BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Industria, artigianato e commercio, una tradizione che non vogliamo disperdere

18 Marzo 2010 Informa-Lozzo lavoro-occupazione, promesse-mancate

Ogni tanto fa bene allo spirito dare una occhiata ai programmi elettorali sbandierati a suo tempo. Il problema generale di tutti i programmi, è che sono seri prima dell’appuntamento elettorale, passato il quale diventano, solitamente, gigantesche cazzate. Anche per chi li ha scritti.

Vediamo quindi ciò che si prospettava un anno fa relativamente ai problemi del lavoro. Riporto dal programma elettorale della compagine attualmente in voga (sfrondata dal superfluo che comunque potete gustare a questo indirizzo):

[L’Artigianato …. Alla luce di ….]

Noi vorremmo renderci utili proprio in questo senso. Auspicando che qualche nostro imprenditore o loro dipendenti progettino di intraprendere nuovi percorsi produttivi, l’Amministrazione comunale di Lozzo si mette a disposizione.

Intanto ci impegniamo a snellire le procedure e le pratiche burocratiche che accompagnano la partenza di qualsiasi nuova attività.

[Per quanto riguarda il settore commerciale …. ]

Per il lavoro più in generale ci piacerebbe avviare un Osservatorio che ci consenta di raccogliere idee e proposte da intrecciare con le opportunità che arrivano dal territorio e dai vari enti e istituzioni. Intraprendenza, creatività e tanta voglia di fare sono ben presenti nel DNA della Gente di Lozzo. Si tratta di tradurli in progetti, in occasioni, in lavoro.

Un’idea ambiziosa? Sicuramente si. Ma sicuramente concretizzabile se ci impegniamo insieme. E l’Osservatorio potrebbe diventare un interessante strumento proprio per studiare la situazione e per tradurre le idee in progetti.

I votanti devono aver capito che la futura amministrazione si voleva rendere utile mettendosi a disposizione di chi, auspicabilmente, avesse deciso di intraprendere una nuova attività. Mettendosi a disposizione. Che sforzo! E’ come dire, dopo 3 anni di siccità, speron che piove.

In quanto allo snellimento delle procedure, per amore della decenza, sorvolo.

L’osservatorio era, in astratto, una buona idea, a patto di iniziare a reperire dati, fare incontri, sentire cosa dice la gente, gli imprenditori, gli artigiani, i commercianti ecc. ecc.. Arguta, a questo proposito, la constatazione che l’Osservatorio “potrebbe diventare un interessante strumento proprio per studiare la situazione e per tradurre le idee in progetti”.

L’idea risultava poi ambiziosa ma, ciò nonostante, … “sicuramente concretizzabile se ci impegniamo insieme“.  E’ mancato quindi l’impegno degli “altri“, visto che quello dell’amministrazione viene dato per certo?

Non so se HELP può mettere in moto qualcosa, verificare all’articolo “Chi da Loze no i se s-ciauda gnanche se te li brustolee” ed ai relativi commenti. Sarà opportuno tener conto che l’amministrazione “auspica”, “si mette a disposizione” ma soprattutto “osserva”.

Affinché sia di buon auspicio, ora che la strada per Revis è stata in qualche modo liberata “par brusà la vecia”, evento che anch’esso porta in sé un seme di speranza e di fertilità, propongo un “osservatorio virtuale” del paese, da sostituirsi al più presto con quello reale dei bisogni del “mondo del lavoro”.

Zeloz-Catubrium presenta “Arvagloz”

17 Marzo 2010 Segnalazioni iniziative-turistiche

Manzato: un po’ lento, ma col botto!

17 Marzo 2010 Autonomia, Turismo e dintorni marketing-turistico, promozione-turistica, trentino-alto-adige

Scrivo queste due righe perché credo di aver contribuito alla difesa dei nostri confini geografici. L’8 febbraio usciva un articolo sul blog del vicegovernatore Franco Manzato, “Offerte pasquali per Misurina … in Trentino!!!“, nel quale veniva segnalato uno dei tanti “refusi” che collocano località bellunesi nel vicino Alto Adige o in Trentino.

Manzato non è nuovo a questo tipo di segnalazioni, già in passato era successo che all’uscita dell’articolo i “refusi” sparissero dai siti internet, gestiti evidentemente un tanto al chilo, all’istante. Così è successo anche per leviaggiatrici.it con la vicenda delle offerte pasquali di cui sopra.

Conscio di questa “potenza mediatica”, lo stesso giorno, 8 febbraio 2010, segnalavo al blog di Manzato un altro esempio di errori macroscopici nell’attribuzione delle realtà geografiche. Riporto qui di seguito il mio messaggio, peraltro visibile a questo indirizzo:

Posted 8 febbraio 2010 at 17:04 |

Caro Manzato,
approfitto della circostanza per segnalare il seguente link:

http://belluno.goturismo.it/turismo/trentino-alto_adige/belluno/comune/indirizzo/strade/mappa/cartina/foto_aeree/comuni.htm

Cliccando sulle varie mappe dei luoghi della provincia di Belluno, compare invariabilmente la dizione “Trentino Alto-Adige” a fianco del nome della località bellunese, generando non poca confusione. E’ evidente che il tutto rientra in una operazione di SEO marketing finalizzata a far acquisere nelle SERP più visibilità al Trentino-Alto Adige. E’ incredibile che anche all’interno della struttura delle directory si sia fagocitato Belluno nel Trentino …

Mi stavo attrezzando per una “vibrata” segnalazione di protesta ma non ho dubbi sul fatto che Lei possa essere molto più convincente (ho visto che anche leviaggiatrici.it si sono prontamente adeguate alla geografia ufficiale).

Arrivederci e grazie.

Ho notato con soddisfazione che anche questa volta Manzato si è speso in questa pur piccola, ma non banale, puntualizzazione di carattere geografico, uscendo con un articolo specifico “DA AGORDO A ZOPPE’ DI CADORE, TUTTO IL BELLUNESE IN TRENTINO PER GOTURISMO.IT!!!. Io avrei potuto spedire tutti i messaggi del mondo ma mi avrebbero trattato sempre come una mosca.

Il risultato è stato immediato, le attribuzioni geografiche sono tornate “nei confini del lecito”. Con molta onestà, avendo io posto il commento sul blog di Manzato nell’ormai lontano 8 febbraio, nei giorni scorsi stavo pensando di segnalare la cosa alla nostra Provincia. Ho poi desistito perché, con un atteggiamento fra il conscio e l’inconscio, mi son detto “tanto non gliene frega niente …”. Francamente non ho un valido motivo che giustifichi questo mio pensare, ma così è stato.

Nel frattempo è arrivato il … botto.

Ne hanno parlato:

  • L’Adige.it: Cortina in Trentino? Bufera su un sito internet
  • Corriere del Veneto.it: Goturismo.it rivoluziona la geografia, Agordo e Cortina finiscono in Trentino

Riguardo alla lentezza (premettendo che la prossima volta mi rivolgerò, per motivi di competenza geografica, alla Provincia di Belluno), non ho alcuna difficoltà a credere che nell’agenda di Manzato ci siano molti altri impegni, più importanti, del battagliare contro qualche “refuso” di carattere geografico ospitato sui siti internet. Fa tuttavia piacere notare che accanto a problemi di alto spessore si possa trovare il tempo anche per problemi più semplici che però, lo ripeto, banali non sono.

Peccato che la Lega sia così nebulosa quando si parla della “Provincia Autonoma di Belluno”.

Schermata del sito goturismo.it prima della correzione. Non c’era una località bellunese che non fosse in Trentino-Alto Adige: che anticipassero l’ipotetico esito di un referendum sul passaggio di tutta la provincia di Belluno in Trentino?

Acqua Bene Comune Belluno: corriera per la manifestazione del 20 marzo

16 Marzo 2010 Segnalazioni acqua, tutela-ambiente


Ho ricevuto, in quanto membro del gruppo Acqua Bene Comune, il seguente messaggio che ripubblico per opportuna conoscenza.

Stiamo organizzando una corriera per la manifestazione nazionale del 20 marzo contro la privatizzazione dell’acqua e per la difesa dei beni comuni che si terrà a Roma.

Sono disponibili 50 posti. La quota è di 25 euro a testa

Partenza da Belluno alle ore 5 di mattina dal piazzale Resistenza (zona stadio comunale)
Partenza da Feltre ore 5:30 di mattina dal piazzale dell’ospedale
Rientro in serata

Chi è interessato può confermare la propria partecipazione scrivendo una e-mail ad acqua.belluno@libero.it (indicando Nome, Cognome, recapito telefonico e luogo di partenza) o telefonando al 3381672562

Comitato Bellunese Acqua Bene Comune

le vitamine del BIM fanno grandi anche i più Piccoli

16 Marzo 2010 Politica nostrana bim, local-politik, propaganda

Sfogliare i giornali può far bene alla salute. Si sa infatti da tempo che il buonumore aiuta le nostre difese immunitarie. Ed il buonumore viene, talvolta, leggendo articoli come quello apparso sul Gazzettino di qualche giorno fa. Non si capisce se la nota sia pervasa da una sottile ironia o se sia invece una acclamazione delle virtù soprannaturali di certi personaggi della politica nostrana. Ma anche questo contribuisce ad esaltarne le qualità terapeutiche. Riporto dal Gazzettino:

Che prima o poi se ne vada, appare pacifico. Lui stesso l’ha più volte affermato. Difficile tenere i piedi in due staffe impegnative come la presidenza del Consorzio Bim e l’assessorato provinciale al bilancio, oltre alla vicepresidenza. Senza contare che è pure sindaco di Sedico. Ma Giovanni Piccoli, al momento, resiste. In questi giorni, da più parti, si è parlato di una sua imminente uscita da palazzo Piloni. Voci alimentate da un periodo di assenza di Piccoli, accompagnate dalla possibiltà che la presidenza agisse di contropiede revocandogli le deleghe. Lasciare per non essere lasciati.
L’interessato nega. «È vero – dice – sono stato assente un po’ di giorni per un lutto di famiglia, ma ora sono tornato e sono impegnato più che mai. Sul tavolo abbiamo gli incontri con le Comunità montane, ma soprattutto il monitoraggio continuo del bilancio».
Resta il fatto che gli equilibri in giunta provinciali restano delicati: sulla soglia, in uscita, non c’è solo Piccoli ma anche il collega Matteo Toscani. Senza contare la “sofferenza” del presidente Bottacin, sacrificato alla Provincia nonostante la sua vera vocazione fosse la Regione. (L.M.)

E’ interessante notare come l’articolista metta in luce lo sforzo del politico, quasi che lo si debba osannare per questo: “Ma Giovanni Piccoli, al momento, resiste.”

Qui siamo di fronte ad un superman locale: presidente del consorzio BIM, assessore provinciale al bilancio, vicepresidente della Provincia … “senza contare che è pure sindaco di Sedico”. Ma però resiste. Merito delle vitamine del BIM?

Qui a Lozzo hanno trovato, ma non è stato facile, chi farà il presidente della locale sezione del CAI per i prossimi tre anni. Caso mai ci dovesse rinunciare, ora sappiamo a chi potremmo rivolgerci.

La “linea editoriale” del Gazzettino, considerata nel suo insieme, non mi aiuta a discernere cosa si voglia dire con questo articolo. Si vuole illustrare un ormai radicato “malcostume istituzionalizzato“, si vuole osannare le capacità divinatorie dei nostri politici-locali, o si vuole infine e semplicemente farci riflettere sul perché molte delle cose che interessano la nostra Provincia, nel loro insieme, non funzionano?

Caro lettore del BLOZ, aiutami a capire. Tu cosa ne pensi?

la sede Unesco a Lozzo di Cadore presso Palazzo Pellegrini

14 Marzo 2010 Cadore - Dolomiti, Palazzo Pellegrini, Soldi: dove finiscono? ricettività-turistica, turismo-cadorino, unesco

L’associazione di idee Alcatraz-Alcaloz-Olcoloz presentata nell’articolo di ieri ha, naturalmente, un seguito.

Qualcuno mi ha scritto che una destinazione d’uso appropriata, per questa “Cosa” che abbiamo a Lozzo, potrebbe essere quella di “pulitura e lavanderia”, credo per la presenza degli oblò, tanto che un altro l’ha definita “la lavatrice”. Un terzo suggeriva che, con qualche bandierina colorata, potrebbe degnamente rappresentare un generico supermercato. Ho visto poi l’apparire, fra i commenti, di “Palazzo Mubarak”. Accenno solo alla somiglianza con la stazione di un fantasioso metró cadorino di futura concezione,  senza dimenticarmi del già meno ardito “rifugio anti-qualcosa”.

L’idea grandiosa, però, è portarci dentro tutto il personale del comune, sindaco compreso, vendere palazzo Venzo e, con quei soldi, pagare la sistemazione della caserma di Soracrepa.

No Signori, a questo gioco non ci sto. Qui a Lozzo si può fare di più.

La destinazione d’uso alla quale lo stabile è vincolato dal finanziamento della Regione Veneto è infatti “finalizzato alla creazione di un centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistico ambientale e culturale”. Sindaco e assessore ai lavori pubblici sostengono che questo è un vincolo insuperabile che, peraltro, impedisce il trasloco a Palazzo Pellegrini della nostra biblioteca.

Ma chi ci crede? Un mese dopo l’inaugurazione, ci potreste mettere dentro anche una bisca clandestina che, alla Regione, non gliene fregherebbe sostanzialmente niente. Ma sono soldi pubblici! Appunto.

Ma qui ci viene incontro la Provincia di Belluno che, attraverso Matteo Toscani, in un articolo del Gazzettino di qualche tempo fa chiarisce che (il grassetto è mio):

La Provincia di Belluno chiede a 44 Comuni di proporre la propria candidatura per la sede operativa Unesco tramite un questionario che sarà inviato nei prossimi giorni.
«Agli enti locali sarà dato il tempo necessario per decidere la proposta, almeno una ventina di giorni» assicura Matteo Toscani, assessore provinciale al turismo. Si andrà a definire dopo le elezioni dove collocare la seconda sede, itinerante ogni 3 anni (si inizia da Belluno appena costituita la Fondazione per poi passare il timone alle altre 4 Province interessate) mentre quella legale, permanente, è già stato concordato, sarà a palazzo Piloni.
«L’iniziativa si pone nell’ottica di un dialogo con il territorio, per cercare una scelta concertata e più condivisa possibile. Tutti i comuni saranno candidati paritetici» sostiene Toscani.
Saranno valuti gli edifici offerti sia dal punto di vista fisco, sia estetico, che funzionale e sarà necessaria una disponibilità quasi immediata, senza bisogno di grandi modifiche strutturali, visto che entro fine marzo si prevede la firma della costituzione della Fondazione Dolomiti Unesco, superati gli ultimi ostacoli burocratici di Pordenone e Udine.
Un’eventuale risorsa economica sarà calcolata come un valore aggiunto, mentre i collegamenti viari sono indispensabili. Nella lista c’è anche il Comune di Belluno, che ha alcuni titoli per candidarsi. Il questionario sarà preciso e non a scopo puramente informativo. Nella sede operativa lavoreranno il segretario generale, paragonabile a un direttore e un paio di impiegati, uno d’estrazione tecnica e l’altro amministrativa. […]

La talpa che ho in comune mi ha riferito che, preoccupata di dover aprire un centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistico ambientale e culturale che, per rimanere aperto dovrebbe, al pari di quello di Caralte, vendere anche prodotti alimentari, mettendosi chiaramente in concorrenza con gli esercizi esistenti, l’amministrazione abbia colto al volo l’invito della provincia ed abbia prodotto “seduta stante”, tutta la documentazione necessaria per presentare la candidatura dell’agglomerato “Palazzo Pellegrini” a sede operativa Unesco.

E’ immediatamente disponibile, vuoto, moderno quel tanto che basta. In fondo devono lavorarci solo un segretario generale e un paio di impiegati. E io che credevo che sarebbe diventato un carrozzone sul modello del BIM (mi ero dimenticato che, essendo a rotazione, prima o poi deve passare dalle parti di Bolzano e Trento, che santi non sono, ma in quanto a sprechi …). Inoltre, per le sedute plenarie, c’è la Sala delle Capriate (sempre a Palazzo Pellegrini) o il Tempio della Cultura a quattro passi.

Una sola perplessità stava trattenendo l’amministrazione dallo spedire la candidatura: effettivamente, si son detti, non possiamo dire di essere immersi nelle Dolomiti. Anzi, quasi neanche si vedono da qui; un pezzettino lontano lontano di Marmarole. Il Tudaio è vile calcare, il Cridola pure … Eh NO!, ha subito detto qualcuno di più informato. Il Cridola è dolomia. Per metà “furlana” ma dolomia. Distante, ma visibile dalla “sede”. E questo è bastato per fugare le ultime perplessità.

Ora il malloppo con la nostra candidatura per la sede Unesco è in Provincia. Ad una prima frettolosa occhiata, qualcuno ha prontamente detto: c’è già un centro territoriale di accoglienza, promozione e valorizzazione turistico ambientale e culturale ma, stringendo un po’ le cose, potremmo farci stare anche quelli dell’Unesco. Mai dire mai.

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