BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

no puedo… (l’esportazione in Sud America di ‘poeti’ strenzi)

17 Febbraio 2016 Criticarium Itaglia quelli-del-PD, repubblica-bananiera, strenzi

Lo strenzi storno in Argentina (da Linkiesta):

borges

La poesia che Renzi attribuisce a Borges, ovviamente, non è di Borges, e non serve un esperto per capirlo. Il testo declamato circola nel web da qualche anno in forma anonima e qualche buontempone l’ha attribuita al celebre poeta argentino (il video, invece, lo ha scovato Miro e Sten).[…]

Renzi però non ha solo preso un granchio, si è superato: gli accenti sono sbagliati, la pronuncia è sbagliata, l’autore è sbagliato. E financo il titolo è sbagliato, perché, nella realtà, non esiste neppure. Certo, poteva starci attento, fare un controllino in più. Ma che importa? Tanto Borges è morto. E se pure fosse stato vivo, non avrebbe visto nulla, perché era cieco. E in questo caso, c’è da scommetterci, avrebbe voluto essere anche sordo.

borges2

(è la caratteristica di un leader quella di attorniarsi di gente più brava…;”strenzi”, basta la parola!)

estate 2004: quattro passi con il Cai (e senza Auronzina)

17 Febbraio 2016 Turismo e dintorni lozzorismi

Be’, insomma, sono passati solo una decina d’anni da allora. Pieghevole Cai stampato in 1.000 copie (con il contributo degli sponsor)  e distribuito nel Centro Cadore (e anche a Sappada e S. Vito). Niente di che, normale attività di promozione del territorio: i nostri Anelli, le antiche vie, il sentiero botanico, la chiesetta di Loreto, il borgo dei mulini, il museo della latteria, il parco della memoria, senza dimenticare il territorio vicino (Col di Vezza, Croda dell’Arghena…), tutto “integrato” in un’offerta lungamente fruibile.

Noi, semplicemente noi. E senza un consorzio alle spalle (che se ci fosse stata una mente, una regia, in questo campo, i “gnoche” ce li saremmo fritti in padella… e in parte è successo).

Bei tempi.

Sicché mi dico, mi convinco, cerco di farlo, che ora, che siam consorziati, che siamo Auronzina, cose così qui a Lozzo le vedremo a gogò. Aspettiamo che passi il gigante, così ci potremo accomodare sulle sue spalle e rimirare lontano lontano (qui pdf).

CAI-estate-2004-p

Il pieghevole Cai Estate 2004 zoomabile:







INCREDIBILE POLETTI !! E QUESTI SAREBBERO I TAUMATURGHI CHE DOVREBBERO TIRARCI FUORI DAL BARATRO IN CUI SIAMO CADUTI??!!

15 Febbraio 2016 Attualità giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

Adesso quindi si parla perfino di una ‘riforma’ strutturale sulle pensioni di reversibilità! Il ministro, comunque, rassicura: “Polemica infondata, non verranno toccati i trattamenti in essere” (sic!). A mio parere la toppa messa dall’improbabile ministro è peggiore del buco. Sì, perché costui o crede di rivolgersi ad un popolo di emeriti ‘tontoloni’ dalle capacità cognitive invero assai limitate, oppure sono le sue capacità di autocritica e di autoanalisi (nonché sensoriali, mnemoniche, psichiche e quanto altro) ad aver subito un, seppur momentaneo, ottundimento.

Secondo l’esimio ministro, le vedove attuali possono stare tranquille ma per quelle in divenire nulla viene detto e nulla si sa. Voci dal sen sfuggite parlano della intenzione di varare un progetto che preveda di legare all’ISEE (ossia la reddito globale famigliare post mortem del primo beneficiario dell’assegno INPS), e quindi non più ad una percentuale fissa come avviene ora, l’assegno di sopravvivenza per i superstiti (coniuge e figli minori o studenti universitari fino al 26° anno di età).

La cialtronesca ‘riforma’ si prefigge di reperire risorse atte a fronteggiare l’ampolloso ‘Piano Nazionale contro la Povertà’ e nel far ciò non si è trovato nulla di meglio che operare molto cinicamente (ma anche da autentici scriteriati) dando qualche cosa ai poveri togliendola a quelli che sono leggermente meno poveri quali vedove ed orfani senza altre guarentigie se non quelle basate sugli anni di lavoro del de-cujus capo famiglia. Il rubicondo, pacioso ministro, alle future vedove riserva lo stesso trattamento già riservato all’on. Enrico Letta dall’attuale demagogo di Palazzo Chigi, quello di “stare serene”, con tutto ciò che l’affermazione potrà sottendere in fatto di credibilità circa la parola data.

Care prossime Vedove, i vostri mariti erano andati in pensione con le certezze derivanti dal DIRITTO, con la consapevolezza che i contributi versati in decine di anni di onesto lavoro sarebbero serviti anche ad assicurare un minimo di vita dignitosa ai famigliari superstiti, una specie di polizza di assicurazione sulla vita…

Ora, se l’italiano ha un senso, quel “non saranno toccati i trattamenti in essere”, checché ne dica il bislacco disquisire del ministro (peraltro già incorso in imperdonabili gaffe su tematiche specifiche attinenti il proprio ministero) non lascia presagire proprio nulla di buono. Il sottinteso, nonostante le arzigogolature dell’emiliano verace, è evidente e lo dimostra anche la generale levata di scudi registrata in queste ore dalle organizzazioni sindacali, dalle Opposizioni e perfino all’interno del partito di maggioranza. Uno come l’ex ministro del lavoro Damiano ha manifestato chiaramente la sua contrarietà con parole di fuoco…

E meraviglia che un tale personaggio (non certo l’ultimo arrivato in materia di diritti previdenziali) resti ancora all’interno di un partito che ha cambiato ormai così radicalmente la sua natura. In cotanta schifezza, una cosa resta proprio impossibile da metabolizzare: incapaci di tagliare privilegi alle varie caste e camarille di potere, ci si acconcia a ‘riformare’ (si fa per dire!), in via strutturale, i sacrosanti diritti sugli assegni di reversibilità al fine di reperire le risorse atte a varare l’ampolloso progetto di lotta alla povertà (riforma però essenzialmente di natura congiunturale!!). Questi le studiano di notte come i ladri di Pisa ed il motto che va in voga è, lo ribadiamo: “diamo ai poveri togliendo a chi è un po’ meno povero”.

La cialtroneria sta tutta nella farisaica affermazione che non si possono tagliare oltre gli innumerevoli sprechi (l’elenco è inutile farlo, tanto risulta infinito) ed i privilegi concessi a fruitori di assegni INPS succulenti e molteplici, basati su contributi figurativi, letteralmente ‘rubati’ in forza di leggi lobbistiche approvate a spron battuto. Basti ricordare pensioni d’oro e vitalizi parlamentari. L’abuso e lo snaturamento del termine “riforma” è tale che ormai la sfacciata ripetizione di esso ha solo il potere di farci mestamente sorridere di compatimento verso una classe politica imbelle, incapace, priva di dignità e decoro.

Ministro Poletti! Ella, all’atto della nomina, vantò la sua origine contadina e gli umili lavori svolti nelle stalle e nelle fattorie della sua terra emiliano-romagnola. La cosa, mi creda, Le ha fatto e Le fa onore. Ogni lavoro ha in sé la sua carica di dignità. Con il senno del poi, però, mi vedo costretto a farLe una preghiera: torni alle sue occupazioni giovanili per il bene di tutti noi, soprattutto di quei pensionati di una certa età, magari già con non poche odierne difficoltà nello sbarcare il lunario, che non vorrebbero vedere pregiudicato il domani dei propri superstiti (moglie e figli). Torni alla sua passione ed ai lavori del buon contadino ed eviti a noi il trauma di vedere – dall’Al di Là- eluse le aspettative, a beneficio dei propri cari, aspettative fin qui oggetto di certezze granitiche, messe ora in non cale dalle sue improvvide dichiarazioni.

 

Monte Piana & Monte Piano – Testimonianze fotografiche della Grande Guerra nelle Dolomiti 1915-1917

14 Febbraio 2016 Cultura, Curiosando curiosando, montagna-in-crisi

Il libro, Monte Piana & Monte Piano – Testimonianze fotografiche della Grande Guerra nelle Dolomiti 1915-1917, è uscito alla fine di luglio dello scorso anno accolto con un vasto favore di pubblico.

La grande calura che ha spinto mandrie di turisti dalle nostre parti, l’interesse storico per una delle pagine della Grande Guerra di maggior intensità emotiva, la possibilità di avere – condensato in un libro – un vasto e in buona parte inedito atlante fotografico delle vicende legate al Monte Piana e al Monte Piano, sono state condizioni che hanno favorito la diffusione della pubblicazione.

Ora che è nuovamente in libreria, ci è parso doveroso ricordare questa ormai “vecchia fatica”.

(se la visualizzazione sottostante dovesse dare qualche problema, qui c’è l’indirizzo diretto)

‘la Stampa’ già neutralizzata e lo strenzi disperato

12 Febbraio 2016 Criticarium Itaglia psico-dramma, quelli-del-PD, strenzi, verso-il-default

Il Corriere c’ha la Meli, la Stampa Francesco Bei. Insieme, appassionatamente, sostengono lo strenzi nel suo sforzo autodistruttivo.

Riformare il bilancio dello Stato, cancellare d’ora in avanti le clausole di salvaguardia, strappare la camicia di forza dell’ortodossia rigorista. La nuova linea di sfondamento nei confronti della «Ue dei burocrati», decisa da Matteo Renzi, ha iniziato a prendere corpo mercoledì notte […]

E poi c’è il grafichetto dove l’effetto delle clausole di salvaguardia, per il 2016, si definiscono “già neutralizzate”. No, cari beoti, no. Sono semplicemente postdatate. Lo strenzi per il 2016 ha fatto una manovra “espansiva” a debito, ripeto: a debito.

Sicché, se l’economia non galoppa – galoppa!! -, quelle clausole si attiveranno quando la realtà farà TOC-TOC. E lo farà tra un anno (ma lo sta già facendo in questi giorni). E quando si attiveranno sarà come attaccare una roulotte piena di piombo ad una giardinetta che sta partendo in salita. Chiaro il concetto?

Ma noi abbiamo il bimbominkione che intende cancellare le clausole di salvaguardia, pensate un po’. E sarebbe una cosa notevole, visto che questo governo, spostandole avanti nel tempo, lo sta mettendo nel culo, oggi, al governo che verrà domani (qualunque esso sia).

Non è che vogliamo essere autolesionisti, ma, seocndo voi, “quelli di Bruxelles” non si stanno forse scompisciando dalle risate? Le clausole di salvaguardia servono solo ad indicare, prima, dove cazzo andrai a prendere i soldi se le tue rosee previsioni di governo dovessero diventare nere. Se non fossimo taliane, potremmo anche permetterci di non “subirle”, per quanto antidemocratiche siano concettualmente.

Ormai è finito nel buco, lo strenzi bimbomibkione, è disperato. Ma attento, che l’Europa non è solo matrigna, è anche malvagia.

clausole

i flussi turistici dell’alberghiero in provincia di Belluno: anni 2005-2015

11 Febbraio 2016 Turismo e dintorni dati-provincia-belluno, turismo-cadorino

Sembrava in coma, l’Ufficio di Statistica della Provincia di Belluno, invece ha lanciato un piccolo gemito. Presenze estive 2015 (flusso alberghiero) +10% rispetto al 2014; quelle invernali (sempre flusso alberghiero) -2%:

L’Ufficio di Statistica della Provincia di Belluno presenta il report sull’andamento dei flussi turistici rilevati in provincia nel settore alberghiero.

Vengono forniti i dati turistici a partire dal 2005 di modo che risultino utili per comprendere i mutamenti in atto e permettere analisi di fenomeni di medio-lungo periodo. Inoltre, nell’ultima parte, viene presentato un approfondimento sulla provenienza dei turisti per nazionalità degli stranieri e per regione di provenienza dei clienti italiani nelle stagioni estive.

Per accedere ai dati clicca qui

Stagione estiva:

arrpre2015

vararrpreestiva2015

Stagione invernale:

arrpreinv2015

vararrpreinv2015

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