BLOZ - il blog su Lozzo di Cadore Dolomiti

Family Week e il questionario alla trielina

22 Novembre 2014 Cadore - Dolomiti, Politica nostrana, Turismo e dintorni pro-loco, sviluppo-montagna, turismo-cadorino

No dico, ma quanti litri di trielina vi siete sniffati per architettare un questionario di tal fatta?

O l’avete fatto sotto ipnosi?

O sotto minaccia d’olocausto?

Non ho tempo per l’esegesi, per l’analisi del papocchio. Ma qualcuno lo dovrebbe fare e mantenerne traccia, così da proporlo ai posteri come risultante di azione lisergiche con agenti non ben determinati (perché neanche lo sniffamento accelerato di trielina, ritengo, aiuta ad arrivare così in là). Se ne fate uno tradotto in aramaico i risultati ottenibili, sulla medesima popolazione, potrebbero non essere molto diversi da quello in italico.

Family Week: chiuso per ferie.

(è stato fatto gratis, vero? no perché, diversamente, ci si potrebbe chiedere dove cazzo va a buttare i soldi il Bim Consorteria che sostiene economicamente il trippone, il papocchio, la ciofeca)

Nella sezione favolistica, quella cioè che prevedeva “quali sono secondo te le storie da raccontare ad un bambino che viene in vacanza in Cadore” ho proposto: La bareta de la fufeta, seguita da Cenerentola e Bimolo (l’ottavo nano che ha gestito il Bim-Gsp) ed infine il Bucolo nell’acquola (come ti trivello il lago).

 

le vette s’imbiancano: e la class action dei sindaci contro Enel e Terna?

22 Novembre 2014 Politica nostrana blackout-cadore, cadoriadi, sindakos

Un riquadro sulla prima del Corriere delle Alpi di oggi mi ha ridestato da lungo torpore: “Svuotamenti del lago azione legale dei Comuni”. Mi chiedevo solo se m’ero perso qualcosa nel frattempo. Insomma, quella Class Action contro Enel e Terna urlata sui giornali a suo tempo, ‘sti sindakos, l’hanno fatta, l’hanno da fa, nun la fanno più?

Sindakos: di tutto, di più!

(Mo m’ero fermato alla lobby potentissima:

black out del Cadore: l’unione montana ha già calato le braghe)

immagine_002

(sventurati; fancazzindakos)

 

Boldrini si è fermata a ebola

22 Novembre 2014 Criticarium Itaglia della-confutazione, politicanti, supercazzole

La Boldrini, quella della camera dei deputati, vagheggia di causalità tra diffusione di ebola e “liberismo”. Dal Foglio Luciano Capone risponde che no, non c’è causalità e non c’è neanche correlazione (se non quella che lega ogni avvenimento terrestre, per esempio, al sorgere del sole). La Boldrini, sempre quella della cameradd, risponde piccata che conferma la propria tesi parola per parola. L’acetone non si usa solo per togliere lo smalto dalle unghie, si può anche sniffare fino allo stordimento.

Comunque, per chi è interessato, su noisefromAmerika Capone prende per mano la Boldrini, quella della cameradd, la porta ai giardinetti e le fa fare un bel giro sull’altalena, dopo averle mostrato le paperette che starnazzano nello stagno.

 

turismo: perchè l’Italia non riesce a competere con gli altri paesi concorrenti

21 Novembre 2014 Turismo e dintorni turismo-italico

Sono le “solite cose”. Ma spiegate benissimo.

CameraConVision perché un barcamp non basta per salvare il turismo

Troppi cambiamenti fanno male al turismo. Senza regole e investimenti certi si rischia di tessere la tela di Penelope La politica ricominci dalla governance

Oggi in Parlamento si terrà un barcamp sul futuro del turismo: CameraConVision. Organizzato dall’instancabile responsabile della comunicazione di Montecitorio e dall’intergruppo parlamentare sull’innovazione “capeggiato” da Stefano Quintarelli, apre le porte veramente a tutti.
L’idea di portare blogger, imprenditori, accademici e amministratori pubblici del turismo a dialogare insieme senza gli ostracismi del passato è sicuramente una buona idea, tuttavia le idee da sole non bastano.

In Italia negli ultimi tre anni, dal 2011 a oggi, si sono succeduti quattro ministri del turismo, Michela Vittoria Brambilla, Piero Gnudi, Massimo Bray, Dario Franceschini.
Negli stessi anni si sono succeduti e rincorsi 3 direttori generali incaricati del turismo; Roberto Rocca, Biagio Costa, ancora Rocca, Onofrio “Ninni” Cutaia.
In tre anni Promuovitalia, l’agenzia tecnica del Ministero che si occupa di turismo, dall’avere i conti in ordine si è ritrovata a non poter discutere il bilancio ed è stata messa in liquidazione incapace di pagare dipendenti e fornitori.

L’Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo, da quella macchina mangiasoldi che si dice che fosse, è stata messa talmente a dieta che oggi ha meno del suo fabbisogno di funzionamento. È stata commissariata e diventerà un ente pubblico economico e quindi obbligata a contratti di diritto privato, motivo per cui lavoratori lì assunti con concorso eserciteranno l’opzione di essere trasferiti presso altro ente pubblico: lì almeno c’è certezza di paga e carriera. L’Enit oggi non ha i soldi per fare le fiere, gestire le sedi estere, promuovere l’Expo2015. Pochi i soldi in cassa, ha dovuto stoppare una campagna promozionale, “Made in Italy”, che cominciava a dare i suoi frutti e il direttore attuale che l’ha voluta probabilmente sarà sacrificato al nuovo statuto per fare posto a una diarchia dirigenziale sotto un presidente amministratore.

In tre anni sono stati prodotti tre studi su come rilanciare il turismo nel Belpaese: il cosiddetto piano Gnudi (una rielaborazione del lavoro di Boston Consulting Group con azioni 2.0 a breve, medio e lungo termine), il “Piano Bray”, un rimaneggiamento coraggioso del precedente, i “paper” del Laboratorio del Turismo Digitale (TdLab) che ha chiuso i battenti anzitempo, forse per le dimissioni del suo coordinatore, l’ex consigliere del Ministro, Stefanio Ceci.

Insieme a tutto questo c’è un processo di riorganizzazione complessiva del sistema turismo non ancora concluso: prima c’era un Ministro del turismo con un dipartimento dedicato solo al turismo presso la Presidenza del Consiglio, poi un ufficio del turismo presso il Dipartimento affari regionali, turismo e sport, poi una direzione del turismo inglobata dal Ministero dei Beni Culturali un anno fa con una riduzione complessiva di personale, dirigenti e impiegati, da 120 a 35 persone e con una dotazione finanziaria che da quasi 90 milioni di euro è passata a scarsi 30 milioni.
Nel frattempo è stato chiuso l’Osservatorio Nazionale del Turismo, era una bella intuizione. È stato chiuso il servizio di informazione turistica Easy Italia, ma il sito del Mibact non se ne è accorto.
È stata chiusa pure la struttura di missione per il rilancio dell’immagine dell’Italia capeggiata in epoca Gnudi da Flavia Coccia. Tutto quello che aveva fatto è finito alle ortiche.

Se pensiamo a questi fatti, con Promuovitalia messa in liquidazione e il commissariamento di Enit, capiamo che la governance del turismo finora è stata gestita molto male.

È chiaro che ogni volta che cambia un ministro, cambia anche il capo di gabinetto, quello dell’ufficio legislativo, gli esperti, e poi tutti i factotum, i sottopancia, gli addetti alla comunicazione. In assenza di un passaggio di consegne che non si verifica mai, è facile immaginare che ricominci sempre tutto daccapo, e ogni politica del turismo pare la tela di Penelope: l’ultimo arrivato smonta quello che hanno fatto i predecessori e se ricomincia non sempre arriva a finirlo, visto che anche stavolta le elezioni sono alle porte. Nei corridoi ministeriali già si vocifera di un presunto impegno del ministro Franceschini nelle primarie per sindaco di Roma insieme a Paolo Gentiloni per l’election day di primavera, quando, forse, dicono, ci saranno le elezioni politiche e amministrative.

Da qui si capisce perchè l’Italia non riesce a competere con gli altri paesi concorrenti.
Se la governance del turismo non è solida e duratura, gli operatori del settore, non sempre illuminati, non sanno su quali fondi, stanziamenti e referenti appoggiarsi; se non conoscono i numeri e target non possono organizzare strategie e offerte adeguate; se non gli garantiscono regole certe, si trattengono dal fare investimenti, e così via.
Per chi non conosce la Pubblica Amministrazione, l’assenza di governance di un settore può sembrare l’ennesimo fallimento della casta, ma chi lo capisce sa che non ce lo possiamo permettere.
Speriamo che dopo il barcamp si cominci a pensarci per davvero.

Arturo Di Corinto su Wired.it

Comelico chi? Stasera mi Buzzo!

21 Novembre 2014 Cadore - Dolomiti cadoriadi, sviluppo-montagna

La sindaca di S. Stefano s’è messa in versione social lanciando (come fa lo strenzi) l’hashtag #forzaComelico. La stessa sindaca però, in versione “San Giovanni”, non rinuncia alla piazza (una sindaca digitalogica, diciamo; lo strenzi c’ha provato ma è stato sempre duramente fischiato tranne alla prima, nel regno delle due sicilie, ma lì le maestre avevano addestrato le scolaresche alla bisogna), nella quale i sopravvenuti potranno farsi dono della maglietta io ci sono, forza Comelico (in bianca; in volta invece: io ci faccio, forza Comelico).

Un’occasione per “porre l’attenzione sull’attuale situazione di disagio in cui riversa la vallata a seguito delle frane e della necessaria risoluzione del problema della viabilità“. Un’occasione simile a quella che i comeliani (il comune di Comelico Superiore) hanno avuto quando s’è trattato di votare il referendum per passare alla regione Trentino Alto Adige. Be’, in quell’occasione non fu un vero e proprio tripudio dei Sì, ma, considerando la fatwa del professorino, alla fine il Comelico provò a farsi sentire.

Comunque, ne ha ben donde, la sindaca. Il Comelico sembra sempre di più a un comedio evo, basterebbe far riferimento alla demografia precipitevolissima. Se si esclude l’apporto di Sappada, l’anno scorso il Comelico ha presentato un declino demografico pari al meno 9 per mille (-67 persone su 7441 abitanti); con Sappada il declino si situa a meno 5,8 per mille. E non tiriamo fuori i dati sui redditi, ché sennò ci mortifichiamo. E neanche quelli sulle presenze turistiche.

Poi, è chiaro, senza strade non si va da nessuna parte.

 

moretti: in caso di sconfitta potrebbe sempre diventare fedelissima di Zaia

20 Novembre 2014 Criticarium Itaglia elezioni-reg., quelli-del-PD, renzie, smorettimenti

Finora nessuno, neanche quelli di Spinoza, era riuscito in una battuta a distillare l’essenzialità di ciò che è la moretti. Questa, che battuta non voleva essere (proprio alla fine di questo gustoso articolo), a mio giudizio la descrive con compiutezza integrale. Smorettimento n°4:

In caso di sconfitta, potrebbe sempre diventare fedelissima di Zaia.

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