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la chiesetta di Loreto e il lungo, sfocato cammino verso la purificazione dell’anima

15 Aprile 2015 Botanico Palazzo, Parco di Loreto cadoriadi, loreto

Voi di sicuro non ci crederete, ma io, quando passeggio qui, sento davvero il papa che sussurra. Non il piripocchio che c’è ora, Checo, quello di prima, Ratzi, che qui c’è anche stato di persona, quello che aveva (ha?) i coglioni. Faccio riferimento alle modalità di gestione del potere temporale, su scala planetaria, ché per il resto credo che l’uno valga l’altro (preti sono).

Per essere franco fino in fondo, da queste parti ho anche visto ciondolare stancamente il sindaco; poi ho letto della giornata ecologica che si terrà sabato in tutta Cadorinia – e proprio colà a Lozzo – e allora mi son detto: va e riprendi tutto, che poi nulla sarà più come prima. Perché questi, quando fanno sul serio, dalla sera alla mattina son capaci di cambiarti il bioma.

E’ stato lì che ho sentito quel filo di voce, flebile, ma che tuttavia mi esortava a cogliere la magia di questo posto. E io c’ho provato: peccato che il “costruttore di panorami” si sia mangiato un pezzo di legno al quale avevo affidato il compito di dare prospettiva all’immagine. E il fuoco, sfuocato alla bisogna, per dare un che di impressionistico al “lungo cammino” verso la purificazione dell’anima. E lui là in fondo, sul pannello a destra, che assorto se ne va…

pano-loreto-15-aprile-2015

 

giornata un po’ fosca su a Monte (Pian dei Buoi)

15 Aprile 2015 Botanico Palazzo, Pian dei Buoi caserma soracrepa, fotografie

Ho fatto il giro della stalla. E mi sono ricordato di averlo già detto: che il problema non era la stalla, ma lo stalliere (colui che governa la stalla).

pdb-montanel

Cadorinia: lavori socialmente inutili

15 Aprile 2015 Botanico Palazzo cadoriadi, cronache-lozzesi, curiosando

(sui solatii pendii, loschi figuri armati di decespugliatori si affannano a dare nuova vita e vigore alle “bruse”)

Neanche in DDR riuscivano a giungere a questi paradisi di nullità. Lavoratori socialmente inutili, che svolgono lavori socialmente inutili, amministrati da amministratori socialmente inutili. La fiera del socialmente inutile. Questo penoso affanno di tutti, mi ricorda alcune parole di García Lorca: (E venne il giorno con la scure).

(prossimamente su questi pixel con adeguato dettaglio)

Però è vero: la pio-diversità va garantita. E qui ci siamo, indubbiamente: “pio pio, tutta l’itaglia mi sembra un pollaio“.

 

Cortina 2021: Corriere del Veneto, aggiornati! La Regina c’ha già provato 4 volte, non tre

14 Aprile 2015 Cadore - Dolomiti cadoriadi, cortinando, sviluppo-montagna

Dal Corriere del Veneto:

[…] Non è la prima volta che Cortina prova a portare a casa la competizione: è andata male per il 2015, per il 2017 e per il 2019.

Nooooooo!

Questa del 2021 sarà per gli ampezzani la quinta volta che provano a tirare i dadi. E’ che il teletrasporto non è ancora messo a punto a dovere. Dicono che ci vogliano ancora due buoni decenni prima di avere un teletrasporto decente. Ma ci sarà ancora il rischio, elevato, di trovarsi su Alpha Centauri invece che seduti alla pasticceria Alverà come richiesto in origine. Cortina c’aveva provato anche nel 2013. Riassunto per i non vedenti:

2013: Cortina si candida. Vince Schladming – Austria

2015: Cortina si candida. Vince Vail – USA

2017: Cortina si candida. Vince St. Moritz – Svizzera

2019: Cortina si candida. Vince Are – Vichinghia (ex Svezia)

Adesso, che ben un ampezzano su 4 ha detto SI alla candidatura (25% di SI: minchia! che adesione straordinaria!!), le porte dell’agognato paradiso si potrebbero davvero aprire. Cortina, opinione non vincolante, è comunque fottuta. Dal Mondiale (se sarà) uscirà, se andrà bene, sbriciolata; se andrà male, polverizzata.

 

a Cortina c’è stato il referendum dirondiro dirondello…

14 Aprile 2015 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni cortinando

A Cortina c’è stato il referendum consultivo sui Mondiali di sci 2021: SÌ o NO. E’ come se a Jesolo avessero fatto un referendum sulla candidabilità al Mondiale della Tintarella 2021. Degli aventi diritto solo il 44% (in fila per sei col resto di due) si è recato a votare. Dicasi quarantaquattro per cento.

Digressione per chi ha ancora i fumi della sbronza domenicale: su 100 persone aventi diritto al voto, 56 hanno continuato a fare l’uncinetto, 44 hanno portato il culo alle urne per esprimere quel voto. Se solo Cortina fosse stata più vicina al mare, alle urne ci sarebbe andato solo il parentado degli amministratores e dei maestri de ski e coridores de bobes.

Di quel 44%, meno del 60% ha votato SÌ. Con un difficile algoritmo giungiamo così a determinare che…

i SÌ sono stati il 25% del corpo elettorale.

A fronte di cotanto trasporto il sindaco di colà sfodera una narrativa di tipo… renziano, anzi, strenziano (ancora un passo e saremmo arrivati a “la mama à fato fritole ma no te digo“):

«Un risultato chiaro, un “SI” con cui i cittadini di Cortina d’Ampezzo hanno dimostrato di credere nel presente e nel futuro del loro paese» spiega il sindaco Franceschi. […]

Capite ora perché Cortina è diventata una baldraccona che non riesce a darla via neanche gratis?

 

tesoretto elettorale dello strenzi: quei soldi proprio non ci sono!

14 Aprile 2015 Criticarium Itaglia strenzi, supercazzole, verso-il-default

Forquet, quando parla dell’impossibilità di uscita dall’euro, spesso le spara grosse (per “ordine di scuderia”), ma questa del tesoretto elettorale dello strenzi è un’analisi impeccabile (enfasi nostra):

[…] Ma quel che è peggio è che quei soldi proprio non ci sono. Quei soldi sono un deficit. Sono il differenziale, indicato nel Def, tra l’obiettivo programmatico di un rapporto deficit/Pil a 2,6% e un tendenziale di 2,5%. Da qui quello 0,1% di Pil che si potrebbe spendere. Ma è tutta roba di carta, numeri astratti e potenziali.

Quella franchigia, in sostanza, si determina sulla base di un aumento del Pil che il Governo stima superiore a quello che era stato precedentemente previsto e di tassi di interesse in declino. Una previsione, dunque, non un dato di fatto. Il governo stima che cresceremo quest’anno non più allo 0,6 ma allo 0,7%. Una previsione anche prudenziale, dicono al Tesoro. Ma è pur sempre una previsione. Ed è bene ricordare che nell’ultimo decennio tutte le stime sul Pil effettuate dai governi nel Def/Dpef – sempre prudenziali per carità – sono state inesorabilmente riviste al ribasso al momento del consuntivo di fine anno.

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