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il PD ci riprova: autonomia per i territori alpini (avanti col whisky)

20 Novembre 2013 Autonomia, Cadore - Dolomiti, Politica nostrana belluniadi, belluno-autonoma, della-confutazione, quelli-del-PD, sviluppo-montagna

Il PD, il partito più statalista, assistenzialista e finanche nazionalista che esista in Italia sta scoprendo che esistono forme di autogoverno declinabili in un variegato insieme di autonomie possibili. Va che è una bella cosa eh!!

Il Manifesto per le Alpi, che solo ieri ricordavo essere un “momento in cui la fuffa di tutti i giorni si può diluire ancor più omeopaticamente in conquiste oniriche di insospettabile vividezza“, si rivela essere un elenco della spesa di sorprendente vacuità. Non che le cose descritte non siano verosimilmente plausibili, ché potrebbe averle scritte un qualsiasi diligente studente della terza media, ma non si elevano oltre lo status di auspici, desideri, speranze ed auguri.

L’ambiente montano, e quello alpino in particolare, offre una fonte inesauribile di argomentazioni che possono essere elencate come strategiche per la sua sopravvivenza. Ho sotto gli occhi il primo Rapporto sullo stato delle Alpi edito dalla Cipra nel 1998: basta aprire a caso alcune pagine e ti ritrovi tutta la cantilena elencata nel manifesto del piddume.

Ma c’è una novità. Non essenso stato in grado, il PD, di porre e risolvere questi problemi a casa nostra, in Italia e a maggior ragione in provincia di Belluno, ora richiama in causa la Nazione tutta ed il resto dell’Europa alpina. E’ un modo per dichiarare il proprio attuale fallimento e prepararsi il terreno per giustificare il fallimento di domani (perché sarà un fallimento). Nel frattempo, come già sottolineato ieri, Cipra, Convenzione delle Alpi e Macroregione alpina della UE andranno avanti comunque, con o senza gli starnazzamenti del piddume.

C’è una nota positiva, dicevamo: la scoperta da parte del PD del Nord (per il piddume del resto d’Italia si vedrà col tempo) che l’area alpina è bla bla bla e che l’area vasta del Bellunese (sssssst non la si può chiamare provincia “per evitare l’orticaria”) “per la sua specificità, merita l’autogoverno“. A che tipo di autogoverno (vi sono più di cinquanta sfumature diverse …) facciano riferimento non è dato sapere, ma è già ragguardevole che siano in grado di pronunciare la parola.

Ed ora godetevi anche voi la “Magna Carta dei popoli delle Alpi (al plurale)“; fra i consunti auspici, desideri, speranze ed auguri tipici del repertorio mi ha colpito la freschezza e lungimiranza del seguente:

Chiediamo al governo e alle regioni alpine italiane di concerto con l’UE di organizzare nell’ambito di expo una adeguata presenza delle questioni alpine

Ed ho pensato immediatamente agli inuit e mi sono detto: avanti con le casse di whisky. Perché questa del Manifesto per le Alpi del PD è, in fondo, un’altra delle tante bottiglie con cui si è finora stordita ed anestetizzata la nostra gente (la paura della perdita di consenso a favore di formazioni realmente autonomiste si fa sempre più grande). Ma se deve essere whisky, curate che sia almeno buono, perché quella che ho letto è brodaglia alcolica per detenuti.

 

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