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deiezioni provinciali: oggi le comiche

12 Ottobre 2014 Autonomia, Politica nostrana belluniadi, belluno-autonoma, bim-gsp-buco-dell-acqua, provincial-politik, sindakos, tra-le-righe

Tutto partì da quell’ignorantone di monti (tanto per dire, quello che riferendosi alla Grecia la definiva il più grande successo dell’euro) per trovare in Delrio, altro ignorante abissale, nota conclusione.  Oggi il corpo molliccio delle municipalità, i sindakos e i consiglieri comunali, si trascineranno (non tutti) a Belluno per dare il via ad un’orgia autoreferenziale. In tempi non sospetti, come si suol dire (era il 5 dicembre del 2011), ho chiarito – per quel che vale – la mia profonda contrarietà riguardo al fatto che siano i sindaci a doversi assumere la guida dell’ente Provincia o d’Area vasta che dir si voglia.

Diciamocelo chiaramente: quando va bene sono incompetenti (e qualcuno fra loro ha il coraggio di dirlo), quando va male… evitiamo di dirlo in giro (dovrebbe bastare quel fiume di merda del Bim-Gsp!). Per trarci d’impiccio (eufemismo al posto di “per evitare il collasso”) ci vorrebbe un politico del territorio di rango eletto dal popolo che abbia come prima fede l’ottenimento della Piena Autonomia, non feccia politico-amministrativa autoreferenziale con in testa il tombino di casa.

la provincia di Belluno ‘in mano ai sindaci’: quelli del buco Bim-Gsp! Si salvi chi può!

Fra le misure “impressionanti” della manovra del governo Monti vi è l’abolizione delle giunte provinciali. I consigli provinciali, poi, potranno avere un massimo di 10 componenti (attualmente sono 45) e dovrebbero essere eletti dai consigli elettivi comunali e regionali. Il 30 novembre del 2012 le giunte decadranno ed i dipendenti dell’ente provinciale saranno trasferiti a regioni e comuni. Ciò che resterà delle vecchie “Province” avrà solo funzioni di “indirizzo politico e di coordinamento delle attività dei Comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale”.

Sul tema avevo già evidenziato lo studio della CGIA di Mestre secondo il quale il 96% della spesa per le province rimarrebbe in carico ai cittadini (la gran parte dei costi sono infatti da attribuirsi al personale, che verrà solo “spostato” di ente). Riguardo agli aneliti autonomisti che fluttuano da tempo come fantasmini, e che questa misura soffoca nella culla, be’, non sono in vena …

Il brivido iniziale alla notizia che le province avranno consigli eletti (anche) dai sindaci, brivido ampiamente giustificato dalla vicenda del buco dell’acqua del Bim-Gsp descritto sul BLOZ con dovizia di particolari, si è stemperato pensando che, in fondo, è presumibile che lo Stato sotrarrà anche il “barile delle acciughe” dalle grinfie degli “eletti dai sindaci” e quindi, sperabilmente, l’unico buco con cui potranno interagire è quello che portano con sé fin dalla nascita. Salvi per un pelo. Forse.

(BLOZ, 5 dicembre 2011)

è uscito ‘il Cadore’ di ottobre: ‘ec ne siaom accroti’ deiezioni provinciali: oggi le comiche (bis)

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