qualche giorno, poi verrà presto dimenticato. Chissà perché non sono per niente meravigliato.

  • La politica non può essere un mestiere di famiglia.
  • Molise, Di Pietro candida il figlio e la base si stacca dal partito
  • Tonino, che combini?
  • Anche l’Idv ha il suo Trota
  •  No, il cefalo no

 

letteraviola.it, un po’ troppo ‘shock’

19 Settembre 2011 Criticarium blozzando, tra-le-righe

Se avete bisogno di uno shake.

Per eventuali dettagli …

 

 

le bottiglie e le scorie radioattive non vanno nell’umido …

18 Settembre 2011 Criticarium il-disinformatico, local-politik, raccolta-differenziata, sindakos, tra-le-righe

A dimostrazione che i cittadini sono “sempre più informati e preparati” nell’affrontare uno dei dilemmi della vita, la differenziata, Antenna 3 propone nel servizio dei testimonial d’eccezione.

Il campione è assolutamente rappresentativo. Le certezze sono granitiche. E’ così che l’uomo si riscatta, diventando animale sociale differenziante. Siamo a un passo dall’autofertilizzazione.

 

P.S. il mucchio di sporte piene di rifiuti per terra è una gentile concessione di quel dispettoso di Mazarol passato  nottetempo. P. S.2 la sinistra figura del Roccon che incombe nell’immagine di apertura del video è un fastidioso effetto collaterale non voluto

Paniz: ‘non arrivo a 1600 euro. Di questo passo nessuno vorrà più fare il parlamentare’

17 Settembre 2011 Criticarium Itaglia basta-casta, blozzando, nazional-politik, paniz, politicanti

In seguito al coraggioso enunciato del pidiellino regionale Bond (esemplare della Casta regionale) che propone di eliminare il vitalizio e tagliare della metà ogni voce della busta paga dei consiglieri regionali, fa seguito un intervento dell’onorevole Paniz (esemplare della Casta parlamentare) che così difende gli stipendi dei parlamentari:

In chiusa, a Paniz va pure l’onore delle armi per avere difeso, di questi tempi e dopo quel che avevano detto solo dieci minuti prima Bond e Cortelazzo, gli stipendi dei parlamentari: «Tutti sanno quanto guadagno, dunque sanno che non ne faccio una questione di soldi ma di dignità. Ci sono colleghi che ormai si vergognano di dire che sono deputati. Ebbene, quando sono entrato in parlamento guadagnavo 7 mila euro netti al mese. Ora, tra un taglio e un contributo di solidarietà, sono a 1600 euro. Di questo passo nessuno vorrà più fare il parlamentare, perderemo le menti più brillanti: questa guerra senza quartiere alle istituzioni finirà per sgretolare il Paese».

Ora, qualche giorno fa l’onorevole, riferendosi all’indennità percepita (una delle voci che formano lo stipendio di un parlamentare), ha sostenuto, con esempio matematico, che in seguito alla manovra ed ai tagli imposti (peraltro drasticamente ridotti da un provvidenziale emendamento rispetto a quanto annunciato) gli restavano sì e no 300 euri. Adesso sostiene, e sembra logico pensare che si riferisca a tutto lo stipendio, che non arriva a 1.600 €. Non solo, ma si esibisce in un triplo salto mortale, come neanche un trapezista del Cirque du Soleil saprebbe fare, dicendo che “Di questo passo nessuno vorrà più fare il parlamentare, perderemo le menti più brillanti: questa guerra senza quartiere alle istituzioni finirà per sgretolare il Paese”.

Che mondo del cazzo. Uno va a fare il parlamentare, neanche si rende conto di entrare a far parte di una Casta, lo lusingano facendogli credere che questa avventura lo coprirà di soddisfazioni ma anche di ricchezze e privilegi … per poi scoprire che non è così. Un mese dopo tiri sì e no 1.600 euri. Onorevole Paniz, riesce mica a farci un esempio matematico anche di questo caso?

Perché, vede, sul sito della Camera la paginetta che riporta il trattamento economico dei deputati (o dei senatori) riporta l’elenco delle varie voci che compongono il vostro stipendio. E solo uno Stato di merda, ma veramente di merda, riuscirebbe a comprimere a 1.600 euri uno stipendio composto (voci mensili) da una indennità pari a 5.486 € (al netto delle varie trattenute),  una diaria di 3.503 €, un rimborso spese di 3.690 €, un rimborso spese di trasporto e viaggio di 1.107 € (senza contare il rimborso per spese telefoniche, la miriade di agevolazioni e l’accesso gratis ad aerei, treni ecc., l’assegno vitalizio), che assommano a 13.786 €.

Però è possibile, in Italia tutto è possibile. Ne siamo esterrefatti: ci spieghi, onorevole, i perfidi meccanismi per i quali 13.786 € riescono a tramutarsi in 1.600 €.

E che ci creda o no, se alla fine le restassero davvero solo 1.600 euro, ne sarei desolato. Al punto che vorrei porle questa domanda: ma chi cazzo glielo fa fare di fare queste figure per quella misera manciata di euro?

 

Bond vuole costringere la Casta regionale all’indigenza

17 Settembre 2011 Criticarium Itaglia basta-casta, bastardos, regional-politik

I pidiellini regionali devono aver capito che la Casta non è solo quella parlamentare, che alberga a Roma, ma anche quella regionale che alberga sulle palafitte veneziane. E devono aver capito che, se l’aria che tira lungo tutto lo stivale non è delle migliori nei confronti dei detentori di questi odiosi e inenarrabili privilegi, non è difficile pensare che la medesima aria non tarderà a convogliare le sue sinistre spire sull’accozzata Casta regionale, che percepisce gli stessi soldi dei parlamentari senza avere i loro “problemi” nei trasporti, lavorando “vicino a casa”, per non più di tre giorni alla settimana.

Registro quindi benevolmente la rivoluzione che i temerari corsari Bond e Cortelazzo intendono proporre:

Il progetto, presentato dal capogruppo Dario Bond e dal suo vice, Piergiorgio Cortelazzo, è snello, appena cinque punti, e inequivocabile: eliminazione dei vitalizi (le pensioni) degli ex consiglieri a partire dalla prossima legislatura, taglio del 50% a tutte le voci della busta paga dei consiglieri, limite di due mandati per questi ultimi e per il governatore, riduzione del loro numero a palazzo Ferro Fini, in anticipo su quanto previsto dalla manovra, e addio al listino bloccato del presidente. «Il momento è durissimo – ha detto Bond – è importante dare un segnale di austerità, ma vero, subito, non parole a vanvera».

Inutile dire a Bond che a noi interessa il risultato finale, non le enunciazioni. Troppo facile dire al mondo che da domani proponiamo che nessun bimbo su questa Terra debba più morire per denutrizione o malnutrizione. Tradotto: nessuno sconto quando ve lo sentiremo dire, perché lo direte, “noi avevamo proposto di togliere il vitalizio e ridurci lo stipendio ma …” .

Inoltre, lo sappiamo, credeteci, lo sappiamo da sempre che i costi veri non sono quelli della Casta. I privilegi di cui godono i parlamentari ed i consiglieri regionali sono ripugnanti, infami e disgustosi. Non è un problema di economia, è un problema etico. Che ovviamente va risolto, e prima del lancio dei forconi. I costi, invece, sappiamo che si annidano nei finanziamenti elettorali ai partiti, nelle miriadi di consulenze, nelle partecipate nate come i funghi ecc. ecc. ecc..

Vedrete che tra un po’, basta sedersi ed aspettare, questo post avrà bisogno di un “Update …“. Garantito.

 

Antonio Martino: noi abbiamo bisogno di riforme, non di manovre!

17 Settembre 2011 Criticarium Itaglia blozzando, della-crisi, verso-il-default

Il siciliano Antonio Martino, professore e parlamentare del Pdl, mi è simpatico da sempre. Il professore non ha votato la manovra di luglio e neanche l’ultima. E qui spiega perché. Parole sante, anzi, eccezionali (vedi articolo, il neretto è mio). Senza che la simpatia venga meno, mi piacerebbe però sapere dove è stato Martino fino ad ora. Narcotizzato? Anestetizzato? Ad ogni buon conto, bentornato fra i pensanti.

ANTONIO MARTINO. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghe e colleghi, i motivi che mi hanno indotto a non votare la manovra di luglio sono gli stessi che mi inducono oggi a non votare, a maggior ragione, questa manovra. Ci sono state propinate manovre una o anche più volte l’anno per almeno 25 anni. L’obiettivo di queste manovre era sempre il risanamento dei conti pubblici. Nel 1986, il debito pubblico ammontava a circa 450 miliardi di euro, l’85,5 per cento del PIL. Quest’anno – la notizia è di questa mattina –, il debito pubblico ammonta 1.911 miliardi di euro, il 120 per cento del PIL. Chiaramente, le manovre non hanno sortito il risultato sperato: il debito pubblico è quadruplicato. Onorevole Casini, lei ha detto una cosa che apparentemente sembrerebbe sensata, ma non lo è affatto. Non è vero che una cattiva manovra sia meglio di nessuna manovra: nessuna manovra è meglio di una cattiva manovra ed è anche meglio di una buona manovra, perché questo Paese non di manovre ha bisogno. L’esistente non può essere gestito, deve essere riformato: noi abbiamo bisogno di riforme, non di manovre!

Le manovre, se perseguite, continueranno a portarci ad una spesa pubblica sempre maggiore – siamo al 52 per cento del PIL –, ad una fiscalità sempre maggiore, ad una crescita zero e alla morte dell’economia italiana.

 

(segnalazione originaria via Camelot Destra Ideale)

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