Caserma di Soracrepa: intervallo
La serie principale di post dedicati all’alba dell’euforia per la ex caserma di Soracrepa, tornata finalmente in seno al comune di Lozzo di Cadore ed alla sua comunità, fino al suo mesto tramonto, è qui di seguito elencata (uno – due – tre – quattro – cinque). Gli articoli descrivono il degrado e l’abbandono con cui il sindaco e l’amministrazione hanno lasciato la struttura dal momento in cui, trionfalmente, hanno chiarito ufficialmente, con tanto di editto, la rinata o riconferita potestà.
Scriveva grossolanamente il sindaco:
“Abbiamo tenuto duro, con tenacia e i fatti ci hanno dato ragione abbiamo vinto noi. Il Casermone appartiene a Lozzo e nessuno glielo toccherà mai più”
Ora, è evidente che la ragione non potrà che essere “riconosciuta”, alla fine, al comune (se non altro “ad estinzionem”, non importando qui quanto la faccenda sarà costata alla fine in tempo e soldi). Quindi, caro sindaco, siediti sulla sponda del fiume e vedrai che prima o poi le ragioni comunitarie le potrai nuovamente sventolare ai quattro venti, magari intonando anche l’inno d’Italia con il viso rigato da una commossa lacrima.
Magari anche prima di quanto si possa pensare (una ridente estate si profila sul nostro cammino): noi stiamo sempre aspettando quel momento, il momento delle “tartine del sindaco“. E quel giorno potrai anche riscrivere e ripetere “abbiamo vinto noi”. Non preoccuparti, nessuna risata ti seppellirà, ai lozzesi puoi dar da bere anche olio motore esausto facendolo passare per rosolio senza che nessuno se ne accorga.
Attorno alla riconquistata caserma (che nella sostanza riconquistata ancora non appare), non ci aspettavamo interventi di chissà quale portata, bastava quel minimo di manutenzione che desse alla comunità di Lozzo il senso di un primo passo verso un ipotetico riutilizzo della struttura. Ma niente abbiamo visto e tutto è ben documentato.
Ad accorgersi dell’abbandono non sono stato poi solo io, se anche Giovanni De Donà e Walter Musizza hanno evidenziato la cosa recentemente attraverso le pagine de Il Cadore. Certo loro non hanno messo in evidenza la gaglioffa capacità amministrativa dei nostri laudador, ma tant’è.
Avanti con la storiella: a breve … alcune crepe.