BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

dignità va cercando ch’è si cara…

30 Dicembre 2017 Criticarium Itaglia bercojone, strenzi, verso-il-default

Nell’agone politico italiota adesso ne abbiamo due, di coglioni: quello di Rignano e la mummia (ex pseudoliberista) di Arcore. Vicendevolmente si “tirano la volata”.

Il coglione di Arcore ha nobilitato lo slogan “una dentiera per tutti” elevandolo a “reddito di dignità”. Costo? Solo, si fa per dire, 7,5 punti di Pil. Per sostenere un tale sforzo Marte, Venere e Giove dovrebbero aprire i loro mercati ai soli prodotti italiani. Alla freddezza dei numeri di Daveri si affianca poi la ironica rasoiata di Castaldi…

Con due pagliacci del genere e Gentiloni sullo sfondo lo spettacolo è garantito: che la farsa continui…

cazzi isolati…

29 Dicembre 2017 Cadore - Dolomiti, Curiosando, Giornalando curiosando, giornalando

Cortina diventa un circo con un po’ di neve (e tanti cojones: ma sono i cojones che portano i bes). Si rivedono i black out. Tanti auguri per i mondiali 2021, che ci hanno regalato. Sicché guai a sbagliare colpo, sennò ci trovano giù in Nuova Zelanda (per i diversamente geografi: la Nuova Zelanda si trova agli antipodi).

fenomeni particolari… 

27 Dicembre 2017 Curiosando curiosando

Celato, ma anche gli arpaviani hanno un certo qual senso dell’umorismo:

Fenomeni Particolari: L’ARPAV VI AUGURA UN BUON E SERENO NATALE

fenomeni particolari: bollettino Arpav del 25 dicembre 2017...

‘CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL, PIANGA SE STESSO’

26 Dicembre 2017 Attualità giuseppe-zanella, la-parola-ai-lozzesi

di Giuseppe Zanella

Caro Danilo,
riprendo a scrivere per il Bloz dopo un lungo silenzio dovuto a motivazioni di carattere personale. Spero vorrai scusare questa mia “stasi” involontaria, con l’auspicio che il tuo ‘storico’ mezzo divulgativo abbia ancora lunga vita e continui il benemerito compito nei confronti dei concittadini e della Comunità tutta del Cadore e non solo.
Grazie e cordialità.

Per il passato ho scritto molto su questo Bloz del tronfio figuro di Rignano all’Arno. Da allora, molte cose si sono succedute a dimostrazione che l’uomo si è sempre ritenuto – e tuttora si ritiene – un politico fuori del comune, uno statista che si proponeva – e si propone – di modernizzare il Paese, vittima, a suo dire, di una classe dirigente non all’altezza delle aspettative di una fra le più importanti nazioni industrializzate quale è la nostra Italia. Inutile fare l’elenco degli eventi via via succedutisi, basti far menzione dei due più eclatanti: la “Riforma” Istituzionale e la legge elettorale, denominata impropriamente Italicum, la prima sonoramente bocciata dai cittadini, la seconda inesorabilmente bocciata dalla Consulta. Tutto questo al fine di porre nel giusto risalto l’eccelsa (si fa per dire!) qualità di politico e costituzionalista del noto “Bomba” fiorentino.

Il Referendum, al di là del guazzabuglio di norme senza alcuna logica e correlazione fra loro, tanto da fare aperta e sleale concorrenza a quanto in precedenza stabilito, in una baita di Lorenzago, da un anacronistico circo Barnum di deprecata memoria, è stato trasformato dal suo mentore in una specie di plebiscito sulla sua persona e, pertanto, ciò ha snaturato del tutto la giusta valutazione di merito insita nella natura stessa della consultazione. La legge elettorale poi, un autentico pastrocchio non molto dissimile dal famigerato Porcellum, definito dal suo medesimo autore “una autentica porcata”, ha trovato giusta sanzione dalla Suprema Corte.

Dopo questi infausti esiti su queste due ‘riformissime’ (chi non ricorda la legge elettorale che l’autore si permise di citare come “modello che ci sarebbe stato invidiato dall’Europa intera”?), che avrebbero dovuto rivoltare l’Italia come un calzino, l’uomo avrebbe dovuto ritirarsi dalla vita politica, così come da sua solenne promessa nel caso di risultato per lui negativo… Sappiamo tutti come è andata a finire. Ora lo ritroviamo segretario del PD e novello ispiratore di una ennesima legge elettorale raffazzonata all’ultimo istante, frutto di un disegno che doveva essere machiavellico ma che si sta rivelando un autentico boomerang per il teorizzatore: legge iniqua per svariati motivi ma deleteria per il Pd in quanto basata proprio su coalizioni al medesimo PD inibite dalla politica divisiva del suo rinnovato segretario.

Si ha la sensazione che, ormai, tutto quello che il giovin toscano tocca si trasformi subitaneamente in qualche cosa di controproducente, esattamente contrario ai suoi stessi desideri e disegni. Egli è ormai l’emblema di un adagio riferito ad un politico del recente passato, questo: “Partì per suonare e rimase suonato”. Anche la Commissione parlamentare sulle Banche avrebbe dovuto essere la vendetta, il riscatto del nostro e del suo Giglio Magico: il tutto si sta invece trasformando in un rompicapo che gli si sta rivoltando contro. Il responso della Commissione avrebbe dovuto sancire una condanna per Bankit e Consob, per ora tutto fa ritenere che si tratterà di una ennesima sconfitta. Già si è notato che un voltafaccia renziano si è ormai consumato in modo indecente con il … ringraziamento al governatore Visco per l’apprezzamento circa i rapporti ottimali fra governo e banca!!!

L’ineffabile toscano sta ora verificando il vorticoso calo di consensi intorno al suo PD, che ha ormai cambiato natura diventando, sul modello forza italiota, un partito personale. Con i suoi lungimiranti disegni politici, l’uomo è riuscito in un intento davvero inimmaginabile: ha fatto rinascere un cadavere politico, l’Innominato di Arcore, ed ha dato formidabili assist anche al partito di Beppe, il comico. Più di così, cosa ci si avrebbe dovuto aspettare? Se poi Matteo il Furbo, crederà di poter fruire di una rendita di posizione in caso di mancata maggioranza parlamentare risultante dalla prossima consultazione ‘marzolina’, sarà bene che si disilluda: il Pd sarà comunque in posizione minoritaria anche nell’ipotesi di accordo con l’Innominato (e quest’ultimo, purtroppo per noi, darà ancora, e vergognosamente, le carte ad una compagine che più tetra di così non si potrà…).

solstizio d’inverno 2017

22 Dicembre 2017 Curiosando curiosando, meditazioni

(“Se l’ inverno dicesse: “Ho nel cuore la primavera” chi gli crederebbe”? K. Gibran)

Cresta dei Castellati e M. Brentoni da Casera Razzo

Cresta dei Castellati e M. Brentoni da Casera Razzo

ciaspolata e ‘slittinata’ a Monte Piana (con la cavallina storna) /bis

21 Dicembre 2017 Cadore - Dolomiti, Criticarium, Curiosando, Giornalando, Turismo e dintorni ciaspe, curiosando, giornalando, scripta-manent, turisticando

(la “cavallina storna” è uno stile dello scrivere improntato sulla vaghezza, l’incertezza, l’approssimazione: un saltabeccare con la penna; la cavallina storna è storna di suo, ma qui nella descrizione della “ciaspolata” da Misurina a Monte Piana, in dono sotto l’albero di Natale (non so da quante stagioni), la cavallina appare risolutamente disorientata nel tempo e nello spazio, oltre a indulgere in più di qualche incertezza stilistica. Il commento s’è dilungato sicché questo è l’articolo bis, ma vi sarà anche un ter a chiudere il tentativo di comprensione dello sforzo letterario: qui trovate l’introduzione) 

Impossibile perdersi salendo al rifugio Bosi e sulla vicina vetta del monte Piana, monumento alla Patria (dove è stabilito che sia un monumento alla Patria? questa è pura invenzione; in relazione alla Grande Guerra è certamente un luogo simbolico, e non v’è dubbio che si possa considerare un Museo a cielo aperto. Punto) perchè (si scrive perché, con la é) teatro di sanguinosi scontri durante la Prima Guerra Mondiale (se bastasse essere stato un teatro di sanguinosi scontri, tutte le Dolomiti sarebbero punteggiate di monumenti alla Patria).

Si può, invece, perdere la pazienza se si incappa in una di quelle giornate in cui le motoslitte circolano troppo frequenti (questa è roba dantesca: “circolano frequenti”): è consiglabile (gliabile, non glabile), ove possibile (ove o quando?), scegliere un giorno feriale (se però sei qui durante le feste, quando ogni giorno feriale è anche giorno festivo, sei irrimediabilmente fottuto) o partire presto al mattino (alle 3 del mattino? alle 6? basta alle 9? facciamo alle 9,30?), affrontando la montagna (affronti la nord dell’Eiger, non 5 km di strada battuta) nella situazione di quiete e tranquillità che essa merita.

Si parte dai dintorni di Misurina (ve l’ho detto che è storna, la cavallina; prendete nota: si parte dai dintorni di Misurina (Carbonin? Cimabanche? Pio XII? Col de Varda? ), benedetta precisione): salendo verso il lago di Antorno si notano subito le evidenti indicazioni per un parcheggio alla base dello skilift (è alla base dello skilift: cioè il parcheggio non è del tipo lievitante; questo, dello skilift, sarebbe l’arrivo, detta anche stazione a monte) e per le gite con slittini e motoslitte (anche qui: prosa altissima).

La discesa in slittino, per chi farà la fatica di trascinarlo fino in vetta (gli altri no, giustamente: o te lo porti su tu, o non ne godi), merita davvero!

La salita parte (eravamo già partiti una prima volta, ricordate, “dai dintorni di Misurina” (forse col calesse? forse in auto?): questa è dunque una seconda partenza, presumibilmente “a piedi”) morbida (come un Condorelli) sulla sinistra delle case poste appena sopra il parcheggio (andiamo con ordine: “delle case” è equivalente a una casa che ha funzione d’hotel e il nome Chalet Lago Antorno; sopra il parcheggio non ci sono case, ma una colonna d’aria che raggiunge la troposfera): un’evidente traccia prende quota nel bosco (la traccia sarà anche evidente, ma non prende un cavolo di quota, mantenendosi da qui fino a Forcella Bassa liscia come l’olio; gli umani riconoscono in codesta traccia il sentiero segnavia n. 122).

(continua…)

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