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Museo della Latteria: ‘risanamento’ un bel cavolo!

8 Maggio 2014 Botanico Palazzo, Museo della Latteria cronache-lozzesi, elelozzo2014, museo-latteria, perle-dialettiche

Dicevamo (qui, quo e qua) delle doti divinatorie del sindaco di Lozzo di Cadore che, di fronte ai tagli dei trasferimenti statali e senza aumentare le tasse, è riuscito ad investire ingenti somme di denaro in strutture pubbliche fra le quali citava anche il “risanamento del Museo della Latteria”.

(intanto, si sa mica niente di più sull’origine di queste ingenti somme a parte quanto già profilato in “della zecca comunale” ?  Danza della pioggia, riti vudù, oppure la triade comunitaria Barroso, Van Rompuy e Olli Rehn ha messo personalmente mano al portafogli, o, ancora, la giunta lagunare ha scucito qualche soldo, tanto per mettere assieme qualche altra tessera dell’arcano?)

 

Risanamento? Risanamento un cazzo.

 

Si risana una cosa che è malata, mentre il Museo della Latteria ha sempre goduto, sempre, di ottima salute. Spiego.

Mentre il sindaco era indaffarato nel cercare di capire da che parte fosse l’entrata del museo, il sottoscritto, del museo, aveva avuto il modo di farsene – negli anni, come volontario – una mappa centimetrica, avendo collaborato in vario modo, come altri, alla sua realizzazione e all’allestimento di svariate attività divulgative ad esso legate.

Al Museo non mancava niente di veramente essenziale e la sua salubrità – la cui mancanza potrebbe giustificare l’utilizzo della parola risanamento – in qualsiasi tempo, è testimoniabile e garantibile da tutti i soci e non-soci che hanno avuto a che fare con l’Associazione e le sue attività. Una sola stanza al piano terra, quella a nord parzialmente interrata, utilizzata per ospitare una mostra tematica sulla Storia dell’occhiale, presentava alcune – comunissime – scrostature della pittura e sui cantoni a nord si potevano osservare due macchie di muffa, anche queste comunissime (che comunque non si vedevano, essendo coperte dall’allestimento della mostra). Niente che non si potesse sistemare con una ordinarisssssssima manutenzione.

Certo, mi ricordo che sul soffitto vicino all’entrata l’architetta (vicentina) che ha poi seguito i lavori si era fermata in pensosa riflessione: stava guardando una “oscura” macchia (dovuta ad una perdita di qualche anno prima di una macchina operatrice posta al piano superiore) e mi ricordo che disse “qui bisogna operare una bonifica“. Mi ricordo anche la risposta che le diedi: “noi grezzi montanari questa cosa la risolviamo con due colpi di spatola, una grattatina con la carta vetrata e due mani di colore. Se poi lei la vuol chiamare “bonifica” ok, basta capirsi”.

Sapete la differenza che c’è fra “due colpi di spatola, una grattatina con la carta vetrata e due mani di colore” e una “bonifica a base di due colpi di spatola, una grattatina con la carta vetrata e due mani di colore” (lo stesso trattamento di cui sopra)? Non ve la immaginate? La differenza è 450 €: nel senso che la prima costa 50 €, la seconda, per via della evocata bonifica, viene a costare 500 €. Tè capì!

Del museo è stato fatto un nuovo allestimento. Vogliamo parlare allora di “nuovo allestimento” o di “riallestimento”? OK, ma non si tratta di risanamento, neanche sotto tortura.

Ma va detto che, avendo i soldi e la voglia, nessuno vieterebbe – anche oggi, or ora – di fare un riallestimento del “riallestimento fatto a suo tempo”: si tratterebbe semplicemente di un cambio di vestito museale.

Per la precisione va detto anche che da quei lavori si è ricavato anche un bagno per diversamente abili (prima il bagno era “normale”). Quello che, da solo, è venuto a costare 28.000 euri (vedi anche qui). E poi, vi ricorderete, l’intervento ha contribuito a mettere in moto l’economia regionale, soprattutto di area vicentina… (il tutto mentre, mi immagino, il sindaco stava ancora cercando la porta giusta per entrare al museo).

 

andamento delle presenze italiane e straniere dal 2000 preso come anno base nei comprensori turistici del Veneto

7 Maggio 2014 Turismo e dintorni comprensori-tur, turismo-veneto

Dopo la pubblicazione dell’andamento della differenza degli arrivi italiani e stranieri di ogni singolo anno dal 2000 (preso come anno base), ecco quella speculare relativa alle presenze italiane e straniere che va ad integrare il post già presentato sull’andamento delle presenze totali nei comprensori del Veneto, espressi sia in valore assoluto che come percentuale riferita al 2000.

Il dato aggregato dà per il Veneto un calo progressivo delle presenze italiane fin dal 2007 con una brusca diminuzione negli ultimi due anni, mentre l’aumento per le presenze straniere perdura dal 2005, con una stagnazione nel triennio 2008-2010, che porta l’indice a fine 2013 a +28,7% rispetto al 2000. Per la Montagna Veneta si ha un calo progressivo, ininterrotto dal 2006, dell’indice delle presenze italiane che si ferma a -35,4%, mentre quello delle presenze straniere cresce gradualmente fino a +43,1%.

preita2000

prestra2000

… e continuano a chiamarli ‘soldi europei’ (bis)

7 Maggio 2014 Criticarium Itaglia europatia, pude, quelli-del-PD, renzie, verso-il-default

Stessa parrocchia, stessa predica.

Quelli del PUDE (partito unico dell’euro) – primi fra loro quelli del PD – si vedono distanti un chilometro. Si sentono anche. Perché sono come le cacche dei cani lungo l’Avenue des Chiens: ne schivi una e ne schiacci tre. Qui (per esempio) è il quotidiano Trentino che nel numero odierno (solo oggi?) fa da supporter al PUDE: “Pioggia di milioni europei“.

Si sa che il bimbominkia Renzie ha bisogno di un’affermazione elettorale alle prossime europee e quindi i facoceri del PUDE ci si ficcano …

Questa volta è l’Alto Adige (ma in giro per l’Italia il PUDE ora impazza ed il PD sta sponsorizzando a manetta l’euro con la stessa tensione emotiva di una prostituta che apre le gambe in camera): “Il tesoro dei fondi europei”

(Che dite, che i cugini altoatesini e trentini coi soldi “europei” … ce magnino abbastanza?)

fondieuropeiaa

sindaco di Lozzo: ‘il fotovoltaico sul tetto delle medie, fondamentale per il futuro di Lozzo’ (facciamone un altro)

6 Maggio 2014 Botanico Palazzo cronache-lozzesi, elelozzo2014, fotovoltaico, perle-dialettiche, scripta-manent

Ci ha fatto ridere con i miglioramenti dei servizi (nonostante tutti i tagli…), ci ha poi svelato un nuovo approccio alla teoria economica in generale e alla spesa pubblica in particolare (“sette volte tagliato e ancora corto“, diceva quello lì) ma, indomito, e tutto in quel breve articoletto, il sindaco di Lozzo ci regala ancora una perla:

[…] ma abbiamo anche investito ingenti somme di denaro in strutture pubbliche. Alcune di queste sono fondamentali per il futuro del paese, come l’impianto fotovoltaico sul tetto della scuola media, il risanamento del Museo della Latteria e della Roggia dei Mulini.

Fondamentale, veramente fondamentale, è accertarsi di aver ben chiuso la bambina quando si deambula in luogo pubblico. Tutto il resto è relativo.

Tra me e me pensavo che se l’impianto fotovoltaico sul tetto delle scuole medie è così fondamentale per il futuro del paese, facciamone un altro da mettere sul tetto delle scuole elementari o…, o…, o…, e così avremmo assicurato un doppio futuro per il nostro paese (anche un triplo…). Perché ciù is megl che uan.

(caro sindaco: se mi dimostri, numeri alla mano, in quale modo il fotovoltaico sul tetto delle medie sarebbe fondamentale per il futuro del paese, faccio la solenne promessa che regalo io un secondo futuro a questo paese, nel senso che lo pago io il secondo impianto fotovoltaico; basta che ci mettiate su una targhettina in mio ricordo;

uno di questi giorni ti/vi racconto la vera storia degli impianti fotovoltaici, quelli sussidiati dallo stato mettendo le mani, come sempre, nelle tasche degli italiani;

anche riguardo al risanamento del Museo della Latteria ho, ovviamente, qualcosa da dire: stay tuned)

 

sindaco di Lozzo: migliorati i servizi nonostante la diminuzione dei finanziamenti statali /2 (della zecca comunale)

4 Maggio 2014 Botanico Palazzo cronache-lozzesi, elelozzo2014, perle-dialettiche, scripta-manent

Il sindaco di Lozzo, dopo averci fatto fare una grassa risata, ci dà l’estro di approfondire la disamina delle str…anezze pubblicate recentemente in un articoletto del Corriere delle Alpi del 24.04.2014. Dicevo infatti nei giorni scorsi … (e do a ride par no piande: prossimamente un commento in versione “zecca comunale” … sulle orme di Manfred Keynes):

La nostra missione negli ultimi 5 anni è stata quella di migliorare i servizi senza aumentare le tasse e ciò nonostante la diminuzione dei finanziamenti statali. Possiamo dire di aver raggiunto il nostro obiettivo: non solo siamo riusciti a migliorare i servizi, grazie a un grande senso pratico e al personale che ha lavorato con noi in piena sintonia, ma abbiamo anche investito ingenti somme di denaro in strutture pubbliche.

‘Sti qua, con il sindaco in testa,

nonostante la diminuzione (di quanto?) dei finanziamenti statali

e, badate, senza aumentare le tasse (ma davvero?), che ti riescono a fare, grazie ad un “sedicente” grande senso pratico ?

riescono a migliorare i servizi! (anche la catenina?)

Ora, sapete tutti – anche quelli non vaccinati – com’è la faccenda del “migliorare“, no? Inutile perderci tempo. Tanto più che il miglioramento sarebbe sui … servizi, alcuni dei quali ben difficili da misurare concretamente. Quello di sgombero neve e quello del controllo di polizia fatto fare solo a piedi – essendo più facilmente misurabili, soprattutto il primo – sono servizi dei quali credo tutti abbiano percepito il chiaro e netto … peggioramento (declino, decadimento ecc.).

Ma il bello è che ‘sti qua, udite, non solo ti avrebbero migliorato i servizi, dicono, ma avrebbero anche “investito ingenti somme di denaro in strutture pubbliche“.

E allora, converrete, che il sindaco di Lozzo dev’essere diventato un mago nella gestione della spesa pubblica: una nuova stella keynesiana è spuntata nel liquido panorama degli economisti de noantri.

Perché, se:

  • nonostante la diminuzione dei finanziamenti statali
  • senza aumentare le tasse

riesce a investire ingenti somme di denaro in strutture pubbliche, questo qui è diventato davvero un mago dell’economia: John Manfred Keynes!

Ora, ci piacerebbe sapere se le “ingenti somme di denaro” cui fa riferimento la nuova stella keynesiana sono somme prese a debito con mutui, oppure sono soldi “europei” (cioè statali), oppure sono Zanonato-bond (quelli che il ministro Zanonato paventava di voler emettere per spalmare i debiti che lo stato si è assunto per sussidiare il fotovoltaico fino al 2041) emessi dal Botanico Palazzo o se – magari, niente può essere escluso a questo punto – non siano prodotte dalla zecca comunale allestita nottetempo nei locali interrati del magasin de comun !!

E ora che abbiamo il nostro mago economista, J. Manfred Keynes, a quell’altro, a J. Maynard Keynes, possiamo anche sputargli addosso (che noi, i problemi di spesa pubblica, li abbiamo brillantemente risolti).

 

un tipo alla Fabio Fazio, diciamo!

4 Maggio 2014 Curiosando curiosando, meditazioni

Jeremy Paxman: dopo 25 anni alla conduzione di Newsnight si ritira (qui ciò che ne pensa Attivissimo, un suo “allievo”).
paxman

(via @TheEconomist)

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