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turismo centro cadorino: l’acuta visione “bondiana”

25 Marzo 2010 Politica nostrana elezioni-reg., turismo-cadorino

Vi prego di credermi, il mio non è accanimento. Amo semplicemente la luce, e questo è un raggio di sole che rischiara la mia grigia vita. Analizziamo ciò che ha da dire sul turismo centro cadorino il candidato Dario Bond. Che ci serva di lezione (il testo colorato è la citazione dall’originale; quello nero, conseguentemente, è mio).

Premessa principale per introdurre lo strategico tema del turismo (i decibel):
A Pieve di Cadore viene fatta valere un’ordinanza del 2008 che limita la musica alle ore 24 nei locali pubblici, anziché alle 2 o alle 3 del giorno successivo. Il problema nasce da alcune lamentele di alcuni cittadini residenti nella vicinanza dei locali di maggior intrattenimento.

Premessa secondaria (gli perdoniamo, naturalmente, il “centro cadore” minuscolo):
Dario Bond, candidato alle prossime elezioni regionali per il PDL, coglie questa occasione per intervenire sulla questione turistica del centro cadore:

Bando alle ciance, si entra nel vivo. Ecco le argomentazioni:
“Non si tratta di andare contro le giuste normative che impongono ai pubblici esercizi che alzano i loro decibel di essere adeguatamente insonorizzati. Si tratta però di attuare delle deroghe, che la legge regionale non proibisce, almeno nei periodi a ridosso delle festività e durante le stagioni invernali e estive, quando i turisti, ma anche i giovani residenti, pullulano nelle cittadine in cerca di svago (e non di sballo!). Prenderemmo in questo modo capra e anche cavoli: gestori di locali e ragazzi contenti, cittadini infastiditi dai rumori scontenti solo in alcuni periodi duranti l’anno. Ma senza intaccare l’economia turistica – continua Bond- che deve, e dovrà sempre di più, costituire la migliore alternativa al manifatturiero in crisi.

Nessuno ci aveva pensato prima: la soluzione proposta primeggia davvero per lungimiranza. Il sindaco di Pieve va subito avvisato. Ai cittadini infastiditi dai rumori si concederebbe questo status “solo in alcuni periodi”. Bisogna firmare subito un patto sociale tra la lobby dei “gestori di locali e ragazzi contenti” e quella dei “cittadini infastiditi dai rumori scontenti solo in alcuni periodi”. La scelta del periodo in cui essere scontenti la lasciamo a Bond, noi non riusciamo proprio ad immaginarcelo.

Per i problemi che avvengono al di fuori dei locali sarebbe bello che i comuni, agevolati da dei finanziamenti regionali in materia [vivamente caldeggiati dallo stesso Bond?], adottassero un sistema di video sorveglianza integrata poiché i sorveglianti non possono essere i gestori delle attività [accipicchia!].

Ma le sorprese non sono finite qui …
Sempre sul tema del turismo Bond prosegue: “Le dolomiti sono appena state riconosciute dall’UNESCO patrimonio dell’umanità; sono convinto del fatto che le nostre zone abbiano un enorme potenziale ricettivo [per convincersene, ha dovuto fare un grande sforzo immaginativo?].

Oltre appunto alle meraviglie ambientali abbiamo molte altre risorse; basti pensare ad esempio alla nostra pista ciclabile che è destinata ad ingrandirsi e a diventare fra le più lunghe al mondo [qui per commentare bisognerebbe sapere che idea ha in testa Bond per “mondo”: non sapendolo “passo”. Prima di definire “pista ciclabile” la nostra, Bond dovrebbe farsi in bicicletta un tratto di ciclabile “normale”, non “super”, come quella che da Lienz va a Matrei].

Sono certo che il centro cadore rinascerà [perdoniamo per la seconda volta centro cadore minuscolo], ma affinché ciò avvenga penso che ci debba essere una sinergia tra enti pubblici e privati di modo che si faccia un progetto con il benestare di tutti per lo sviluppo turistico . Basta campanilismi… [è qui che viene fuori lo statista: a noi cittadini che facciamo fatica a sapere cosa vorrebbe fare il sindaco, ci verrà chiesto un benestare … grandioso davvero]. Bisogna essere tutti uniti su un fronte comune [faccio fatica a trattenere delle genuine lacrime …]. Non servono grandi cose per cambiare la situazione attuale, ma bastano piccole iniziative fatte bene [adesso sì che posso tirare un respiro di sollievo. Mi sono già limato le unghie, altri consigli …?].

Potremmo iniziare con la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari tipici, che potranno portare ad una precisa identificazione del nostro bellissimo territorio. Ad esempio: Treviso ha svariate specialità riconosciute in tutto il mondo (radicchio, prosecco). Affinché i turisti soggiornino bene nel nostro territorio è indispensabile che la gente del posto viva bene nelle realtà in cui risiede [da inserire nella Costituzione…]: le attività culturali e di intrattenimento quindi, non dovrebbero essere svolte soltanto nei periodi di alta stagione, ma dovrebbero essere distribuite durante tutto l’anno [infatti la “vecia” l’abbiamo bruciata il 12 marzo; io sarei tentato di bruciare anche qualcos’altro …].

Siamo quasi giunti alla fine. Non è stato tempo buttato alle ortiche perché …:
Quello che posso promettere è che nel caso in cui io vincessi le elezioni farò di tutto per appoggiare e sostenere queste zone dalle grandi potenzialità, affinché rinascano e diventino competitive con le vicine regioni autonome [troppo buono, mio Signore]. Il Cadore [grazie per la C maiuscola] non ha nulla da invidiare ai territori vicini, ma tutti insieme [appassionatamente?] dobbiamo riscattare l’orgoglio di questa terra [grazie, grazie per queste parole così piene di buon senso. E’ davvero raro, di questi tempi, leggere cose così gravide di conseguenze].

Finalmente ho capito da dove nasce lo slogan “Ciacole e non fatti“. Oooops! Lapsus freudiano. Doverosamente mi correggo: “Fatti e non ciacole“.

l’autonomia possibile, come le convergenze parallele?

24 Marzo 2010 Politica nostrana elezioni-reg., referendum-autonomia

Per par condicio. Adesso il Cadore sa, insieme al Bellunese, come attenuare la propria fame di Autonomia. Ce lo spiega Oscar De Bona in questo articolo.

Una sintesi illuminante (il grassetto è mio):

Il suo motto è autonomia possibile. Che intende?
«Sono tutti quei trasferimenti di funzioni e risorse, aggiuntive, che permettono di essere gestite direttamente dal Bellunese, e che riguardano aspetti che si trovano solo nella nostra provincia, come, ad esempio, le minoranze linguistiche o le misure comunitarie per le aree transfrontaliere che conferiscono al territorio una sua specificità. Non siamo più in grado di reggere il confronto con le Regioni e le Province autonome».

Avete capito qual è la soluzione? Le minoranze linguistiche non valgono niente neanche a livello identitario, e solo Dio sa quanto mi dispiace ammetterlo, figuriamoci in termini di soldi. Vi faccio un esempio: 0,000000000000000000000000000000001%, e sono stato generoso. I finanziamenti per le aree transfrontaliere, invero, sono un po’ più pingui: togliete pure qualche zero. Ma hanno lo stesso valore che potrebbe avere un’aspirina data ad una persona che sta vivendo una crisi infartuale.

Tutto ciò rappresenta, per dirla come farebbero le Iene, una gigantesca cazzata.

Il problema più serio è: il Cadore ed il Bellunese, se ne accorgeranno?

i mercanti dei voti

24 Marzo 2010 Politica nostrana elezioni-reg.

Quella di snocciolare i finanziamenti e contributi che gli enti pubblici erogano ai sudditi è una consuetudine ormai radicata e, in fondo, fa parte dei compiti e dei doveri che questi enti hanno sul piano della comunicazione (informare i cittadini).

Il problema è che, sul piano comunicativo, il messaggio che viene elargito ai sudditi contiene sempre un virus. Questo virus fa credere, in questa nostra era frettolosa, che i contributi decantati siano ottenuti in seguito a strenue battaglie, che i nostri rappresentanti ingaggerebbero, non si sa poi bene contro chi. Senza queste loro battaglie, ci viene fatto credere, quei contributi non ci sarebbero giunti.

Ecco allora che, con la frase rituale “su proposta dell’assessore xy”, frase che ha lo stesso valore di “in nome del popolo italiano …”, cioè nulla, ci vengono appunto snocciolati questi contributi. Alla fine, sempre inglobato nel virus, il messaggio porta con sé la sentenza: “vuoi capirlo si o no che questi soldi li hai per merito mio?”.

Ed è questo il marcio di questo nostro Paese e di questa Regione Veneto.

Questa pratica, valida nel corso dell’intera legislatura, diventa virulenta a ridosso delle elezioni. Ecco allora che questi contributi vengono usati per mercanteggiare il voto.

Di esempi ce ne sono a bizzeffe, ovviamente anche sui siti dei quotidiani locali, questo è un semplice assaggio: Oltre un milione di euro per lavori pubblici nel Bellunese. L’apoteosi, per quanto riguarda questi aspetti, è però appannaggio di Dario Bond che, nel suo blog elettoralistico, ci informa ad esempio che:

ASSOCIAZIONE CULTURALE SAN VITO BLUES di San Vito di Cadore
per rassegna internazionale di musica Blues e Soul € 3.000,00

LA GOCCIA – GRUPPO ATTIVITÀ VOLONTARI E DONATORI di Fonzaso
per giornate di promozione alla donazione del sangue € 3.000,00

Ci sono poi tante altre voci, anche pingui come quelle relative alla sanità, o ai lavoretti pubblici, a voi lascio la goduria di passarle in rassegna.

Questi mercanti del voto oggi pretendono di comprare il nostro consenso elettorale facendoci vedere i soldi che, a qualsiasi titolo, sono arrivati in provincia di Belluno.

Se avete voglia potete dare una occhiata ai comunicati stampa della Regione Veneto, così vi fate un’idea del fiume di soldi che viene elargito in tutta la regione; questi comunicati hanno anche il pregio di essere un po’ più asettici di quelli presenti sui siti dei “mercanti di voti”.

Un’ultima doverosa avvertenza. Viviamo, lo dicevo prima, in un’era frettolosa. Freniamo un secondo e riflettiamo su questa banalità. Le tasse che paghiamo vengono versate allo Stato che poi decide (a Roma, ma poi anche a Venezia) di tornarcene una parte. Sono soldi nostri. C’è un solo motivo per cui dovremmo ringraziare un assessore (o consigliere) per l’arrivo di 30.000 € per risistemare un marciapiede del nostro comune? Sono soldi nostri, che se potessimo versare nelle tasche dei nostri comuni, ne potremmo fare tre di marciapiedi, invece ce ne tornano appena per rifarne uno.

Perché, vedete, se è veramente in virtù di questi politicuccoli che ogni tanto ci arrivano dei soldi a “casa nostra”, soldi che ci allietano, vuol dire che da qualche altra parte c’è qualcuno che piange, perché non ha avuto la nostra stessa “fortuna”. Consideriamo anche che se oggi stiamo ridendo, domani dovremmo piangere, perché loro, i mercanti del voto, devono cercare di accontentare un po’ tutti.

E noi dovremmo dare il nostro voto a questi mercanti, che altro non sanno fare, quando chiediamo loro quale sarà il nostro futuro in questa terra, che indicarci tutti i soldini che sarebbero arrivati, ovviamente, “grazie a loro”?

Di più. E noi dovremmo contribuire, con le nostre tasse, a dare uno stipendio globale di 12.000 € mensili (lasciamo stare la quiescenza ed il vitalizio a fine mandato) a questo fior fiore di statisti?

Io non credo proprio.

Galan in panne con l’auto, Bond chiama il meccanico: che news tosate!

23 Marzo 2010 Politica nostrana elezioni-reg.


Trovando il pezzo sulla prima pagina del “bellunese”, ho anche letto l’articolo, pensando che la notizia fosse nascosta da qualche parte. La notizia è “Galan in panne con l’auto, Bond chiama il meccanico”.

Da chi doveva fare la rivoluzione, se Galan fosse stato spodestato (dalla 4a candidatura a governatore del Veneto), era il minimo che ci si potesse aspettare.

il tempo passa anche per farci capire dove abbiamo sbagliato

21 Marzo 2010 Autonomia, Politica nostrana elezioni-reg.

Gentile candidato Oscar De Bona,

scrivo queste due righe prendendo spunto da un “fatto di costume” di recente introduzione. Nei giorni scorsi ho infatti ricevuto una “richiesta di amicizia” da lei inviatami attraverso Facebook. Sono ben conscio del fatto che una richiesta d’amicizia può anche essere inviata per sbaglio, nella fretta, senza pensarci tanto su. Infatti non succede niente di male, al massimo il ricevente può ignorarla.

Mi ha incuriosito il fatto che questa cosa sia successa a ridosso delle elezioni regionali per le quali lei si è candidato. Se fosse giunta dopo le elezioni, questa richiesta d’amicizia facebookkiana, sarebbe parsa un attimino più “sentita”. In questi casi sarebbe più elegante far  giungere la richiesta d’amicizia non direttamente ma tramite “altri amici” che fanno, per così dire, da ponte.

Ma, trascurando queste piccolezze, veniamo al sodo. Cinque anni fa io firmai in municipio a Lozzo per la presentazione della sua lista, venni poi a sentire ciò che aveva da dire ad un breve incontro al ristorante Piave, e successivamente le riservai anche il mio voto.

In linea generale, passati questi cinque anni, non me ne pento. Se guardo allo scenario che c’era a quel tempo credo di aver fatto la cosa giusta.

Ma il tempo passa, ci invecchia e ci fa diventare, talvolta, più esigenti. Anche perché ci da modo, ex post, purtroppo, di vedere ciò che è stato e non è stato fatto. Sul tema dell’autonomia della nostra provincia mi ricordo ad esempio, che ad una mia domanda, quella volta al ristorante Piave, lei si produsse in uno slalom oratorio da far impallidire, sulle nevi, il Tomba dei tempi migliori.

Se proprio fossi costretto, restringendo la scelta fra lei ed il suo concorrente Dario Bond, la preferirei. Ambedue mercanteggiate il voto, ma a lei riconosco uno stile che l’altro non ha.

In senso assoluto, però, devo considerare la sua candidatura come una “pagina vecchia, poco dinamica e ancor meno coraggiosa” del mio ideale politico. Tutto ciò mi impone altre scelte.

così, tanto per ricordarci che siamo dei coglioni …

19 Marzo 2010 Attualità, Digo la mea itaglia

Fra tante notizie che ci inducono a ritenere che siamo dei coglioni patentati, mi riferisco al popolo veneto polentone e al popolo cadorino montanaro, ve ne sono alcune che, meglio di altre, dovrebbero farci riflettere. Atti oltraggiosi di questo tipo ve ne sono anche di più vicini a casa nostra, ma questo è emblematico.

Dalla Repubblica di oggi:   “Regione Sicilia, pensione record all’ex burocrate 1.369 euro al giorno. […] Cioè 41.600 euro al mese, 1.369 euro al giorno. Cifra lorda, sia chiaro. Ma destinata a fare impallidire persino capi di Stato, governatori di Bankitalia e giudici della Corte costituzionale: Giorgio Napolitano, per dire, ha un’indennità annua di circa 220 mila euro. […]”. Se ce la fai … leggi tutto l’articolo.

Ecco polentone. Ecco montanaro. E’ tutta la classe politica che va mandata a casa. Ci vuole un’altra idea di Stato. Quello che abbiamo è invaso dalle mosche. Mosche che votiamo noi.

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