BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

PD: Piena Disoccupazione (record 13,4%)

7 Gennaio 2015 Criticarium Itaglia, Ecco Nomia della-confutazione, renzie, strenzi, verso-il-default

Nuovo record di disoccupazione a 13,4%. Il PD, fogno a cielo aperto tramutatasi in fogna, sempre a cielo aperto, porta in dote un nuovo record di disoccupazione. Aspettiamo solo che lo strenzi batta i pugni alla Tarzan e se ne attribuisca i meriti: aspettiamo anche che la brodaglia che l’ha votato gli creda e lo esalti.

Per gli aficionados la disoccupazione a novembre 2013, ma soprattutto disoccupazione giovanile in Italia e relativismi pidioti, oltre alla conferma che essere piddini è una sorta di inferiorità antropologica.

Per puro caso 🙂 , al record negativo dell’Italia corrisponde quello positivo della Germania.

PD = Piena Disoccupazione

disoccupazioneeunov2014

strenzi: se ti vuoi cimentare c’è la ‘beffa’ del Mose #finitalafesta

7 Gennaio 2015 Criticarium Itaglia renzie, strenzi, verso-il-default

Ehi, bimbominkia, clown di #finitalafesta, tu che hai starnazzato come un’oca giuliva riguardo al “viarotto” di Scorciavacche, se vuoi ti puoi cimentare in laguna di Venezia. Il giocattolino del Mose non permetterebbe alle grandi navi di entrare in porto. Per poterlo permettere ci vuole un’aggiuntina di una quindicina di milioni per fare un “muro di gomma” al quale le navi si appoggerebbero per allinearsi.

Dai bimbominkia, facce vede, chiedi all’Ananas di turno il nome del “responsabile”, tiragli le orecchie e fatti pagare in moneta sonante… Noi intanto compriamo il pop-corn e lanciamo l’hashtag #sipuòesserepiùcoglioni?

Mose, la «beffa» della conca: le navi più grandi non entrano

I cargo di 280 metri non riescono ad allinearsi in sicurezza: scogliera troppo vicina. Il Porto ha presentato la «correzione» al ministero: costo 15 milioni

VENEZIA Doveva servire per far arrivare le navi in porto con le paratoie del Mose alzate. Peccato che così come è stata realizzata l’unica cosa che può fare la conca di navigazione alla bocca di porto di Malamocco è bloccare i container fuori della laguna. Tutta colpa della scogliera di protezione…

Qualcuno però ha sbagliato i conti — e i disegni — se così non serve a niente. In realtà qualche polemica c’era già stata per le sue dimensioni, troppo esigue — considerando i grandi container che arrivano allo scalo veneziano — che ne limitano l’accesso alle navi lunghe più 280 metri. […]

Una vera beffa per quella che è stata annunciata — con i suoi 370 metri di lunghezza e 50 di larghezza — come una delle più grandi strutture al mondo di questo tipo. Doveva essere uno dei fiori all’occhiello del sistema Mose, per ora rappresenta solo uno dei punti neri. […]

Viene da chiedersi perché solo 11 anni dopo l’inizio del lavori ci si accorge che la conca così come è stata pensata non funziona. E chi metterà i soldi che servono per riparare l’errore?

immobili pignorati: Lozzo di Cadore over the top (ma anche il resto del Cadore non scherza)

6 Gennaio 2015 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana cadore, cadoriadi, cronache-lozzesi, sviluppo-montagna

Bisognerebbe valutare una per una le “unità”, tanto a Lozzo quanto in qualunque altra parte del Cadore, per poter dare un peso ai dati che seguono, ma l’anno nuovo si presenta con occhi da piangere. A Lozzo di Cadore si concentra il 37% di tutte le unità in vendita nell’intero Cadore con Cortina d’Ampezzo. Na botta de vita.

(ora capisco a cosa si riferiva L’Economa domestica in un commento sul Cadore che cade a pezzi)

CORTINA – Con l’anno nuovo, da Cortina a Sappada sono un centinaio gli immobili pronti ad esser battuti all’asta dall’Istituto vendite giudiziarie di Belluno. Tra i beni messi sul mercato figurano capannoni, appartamenti, pertinenze, magazzini, terreni, fabbricati artigianali, un paio di alberghi.[…]

E se nel lungo elenco alcune realtà comunali sono assenti (Borca, Cibiana, Danta, Lorenzago, Ospitale, Perarolo, San Nicolò, Sappada, Selva e Zoppè), a guidare la classifica dei Comuni con il maggior numero di immobili da vendere è quello di Lozzo con ben 37 unità. Seguono Calalzo (con 15), Cortina (12), Domegge (10), Pieve (7), San Vito (6), Auronzo (5), Comelico Superiore (2), Santo Stefano (2), Valle (2), San Pietro (1, al quale si aggiunge un’offerta dell’Istituto vendite giudiziarie di Treviso), Vigo (1) e Vodo (1).

Le vendite giudiziarie derivano da procedure attivate presso i Tribunali al fine di ricavare determinate somme di denaro per soddisfare i creditori ed indicano, chiaramente, la sofferenza e il disagio socio-economico di un territorio.[…]

ancora due righe e mi tagliavo le vene (oltre Cortina, l’altra montagna è in svendita)

6 Gennaio 2015 Cadore - Dolomiti, Turismo e dintorni cadore, turismo-cadorino, turisticando

A suo modo è un pezzo magistrale. Non può indagare tutte le facce di una realtà complessa come quella cadorina, ma quello che dice, anche quando sfodera una dolorosissima ironia, fotografa una realtà per molti ancora inconfessabile: il Cadore sta cadendo a pezzi. Alessandro Baschieri, In due minuti:

Oltre Cortina, l’altra montagna è in svendita (“affari” in vista)

C’è un’altra montagna. E la porta che divide i due mondi è il passo Tre croci. Se dal Paese dei balocchi risali verso Misurina per poi ridiscendere  in Cadore, non puoi fare a meno di notare che i centri abitati cambiano persino colore.

Non c’è punto nella cartina dolomitica dove il contrasto sia così forte. A un paio di litri di benzina dagli ingorghi della sfavillante Cortina – dove quest’anno più che mai era difficile entrare, un sogno parcheggiare, impossibile dormire – si ascoltano i silenzi di Pieve, Domegge, Vigo e Auronzo. Che non saranno località attrezzate per il grande turismo invernale ma  restano la faccia scura della luna ampezzana. Lungo la strada che da Tai porta al Comelico, un bivio non solo stradale, nei giorni delle feste erano rare anche le luminarie. Un’altra valle. Ma di lacrime. Sempre con un’aria un po’ depressa, di abbandono.

L’ultimo dell’anno nella prima località del Cadore, Auronzo, la metà dei locali era chiusa e se non era per due-fuochi d’artificio-due fatti sul lago, un marziano non avrebbe capito che si festeggiava San Silvestro. Una famiglia con due bambini in piazza Santa Giustina (che sarebbe la piazza del mercato), strade deserte e un petardo in lontananza. Ha fatto di più il parroco che a mezzanotte ha suonato le campane. «Fino a qualche anno fa  accendevo la musica a tutto volume – raccontava il titolare di una rosticceria lungo la via principale – e solo io facevo 3-400 euro di fuochi. Oggi quei soldi li risparmio che son tempi duri. Non vede in quanti hanno chiuso?». Da un anno all’altro è cambiata la gestione di chissà quanti negozi. Occhialerie comprese. Molti cadorini – diciamolo, non tutti hanno un moderno senso degli affari – hanno rinunciato ad affittare per pochi giorni nella speranza di monetizzare l’intero periodo di vacanze e sono rimasti con un pugno di mosche. I cartelli vendesi sono appesi a decine e decine di abitazioni private. E a voler credere alla ripresa ci sarebbe di che fare affari: si trovano appartamenti  a 80-100 mila euro che solo qualche anno fa si vendevano al doppio. Vere occasioni.

Ma c’è da credere a questa ripresa? Daniela Larese Filon, presidente della Provincia di Belluno che per inciso è pure sindaco di Auronzo,  un po’ ci crede e un po’ ci spera.  «Lei racconta scenari non  molto diversi da quelli di altre città, anche di pianura.  È pur vero che il Bellunese deve puntare sul turismo e  il Cadore non fa abbastanza, ma avremmo bisogno di sostegno. E di strutture ricettive più agili: Bed and Breakfast per esempio, visto che aprire un albergo è diventato impossibile. Segnali positivi comunque ce ne sono. In questi anni abbiamo perso oltre 200 aziende dell’occhialeria ma quelle rimaste sono solide e stanno ripartendo. Assumono». A volerci credere, a volerci sperare, in Cadore ci sarebbe spazio anche per qualche investimento redditizio. Se la strada è davvero quella indicata dai primi segnali e il Cadore è solo un po’ in ritardo, a lungo andare potrebbe persino rendere.

 

Alta Badia: il fascino antico di una nevicata artificiale

6 Gennaio 2015 Turismo e dintorni marketing-turistico, promozione-turistica, trentino-alto-adige, turisticando

Non vuol dire un razzo, ma in Alta Badia a ‘sti qua gli fan fare colazione con latte e ovobadia (una volta bastava l’ovomattina). Sicché alla fine, non importa se per fare l’artificiale ti prosciugano un lago e si ciucciano in una stagione l’energia elettrica che farebbe funzionare tutta l’Eritrea per un anno, ma … “Qui è bella pure la neve programmata”.

(lo sappiamo bene che il 99% dei tweet di questo tipo sono “sponsorizzati”, ciò non toglie che coi grulli così si debba fare; anche sui social cadoreggianti stanno iniziando a comparire tweet sponsorizzati/sponsorizzanti emessi dal volgo: sono ancora terribilmente goffi, ma siamo sulla buona strada)

badianeve

strenzi act: ai renziani tocca la parte dei coglioncelli

5 Gennaio 2015 Criticarium Itaglia mestra-menistra, psico-dramma, repubblica-bananiera, strenzi, verso-il-default

Continuazione di strenzi act (o della grazia al nano). Alla fine l’ha dovuto ammettere. E’ stato lui, lo strenzi. Altro che figura da coglioncelli. In U.K., per dire, il peggior topo di fogna sarebbe tornato di corsa, per l’appunto, nelle fogne di dov’era venuto.

Lui resta dov’è (ancora), per il semplice motivo che in Italia le fogne sono a cielo aperto. Ancora in prestito da Dagospia (si veda anche LA NORMA SALVA-BERLUSCONI CHE DOVEVA PASSARE SOTTO NATALE NELLA DISTRAZIONE GENERALE È STATA SPUTTANATA E AFFONDATA):
manina-banana

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