BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

76 centesimi di cultura: Servizio Provinciale Biblioteche di Belluno

20 Maggio 2015 Cadore - Dolomiti, Cultura, Politica nostrana abolizione-province, belluniadi, delriozzate, quelli-del-PD

Effetto Delrio. Effetto PD. Effetto strenzi. Digli di smettere.

Il Servizio Provinciale Biblioteche di Belluno, dopo vent’anni di attività, sta per essere chiuso dalla Regione, come tutti i servizi provinciali del Veneto.

– 65 biblioteche in rete e un’unica tessera
– 10.200 prestiti interbibliotecari nel 2014
– 350.000 titoli disponibili
– un sostegno fondamentale per le piccole biblioteche a un costo di soli 76 centesimi all’anno pro capite per tutti i servizi della rete bibliotecaria

Se credi che tutto questo questo abbia un valore,  chiedi ai candidati alla Regione Veneto – agli incontri pubblici, con mail, post su FaceBook, etc. – che il Servizio Provinciale Biblioteche di Belluno non venga chiuso.

Ideato e interpretato da Cristina Gianni, Guido Beretta, Fabio Malacrida, Giorgio Dell’Osta. Regia di Guido Beretta.

Si ringrazia la Biblioteca di Sospirolo.

Lozzowood: possedere una seconda casa a Lozzo di Cadore diventerà uno status symbol

20 Maggio 2015 Botanico Palazzo cronache-lozzesi

Quelli di “Lozzo per il pene comune” c’hanno dato dentro. Suppongo che i lozzesi lontani siano grati: grazie Manfri. Anzi: grazie Manfrimu.

lozzowood

 

LETTERA APERTA ALL’ESIMIO BORGOMASTRO DI LOZZO

20 Maggio 2015 Botanico Palazzo cronache-lozzesi, giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

Leggo sul Corriere delle Alpi di oggi la notizia che l’IMU (seconde case) a Lozzo passerà dal 7,6 per mille al 9 per mille. L’articolo è corredato da una Sua foto con espressione sofferente, meditabonda, quasi di persona che denota tutto l‘interno ‘affanno’ per il presumibile dramma che sta vivendo nel prendere un tale doloroso provvedimento. Per inciso, va detto che il Suo scritto viene pubblicato a 24 ore dalla convocazione del Consiglio che dovrà ratificare il suo intendimento. Mi consenta di dire che tutto ciò ha il sapore di un mettere le mani avanti e di addurre risibili argomentazioni a supporto della decisone già presa. Le spiegazioni e le motivazioni date per suffragare il suo intendimento appaiono insomma solo apparentemente plausibili e ponderate.

Nella realtà, io le trovo intrise di molta ipocrisia e di molto non detto circa le modalità “studiate” per il recupero delle risorse venute meno nel trasferimento dal Centro di ben 70 mila Euro. Ella insiste nel parlare della volontà di evitare tagli che “mortifichino gli abitanti d Lozzo”. Parla di “ultimo rovinoso colpo basso che abbiamo dovuto incassare senza reagire”, che “l’Amministrazione si è interrogata sul da farsi per recuperare questi fondi senza colpire i cittadini”. E per non colpire i cittadini, per evitare un taglio od un ridimensionamento al finanziamento di 40.000,00 Euro all’Asilo, per non “colpire i soggetti più vivaci della nostra Comunità come le associazioni”, per poter continuare a finanziare il servizio scolastico e gli altri servizi, Ella – prode e valoroso sindaco- spiega che non vuole operare come altri Comuni che hanno scelto di ridurre i contributi verso il welfare.

Beh! Che dire? Lodevoli propositi, apprezzabile sensibilità sociale!! Quello che però non convince è la fonte da cui Ella si propone di attingere le risorse venute meno e ritenute indispensabili. Lei conclude la sua perorazione dicendo che “la decisione che mi (a lei, non alla Giunta! Salvare le apparenze, no?) sembrava più giusta e meno invasiva riguardava l’aumento dell’IMU”. E chiosa affermando che non a tutti verrà praticato l’aumento!! Quale ipocrisia! L’aliquota maggiorata non sarà applicata nel caso di un genitore che destina un immobile ad abitazione per un figlio… Come se non si sapesse che, nel nostro paese, casi del genere stanno forse sulle dita di una mano. E l’ipocrisia diventa insopportabile quando afferma di “aver operato con la massima attenzione e rispetto per la nostra (?) gente, consapevoli di aver fatto quanto possibile per ridurre al minimo le penalizzazioni alla nostra (?) comunità”.

A questo punto, si degni di leggere (riesce ad ascoltare una voce diversa dalla sua e dai suoi pasdaran?) le mie controdeduzioni.

Se Ella, per salvaguardare in modo encomiabile il livello dei servizi con tutti gli esempi portati, se per riequilibrare i conti di Palazzo Venzo (conosce la nostra Storia?) dopo la ennesima sforbiciatura nei trasferimenti, ritiene che “la decisione più giusta e meno invasiva” sia quella di aumentare l’IMU in modo sostanziale (un + 1,4 per mille non è una idiozia, sono in genere centinaia di Euro), proprio non ci siamo!!!! Lasci da parte l’ipocrisia secondo cui l’aumento non riguarderà tutte le seconde case; lasci stare anche le sottigliezze di far apparire, a lato del suo articolo, la notizia che a Lozzo le addizionali IRPEF non aumenteranno (i suoi amministrati non sono tutti degli sprovveduti e sanno che “la pulce non è un elefante”…). Manteniamoci su di un livello di confronto serio!!

Lei dovrebbe sapere che le seconde case di Lozzo non sono le seconde case di Auronzo o di Pieve, tanto per restare nell’ambito locale… Nel paese che Lei amministra (sulla qualità e significato del verbo potrebbe innescarsi un utile confronto) le seconde case sono prevalentemente di proprietà dei così detti lozzesi della diaspora, gente che, per sua ventura o sfortuna, ha dovuto emigrare (un po’ come nel Suo caso), gente però affezionata al luogo natio tanto da farvi rientro per le vacanze, gente comunque certamente non ricca ma molto legata alle quattro mura che l’hanno vista nascere e crescere.

Già nel passato, Ella dimostrò di non tenere in gran conto tale categoria di cittadini (non residenti ma contribuenti assai benemeriti) allorquando, con un tratto di penna, eliminò, in fatto di tassa sui rifiuti, quella parziale perequazione (abbuono tariffario del 30%) che i Suoi predecessori avevano stabilito per i lozzesi della diaspora rientranti in paese magari per pochi giorni ma paganti il servizio per l’intero anno. Ricorda la mia lettera di allora su queste stesse colonne? E Lei ammise che c’erano buone ragioni a supporto delle mie argomentazioni. A me sembra che Ella agisca un po’ sulla falsariga delle autorità centrali: quando c’è da far cassa, queste tartassano i pensionati; similmente Ella fa cassa tartassando le case dei cittadini di Lozzo non residenti.

Quei cittadini che, rientrando magari per poco tempo, cooperano tuttavia all’economia locale. Avere quattro modeste mura a Lozzo oggi, mediamente, costa Euro 210 di TASI, Euro 260 di TARI, Euro 1200 di IMU. Forse Ella non ha ben meditato su tali problematiche e non voglio proprio pensare che il suo operato porti quei lozzesi di fuori a cancellare le loro origini e vendere le loro modeste dimore. Il mercato edilizio è in notevole flessione ed i valori decrescono paurosamente a fronte di oneri fiscali ora veramente insopportabili!! Forse Lei non è sufficientemente calato nella nostra realtà, forse Lei ritiene che viviamo dalle Sue parti dove, magari, le seconde case sono dimore lussuose di nordici vacanzieri.

Ma veniamo al vero nodo politico della Sua decisione. Se i tagli per 70 mila Euro sono così essenziali, non esistevano altre possibili alternative? Una seria spending review, no? Oh! Come sarebbero ora utili le risorse spese male, le parcelle legali esorbitanti, le cause malamente perse per insipienza, tutti gli interventi discutibili del passato, certi oneri sostenuti a cuor leggero…E lei sa a che cosa alludo!! Allora eravamo in tempo di vacche grasse ed ora siamo invece in tempo di biblica carestia e tutto quanto impiegato in modo opinabile a quel tempo ora sarebbe prezioso per evitare di tartassare i cittadini, siano essi residenti o dimoranti abitualmente altrove. Ma tant’è! La Sua amministrazione vive di molto poca sostanza, di scelte solo apparentemente “giudiziose”; nella realtà si tratta, come in questo caso, di scelte non appropriatamente valutate.

A sentire quantomeno il Manfreda del passato, Lozzo avrebbe dovuto vivere molto di turismo. Nei fatti, Lei non solo non ha saputo fare scelte oculate (ricorda l’albergo diffuso? “Lo faccio io” ebbe a dire alle origini), ma sta operando in modo da allontanare dal “morituro” paesello anche i lozzesi doc, trattati peggio dei pochi turisti rimasti ancora nelle nostre lande… Non pare proprio un gran risultato. Se penso poi che la vergognosa proposta (veramente erano tre, una peggiore dell’altra) del risanamento del buco dell’acqua di BIM-GSP, fatta attraverso l’iniquo balzello tariffario che gli utenti stanno pagando, è anche opera Sua, veramente mi cascano le braccia…

Un saluto molto, molto formale.

 

il PD minaccia: staneremo i proprietari di seconde case applicando l’aliquota IMU massima

20 Maggio 2015 Satireggiando il-pd-minaccia, satireggiando, strenzi

staneremo

il sindaco di Lozzo e le dimostrazioni di complessità

19 Maggio 2015 Botanico Palazzo, Politica nostrana cadoriadi, comune-unico, il-cadore-in-calore, sindakos

Continuazione delle chicche presenti nella graffiante intervista fatta al sindaco di Lozzo dal direttore de il Cadore. Nell’intervista, che è ovviamente fatta a tavolino, i due… duettano su un tema, come dire, delicato: l’unione dei servizi fondamentali.

[…] è stato calato dall’alto l’obbligo per i Comuni sotto i 3000 abitanti di aggregare insieme le funzioni fondamentali. Operazione che sta camminando in salita. Giusto?

Purtroppo dobbiamo prendere atto che l’associazione delle funzioni fondamentali tra Comuni si sta dimostrando complessa da realizzare. E non solo qui.

Subito il graffiante direttore mette in cattiva luce “l’obbligo calato dall’alto” (poveri comuni, costretti dall’alto a “unire i servizi”: peccato che altre cose, pur calate dall’alto, quando sono sonanti, come la pecunia, siano accettate a braccia aperte). Poi accenna alla difficoltà che i comuni hanno palesato nell’unire questi servizi (operazione in salita…). E il vostro sindaco, “purtroppo”, deve prendere atto che tutto l’ambaradan si sta dimostrando “complesso da realizzare“.

Complesso?

Complesso i miei coglioni!

 

Non ne sono capaci !

 

(faccio tuttavia notare che la “domanda & risposta” presa in considerazione, in realtà, è congegnata per dare un “endorsement” alla fusione di valle. Il messaggio che si vuol far passare è: quella dell’unione dei servizi è obbligo che ci hanno calato dall’alto (figli di puttana); la sua realizzazione è oltremodo complessa (ma mica solo qui eh!), tanto vale “fusionarci”.

Se così non fosse, qualsiasi sindakos, anche il più coglione, avrebbe risposto: “sì, l’unione dei servizi ci sta dando qualche grattacapo, ma – siccome siamo bravi – entro breve la cosa sarà realizzata”.

Ma abbiamo già visto in passato, nel prossimo post ne daremo un’altra volta conto, che i sindakos su queste cose sono fallimentari.

Quindi sì: piuttosto che trovarci legati in una costosissima unione di merda, ché di più non riuscirebbero a fare, meglio “fonderci”, ma non alla cazzo, non certo in una melma ingestibile risultante dell’accozzagliamento di 8 comuni e 9 frazioni)

 

il PD minaccia: tutte le tazze dei cessi nelle case bellunesi dovranno essere della Ceramica Dolomite

19 Maggio 2015 Satireggiando il-pd-minaccia, satireggiando, strenzi

tazzedeicessi

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