BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

fogno o son desto? (delle vicissitudini fognarie accanto al Rio Rin)

7 Aprile 2017 Botanico Palazzo cronache-lozzesi, la-parola-ai-lozzesi

di Claudio Calligaro

Per la prima segnalazione di quest’oggi vorrei partire dall’immagine che accompagnava l’articolo apparso sul Gazzettino di Belluno il 25 marzo scorso, che il BLOZ ha a sua volta messo in evidenza, che dava conto delle mie perplessità (espresse puntualmente nell’articolo a briglie sciolte…) sugli interventi svolti lungo il corso del Rio Rin, in particolare riguardo alla situazione delle briglie. 

In tale immagine appariva centralmente, sul lato sinistro, un “cubo di cemento”, laddove passava la linea dello scarico fognario prima che la brentana se lo portasse via. Da tale cubo – in realtà un chiusino posto lungo lo scarico – spuntava lateralmente, come si evidenzia nelle immagini che seguono, un innesto a curva. A che serviva questa curva? 

Era una specie di valvola di “troppo pieno”. Eh, sì! Lo scarico fognario a valle di questo chiusino, per chissà quale ragione, con flussi di scolo sostenuti… rigurgitava e si riempiva di brutto fino a “far saltare” i chiusini d’ispezione (invece di confluire nell’impianto di depurazione). La soluzione trovata per ovviare al malfunzionamento fu geniale: il cubo col buco. Il flusso che occasionalmente tornava indietro (flusso di ritorno) riempiva il tubo fognario fino a trovare la curva, dalla quale usciva per finire nel Rio Rin.

Un bel dì, mentre rimiravo i lavori in fase di svolgimento lungo il Rio Rin, trovandomi a pochi metri da una riunione “sul campo” alla quale partecipavano “personalità e tecnici”, sento pronunciare questa frase: “… e poi lì bisognerà rimettere a posto quel troppo pieno…“. Così, sentii il bisogno di intervenire: “Eh no, cari signori, visto che la brentana ha messo buona parte dello scarico “con le gambe all’aria”, a quel malfunzionamento dovrebbe essere trovata una soluzione definitiva, non palliativa com’è quella del troppo pieno”. Cosa sia stato deciso al riguardo non si sa. Tutto ciò detto… solo perché si sappia.

La seconda segnalazione consegue alla prima. Dal giorno della brentana (4 settembre 2016), per tutto il periodo dei lavori (sospesi circa a metà dicembre) fino ad oggi, lo scarico fognario è stato gettato nel Rio Rin con, immagino, grande sollievo dell’impianto di depurazione che quell’acqua nera non la deve più trattare. Provo a immaginare cosa sarebbe successo se ad inquinare un corso d’acqua come il Rio Rin, come sta succedendo ora, fosse stato un privato, anche solo con un… tubicino.

Inoltre va ricordato che tutti gli utenti che, in forza di un obbligo istituzionale, essendo collegati alla fognatura pubblica, pagano tale servizio di smaltimento in bolletta al Gsp, lo stanno facendo anche se il medesimo non è per nulla erogato. Anzi, pagano per inquinare (e non viceversa). Tutto ciò detto… solo perché si sappia.

Ora, va bene la cosiddetta “emergenza”, ma che da allora lo scarico fognario sia ancora… a cielo aperto, non mi sembra sia una gran bella figura. 

(per chi sostiene che l’acqua in fuoriuscita dalla fognatura si può quasi bere, allego anche qualche foto dalla quale si può dedurre che no, meglio non berla, quell’acqua…)

Sulla sinistra, centralmente, ecco apparire "il cubo" che intercettava il flusso fognario...
Sulla sinistra, centralmente, ecco apparire “il cubo” che intercettava il flusso fognario…
particolare del chiusino con la curva innestata per fungere da "troppo pieno"
particolare del chiusino con la curva innestata per fungere da “troppo pieno”
il tratto di fognatura portata via dalla brentana; a destra, centralmente, si vede la luce del tubo fognario troncato (il tubo in alto è la vera e propria fognatura, quello più in basso è stato divelto e si è abbassato per gravità; sulla sezione di questo secondo tubo si nota il forte sedimento dovuto al ritorno delle acque fognarie; tutto ciò sta a dimostrare che la pendenza del tubo non è adeguata alle necessità del caso)
il tratto di fognatura portata via dalla brentana; a destra, centralmente, si vede la luce del tubo fognario troncato (il tubo in alto è la vera e propria fognatura, quello più in basso è stato divelto e si è abbassato per gravità; sulla sezione di questo secondo tubo si nota il forte sedimento dovuto al ritorno delle acque fognarie; tutto ciò sta a dimostrare che la pendenza del tubo non è adeguata alle necessità del caso)
il tratto di fognatura "saltata" visto da sud
il tratto di fognatura “saltata” visto da sud
particolare del chiusino ("cubo") con l'innesto della curva che funzionava da troppo pieno quando il tubo fognario, per malfunzionamento, si riempiva...
particolare del chiusino (“cubo”) con l’innesto della curva che funzionava da troppo pieno quando il tubo fognario, per malfunzionamento, si riempiva…
deviazione del tubo fognario in Rio Rin a monte del tratto eroso
deviazione del tubo fognario con sversamento nel Rio Rin a monte del tratto eroso; tale sistemazione provvisoria è, allo stato dei fatti, ancora… provvisoria (da allora);
deviazione del tubo fognario in Rio Rin visto da sud
deviazione del tubo fognario in Rio Rin visto da sud
vista più ampia dello scarico cui seguono le foto successive con i particolari ingranditi "del caso"
vista più ampia dello scarico cui seguono le foto successive con i particolari ingranditi “del caso”
"dal tubo fognario esce acqua pressoché pulita", dicono alcuni... (foto 01)
“dal tubo fognario esce acqua pressoché pulita”, dicono alcuni… (foto 01)
"dal tubo fognario esce acqua pressoché pulita", dicono alcuni... (foto 02)
“dal tubo fognario esce acqua pressoché pulita”, dicono alcuni… (foto 02)
"dal tubo fognario esce acqua pressoché pulita", dicono alcuni... (foto 03)
“dal tubo fognario esce acqua pressoché pulita”, dicono alcuni… (foto 03)

 

Veneto: andamento stagione turistica per comprensorio 2016

7 Aprile 2017 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni andamento-tur-veneto, tur-2016

Variazioni percentuali di presenze e arrivi (totali, italiane e straniere) cumulate da inizio anno per comprensorio (dati 2016 su 2015). Per quanto riguarda le presenze vi è da segnalare il lieve calo del Mare (-0,6%), mentre tutti gli altri comprensori presentano variazioni positive: Città d’arte 6,1%, Lago 7,4%, Montagna 2,7%, Terme 4,4%; il Veneto chiude il 2016 con un +3,4%.

Tra i comprensori in crescita, la Montagna cresce meno degli altri in termini di presenze e più degli altri in termini di arrivi;  da segnalare la disaffezione da parte italiana per il Mare (marcata, -5,0%) e la Montagna (lieve, -0,5% a fine anno ma – dati cumulati – con -1,5% a luglio e -1,3% ad agosto); vi è da segnalare, sempre per la Montagna, il marcato aumento di presenze straniere (12,4%) che “hanno salvato la stagione”: se, per dare un’idea, le presenze straniere fossero rimaste quelle del 2015, la Montagna avrebbe chiuso l’anno con un -0,4% di presenze totali. 

Presenze totali cumulate da inizio anno per comprensorio: anno 2016

Arrivi totali cumulati da inizio anno per comprensorio: anno 2016

Auronzina delle mie brame, chi è il più bravo del reame?

6 Aprile 2017 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni andamento-tur-cadore, auronzando, auronzina, tur-2016

Lo sapete, no, Auronzina (un po’ Auronzo un po’ Misurina) è il nome da me designato al consorzio esteso che comprende la regina Auronzo e le sue ancelle Vigo, Lorenzago e Lozzo (in termini di presenze, due ancelle e una sguattera: la cenerentola Lozzo).

Attenendosi alle statistiche regionali, abbiamo visto che Auronzo s’è asseragliato a un +1,7% rispetto al 2015 (dopo l’anemico +0,7% rispetto al 2014), mentre Cortina conta su un +5,4% e il STL-Dolomiti (settore turistico locale) su un +4,6%. Insomma, la regina dei “tre laghi” brilla meno delle altre (ma i frutti non si raccolgono tutti da un anno all’altro…).

E Auronzina? Com’è andata Auronzina?

Guardando alle singole perle… be’, Vigo s’è ammosciato perdendo 5.560 presenze rispetto al 2015 (una sberla da -16,8%), Lorenzago ne ha perse per strada 607 (-7,7%), Lozzo ne ha acquisite 407 (+15,7%). Insomma, se era chiaro che Lozzo non poteva essere che una semplice ecstenscion territoriale, essendo la sua vocazione all’accoglienza piccina piccina, qualche speranza in più veniva dalle due ancelle d’Oltrepiave che potevano contare su un passato di fasti e gloria (per Vigo 97.436 presenze nel 2002, per Lorenzago 41.191 presenze nel 2002).

Per quanto ci è dato vedere bofonchiano, in attesa che arrivi il treno dei desideri (dal quale scenderanno turisti a frotte…). Non sono servite neanche come dormitorio per la Terra delle Tre Cime. Ma un colpo di coda come per Pieve può sempre succedere, anche se prospetticamente la struttura appare… argillosa.

Dicevamo di Auronzina: nell’insieme perde 1.105 presenze (0,35%) portandosi dalle 318.296 del 2015 alle 317.191 del 2016.

(ci fosse stato il bancomat a Lorenzago, turisti a più non posso…)

Dati del consorzio "Auronzina": presenze 2016 e 2015 a confronto

l’assessore Caner e l’estate dolomitica che sembra stagione di ripiego

6 Aprile 2017 Cadore - Dolomiti, Giornalando, Politica nostrana, Turismo e dintorni dolomitando, giornalando, turisticando

Dice l’assessore Caner in un’intervista:

Che cosa sta immaginando? Magari rifugi alpini con la sauna?

«Perchè no? L’estate sulle nostre Dolomiti è una stagione che sembra di ripiego. Invece riacquista centralità, dato il clima che sta cambiando. Se lo sport della bicicletta si sta ampliando nelle dimensioni conosciute, è evidente che noi dobbiamo attrezzare gli impianti di risalita per il trasporto della bici.

E questi impianti vanno riaperti in relazione a una nuova offerta di rifugi alpini, di malghe, di sentieri più comodi da percorrere, magari anche di sentieri parlanti come quelli del Cai. Va incrementata e qualificata l’enogastronomia in quota. In malga potranno esserci anche specifiche offerte culturali e ricreative. Non invento nulla. In Trentino Alto Adige già si procede in questa direzione». […]

Sicché, per l’assessore, “l’estate sulle nostre Dolomiti è una stagione che sembra di ripiego“. Ripiego?

Ora, se consideriamo le presenze del STL – Dolomiti, ci accorgiamo che il 40% (circa) sono consumate durante la stagione invernale (da novembre ad aprile), il che significa che il 60% sono consumate durante la stagione estiva (e questo è vero da 15 anni a questa parte). Se il 60% delle presenze sono estive, come si fa a sostenere che l’estate è una stagione che sembra di ripiego?

Se fosse di ripiego lo potrebbe essere per un anno, per due, magari per tre anni; ma se davvero è di ripiego dopo un po’ che fai?????? Be’, ovvio no? Ripieghi.

(a meno che colui che continua a fornire il 60% di presenze in una stagione di ripiego non sia, a sua volta, un coglione di ripiego)

Essendo di ripiego, sempre per l’assessore, l’estate ha perso centralità che, però (qual fortuna!), può essere riacquistata “dato il clima che sta cambiando“. Quindi, par di capire, la centralità dell’estate dolomitica non è tale in forza del 60% delle presenze che già esprime (e che è ovvio cercare di incrementare), ma in relazione al climate change.

L’avreste mai detto che lo scioglimento delle calotte polari avrebbe ampliato così tanto “lo sport della bicicletta” e che, conseguentemente, urga attrezzare gli impianti di risalita per il trasporto delle medesime? L’avreste mai detto?

(nel resto della frase citata, riportata in “grigetto”, le solite cose che si ripetono da 20 anni e che da 20 anni, ove meglio ove peggio, si stanno già facendo; per esempio, avendo rifugi a così bassa quota (relativa) raggiungibili in buona parte dei casi su quattro ruote (perlomeno dal gestore), la nascita di “nuove enogastronomie” è d’obbligo, altrimenti clack, chiudi; i sentieri parlanti, poi, sono fuffa folcloristica che va bene per dire “li abbiamo anche noi”: comunque vada, essendo la loro realizzazione “banale”, non potranno mai costituire un vantaggio competitivo) 

 

fenomeni paranormali a Pieve di Cadore: presenze turistiche 2016 +85%

5 Aprile 2017 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni andamento-tur-cadore, tur-2016, turismo-cadorino

In passato era già successo per Domegge e Calalzo: una specie di rimbalzo del gatto morto. Ai dati nefasti di anni addietro s’erano contrapposti quelli frizzanti della stagione appena passata. In quelle circostanze i rispettivi sindaci (qui Domegge, qui Calalzo) si gonfiarono d’orgoglio come un canotto, salvo poi sgonfiarsi l’anno successivo.

Anche Pieve c’aveva lasciato a bocca aperta (questa volta in negativo) allorquando, nel 2014, finì disarcionata nella polvere: -27% di presenze in un sol colpo. Ma almeno, in quella circostanza, il calo che aveva preceduto il tonfo finale s’era manifestato con una certa progressività: -11,2% -9,4 -1,7 +4,4 -11,7 -1,4 -9,2 fino al tonfo, -27%. Una morte annunciata, diciamo.

Ciò premesso, per il 2016 va rilevato lo spumeggiante risultato che Pieve ha conseguito aumentando le presenze turistiche dell’85%: si è passati dalle 25.080 presenze del 2015 alle 46.369 del 2016. Quelle italiane sono sostanzialmente raddoppiate, passando da 20.121 a 39.810. E tutto ciò da un anno all’altro, senza preavviso: uno spettacolo! 

E no, tra gli altri comuni “big” in termini di presenze turistiche le variazioni sul 2015 restano entro i confini del ±15%. A chi e che cosa sarà dovuto questo orgasmico risultato? Chissà chi lo sa! Un primo indizio: le presenze turistiche alberghiere sono passate dalle 20.643 nel 2015 alle 23.662, aumentando del 14,6%; quelle complementari (alloggi privati ecc…) sono passate dalle 4.437 del 2015 alle 22.707 del 2016, aumentando del 411%.

Altri indizi:

scie chimiche;
ha stato Putin;
mega raduno delle bagasce d’Italia;
Visitors a convegno su specie aliene;
effetto Lourdes;
altri effetti soprannaturali;
anomalia statistica;
problemi nella raccolta dati con effetto colabrodo;
risvegli letargici dei fittavoli;
arrivo banda larga al posto dei piccioni viaggiatori (con i quali si comunicavano i dati turistici);
varie ed eventuali

Qualcuno potrebbe pensare che il notevole salto quantico rilevato sia dovuto agli effetti dell’evocata destagionalizzazione con utilizzo dei sentieri di bassa quota (vedi per questo l’articolo liscia, gassata o destagionalizzata (la nuova sfida ‘turistica’ a Pieve)). No, il 90% delle presenze sono concentrate nei soliti mesi, da giugno a settembre.

Inoltre, la cosa potrebbe avere un risvolto geopolitico di non poco conto. L’Eurac, il coso che dovrebbe preparare il biberon da dare al poppante “dolomitico bellunese” per farlo crescere in ambito turistico (sono 40 i comuni che tra un po’ si metteranno a ciucciare quel biberon: latte e crauti finanziati dai fondi di confine), è in evidente imbarazzo. Pensavano di poter spacciare un eventuale +10% come un risultato copernicano: ora, con Pieve schizzata lassù, +85%, tutto il lavoro dovrà essere ritarato e riprogrammato.

Ma soprattutto: “Chi ha stato?”

 

andamento stagione turistica Cortina-Auronzo Dolomiti: 2016 (Auronzo +1,7%; Cortina +5,4%)

4 Aprile 2017 Turismo e dintorni andamento-tur-cadore, auronzando, tur-2016

Il “nostro” paesotto ha come soggezione, non crede in sé stesso come dovrebbe. Corre, ma meno degli altri. E’ come se partisse indietro rispetto al resto del gruppo; oppure, immaginando una partenza alla pari, sembra che abbia uno zaino caricato con pietre e che, sulla distanza, non possa fare a meno di accusare un certo distacco. L’anno scorso il confronto con Cortina fu impietoso, con questa che era saltata 10 volte più in là (7,2% contro lo 0,7% di Auronzo).

Quest’anno il divario è sceso a tre volte tanto: 5,4% per Cortina, 1,7% per Auronzo. E la non-neve di dicembre non ha pesato poi chissà che: nel mese di dicembre Auronzo ha perso 1.040 presenze rispetto allo stesso mese del 2015 (altro anno sahariano quanto a neve); se non le avesse perse (per via della neve che non c’era e che s’è potuta sparare solo tardivamente), oggi potrebbe vantare su base annua un 2,07%, che non è il salto del leone. STL-Dolomiti chiude il 2016 con un incremento del 4,6% rispetto al 2015, la Provincia di Belluno con 3,0%, il Comprensorio Montagna Veneta con 2,7%, il Veneto con 3,4%, l’Alta Pusteria con 4,2%, l’Alto Adige con il 6,4%. 

andamento presenze cumulate per Cortina-Auronzo Dolomiti 2016 su 2015

andamento arrivi cumulati per Cortina-Auronzo Dolomiti 2016 su 2015

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